Il problema non è l'economia minuscola di Cipro ma forse la mole enorme dei depositi (russi ma non solo) depositati.
Che corrisponde a otto volte il PIL. E ovviamentre come è stata investita.
Leggere, prima di lanciare accuse a destra e a manca.
http://www.mondoforex.com/cronache-dall ... odite.htmlUn altro malato nel nosocomio
Per almeno due anni, l’Europa si è dimenticata, o ha voluto dimenticarsi, d’avere un piccolo malato in casa. La stessa stampa non si è curata di modificare il famoso acronimo dedicato ai PIIGS, ritenendo l’economia cipriota troppo piccola per rientrare nel novero dei paesi che possono causare problemi all’infrastruttura comunitaria. Come spesso succede in questi casi, il tempo ha reso la malattia ancor più difficile da curare e le istituzioni europee devono prendersi la briga di derimere la questione nell’anno delle elezioni tedesche. I dieci miliardi di aiuti che in condizioni normali potevano essere assegnati al salvataggio dell’isola di Afrodite sono diventati un peso enorme per il partito della Merkel.
Tantopiù che l’opinione pubblica non può vedere di buon occhio un salvataggio, a costo zero per il beneficiario, di un paese da tempo riconosciuto come un’enorme lavatrice di denaro poco trasparente proveniente dall’Est Europa.
Abbiamo già avuto modo di delineare le caratteristiche del bail-out, che si sostanzia in un prelievo forzoso dai conti correnti presenti nelle banche cipriote, con la prospettiva non proprio felice, di vedere quei soldi trasformati in azioni delle banche stesse.
C’è del marcio a Cipro
Come siamo arrivati a questo punto?
Gli asset detenuti dalle banche cipriote ammontano ad almeno otto volte l’intero GDP del paese e l’intera economia si fonda, al di là del contributo del turismo, sull’aiuto dato agli oligarchi russi nel detenere le proprie ricchezze al riparo da ogni possibile controllo anti-riciclaggio, al sicuro da accadimenti politici avversi e, principalmente, all’oscuro di ogni possibile ingerenza fiscale. Con tutti questi depositi cos’hanno pensato bene di fare gli amministratori delle banche? Hanno investito il denaro in un’economia che, fino a pochi anni fa, appariva in solida crescita, di dimensioni molto superiori a quelle della piccola isola mediterranea e vicina dal punto di vista etnico. Peccato che si trattasse della Grecia.
Così, circa il 37% dei 68 miliardi di euro depositati sull’isola viene da cittadini stranieri e, i C/C di dimensioni superiori ai famosi 100.000 euro arrivano alla somma complessiva di 37.6 miliardi di euro di cui 25.5 sono riconducibili a stranieri.
Nel solo 2012, le due banche cipriote più grandi hanno lasciato sul terreno 3.5 miliardi di euro, dopo la ristrutturazione del debito greco. Stiamo parlando del 10% del GDP della piccola economia isolana.
Finora, il sistema finanziario cipriota si è tenuto a galla grazie all’Emergency Liquidity Assistance messa in atto dalla Banca Centrale Europea, ma i nodi non potevano non venire al pettine.
La Banca Centrale di Cipro ha calcolato che il paese ha bisogno di 17 miliardi di euro per rifinanziare il sistema bancario e proseguire quel deleveraging che dovrebbe portare il paese a detenere meno asset, possibilmente di miglior qualità. La Germania, giustamente, non intende mettere sul piatto l’intera somma, ma pretende che almeno 7 miliardi vengano fuori da misure interne.
Da qui l’idea di prelevare i soldi dai conti correnti.
Alcuni si chiederanno perché non vengano chiamati a pagare il fio quegli investitori che, a loro rischio e pericolo hanno messo i loro soldi in junior bond, unsecured senior bond, secured senior bond o qualunque altra diavoleria che le banche si inventano per raccogliere denaro.
Prima di chiamare i correntisti, sembrerebbe buona norma chiamare questi signori a ristrutturare i propri debiti. Il problema è che le banche cipriote hanno 46 miliardi di euro in depositi, 1.4 miliardi in junior debt e solo 184 milioni di unsecured senior debt. Quindi, o pagano i correntisti, o paga la Banca Centrale locale e quest’ultima non ha i 6 miliardi richiesti.
La barzelletta delle percentuali
Non resta che far pagare i correntisti, ma quanto? La prima decisione europea ha accettato la proposta di 9.9% sui depositi superiori ai 100,000 euro, perché i russi hanno chiarito di non voler vedere la doppia cifra applicata all’hair-cut. Abbastanza divertente non trovate?
Cipro proponeva un 3% sotto la soglia dei 100.00 euro e 7% al di sopra, ma la ECB ha informato il Governo che, se non si fosse messo mano completamente al refunding delle banche, il programma ELA di liquidity assistance sarebbe stato ritirato provocando l’immediato fallimento della seconda banca cipriota, Laiki, con una perdita complessiva per Cipro che sarebbe arrivata quasi a 30 miliardi di euro.
Ora si valuta la possibilità di alzare la percentuale più alta, soprattutto dopo che il Ministro tedesco Shäuble ha reso noto che il suo paese non vuole chiedere soldi ai meno abbienti e, soprattutto, ai veri residenti.
Ed il contagio?
I mercati stanno reagendo senza panico alla decisione dell’Europa di andare a toccare la sacralità dei depositi bancari. Come appena descritto, la situazione di Cipro non ha casi simili nel resto dell’Europa e solo l’Irlanda, all’interno della zona euro, aveva una situazione per certi versi paragonabile. Al di là di un certo numero di articoli apparsi su internet e sulla stampa canonica, dove si paventa il possibile ripetersi di una decisione così rivoluzionaria in Italia o in Spagna, direi che le condizioni di partenza sono del tutto diverse.
D’altro canto, uno dei capisaldi del sistema bancario, l’inviolabilità dei depositi, è messo in discussione per una raccolta complessiva di 5.8 miliardi di euro; spiccioli per l’economia dell’Eurozona. Speriamo che i falchi dell’Eurozona sappiano cosa stanno facendo, il deleveraging del sistema bancario è un processo lungo e faticoso, che si protrarrà per diversi anni; la nave assomiglia ad una bagnarola e guidarla fra i marosi è un compito che richiede grande perizia. Chissà come si sente Mario Draghi nelle vesti di Jack Sparrow?
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)