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EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda franz il 08/02/2013, 17:21

non è possibile un'uscita programmata ed ordinata, semplicemente perché nel trattato istitutivo dell'Euro non è stato previsto l'abbandono o l'espulsione (come invece è stato previsto per la UE).
Le considerazioni piu' ineressanti sulle conseguenze dell'eventuale uscita dall'euro sono in uno studio UBS (anche lui piu' autorevole di Topolino e soci) a titolo:
Euro break-up – the consequences http://bruxelles.blogs.liberation.fr/UB ... 27euro.pdf

Questo un buon riassunto per chi non ha tempo di leggere 21 pagine in inglese.


Prima di tutto, l’uscita dall’Unione Monetaria potrebbe verificarsi solo per due circostanze:

uno Stato Membro o un gruppo di Stati decide di abbandonare l’Unione Monetaria;
uno Stato Membro o un gruppo di Stati viene espulso dall’area valutaria.

Tuttavia i trattati europei NON prevedono alcuna clausola che stabilisca la possibilità da parte di uno Stato di abbandonare o essere espulso dall’Unione Monetaria Europea. Il solo modo è negoziare un emendamento del trattato che crei una clausola di uscita. Inoltre bisogna considerare che tutti i trattati e le legislazioni che governano l’Euro sono trattati dell’UE. Di conseguenza l’uscita di un Paese dall’Unione Monetaria non deve essere negoziata con i Paesi dall’area Euro, ma con tutta l’Unione Europea… insomma la questione non è così semplice come la fanno in molti.

Chiariti gli aspetti legali, passiamo ora ad analizzare le conseguenze dell’eventuale uscita di un Paese debole (ad esempio la Grecia) dall’Euro e dall’Unione Monetaria, ipotesi che ricorre più spesso nelle discussioni di questi giorni.

Lo studio di UBS mostra che esistono cinque principali costi potenziali derivanti dall’uscita dell’Unione Monetaria e dall’adozione di una valuta nazionale. Analizziamoli.

CASO I: Default del Debito Pubblico

Se un Paese decide di abbandonare la valuta comune, si troverebbe di fronte a due scelte per quanto riguarda il debito pubblico:

Lasciare il debito denominato in Euro: poiché a causa dell’uscita dall’Euro il Paese vedrebbe distrutto il proprio commercio estero; non riuscendo ad ottenere valuta estera (in questo caso Euro), non sarebbe in grado di finanziare il debito: di qui il default.
Convertire il debito nella valuta nazionale: questo potrebbe essere interpretato dagli investitori come un segno di difficoltà nel ripagare i propri debiti. In tale situazione il tasso d’interesse sui debiti tenderebbe ad aumentare a livelli tali da decretare il default. Tuttavia, questo secondo scenario è indipendente dall’appartenenza o meno all’Euro (vedi gli avvenimenti della Grecia): il costo aggiuntivo che l’uscita dall’Euro avrebbe per lo Stato sarebbe invece il default del settore “Corporate”, le obbligazioni emesse dalle società. Le aziende avrebbero difficoltà a ripagare i propri debiti in valuta estera a causa del forte deprezzamento del cambio successivo all’uscita del paese dall’Euro (se il cambio si deprezza significa che sono necessarie più unità di valuta nazionale per acquistare una unità di valuta estera).

CASO II: Collasso del sistema bancario interno

L’incertezza derivante dalla nuova valuta genererebbe una corsa agli sportelli poiché, coloro che hanno depositi in Euro, ritirerebbero i loro soldi prima dell’avvenuta conversione. Nel caso di assenza di restrizione ai movimenti di capitale e persone imposti dal Governo si genererebbe un deflusso di capitali verso l’estero e un collasso del sistema bancario. Bisognerebbe realizzare la conversione valutaria all’improvviso, così da sorprendere e anticipare le mosse degli investitori. Questa soluzione è tuttavia irrealistica dati i tempi necessari di transizione da una valuta all’altra e la facilità di circolazione delle informazioni.

