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Speciale Elezioni Politiche 2013

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda franz il 26/02/2013, 9:15

flaviomob ha scritto:Ore 19.52 – Istituto Cattaneo: “Gravi errori tecnici nei sondaggi”

Puo' darsi, come è anche probabile che effettivamente Grillo abbia ricuperato consenso in queste ultime settimane.
C'è anche un effetto di concentrazione e polarizzazione del voto verso chi è già grande ed ha piu' chances. Nessuno dà per esempio un voto di protesta ad un partito del 2%. Se lo dà ad un partito del 20% (che poi arriva al 25, come Grillo) è sicuro di potersi sentire vincitore (ho votato un partito che ha vinto). Ricordiamoci anche che gli indecisi erano il 40%, per molto tempo e che l'astensione è stata del 25% circa (votanti 75,19%) ed il voto degli indecisi è la cosa piu' difficile da stimare.
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Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda Robyn il 26/02/2013, 9:18

NO alla grande coalizione con il Pdl.Il problema è che con il Pdl si riesce a fare poco ci sono troppi veti
Non si riuscirebbero a fare molte cose.Quindi i primi provvedimenti sono la legge sul conflitto di interessi,la legge anticorruzzione,la legge elettorale,la riforma della seconda parte della costituzione la riforma dei partiti.Inoltre bisogna fare qualcosa per il lavoro per la povera gente tra cui il reddito minimo garantito e tutte le altre riforme.I grillini saranno "responsabili" anche perchè l'instabilità la paga la povera gente e non c'è più tempo da perdere per le cose che bisogna fare.Quindi Bersani deve presentarsi in parlamento con un programma.La democrazia italiana dietro a berlusconi ha già perso molto tempo ciao robyn
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Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda franz il 26/02/2013, 9:40

Robyn ha scritto:NO alla grande coalizione con il Pdl.

Ci mancherebbe altro. Sarà già complicato allearsi con Monti. ma non basterà.
Al senato la situazione è la seguente, anche se non ancora proclamata: su 301 senatori il PD ne ha 113, Monti 18.
Poi ci sono i seggi esteri, ancora da scrutinare, ed i senatori a vita.
Ma è chiaro che avere la fiducia pare impresa impossibile.
(da notare che nell'attuale senato, quello votato nel 2008, PD e IDV avevano eletto 130 senatori)
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Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda Iafran il 26/02/2013, 10:08

Robyn ha scritto:NO alla grande coalizione con il Pdl.

Perché dovrebbero allearsi PD e PdL?
Non basta il grande inciucio, che hanno mantenuto per 13 mesi, due gruppi "politici" teoricamente in antitesi?
Potrebbero anche rifarlo e ne pagheranno peggiori conseguenze.
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Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda pianogrande il 26/02/2013, 11:45

E' caduta una illusione.
Anche io ho naturalmente la mia analisi.
In queste elezioni è emersa l'Italia vera.
Se l'Italia è così non ci potevano fare niente né Renzi né Bersani né altri ma solo un diverso sistema elettorale.
Vedo quindi il voto sorprendente a Berlusconi come rappresentativo di una parte di popolazione costituita, oltre che da gente facilmente manipolabile perché impreparata, dai protagonisti dello scandalo nazionale dei centosessanta miliardi di evasione fiscale a cui vanno aggiunti gli abusi edilizi e l'attesa di condoni tombali etc.
Quest'ultima gente non vuole rivoluzioni e gli sta benissimo Berlusconi.
Un'altra parte di gente incazzatissima con tutta la classe politica per motivi che sappiamo ha votato per Grillo.
Per il PD ha votato lo "zoccolo duro" di buona memoria, sottoscritto compreso, che in Bersani ancora ci sperava e ci credeva.
Questo è il paese che mi vedo davanti.
Il rimedio per una governabilità?
Il doppio turno di coalizione che porti a far valere anche differenze minime.
Chi ha un voto in più governa senza se e senza ma.
Viste la differenza minima alla camera ogni altro giochino sarebbe meno sensibile.
Cambiare in questo senso la legge elettorale e tornare al voto.
In alternativa, aumento della incazzatura e giusto ma pericoloso trionfo della protesta.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda flaviomob il 26/02/2013, 11:50

Un voto contro l’austerità, ma senza prospettive
Posted by keynesblog on 26 febbraio 2013 in Economia, Europa, Italia


Per capire cosa è successo in Italia bisogna guardarla dall’estero. Ieri Paul Krugman spiegava che il nostro paese avrebbe votato Berlusconi e Grillo per protestare contro l’austerità di Monti. Oggi il Financial Times riprende lo stesso concetto: “Gli italiani arrabbiati dicono basta all’austerità”. E “basta” è scritto nella lingua di Dante, per sottolineare la sua perentorietà.

