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Brunetta e le pensioni.

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Brunetta e le pensioni.

Messaggioda Paolo65 il 15/12/2008, 10:45

Uno Stato economicamente dissestato come il nostro, da quel di che doveva innalzare l'età pensionabile per tutti e 2 i sessi a 65 anni!

Aveva ragione Maroni con suo scalone e torto Prodi ed il suo governo.

Ha ragione oggi Brunetta e torto chi gli va contro,sia nel governo che nell'opposizione.

I sindacati hanno torto marcio ma almeno loro tirano l'acqua al loro mulino.....che non è però quello del paese.

Neppure una crisi come questa permette di usare il bisturi e fare quei drastici cambiamenti di cui necessita il paese.

A quando la nostra rivoluzione francese?

Paolo
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Nuovo welfare

Messaggioda Gab il 15/12/2008, 12:00

Brunetta mi da dell'ignorante e sinceramente su questo argomento non posso dargli torto.

Vi chiedo pero' di aiutarmi a capire.
Nell'intervista si parla di 7 milioni di EU, un nuovo modo di fare welfare, più asili nido, più indennità di disoccupazione, più soldi per i non autosufficienti e 2,5 milioni di posti di lavoro!!!
Insomma tutti argomenti a cui siamo sensibilissimi.
Mi sembrano cifre impressionanti per non esser vere. Ma lo sono realmente?
E' vero che siamo cosi' conservatori ?

Gab


Intervista al ministro Brunetta: "Contro di me solo arroganza, io voglio liberare le donne"
"Sulle pensioni non torno indietro possiamo creare 2 milioni di posti"
di ROBERTO MANIA

Renato Brunetta

ROMA - "Quanta ipocrisia, quanta superficialità, quanta arroganza dai nostri soloni e soloncini, di destra e di sinistra. Ma andate a studiare prima di parlare! Lo dico a D'Alema, a Veltroni, alla Finocchiaro, a Epifani. Lo dico al mio amico Calderoli...".

Ecco partiamo da qui, ministro Brunetta. Il suo "amico" Calderoli che è anche un suo collega di governo non l'ha trattata bene. Ha detto: "Brunetto-scherzetto", come i bambini quando festeggiano Halloween. La Lega ha detto no all'aumento dell'età pensionabile delle donne. Anche il ministro del Lavoro Sacconi non l'ha seguita. Si aspettava che la sua proposta venisse sommersa dai no?
"Guardi, io non ho fatto alcuna proposta. Io devo ottemperare a una condanna della Corte di Giustizia europea. E qui sta l'ignoranza...".

Di Calderoli?
"Calderoli ha risolto tutto con una battuta scherzosa che non fa onore alla sua genialità. Molto probabilmente vede solo il federalismo e qualsiasi altra cosa lo fa diventare nervoso e gli fa perdere di lucidità. Lo incontrerò, gli spiegherò tutto e capirà. Ma i veri conservatori sono gli altri".

Quelli di sinistra?
"Abbiano il coraggio di dire chiaramente che per loro la donna deve essere l'angelo del focolare. Che deve curare i genitori anziani o i nipotini. Loro vogliono la "donna-sandwich", schiacciata, da una parte, da un lavoro nel quale non può fare carriera e guadagna meno degli uomini e, dall'altra, dalle cure familiari. Lo dica Epifani, che non legge i dossier, non studia e non s'informa. Sia onesto!".

Cosa c'entra questo con la sentenza della Corte di Lussemburgo?
"La sentenza non condanna l'Italia per il suo regime pensionistico, cosa che non potrebbe fare non essendo il welfare di sua competenza. Siamo stati condannati perché l'anticipazione dell'età pensionabile delle donne determina una discriminazione. La pensione, infatti, viene calcolata sulla base degli anni di servizio prestati e in base all'ultimo stipendio del dipendente pubblico. Costringendo le donne ad andare in pensione cinque anni prima degli uomini le si condanna di fatto a percepire una pensione inferiore".

Perché allora non riformare lo stato sociale anziché partire all'aumento dell'età pensionabile?
"Non abbiamo scelto noi da che parte cominciare: è l'Europa che ce lo impone. Ma se siamo un Paese serio non possiamo limitarci a ottemperare alla sentenza della Corte e intervenire solo sul pubblico impiego. Questa sentenza offre all'Italia l'opportunità di riflettere sulle proprie follie. Occorrerebbe rimettere mano, nei modi, nelle forme possibili, attraverso il dialogo con gli attori sociali e in ragione della crisi economica in atto, all'intera architettura del welfare. Perché noi spendiamo troppo per le pensioni e troppo poco per il lavoro. Nel nostro welfare ci sono figli e figliastri, lo sappiamo tutti: troppo per la cassa integrazione e troppo poco per un'indennità di disoccupazione universalistica. Sappiamo tutti che ci sono troppe poche risorse per gli asili. Sappiamo tutti che ci sono discriminazioni nei confronti delle donne che fanno figli. Per forza che abbiamo il tasso di natalità tra i più bassi del mondo! Chi vuole che faccia figli in queste condizioni! Le donne sono discriminate nella loro carriera professionale: nelle posizioni apicali o non ci sono o sono troppo poche. Ecco, finora la nostra cattiva coscienza è stata compensata con l'anticipo del pensionamento delle donne. Ma è l'ennesima beffa perché si impedisce loro di andare in pensione con un trattamento adeguato".

