Non so se rispondere qua o nel thread di Ranvit "Ve l'avevo detto...." (il che è assolutamente vero, del resto). Ma lo faccio qua per non dargli soddisfazione...
Come si può ben immaginare, ho passato il pomeriggio di ieri sui network, e ho letto e sentito di tutto. Ho pensato mille volte che questa situazione era scritta nelle cose fin dal 2007 (per non andare troppo indietro), quando Bersani non accettò di sfidare Veltroni alle primarie, ritardando di anni quella necessaria battaglia politica interna che avrebbe chiarito che partito voleva essere il PD... e optando per una lotta sorda e intestina, che ha logorato Veltroni, il partito e Bersani stesso, benché se ne sia accorto solo ora. Non voglio ripercorrere la storia di questi anni, sottolineandone tutti gli errori: dalla riproposizione di un progetto politico già fallito nelle sue versioni precedenti, allo spostamento dell'asse da un partito maggioritario a uno minoritario per vocazione, a una strategia che parlava alle segreterie e non agli elettori.
Ma il problema più grande del PD è che ha parlato solo a se stesso e di questo si è appagato, liquidando come “antipolitica”, “berlusconismo”, e altre amenità, tutto quello che non rientrava nei suoi schemi... Mentre si beava dei 3 milioni di elettori alle primarie non si accorgeva che perdeva il contatto con i restanti 47 milioni; mentre si raccontava la storiella del rinnovamento perché riempiva le liste di giovani cloni della vecchia guardia, i giovani stavano guardando da un'altra parte; e mentre raccontava ai suoi fedelissimi di guardarsi da Renzi, quinta colonna della destra, non si accorgeva di respingere con spocchia una preziosa parte di elettorato.
Dopo un risultato del genere non ci si può aspettare che le dimissioni in blocco di tutto il gruppo dirigente del PD, compresi presidenti e vicepresidenti. Ma credo sia legittimo aspettarsi anche una riflessione autocritica dei militanti del PD, che hanno seguito in massa il gruppo dirigente in questa rotta di collisione con l’iceberg della realtà.
P.S. Sfatiamo anche il luogo comune che sia colpa della legge elettorale: con qualsiasi legge elettorale il sistema politico sarebbe comunque andato al collasso