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Monte dei Paschi di Siena

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda flaviomob il 26/01/2013, 23:29

MPS è solo la punta dell’iceberg
Una nuova crisi bancaria è alle porte dell’Europa
Checchino Antonini intervista Emiliano Brancaccio

«Trovo maldestro, al limite del comico, il tentativo di certi media di valutare il caso del Montepaschi come un effetto di ingerenze politiche nella gestione bancaria. Sergio Rizzo, sul Corsera, ha addirittura candidamente affermato che il problema chiave sarebbe la dipendenza della banca senese dal potere politico. A suo avviso, quindi, per risolvere i problemi di MPS è sufficiente che la politica faccia un passo indietro e lasci la banca alle logiche del mercato. Ma qualsiasi osservatore che non abbia il prosciutto dell’ideologia liberista sugli occhi sa bene che questa è una interpretazione fuorviante e manichea dei fatti. La verità è un’altra: la crisi di MPS è soltanto il segno precoce e più evidente di una crisi bancaria di carattere sistemico, che ha le sue radici nell’onda speculativa che ci ha portato al tracollo dell’ottobre 2008 e dei cui danni si stanno facendo carico sempre di più i bilanci pubblici e i contribuenti».


L’economista Emiliano Brancaccio non conosce le banche semplicemente alla luce dei suoi studi sul “capitale finanziario” di Rudolf Hilferding, ma parla per conoscenza diretta dei fatti. Nel 2006 era stato chiamato in Banca Toscana per contribuire al risanamento del piccolo istituto di credito territoriale, di proprietà del Monte dei Paschi di Siena. Due anni dopo, nonostante i progressi di gestione, Banca Toscana venne improvvisamente chiusa e incorporata nel Monte. Non fu un caso isolato: l’intero gruppo venne sottoposto a una profonda ristrutturazione. Giuseppe Mussari, allora presidente, la giustificò con la necessità, per la banca senese, di dirottare tutte le risorse interne sul finanziamento della costosa acquisizione di Antonveneta. Una decisione che molti definiscono poco azzeccata, col senno di poi…

«In realtà anche col senno di prima, ma non da parte di tutti. Oggi è di moda puntare il dito su quella operazione, ma è il caso di ricordare che all’epoca dei fatti gran parte dei media nazionali elogiarono l’acquisto di Antonveneta da parte del Monte dei Paschi. Personalmente, con altri, criticai la scelta dei vertici del Monte di concentrare tutti gli sforzi sull’acquisto di Antonveneta. I nostri rilievi critici, tuttavia, erano decisamente minoritari. E soprattutto erano ben diversi da quelli sui quali oggi svariati commentatori sembrano concentrarsi. Il problema che ponevamo era che l’operazione stava avvenendo a un prezzo che probabilmente si situava sul picco massimo di una enorme bolla speculativa. Una bolla, a nostro avviso, destinata a esplodere. Il Sole 24 Ore, che forse giudicò l’operazione con più equilibrio di altri, riconobbe il problema. Ma anch’esso poi affermò che dopotutto “le turbolenze dei mercati passano, gli sportelli invece restano”. Il guaio è che non si trattava di una mera “turbolenza”. In realtà eravamo alla vigilia della più violenta crisi finanziaria ed economica dal dopoguerra, che di lì a poco avrebbe determinato un crollo verticale dei valori delle banche. La vera responsabilità di Mussari, dunque, è di non aver capito che stava cercando di inserirsi nel grande boom dei valori finanziari quando l’orgia speculativa era già finita. Tutti gli errori successivi non sono altro che una logica conseguenza di quella illusione originaria».


Anche la mancata informazione relativa alle operazioni sui derivati, sulla quale oggi la stampa si concentra, sarebbe da ascrivere a quel vizio speculativo originario?