Certo non c’è solo questo ma molto altro nel voto di ieri, a partire dall’insofferenza per la “casta” e dall’amore per un certo qualunquismo che caratterizza da sempre una parte consistente dell’elettorato italiano. E’ così che Grillo è diventato il primo partito, anche se il Movimento 5 stelle non è riducibile solo a questo. Se si guarda il voto delle politiche in un quadro continentale, in cui le forze fuori dal sistema politico tradizionale crescono impetuosamente (per poi magari inabissarsi poco dopo o cedere il passo ad altre forze populiste), allora appare evidente il suo significato antieuropeo.

Gli italiani sono stati da sempre i più europeisti di tutti. Oggi non lo sono più. La colpa non è loro – su questo Krugman coglie perfettamente il punto – è dell’Europa, di questa Europa. Il centrosinistra non ha capito la sofferenza del paese, profonda, interclassista, disperata. Certo con tante venature populiste, persino razziste ed egoistiche. Il centrosinistra ha pagato il suo appoggio al governo Monti, la sottoscrizione del perenne memorandum di rigore rappresentato dal fiscal compact. Ha pagato per le tasse che il Paese non riesce più a pagare perché ogni giorno i risparmi di tutti si assottigliano. Non basta dire “quando saremo al governo faremo le cose con più equità”. Gli elettori sapevano che il centrosinistra era già al governo con Monti (protagonista di un clamoroso flop elettorale) e si aspettavano equità da subito. Non l’hanno vista, hanno visto solo il loro reddito disponibile crollare inesorabilmente sotto i colpi dell’IMU e dell’aumento dell’IVA. E allora, arrabbiati, come dice il FT, si sono rivolti in parte a chi prometteva 1000 euro al mese e una sbrigativa pulizia (Grillo) e in parte a chi ha giurato (Berlusconi) di combattere tanto le tasse e chi le riscuote, quanto la Merkel e l’austerità imposta dall’Europa.

La situazione che esce dalle urne è complessa, quasi sicuramente ingovernabile e i mercati, senza un deciso intervento della BCE, possono fare carne da macello dei nostri titoli pubblici nelle aste di questi giorni. Il pericolo è che questa evenienza venga usata per imporre al paese nuove misure di austerità e un nuovo commissariamento.

Chi è arrivato primo in queste elezioni, nonostante tutto, è il vincitore, sia pure di un soffio. E, come tale, ha il diritto-dovere di presentare una proposta di governo al Parlamento. In questa delicata situazione, però, ha il compito di evitare che si ripeta un film già visto. Soprattutto, ha il compito di dialogare per portare quella protesta, quel dissenso, quel senso di disperazione, dentro l’ambito della politica.

http://keynesblog.com/2013/02/26/un-vot ... ospettive/


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Tre Italie

Messaggioda flaviomob il 26/02/2013, 11:56

Gerhard Mumelter

È il corrispondente del quotidiano austriaco Der Standard.


Le tre Italie

26 febbraio 2013


Quelle che si incontreranno sulle poltrone di velluto di Montecitorio e Palazzo Madama sono due Italie che non hanno nulla in comune, e che si detestano a vicenda. Due facce del paese rappresentate da due sfrenati populisti come Beppe Grillo e Silvio Berlusconi.

La prima è impaziente e profondamente insoddisfatta, e non vede l’ora di mettere in difficoltà la casta. L’altra rappresenta l’Italietta di sempre: quella dei politicanti e dei compromessi, degli indagati e raccomandati, del bunga bunga e della barzelletta sconcia.

E in mezzo a queste due Italie c’è un partito che dopo il successo delle primarie si è fermato senza convinzione a metà strada, per godersi una vittoria elettorale ritenuta già conquistata. Un partito che voleva smacchiare il giaguaro, ma ha rischiato di essere sbranato.

Sono queste le tre Italie che dovranno convivere in parlamento: quella giovane e impaziente dell’antipolitica e della lotta contro i privilegi, quella tradizionale e consolidata del riformismo socialdemocratico e quella del conflitto d’interessi e dell’immobilismo del Cavaliere. Ora ci vorrà quello che ai partiti è mancato: la capacità di dialogo e di mediazione.

