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Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Cacciari : Sono teste di cazzo, era meglio Renzi

Messaggioda mauri il 26/02/2013, 21:51

giusto
ciao mauri

L'ex sindaco di Venezia, da sempre critico all'interno del Partito democratico, è arrabbiato per l'esito delle urne: "Un disastro, dovevamo puntare su un rinnovamento radicale, invece siamo rimasti a metà". E la colpa è del "gruppo dirigente che circonda Bersani"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... zi/513648/
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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda flaviomob il 27/02/2013, 0:13

Ma guarda Franz che Bersani aveva già dichiarato che avrebbe mollato la segreteria se fosse andato al governo, quindi ora con calma accetti l'incarico, che evidentemente deve andare al leader che ha la maggioranza almeno in uno dei due rami del parlamento. Poi si sceglierà chi guida il PD tra Renzi, Civati e altri "quarantenni" che vorranno mettersi in gioco. Magari Ambrosoli...


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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda franz il 27/02/2013, 8:54

Elezioni, Cacciari commenta i risultati: “Sono teste di cazzo, era meglio Renzi”
L'ex sindaco di Venezia, da sempre critico all'interno del Partito democratico, è arrabbiato per l'esito delle urne: "Un disastro, dovevamo puntare su un rinnovamento radicale, invece siamo rimasti a metà". E la colpa è del "gruppo dirigente che circonda Bersani"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 febbraio 2013

Più informazioni su: Elezioni Politiche 2013, Massimo Cacciari, Matteo Renzi, PD, Pier Luigi Bersani.
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Se fossimo stati in televisione sarebbe stato un continuo “bip” “bip” per eliminare parolacce e improperi dalle parole di Massimo Cacciari. Ex sindaco di Venezia, filosofo, da sempre una voce critica all’interno del Partito democratico. È avvelenato. Ci parla con un tono tra l’avvilito di chi lo aveva detto da tempo, e l’arrabbiato di chi non vuole smettere di dirlo. “Senta, è un disastro. Un vero disastro”. Ancora non è definitivo (sono le sei del pomeriggio). “Eccome se lo è. Peggio di così…”

Partiamo dai motivi.
Sono gli stessi da vent’anni, da sempre, da quando perdiamo.

Va bene, mi indichi i principali.
Questa volta dovevamo puntare su un rinnovamento radicale. Dovevamo scegliere dove stare e cosa fare! Non restare a metà.

Nel contesto.
Le cito Kant, quando parlava della somma dell’inerzia…

Nel pratico.
Il Pd è rimasto a metà tra il voler interpretare le spinte arrivate dalla parte di Grillo e quella di strizzare l’occhio al gruppo di Monti e alla sua visione dello Stato e dell’Europa.

Figure politiche antropomorfe.
Come al solito siamo gente affetta da snobismo e da puzza sotto il naso. Come sempre!

Sarebbe stato meglio avere Renzi?
Aspetti. Prima di dire certe cose, legga i risultati locali.

A quali si riferisce, in particolare?
(Qui il tono della voce si alza) Al nord è una catastrofe sia per Pdl che per la Lega! Eppure il centrosinistra non ha fatto un cazzo. Non è cresciuto.

Hanno sottovalutato l’avversario?
Di più, peggio! (il tono cresce ancora, notevolmente) Sono delle teste di cazzo! Loro sanno tutto, loro capiscono tutto. Loro possono insegnare tutto a tutti. Mentre gli altri sono dei cretini.

Quindi?
Le faccio un esempio: è impossibile spiegargli che c’è una questione settentrionale. Eppure continuano a sbatterci la faccia. La loro vita si sviluppa solo tra Botteghe Oscure, il Nazareno e Montecitorio. Del resto non sanno nulla. Gli basta quel triangolo.

Colpa di Bersani?
No. Ma di quel gruppo dirigente che continua a circondarlo. Gente completamente fallita.