Ovviamente sì. Se la mancata informazione agli organi interni ed esterni di vigilanza sarà confermata, ci troveremo di fronte a una violazione della legge e degli statuti. Ma è da ingenui considerare questa vicenda in un’ottica semplicemente deontologica o giudiziaria. In questo modo si finisce per interpretare il caso come se fosse un banale problema di “mele marce” in un sistema altrimenti sano. In realtà il caso Montepaschi è solo la punta di un iceberg di problemi che attanaglia larga parte del settore bancario, e che sta lentamente affiorando. Alla fine del 2007 il Monte assumeva di fatto una improvvida posizione da “rialzista” quando il mercato già volgeva al ribasso. Per questo motivo la banca senese è stata tra le prime a registrare pesanti perdite di bilancio, che ha cercato poi di tamponare con operazioni finanziarie sempre più discutibili e gravose, che oggi salgono alla ribalta delle cronache. Ma questa dinamica perversa non è affatto circoscritta al perimetro delle mura di Siena. In misura più o meno accentuata essa investe l’intero assetto del potere bancario. Il tentativo di rimediare al crollo dei valori di bilancio con operazioni di copertura finanziaria che a lungo andare si rivelano gravose e al limite controproducenti, è una prassi diffusa all’interno di un sistema in grave debito d’ossigeno, che ancora per lungo tempo sconterà i fasti delle onde speculative degli anni passati.


Si dice però che le banche italiane siano più solide di quelle estere, perché hanno partecipato in misura solo marginale al baccanale finanziario.

E’ una semplificazione. E’ vero che nei bilanci delle banche italiane ci sono meno titoli cosiddetti “spazzatura”. Ma è anche vero che il nostro sistema bancario, come tutti quelli situati nelle aree periferiche della zona euro, patisce in misura particolarmente accentuata la caduta dei redditi dei debitori e l’aumento conseguente delle sofferenze bancarie e dei fallimenti. Queste difficoltà sul versante dei rimborsi rendono le nostre banche ancora più sensibili al crollo dei valori azionari iniziato nel 2008. Per queste ragioni l’epicentro della prossima crisi bancaria potrebbe situarsi nelle periferie della zona euro, piuttosto che al centro della stessa.


C’è chi afferma che per dare respiro alle banche in difficoltà bisognerebbe rapidamente completare la costruzione della Unione bancaria europea e della connessa Assicurazione europea dei depositi.

Ho qualche dubbio su questa linea, mi sembra che rifletta un europeismo un po’ ingenuo. Se l’assicurazione europea dei depositi sarà istituita in cambio dell’attribuzione all’autorità europea di vigilanza del potere di avviare e gestire un processo di ristrutturazione bancaria su scala continentale, le banche dei paesi periferici potrebbero diventare oggetto di acquisizioni estere a buon mercato. Se così andasse, non sarebbe un esito positivo.


In che modo allora bisognerebbe intervenire? Non solo i giornalisti, ma anche svariati economisti di orientamento liberista, parlano della necessità di sganciare le banche dalle fondazioni, in modo da sottrarle all’influenza della politica e sottoporle in termini più trasparenti al giudizio del mercato.

La causa principale della crisi in cui oggi versa il Monte e che domani colpirà altre banche verte sulle dinamiche speculative del mercato finanziario, che hanno comportato un enorme rialzo dei valori dei capitali fino al 2007 e un successivo tracollo dopo quella data. Queste violente oscillazioni sono connaturate al regime globale di accumulazione finanziaria che abbiamo ereditato dagli anni del cosiddetto “pensiero unico” e che, sebbene in grave affanno, resta tuttora egemone. Sarà scomodo e demodé doverlo ammettere, ma la cosiddetta “influenza” della politica sulle fondazioni non c’entra un bel niente. Piuttosto, bisognerebbe prendere atto che la situazione di bilancio del Monte dei Paschi non potrà essere sanata con dei prestiti al nove per cento erogati dal governo. Né si può pensare che questi prestiti favoriranno l’erogazione di credito a favore delle imprese e delle famiglie. L’unica soluzione razionale, a questo punto, dovrebbe esser quella di avviare immediatamente un percorso verso la nazionalizzazione dell’istituto. Le ricerche più recenti evidenziano che le banche di proprietà pubblica possono erogare credito a condizioni più favorevoli e soprattutto in un’ottica di più lungo periodo, servendo così meglio il territorio in cui operano, e senza lasciarsi condizionare da tentazioni di tipo più o meno smaccatamente speculativo.