CASO III: Uscita dall’Unione Europea

L’intero processo di conversione dell’Euro in valuta nazionale sarebbe contrario ai numerosi trattati europei e comporterebbe una rottura unilaterale del Trattato di Maastricht, Trattato di Lisbona e Trattato di Roma. Inoltre l’introduzione di controlli al movimento di persone e capitale, molto probabili, decreterebbero la rottura di vari trattati europei. È quindi improbabile che un governo possa lasciare l’Euro e rimanere Stato membro dell’Unione Europea.

CASO IV: Perdita di benessere sociale derivante dall’attuazione di politiche protezionistiche

L’uscita di un Paese debole dall’Euro determinerebbe nel breve periodo un vantaggio competitivo in termini di svalutazione della propria valuta nazionale: tendenzialmente esporterebbe di più. Tuttavia i Paesi membri dell’Eurozona adotterebbero misure protezionistiche per difendersi commercialmente da questo Paese. Se ci fosse anche l’uscita dall’UE si verificherebbe il danneggiamento, se non l’interruzione, dei rapporti commerciali tra questo Paese e l’Unione.

CASO V: Disordini civili

All’interno del Paese si verrebbero a creare divisioni tra coloro che ritengono opportuno rimanere nell’Euro e chi no, tra chi ne ha tratto o ne trarrebbe un grave danno economico e chi no. Tali fratture interne potrebbero sfociare in disordini, addirittura guerre civili o, nei casi peggiori, sistemi dittatoriali al fine di reprimere i disordini sociali. Questo è quanto è successo storicamente.

Aggiungiamo che l’uscita di un Paese dall’Unione determinerebbe poi attacchi speculativi a quel Paese e agli Stati deboli dell’Unione (es. Italia, Spagna): ci sarebbe un contagio, con un enorme aggravio di costi economici e finanziari, basti pensare agli effetti sugli investimenti delle famiglie. La dissoluzione dell’Unione a questo punto sarebbe probabile e comporterebbe la perdita del peso internazionale dell’Europa.

Conclusioni

In ogni caso i costi sono altissimi: UBS prova a stimare concretamente il costo monetario pro-capite per il primo anno derivante dall’uscita di un Paese debole dall’Euro. È una cifra compresa tra 9.500 e 11.500 Euro a persona! Quindi, alla luce degli attuali avvenimenti, affinché sia vantaggioso per gli Stati membri rimanere nell’Unione Monetaria ed evitare d’incorrere nei costi sopra descritti, è fondamentale il raggiungimento di una completa integrazione delle politiche economiche.

http://it.adviseonly.com/blog/economia/ ... RUV5_IbGUo
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda ranvit il 08/02/2013, 18:00

affinché sia vantaggioso per gli Stati membri rimanere nell’Unione Monetaria ed evitare d’incorrere nei costi sopra descritti, è fondamentale il raggiungimento di una completa integrazione delle politiche economiche.

Appunto.... ;)

E' chiaro che se si raggiunge l'integrazione completa, l'UE e l'euro potranno sopravvivere; viceversa, e ci sono tutti i segnali in questo senso (ai Paesi forti conviene questo stato di cose ;) :twisted: ), meglio uscire....
Le catastrofiche previsioni riportate da franz (che comunque con l'ultimo paragrafo che ho riportato confermano che al momento ed alle attuali condizioni si va al fallimento) sono quanto meno compensate da quelle di tanti studiosi che la vedono diversamente. A parte gli scritti già riportati di Rischio Calcolato, per esempio (ma è solo un esempio perchè ce ne sono a bizzeffe) questo: http://www.sinistrainrete.info/europa/2 ... leuro.html o il pare del Prof. Savona...che non è proprio l'ultimo arrivato.
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda ranvit il 08/02/2013, 18:25