A chi si riferisce, in particolare?
Tutti quelli che stanno da sempre lì e che non abbiamo ancora cacciato. Sì, abbiamo sbagliato a non appoggiare Matteo Renzi. È stato un grande errore.

Ora i democratici cosa devono fare?
(Qui cala i toni, diventa quasi più riflessivo) L’unica strategia è mantenere i nervi saldi. E cerchiamo di dialogare in Parlamento con gli eletti nelle liste di Grillo. Se ci riusciamo.

di Alessandro Ferrucci

Da Il Fatto Quotidiano del 26 febbraio 2013
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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda ranvit il 27/02/2013, 9:04

Bene Cacciari!

x Franz Se a M5S gli concedi di attuare i suoi punti principali si puo' fare il Governo insieme (in qualche modo). Se vuoi cincischiare è chiaro che non se ne fa niente!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda franz il 27/02/2013, 9:18

ranvit ha scritto:Bene Cacciari!

x Franz Se a M5S gli concedi di attuare i suoi punti principali si puo' fare il Governo insieme (in qualche modo). Se vuoi cincischiare è chiaro che non se ne fa niente!

Il problema è lo scoglio della fiducia al Senato, perché Bersani e Monti insieme non hanno i numeri.
M5S voterà la fiducia o voterà solo caso per caso? Senza fiducia (e votarla è un atto politico) il governo non parte e Bersani deve tornare da Napolitano. Ma tu lo vedi Grillo dare la fiducia a Bersani o a Monti?
Ecco, forse ad un governo presieduto da Renzi potrebbe.
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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda flaviomob il 27/02/2013, 10:27

Dal Blog di Marina Terragni:

http://blog.iodonna.it/marina-terragni/ ... ri-del-pd/

I gravi errori del Pd
26 febbraio 2013

Premessa: non è che mi importi poi molto dei partiti. Mi importa delle nostre vite, ecco di che cosa mi importa. Mi importa dei nostri figli. Ma a quanto pare il nostro destino e quello dei nostri figli dipende almeno in parte da faccende come quella che ci ossessionerà nei prossimi giorni, quella della governabilità o ingovernabilità del Paese.

Se vi fate un giro sul questo blog vedrete che ho sempre dato la massima importanza al fenomeno 5 Stelle, invitando il Pd a farci molto seriamente i conti, e a ipotizzare un export a livello nazionale del modello Sicilia, giunta Crocetta e appoggio esterno dei grillini (vedi qui, e poi qui, qui)

Alcuni giorni fa ho postato su Facebook che quello di Grillo sarebbe stato il primo partito. Si sarebbe potuto comprendere anche in extremis, non limitandosi a guardare compulsivamente i sondaggi ma andando carne-e-ossa in una delle piazze dello Tsunami, perché il corpo capisce: dopo aver visto la straordinaria piazza dell’algida Torino, ho preso il metrò e sono andata in Piazza Duomo, e poi mi sono vista Piazza San Giovanni in streaming. E non ho avuto più dubbi: primo partito. Sono stata massacrata e pomodorata, per averlo detto. Anzitutto da militanti, iscritti e simpatizzanti del Pd, che quello che io e altri avevamo visto e sentito non intendevano in alcun modo vederlo e sentirlo.

Il Partito Democratico ha perso, e questi, in ordine sparso, sono stati i suoi più gravi errori:

1. zero rinnovamento, o quasi. Il patrimonio messo insieme con le primarie per la premiership dello scorso autunno, che avevano notevolmente ridimensionato il potenziale del Movimento 5 stelle, è stato sperperato: le primarie di Capodanno sono state riservate ai parlamentari uscenti e ai funzionari di partito. La cosiddetta “società civile” non è passata di lì: chi non era del partito sarebbe stato impallinato dal voto disciplinato e intruppato degli iscritti. Il listino del segretario ha fatto il resto: una marea di derogati, amici e parenti, figlie, mogli di incandidabili… Risultato: le stesse facce di sempre, gente che sta lì da 4-5-6 legislature, una serie di new entry dalla batteria di allevamento, un bel po’ di familismo amorale, più qualche raro innesto “civico” che non poteva certo fare la differenza