http://www.sinistrainrete.info/finanza/ ... eberg.html


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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda cardif il 26/01/2013, 23:41

Mi pare sempre più chiara la speculazione in campagna elettorale.
Monti prima dice che il PD c'entra nella questione PD a Zeta di Lerner su La7; poi fa marcia indietro dicendo che non ha additato colpevoli.
http://video.repubblica.it/dossier/mps- ... 407/115869

Grillo dice che vanno interrogati tutti i segretari (PDS, DS e PD) dal '95 ad oggi.
Giannino invece a 8 1/2, alla domanda di Gruber se la responsabilità del buco miliardario è in primo luogo del PD, risponde: "No. La responsabilità è degli amministratori".
Della riduzione dell'influenza dei partiti nella gestione delle banche se ne parla oggi; e sono tutti d'accordo, da Monti a Giannino, da Bersani a Grillo.
Se si passerà ad un'influenza della politica attraverso le nomine con un sistema di scelta sulla base delle capacità e del merito, e non dell'appartenenza partitica, tanto di guadagnato. Nelle banche, nella sanità ecc. come ho scritto prima.
Giannino sostiene che il MPS debba essere nazionalizzato, ripulito e privatizzato nel giro di due o tre anni "stante che lo Stato farebbe peggio del Comune di Siena".
Io non so. Lo Stato ha fatto peggio col Ponte sullo stretto, con la svendita del patrimonio immobiliare, con la svendita dell'Alitalia. Ma è lo Stato dei partiti: sono state scelte dei partiti a condurre a quegli sperperi. Di quali partiti? Bè, si sa. Quelli che puntano sulle grandi opere, sui mega-appalti.
Se si passerà ad un sistema di scelte strategiche condivise, che non cambino ad ogni cambio di colore dei governi, tanto di guadagnato.
Sul Ponte come sul TAV-TAC-TAF, sul solare come sul nucleare.

"Le ricerche più recenti evidenziano che le banche di proprietà pubblica possono erogare credito a condizioni più favorevoli".
Però penso che anche l'indirizzo 'politico' della dirigenza possa portare a vantaggi maggiori per gli utenti.
Come nel caso della banca di Muhammad Yunus.
http://it.wikipedia.org/wiki/Muhammad_Yunus
Va bè, ma questo è il massimo.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda Robyn il 27/01/2013, 10:56

La vicenda del Mps non influisce sulla campagna elettorale
L'importante è che la campagna elettorale finisca presto perche oltre
a vincere dappertutto dobbiamo occuparci di lavoro e questo è possibile farlo
efficacemente senza badanti dobbiamo introdurre il reddito minimo garantito
riprendere un piano di edilizia popolare,detassare i redditi,fare la riforma del fisco
etc etc etc,occuparci di welfare familiare ,fare cose non all'acqua di rose
Inoltre la campagna elettorale non ha preso una bella piega con le offese
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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda franz il 27/01/2013, 12:33

Il problema del controllo della politica sulle banche, tramite le fondazioni, tocca tutti ed il PD non puo' tirarsi fuori.
Chi nomina gli amministratori delle fondazioni?

Link di approfondimento
Dei risparmi e delle banche (30 novembre 2012) http://noisefromamerika.org/articolo/risparmi-e-banche
Fondazioni nunc et semper (11 giugno 2012) http://noisefromamerika.org/articolo/fo ... -et-semper
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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda flaviomob il 27/01/2013, 13:04

Immagino che se le banche italiane sono farcite di titoli di stato vi siano anche altre ragioni, ad esempio la pressione del mondo politico (nazionale, però, e del governo Monti, ma anche dell'Europa), i denari prestati a bassissimo interesse dalla BCE e i rendimenti elevati.