Quante risorse si libererebbero spostando il baricentro del welfare state dalle pensioni al lavoro?
"Secondo un calcolo del Partito radicale si arriverebbe a regime a 7 miliardi di euro. Una cifra che permetterebbe di riscrivere l'architettura del welfare: più asili nido, più indennità di disoccupazione, più soldi per i non autosufficienti. E poi, dal punto di vista di un economista, significherebbe anche una redistribuzione in grado di creare posti di lavoro. Ho fatto due conti: alla fine ci sarebbero almeno 2,5 milioni di posti nei servizi. Si innalzerebbe il tasso di occupazione di circa 10 punti".

A che quota fisserebbe l'età della pensione per tutti?
"La si dovrebbe spostare verso i 65 anni, con flessibilità, con progressività, su base volontaria, ma con determinazione. Si produrrebbe un risparmio di spesa del welfare pensionistico che non dovrà essere portato in cassa bensì redistribuito sull'intero ciclo di vita. Così fa l'Europa".

Quindi lei pensa che si debba riaprire il cantiere-pensioni?
"Io devo rispondere a una sentenza della Corte europea. La riforma delle pensioni non è nel programma di governo, né era presente in quello elettorale".

Che cosa pensa dell'altolà dei sindacati?
"Che da tutti, con toni diversi, è arrivata una risposta culturalmente debole e fragile".
(15 dicembre 2008)

da repubblica.it
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Re: Nuovo welfare

Messaggioda ranvit il 15/12/2008, 12:48

Non so se le cifre sono giuste, ma Brunetta ha ragione. E' ora di andare gradualmente verso i 65 anni per tutti. Per esempio 6 mesi ogni anno.
Serve pero' una legge che renda oneroso per i datori di lavoro, a vantaggio dei dipendenti, il licenziamento dopo i 50 anni!

Vittorio
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Re: Nuovo welfare

Messaggioda annalu il 15/12/2008, 14:36

In linea di principio, concordo che bisognerebbe alzare l'età pensionabile e parificare le condizioni per entrambi i sessi. Ho invece molte perplessità per come Brunetta sta portando avanti la questione.

Per prima cosa, non riesco a capire in che modo l'aumento dell'età pensionabile possa aumentare i posti di lavoro: al massimo potrà aumentare il numero dei disoccupati (soprattutto giovani) perché la disponibilità di posti di lavoro non aumenta certo se le persone vanno in pensione più tardi.

In secondo luogo, i risparmi dello stato. E' vero che, nel tempo, con l'aumento dell'età pensionabile si pagheranno meno pensioni, ma vorrei che i provvedimenti per per il wellfare, per gli asili nido e così via vengano previsti in contemporanea con l'aumento dell'età pensionabile, nello stesso decreto, e non che si cominci col risparmiare sulla pelle delle donne, quanto poi a migliorare i servizi sociali ... c'è tempo.

Infine, per quel che riguarda il rilancio dell'economia, dubito che questo sia il momento migliore per far sì che le imprese e lo stato debbano avere un maggior numero di lavoratori anziani e al massimo dello stipendio, mentre i giovani se sono fortunati sono assunti a contratto.
Ma ho il sospetto che nessuno pensi che questo avverrà davvero.
Penso che la linea di Brunetta e dei suoi sia solo di rendere sempre più difficile l'accesso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro, di modo che ci siano più posti per le persone di sesso maschile.
Stiamo correndo a tutta velocità verso un nuovo Medio Evo.

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Re: Brunetta e le pensioni.

Messaggioda Manuela il 16/12/2008, 9:22

Sì, ha ragione Brunetta. Non riesco a trovare un motivo sensato per cui dargli torto.
Il centrosinistra si è mostrato, in tema di pensioni, conservatore e incapace di fare un progetto che guardasse al futuro. Quanto ai sindacati tutelerebbero meglio gli interessi dei lavoratori se si impegnassero (tutti) per chiedere al governo misure adeguate a fronteggare la crisi - non elemosine.
Ha ragione chi sostiene che in Italia c'è un gran bisogno di asili nido. Molto di più che di giovani pensionate.
Poi, però, staremo a vedere come Brunetta passa dai proclami ai fatti; ha già parlato tanto, e realizzato pochino.
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Re: Brunetta e le pensioni.

Messaggioda ranvit il 16/12/2008, 10:48

Avevo risposto sull'argomento nell'altro forum (al solito non capisco perchè si aprano due discussioni simili).
Dicevo : " E' ora di andare gradualmente verso i 65 anni per tutti. Per esempio 6 mesi ogni anno.
Serve pero' una legge che renda oneroso per i datori di lavoro, a vantaggio dei dipendenti, il licenziamento dopo i 50 anni!"