2. non aver cambiato la legge elettorale, in modo da continuare a garantirsi la comodità dei listini bloccati, dopo non aver fatto la legge sul conflitto d’interessi, madre di tutti gli errori. C’è stato un anno di tempo per cambiarla, non si è voluto farlo

3. non aver compreso la politicità del Movimento 5 Stelle, liquidato alternativamente e sprezzantemente come antipolitica, fascismo, dilettantismo, populismo, poujadismo, antisemitismo, antifemminismo, emanazione della massoneria, di Rotschild, di J.P. Morgan (giuro, sono girati perfino saggetti e documenti per darne ampia e articolata dimostrazione)

4. sempre per quanto riguarda i 5 Stelle, averlo stigmatizzato come movimento di protesta e non di proposta: le proposte dei 5 Stelle saranno anche opinabili, ma sono chiarissime, disponibili da tempo a tutti gli interessati, e rese lampanti e comprensibili a tutti nel corso dello Tsunami tour. In gran parte, è un fatto inequivocabile, queste proposte sono largamente ispirate ai temi agitati dalle piazze di Occupy Wall Street, di Zuccotti Park, di Plaza del Sol a Madrid e così via, e largamente riconducibili, dallo stop al consumo di territorio alla politica dei beni comuni, a un ambientalismo radicale (contro un Pd che in molte regioni, mi viene in mente per esempio la Liguria, è a pieno titolo il partito del cemento)

5. non aver compreso il tema forte e unificante della visione grillina: quello di comunità solidale. Una visione, un orizzonte a cui il centrosinistra non ha saputo contrapporne di propri, ugualmente chiari e unificanti

6. aver lasciato a Berlusconi il monopolio della questione fiscale, fattore di enorme sofferenza per il Paese, e non avre compreso che il berlusconismo era ancora vivo e vegeto

7. persistere in un atteggiamento di paura e insofferenza nei confronti del Nord, per l’ennesima volta territorio non capito, esorcizzato, tenuto ai margini dei propri programmi e delle proprie iniziative politiche

8. non aver parlato con chiarezza alla piccola e media impresa, scheletro del Paese, a cui Grillo ha riservato il massimo di attenzione

9. non essersi impegnati in modo netto, come invece ha fatto Ambrosoli, candidato presidente in Regione Lombardia, per una drastica riduzione dei costi della politica -taglio degli emolumenti, dimezzamento dei parlamentari, abolizione di province e altri enti inutili-: qualcosa è stato detto, sul tema si è cincischiato, ma tenendolo sempre in ombra. E molto a suo tempo non è stato fatto. Niente a confronto dei parlamentari regionali siculi di Grillo, che già destinano il 75 per cento dello stipendio a un fondo per il microcredito alla piccola e piccolissima impresa

10. aver snobbato la tv, che resta il medium principale nelle campagne elettorali, e continuare a non capire affatto la rete. E non comprendere che produce molti più effetti il video stra-condiviso di Rosy Bindi che caccia da un convegno un giornalista di “Report”, che mille video propagandistici d’autore, peraltro davvero bruttini. La comunicazionedel Pd resta molto difettosa: la sensazione è che alla professionalità e al merito si continui a preferire la fedeltà alla causa (*e il grigiore, senza nemmeno le 50 sfumature, Ndr)

11. persistere in una sindrome di superiorità -il solo voto utile e intelligente è quello per noi, chi vota diversamente è un cretino- che eccita e fa levitare comprensibili sentimenti di rivalsa. Essere incapaci di ascoltare le critiche amiche, iscrivendo d’ufficio tra i nemici ogni portatore di dubbi