Leggetevi questa:


http://www.linkiesta.it/e-se-fosse-l-it ... -dall-euro


E se fosse l’Italia a uscire dall’Euro?
Fabrizio Goria

La banca elvetica Credit Suisse diffonde uno studio, l’ennesimo, su uno scenario di collasso dell’euro. E lo fa parlando apertamente di Roma, spiegando costi e benefici di una sua uscita volontaria dalla moneta unica. «Il rischio maggiore - spiegano gli analisti - è che un partito politico in Italia invochi l’uscita dall’euro». Il break-up, attualmente, è dato al 10%, ma in caso di downgrade della Francia salirebbe al 20 per cento. Almeno 1.080 miliardi di euro le possibili perdite per le banche, compresa Bce.


«Il rischio maggiore è che un partito politico in Italia invochi l’uscita dall’euro». Credit Suisse torna a parlare di crisi dell’eurozona e di Euro break-up, il collasso dell’eurosistema. Lo fa parlando dei costi, politici ed economici, ma lo fa parlando anche esplicitamente dell’Italia. «Il più interessante scenario è se l’Italia decidesse di uscire volontariamente», spiegano gli analisti della banca elvetica. Nella ricerca sono calcolate anche le possibilità di un completo collasso, dato attualmente al 10%. Le probabilità tuttavia salgono al 20% nel caso la Francia perdesse il suo rating AAA. E dati gli ultimi segnali che arrivano dalle agenzie di rating, la direzione sembra essere questa.

1.080 miliardi di euro. Questa è quanto potrebbe costare un break-up della zona euro. A patire maggiormente sarebbero le banche dei Paesi periferici che, esclusa l’Italia, potrebbero subire perdite per 630 miliardi di euro. Gli istituti di credito dell’Europa più forte (Germania, Olanda, Austria, Lussemburgo) patirebbero invece almeno 300 miliardi di euro di perdite. Ma a soffrire sarebbe anche la Banca centrale europea (Bce), con almeno 150 miliardi di euro di possibili svalutazioni da compiere. Il tutto senza considerare i costi sociali e politici dell’eventuale fallimento dell’eurozona.

L’analisi di Credit Suisse parte dalle voci di un imminente default della Grecia. Colpa del mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dalla troika composta da Commissione Ue, Bce e Fondo monetario internazionale (Fmi). Ormai è solo questione di tempo. Il rollover del debito ellenico, coordinato dall’Institute of international finance (Iif), ha raggiunto solo ora l’80%, mentre doveva essere a quota 90% a inizio settembre. E sebbene la prossima tranche di aiuti finanziari del bailout da 110 miliardi di euro varato nel maggio 2010 sarà probabilmente erogata, ancora non v’è certezza sul secondo piano di salvataggio deciso durante il Consiglio europeo del 21 luglio scorso. Infatti oggi la banca tedesca Deutsche Bank ha allarmato gli investitori delle possibili svalutazioni sui bond ellenici, che potrebbero superare il 21% stimato in luglio.

Il focus della banca svizzera si porta poi sulle alternative a un collasso dell’euro. In questo caso ci sono tre possibilità. La prima è che la Grecia lasci l’eurozona, provocando un parziale break-up. In questo caso, considerato ormai dalla comunità internazionale il più verosimile, le perdite potrebbero impattare su tutte le banche che detengono obbligazioni elleniche in modo significativo. Non è possibile tuttavia calcolare al meglio quanto potrebbero essere le svalutazioni da ascrivere a bilancio per gli istituti bancari mondiali.

La seconda soluzione è la creazione di un euro «a due velocità». Da un lato Germania, Austria, Olanda e Lussemburgo. Dall’altro troveremmo la Francia a guidare Italia, Belgio, Spagna e tutti gli altri. Del resto, ricorda Credit Suisse c’è un precedente storico. Fra il 1865 e il 1927 si era formata l’Unione monetaria latina, un tentativo di armonizzazione delle valute di tra Francia, Belgio, Italia e Svizzera. Nel caso di un spaccatura in due, tuttavia, ci sarebbe un vero e proprio blocco, come spiega Credit Suisse: congelamento dei depositi, guerra commerciale, enorme contrazione del mercato dei prestiti bancari. In pratica, qualcosa di molto simile a periodo dopo il fallimento di Lehman Brothers.