Aggiungo che il Cs al traino dei sindacati perde nuovamente un'occasione per partecipare e facilitare il rinnovo del Paese.
Ho sentito piu' persone amiche, che so essere di Cs, che danno ragione a Brunetta.


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Re: Brunetta e le pensioni.

Messaggioda Paolo65 il 16/12/2008, 10:59

La verità è che il CS ed il PD non sono più in sintonia su certi temi con molti dei suoi elettori.

Se solo nel PD capissero che molti elettori stanno accettando la sfida del cambiamento, piuttosto che battaglie di retrovia culturali e politiche,si farebbe un passo avanti.

Soprattutto nel PD non hanno capito che per conquistare i giovani serve farli sognare un mondo attivo, dove ci si deve guadagna un posto al sole,piuttosto che promettergli una grigia "sicurezza" che non si può neppure mantenere.

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Re: Brunetta e le pensioni.

Messaggioda moderatore il 16/12/2008, 11:01

ranvit ha scritto:Avevo risposto sull'argomento nell'altro forum (al solito non capisco perchè si aprano due discussioni simili).

Le due discussioni sono state unificate e situate nel forum piu' adatto.

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Re: Nuovo welfare

Messaggioda franz il 16/12/2008, 12:09

Gab ha scritto:Brunetta mi da dell'ignorante e sinceramente su questo argomento non posso dargli torto.

Vi chiedo pero' di aiutarmi a capire.
Nell'intervista si parla di 7 milioni di EU, un nuovo modo di fare welfare, più asili nido, più indennità di disoccupazione, più soldi per i non autosufficienti e 2,5 milioni di posti di lavoro!!!
Insomma tutti argomenti a cui siamo sensibilissimi.
Mi sembrano cifre impressionanti per non esser vere. Ma lo sono realmente?

Nessuno puo' sapere se le ipotesi su futuri risparmi e vantaggi sono vere.
Sarebbe bello che la politica agisse con la certezza assoluta, ma non è mai cosi'.
Io posso solo dire che quando 20 anni fa mi trasferii all'estero, trovai che li' si stava appunto discutendo della stessa cosa e si era deciso di fare cosi'.
Quindi noi oggi stiamo affrontando temi con un ritardo di 20 anni. Questo è un primo dramma.

Per quanto riguarda la differenza tra le pensioni di anzianità e vecchiaia, i calcoli fatti una decina di anni fa parlavano di 35 miliardi di euro. Non so ora con le varie riforme tra scaloni e scalini, come siamo messi, ma che la differenza di età tra uomini e donne equivalga a 7 miliardi mi pare del tutto verosimile. Certo che chi fa queste esternazioni dovrebbe anche pubblicare documenti di studio a supporto.

Per i due milioni e mezzo di posti di lavoro non so quali siano i "due conti" di Brunetta ma il concetto è che la riduzione del costo previdenziale o si trasforma in una riduzione del costo del lavoro (e questo di per sé comporta la possibilità di nuove assunzioni) oppure si trasforma in toto o in parte in welfare (sussidi di disoccupazione, aiuti alle famiglie, asili nido) e queste cose hanno due effetti: a) il primo è un sostegno ai consumi che si riflette quindi sulla produzione e sui livello occupazionali; b) il secondo è che sostenendo le famiglie con servizi (asili nido, corsi di riqualificazione professionale) la si aiuta a produrre reddito (se ho un asilo nido in cui mettere il figlio posso lavorare, anche part time). Consideriamo inoltre che oggi l'elevato costo del lavoro è dovuto non alle imposte ma ai contributi previdenziali e che questo induce molti milioni di lavoratori al sommerso (tra 7 ed 11, secondo le stime).
Sistemare il comparto previdenziale quindi puo' aiutare a spostar elavoro dal sommerso a quello della luce del sole, comportando sia un maggior gettito fiscale che contributivo e permettendo ulteriori riduzioni delle rispettive pressioni.

Ciao,
Franz
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Re: Brunetta e le pensioni.

Messaggioda Paolo65 il 16/12/2008, 14:52

Il buon senso prima che l'aspetto prettamente economico dovrebbe farci dire che:

1.se l'età media cresce e le nascite stanno al palo, i vecchi aumentano e quindi più risorse andranno alle pensioni se l'età non aumenta a discapito di altri settori.

2.l'equiparazione uomo-donna non può essere solo invocata quando va bene alle donne. Ovvio che servono correttivi ed aiuti alla maternità,ma dal punto di vista fisiologico una donna può fare molti lavori che fanno gli uomini fino ai 65 anni.

3.pochi sono quelli che hanno preso coscienza che l'Italia ha vissuto per qualche decennio sopra le sue ricchezza, che col debito che abbiamo e le altre tante storture,prima ci mettiamo in testa di fare enormi sacrifici e meglio è: il pericolo Argentina è molto ma molto più probabile di quello del Cavaliere nuovo Mussolini.....anzi è proprio l'Argentina che favorirebbe un nuovo dittatore.

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