12. non aver rinnovato la classe dirigente del partito: il vicesegretario Enrico Letta, tanto per dire, è uno che continua a scambiare nemico secondario e nemico principale, forse perché ci ha lo zio, tra i nemici principali, il che gli confonde un po’ le idee. Dopo aver detto nei mesi scorsi: “meglio i voti al Pdl che quelli a Grillo”, dimostrando una certa propensione consociativista e inciuciara, ieri (ore 16) ha affermato che l’unica soluzione era tornare al voto, quindi (ore 22) che al momento quella di tornare al voto non gli pareva la soluzione giusta. Il lamento di Nanni Moretti (“con questi dirigenti non vinceremo mai”) gli si attaglia alla perfezione

13. non capire che al Pd la gente chiede semplicemente di essere un partito di sinistra, che ha a cuore anzitutto l’interesse dei lavoratori, e legare invece fatalmente la prospettiva di governare a un accordo con Monti, che ai lavoratori ha fatto parecchio male, tenendo buono Vendola (che invece, a quanto pare, ha capito). Come se non il Pd non avesse mai davvero creduto alla possibilità di farcela da solo

Potrei continuare, ad libitum (c’è la questioncina Mps, tanto per dirne una).

Serve a qualcosa piangere sul latte versato? Io dico di sì.

C’è da tracciare la rotta, nelle prossime ore. E mi permetto di indicare all’attenzione le poche parole di Grillo via web-radio: ne ha avute per tutti, certo, ma in particolare per Berlusconi, anche lui incredulo per la sua rimonta. Resto convinta che un dialogo tra Pd e Movimento 5 Stelle, modello Sicilia -l’ho scritto tante volte- possa essere una strada efficace. La sensazione -mi sbaglierò- è che anche per Grillo quel centrodestra resti il nemico principale.



P.S. Laura Puppato, capolista Pd al Senato in Veneto e già candidata alla premiership, potrebbe avere un ruolo decisivo in un eventuale dialogo con il Movimento 5 Stelle. Grillo la stima, da quando era sindaca civica di Montebelluna: l’aveva nominata “prima sindaca a 5 Stelle”. E poi questi eletti grillini dovrebbero essere in maggioranza elette. Il che dovrebbe facilitare il dialogo.


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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda Iafran il 27/02/2013, 10:59

franz ha scritto:Il problema è lo scoglio della fiducia al Senato, perché Bersani e Monti insieme non hanno i numeri.

(Una mia opinione)
Monti, penso, che non rappresenti per niente quello che il popolo dei "grillini" vuole realizzato e che Bersani (e altri) o non ha mai affrontato o ha tradito.
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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda ranvit il 27/02/2013, 11:56

Ecco, forse ad un governo presieduto da Renzi potrebbe.


Io per ora sto solo dicendo che bisogna andare verso un accordo PD_M5S (senza MOnti...). Sarebbe un vantaggio per entrambi: il Pd finalmente risponderebbe ai desiderata del suo popolo che vuole meno potere alla casta, trasparenza, correttezza, soluzioni ai problemi del Paese, etc; il M5S potrebbe radicarsi e diventare veramente un Partito visto che per ora è solo un'accozzaglia! Se non subisce questo processo nel prossimo futuro potrebbe sciogliersi come neve al sole, velocemente cosi' come ha... nevicato.

Certo che Renzi sarebbe l'ideale per questo tipo di GOverno!
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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda franz il 27/02/2013, 12:06

ranvit ha scritto:Io per ora sto solo dicendo che bisogna andare verso un accordo PD_M5S (senza MOnti...).
...
Certo che Renzi sarebbe l'ideale per questo tipo di GOverno!

E senza SEL, direi.
Di sicuro Grillo non vuole Monti, altrimenti la fiducia non la dà.
E se fossi vendola non mi mischierei con chi fino a ieri gli dava del "busone".
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Re: Dimissioni di Bersani? Sarebbe il caso!

Messaggioda ranvit il 27/02/2013, 12:21

Beh Vendola deve abbozzare se vuole sopravvivere...i seggi li ha presi perchè insieme al Pd 8-)
E poi cosa puo' fare? Tornare alle urne per non prendere piu' neanche un seggio?
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