Infine, c’è l’opzione considerata «più interessante» dagli analisti del colosso bancario elvetico, l’uscita volontaria dell’Italia dalla zona euro. Sebbene sia considerata come un caso di studio, i vantaggi per Roma non sarebbero pochi. La base industriale italiana è considerata positivamente da Credit Suisse, come anche l’avanzo primario che attualmente sta producendo l’Italia. Il problema maggiore è legato al carattere dell’economia italiana, prevalentemente esportatrice di beni. Se Roma decidesse volontariamente di uscire dall’euro, è probabile che il resto dell’Europa periferica potrebbe finire sotto i colpi di «una imponente pressione deflazionaria», spiega Credit Suisse. Ma non solo. Data l’importanza politica dell’Italia nel progetto di formazione europea, è difficile pensare non ci possano essere altre nazioni della periferia a non optare per la stessa soluzione.

Rimane il problema di fondo. I trattati europei attualmente non permettono un’uscita dall’eurozona. Il Trattato di Lisbona, all’articolo 50, disciplina la secessione dall’Unione europea, ma non dalla moneta unica, la cui adesione è irrevocabile. Non è un caso che il cancelliere Angela Merkel stia spingendo sull’acceleratore per porre delle modifiche ai trattati, in grado anche di garantire una via d’uscita dall’euro. A fare lo stesso ci hanno pensato anche il primo ministro olandese Mark Rutte e il suo ministro delle Finanze Jan Kees de Jager, che due settimane fa hanno scritto una lunga missiva al Financial Times. Nella lettera si proponeva un alto commissario Ue al Budget, con poteri sanzionatori in caso di poca virtuosità di bilancio. E la sanzione estrema ipotizzata era proprio l’espulsione dall’eurozona.

fabrizio.goria@linkiesta.it
..

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/e-se-fosse-l-it ... z2KKDeuwzf
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda franz il 08/02/2013, 18:43

mi sembra che entrambi gli studi (settembre 2011) dicano cose simili ma quello del CS sorvola sulla cosa piu' seria; la guerra commerciale. La nostra competitività dovuta alla svalutazione sarebbe punita con dazi doganali, perché saremmo extra UE. Naturalmente se poi il debito rimanesse in euro allore le tasse salirebbero a dismisura per pagare i tassi di interesse, pari come minimo alla svalutazione e se invece il debito venisse convertito in pizze di fango del camorun allora stipendi pubblii e pensioni ce li possiamo scordare. UBS spiega bene che un modo programmato ed ordinato non è possibile, perché tutti, razionalmente, correrebbero a ritirare gli euro dalle banche (secnario del collasso bancario). Immagino che la prospettiva di un blocco dei beni bancari per alcune settimane non sia decisamente allettante, giusto?
In sintesi l'ipotesi è di pura fantascienza, la si fa come scenario di studio. Vantaggi sarebbero compensati da disastri per i piu' poveri, per i pensionati, per i lavoratori e reddito fisso. E se in gemania avranno nostalgia della mozzarella, la faranno venire dalla romania, ricordate?
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda pianogrande il 08/02/2013, 19:08

Certo Franz.
A chi vuole uscire dall'Euro mi permetto di dire semi-seriamente che potremmo anche abbandonare la Terra ed andare a vivere sulla luna.
Be'.
Riflettendoci, è un paradosso fino a un certo punto.
il viaggio pagato con un aumento di debito pubblico che non restituiremmo mai ......dopo alcune difficoltà iniziali..... e nessuno verrebbe là a pretendere i suoi crediti.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda Iafran il 08/02/2013, 21:17

