da lucameni il 08/02/2013, 1:44
Si letto dell'endorsement di T. ma stavolta francamente non lo capisco. O meglio, posso capire che ormai è un voto coerente con quanto dice da tempo dove destra e sinistra ormai non contano più nulla ed altri sono i parametri (il suo mestiere di cronista per fortuna ancora lo sa fare molto bene ed è uno dei pochi che ci racconta proprio tutto su argomenti altrimenti tabù).
Ricordo T. che parimenti fino a pochi mesi fa flirtava con il popolo di futuro e libertà in quanto non più fascista e fautore di una destra pulita.
Secondo me è verissimo che la pulizia delle liste è la premessa di tutto e quindi il fatto che i candidati debbano essere "puliti" al di là delle loro idee politiche. Però appunto come premessa, ma non è che ci si debba limitare a quello.
Per quanto sia Ingroia, accanto ad esponenti Idv che non vedo come possano definirsi di sinistra, porterà con sè esponenti di sinistra radicale con idee che nemmeno Vendola si azzarda ad esprimere (mi riferisco alla politica estera ad esempio).
Proprio esponenti di Rifondazione e del Pdci che non molto tempo fa Di Pietro disse non voler più come alleati in quanto comunisti estremisti etc etc. Poi evidentemente.....
Grillo, al di là della questione di democrazia interna che anche Travaglio ammette fare acqua, ha un movimento dove secondo me c'è tutto e di più, persone concrete e molto per bene come autentici pazzi furiosi (non ho capito ancora quale parte prevalga), con un programma ottimo in alcune parti e del tutto assente o assurdo in altre.
Per una persona che si è sempre dichiarata "montanelliana" (Indro - va detto - aveva anche grossi limiti e ha ragionato per decenni in virtù della contrapposizione est-ovest) e comunque autenticamente di destra liberale, ritrovarsi poi con chi ha dna tutto falce e martello, mica mi convince tanto.
Va bene superare le contrapposizioni del passato, ed infatti di fronte a pericoli maggiori, certe distizioni vengono meno, ma la cosiddetta lezione dell'ultimo Montanelli secondo me non si sarebbe mai spinta a tanto.
Il nostro T., che pure rimane ottimo cronista, uno dei pochi giornalisti che raccontano i fatti per quelli che sono, temo che col tempo si sia fatto prendere la mano e nell'auspicio di liste senza indagati o inciuciati, abbia tralasciato di prendere in considerazione un bel po' di altre cosette. Quando e se dirà la sua su Israele - tanto per dire - sarà letteralmente linciato dagli stessi ai quali magari ha dato il suo voto.
Certe distanze ideologiche (azzardiamo a usare questo termine) alla lunga (ma anche alla corta) poi vengono fuori.
(Montanelli, che pure negli anni ha rivisto molte sue posizioni, temo sia troppe volte citato a sproposito)
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)