Ho letto da qualche parte, ma non trovo la fonte, che il controllo su MPS sarebbe, da statuto, in parte detenuto da rappresentanti del comune e della provincia di Siena. Ora se questa è l'influenza della "politica" sulla banca senese, che c'entra chiamare in causa il PD nazionale? Ovvero, se il PD nazionale ha avuto voce in capitolo lo ha fatto con il benestare dei rappresentanti locali, che comunque avevano l'ultima parola e la facoltà di controllo. Inoltre non è scritto da nessuna parte che i senesi siano obbligati a votare PD piuttosto che altri partiti. E' - o dovrebbe essere - una libera scelta del territorio.

Il che significa che gli errori:
- o sono stati compiuti interamente di nascosto, implicando un'assoluta inadeguatezza di leggi e regolamenti a riguardo, evidentemente aggirabili; in ogni caso, si tratterebbe di azioni illecite compiute da un singolo.
- o sono stati coperti da chi aveva il dovere di controllare, che quindi non è stato selezionato a dovere dalla comunità locale.

Esiste anche una terza ipotesi, cioè che esistano dei meccanismi in grado di aggirare il controllo della comunità locale, ma mi pare che il controllo della fondazione su MPS sia piuttosto solido, con una partecipazione azionaria elevata a fronte di soci stranieri con piccoli pacchetti.

E' ridicolo però che gli esponenti di due governi che hanno scelto di affossare le liberalizzazioni e mantenere il legame con il territorio e quindi anche con la politica locale (come fece Tremonti, dando anche prestiti di stato e autorizzando l'aumento di capitale) o di perpetuare la politica dei prestiti di stato (Monti, che fu anche bacchettato da Draghi per questo), oggi si straccino le vesti come verginelle allo sbaraglio... Dov'erano?


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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda cardif il 27/01/2013, 13:10

Robyn ha scritto:La vicenda del Mps non influisce sulla campagna elettorale

Sono d'accordo sul fatto che ci sono i problemi importanti (rapporto di lavoro, sanità, giustizia ...) che hanno bisogno di riforme serie.
Però i problemi di propaganda elettorale sono altrettanto importanti perché determinano il vincitore, e quindi la politica che ne verrà.
Una parte dell'elettorato potrebbe essere condizionata dal modo in cui, per propaganda elettorale, viene presentato il caso MPS, e trarre conseguenze di colpevolezza dove potrebbero non esserci. Va bè che è il solito caso di doppiopesismo della destra, garantista solo con i suoi.
Ricordo quanto danno fece quel 'abbiamo una banca', venuto fuori per mano ignota da una procura, a proposito della scalata della BNL da parte di Unipol. La campagna montata sopra danneggiò parecchio l'Ulivo, che per poco non perse le elezioni. Eppure non c'era nulla di penalmente rilevante a carico di Fassino. E invece sotto processo sono altri.
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/artic ... 6f5d4.html

Ma io non ho mai capito il senso della critica. In tutti i decenni precedenti nelle banche c'è stata la politica (di color bianco). Se anche una banca avesse subito l'influenza del centrosinistra, ci sarebbe stata più attenzione verso i risparmiatori; come avveniva nelle tante casse rurali che subivano qesta influenza.
Intanto il redivido dice che Mussolini fece cose giuste e urla: "La sinistra non sa gestire una banca, non può gestire un paese". Quanti gli crederanno?
Quanti voti guadagnerà? E' importante parlare del tema MPS per fare completa chiarezza, ma anche del fatto che viene usata come arma di propaganda elettorale, se non si vuole che vinca la destra di Alfano+Storace.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda lodes il 27/01/2013, 13:55

Certo che ascoltare le varie dichiarazioni dei politici sulla vicenda del MPS è come assistere ad uno spettacolo dell'orrore. Tutti accusano tutti!
In realtà nessuno di loro si può chiamare fuori dall'intreccio (perverso) politica/banche. Perverso perchè i danni che ha prodotto in tutta la storia repubblicana sono enorme e vanno dai danni economici diretti (chi si ricorda quanto costò il Banco di Napoli di andreottiana memoria?) a quelli indiretti, cioè a come questa collusione ha diretto l'erogazione del credito.