Mi permetto di far notare che questi ragionamenti sulla convenienza economica ad uscire dall'euro li vedo teorici (non so se sono anche validi), ma nonostante tutto non potrebbero fare a meno della correttezza di politici, bancari e imprenditori ... proprio le categorie che hanno avuto le responsabilità maggiori (con le loro scorrettezze) ad affossare le finanze statali.
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda pianogrande il 09/02/2013, 1:14

Come si fa a dare una legnata in testa a qualcuno "in modo programmato ed ordinato"?
Non è una pura metafora.
Secondo me è impossibile uscire in modo ordinato.
Il disordine (il caos/casino totale) sarebbe immediato, di più, anticipato.
Sarebbe, tra l'altro, consegnare l'Italia a Berlusconi, Grillo, Maroni, i condoni, le amnistie ..... devo continuare?
Tutto daccapo, insomma.
Buttare nel cesso i sacrifici (e i risparmi delle famiglie) fatti finora.
Noto che, in questa discussione, non si parla molto dei risparmi delle famiglie fatti (pensa un po') in Euro.
Cosa gli raccontiamo a chi ha dei risparmi in Euro?
Forse se ne parla poco perché non è di sinistra o è da vecchi rimbambiti e superati (roba del secolo scorso) avere dei risparmi?
Ho capito!
Chi ha dei risparmi è un conservatore.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda ranvit il 09/02/2013, 9:18

Iafran ha scritto:Mi permetto di far notare che questi ragionamenti sulla convenienza economica ad uscire dall'euro li vedo teorici (non so se sono anche validi), ma nonostante tutto non potrebbero fare a meno della correttezza di politici, bancari e imprenditori ... proprio le categorie che hanno avuto le responsabilità maggiori (con le loro scorrettezze) ad affossare le finanze statali.




Proprio perchè i ns politici sono mediamente mediocri non saranno capaci, restando nell'euro con le regole attuali, di evitare il fallimento: i Paesi forti ci stanno dissanguando (non solo ci stanno guadagnando molto e ci impediscono di finanziare gli investimenti, ma ci obbligano a partecipare agli aiuti ai Paesi in difficoltà....cioè, noi siamo in recessione, per pagare gli interessi abbiamo messo tasse al limite dell'assurdo e in piu' dobbiamo anche contribuire al salvataggio degli altri: ma dove li dovremmo prendere questi soldi???

Fuori dall'euro sarà tutto un po' piu' ...italianamente "normale"....e anche i ns incapaci politici saprebbero fare meglio....
In attesa di tempi migliori...
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda trilogy il 09/02/2013, 10:04

ranvit ha scritto: ....ma ci obbligano a partecipare agli aiuti ai Paesi in difficoltà....cioè, noi siamo in recessione, per pagare gli interessi abbiamo messo tasse al limite dell'assurdo e in piu' dobbiamo anche contribuire al salvataggio degli altri: ma dove li dovremmo prendere questi soldi???.. .


Vero ci costano, e a noi più di altri, questo un aspetto che va fatto pesare nei negoziati politici.
Ma sono soldi investiti bene per due ragioni: la prima è che domani l'aiuto degli altri potrebbe servire a noi. E' come quando paghi l'assicurazione auto. Spendi e basta ..poi se investi qualcuno dici: "fortuna che ho l'assicurazione".
L'altra ragione è che i mercati sono mossi dalle aspettative, e il solo fatto che gli altri paesi potrebbero intervenire a nostro sostegno frena la turbolenza
Un esempio concreto lo hai nelle mosse di Draghi: ha annunciato che avrebbe potuto comprare titoli dei paesi in difficoltà in quantità illimitate. I pratica non ha investito neanche 1 euro, ma la turbolenza sui mercati si è immediatamente ridimensionata.
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Re: EURO: Analisi dettagliata del perche’ dobbiamo Uscire!

Messaggioda franz il 09/02/2013, 10:05

Giustissima l'osservazione di Iafran. Con i politici che abbiamo uscire o restare nell'euro non fa grande differenza.

Restare nell'euro e cambiare politici no, eh?
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