I 160 parlamentari del Movimento 5 stelle non assomigliano al loro leader che arringa la folla in piazza. L’esperienza ci insegna che sono prevalentemente giovani, volenterosi e spesso inesperti, che sognano un profondo cambio del paese e che si sentono più cittadini che parlamentari. Ne è espressione il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, una persona equilibrata e tranquilla, che in una città terremotata da scandali cerca di stare dalla parte del bene comune.

Certo, sarà molto difficile trovare un’alleanza stabile. Ma si potrebbe cercare di superare le diffidenze reciproche con una serie di leggi e misure da varare in poche settimane: una legge contro la corruzione, la riduzione del numero dei parlamentari sempre promessa e mai realizzata, la riforma della legge elettorale, le misure contro i privilegi dei politici, una limitazione dei mandati politici a tre, un divieto di candidare condannati e indagati, misure contro la speculazione finanziaria – una lunga lista di leggi e misure che i cittadini italiani si aspettavano dall’uscita del bestseller La casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo cinque anni fa.

Non c’è dubbio che il Partito democratico abbia sottovalutato la rabbia di milioni di cittadini, che per frustrazione alla fine hanno scelto l’antipolitica di Grillo. Non è il comico a entrare in parlamento. Sono 160 cittadini che hanno fretta cambiare il paese. Di fare quello che i partiti in decenni non sono riusciti a fare. C’era bisogno di una sveglia brusca.

In parlamento, anche senza il Cavaliere, c’è una netta maggioranza. Quella di due Italie diffidenti condannate a collaborare. Con una mediazione capace e con molta pazienza reciproca. Per un cambiamento di un paese, che domenica ha espresso il suo profondo malessere in modo inequivocabile.

http://www.internazionale.it/opinioni/g ... re-italie/


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Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda trilogy il 26/02/2013, 11:57

I non eletti eccellenti. Mi spiace per Moavero è una persona competente, molto stimato in Europa.


ROMA - Gianfranco Fini in testa a tutti gli altri: è uno dei nomi di spicco fra gli esclusi illustri al Senato e alla Camera. Non ce la fa il presidente uscente della Camera e leader di Fli: il suo partito non supera lo 0,46% a Montecitorio. Ma fuori dalla Camera rimangono anche i deputati uscenti dell'Idv, a iniziare da un altro nome di peso: Antonio Di Pietro.

Franco Marini, ex presidente del Senato, ex segretario della Cisl, tra i fondatori del Pd, che era candidato in Abruzzo, resta escluso da Palazzo Madama. Roberto Rao, Udc, stretto collaboratore di Pier Ferdinando Casini, non viene eletto al Senato nel Lazio. Escluso anche Mario Sechi, ex direttore del Tempo, candidato di Scelta Civica in Sardegna.

Enzo Moavero, ministro degli Affari Europei, candidato con la Lista Monti, resta a casa. Fuori pure Mauro Libè (Udc) e Giuliano Cazzola (Lista Monti ed ex deputato Pdl). Roberto Natale, candidato di Sel al Senato in Umbria e Marche, ex presidente della Federazione nazionale della stampa, non è eletto.

Sul fronte del centrodestra, resta escluso dal Senato Guido Crosetto, tra i fondatori di Fratelli d'Italia. Escluso dalla Camera Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud. Non eletto al Senato risulta anche Raffaele Lombardo, leader del Mpa (Movimento per le autonomie). Fuori Giuseppe Cossiga, figlio dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che era candidato con Fratelli d'Italia al Senato in Sardegna.
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Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda flaviomob il 26/02/2013, 12:14

E l'Europa ora ha paura:

http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ef=HRER2-1

"Segnale allarmante, quasi metà degli italiani hanno scelto partiti dalla linea aggressivamente antieuropea", commenta la Frankfurter Allgemeine


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Re: Speciale Elezioni Politiche 2013

Messaggioda ranvit il 26/02/2013, 12:19

:D :D

http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ef=HREC1-1


Elezioni, da Fini a Marini
gli illustri esclusi dal Parlamento

L'ex presidente della Camera non ce la fa: il suo partito non supera lo 0,46 % a Montecitorio. Rimangono fuori anche Antonio Di Pietro e Franco Marini da Palazzo Madama. Esclusi Roberto Rao, stretto collaboratore di Casini, Mario Sechi, ex direttore del Tempo e Enzo Moavero. Per il centrodestra a casa anche Crosetto, Miccichè e Raffaele Lombardo
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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