Certo anche su questa vicenda va adottato il criterio della distinzione sui livelli di responsabilità: politica prima di tutto. Ma
"Abbiamo una banca" è l'emblema di una cultura politica che continua e che tiene il nostro paese avvolto in una cortina di cattiva politica, di interessi corporativi, di malaffare. Quando si dice fuori i partiti dalle banche si vuole affermare la necessità della liberazione da tutto ciò. La politica è fatta di scelte, di regolazioni, di indirizzi, tutto il resto deve stare altrove.
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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda Robyn il 27/01/2013, 13:57

Naturalmente voglio lanciare un messaggio di pace ai poteri forti che detengono privilegi,monopoli.Se saremo maggioranza saremo di una cattiveria inaudità.Monti chiuda la bocca e non si permetta più di parlare perche dopo le elezioni potremmo fare i conti.Ci spieghi piuttosto la sua posizione sui derivati
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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda franz il 27/01/2013, 16:52

flaviomob ha scritto:Ho letto da qualche parte, ma non trovo la fonte, che il controllo su MPS sarebbe, da statuto, in parte detenuto da rappresentanti del comune e della provincia di Siena. Ora se questa è l'influenza della "politica" sulla banca senese, che c'entra chiamare in causa il PD nazionale? Ovvero, se il PD nazionale ha avuto voce in capitolo lo ha fatto con il benestare dei rappresentanti locali, che comunque avevano l'ultima parola e la facoltà di controllo. Inoltre non è scritto da nessuna parte che i senesi siano obbligati a votare PD piuttosto che altri partiti. E' - o dovrebbe essere - una libera scelta del territorio.
....
E' ridicolo però che gli esponenti di due governi che hanno scelto di affossare le liberalizzazioni e mantenere il legame con il territorio e quindi anche con la politica locale (come fece Tremonti, dando anche prestiti di stato e autorizzando l'aumento di capitale) o di perpetuare la politica dei prestiti di stato (Monti, che fu anche bacchettato da Draghi per questo), oggi si straccino le vesti come verginelle allo sbaraglio... Dov'erano?

Hai ragione in entrambi i casi, comuque nel primo il CS ha a siena (prov) quasi il 60% (e non da ieri) ed indipendentemente da chi poi ha la vera influenza politica, locale o centrale, lo sbaglio è avere banche che figurano private ma in realtà sono sotto controllo politico tramite le fondazioni, in cui i politici nominano chi vogliono. Ora qui hai ragione sul fatto che a qualcuno ha fatto comodo tutto questo ma l'andazzo è iniziato dal 1990 (Amato e Ciampi) e si è perfezionato poi nel 1998 (chi c'era al governo? D'Alema!) http://www.dt.tesoro.it/it/regolamentaz ... carie.html
Questo significa che sia al centro sinistra sia al centrodestra, che tanto ha governato, ha fatto comodo creare e mantenere questo assetto, "perfezionandolo" via via (tremonti). I due governi di cui parli sono CD e CS. Mi pare che tirare in ballo Monti non sia appropriato.
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Re: Monte dei Paschi di Siena

Messaggioda annalu il 27/01/2013, 21:34

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:Altrimenti si intenderebbe... peloso ! :lol:

:lol: 8-)

E' bene mettere il tutto in ridere, però vorrei fare una piccola osservazione personale: nel termine "penoso" direi che è difficile trovare qualcosa di offensivo, a meno che chi la scrive non aggiunga "senza offesa".
Perché dico questo?
Perché se chi scrive sente il bisogno di aggiungere un "senza offesa" significa che in cuor suo pensava ad un'offesa, altrimenti perché aggiungere una precisazione del genere?
Se qualcuno dicesse a me che una mia opinione (o una mia giustificazione) è penosa, forse mi dispiacerei, ma non più di tanto. Se ad un commento, magari ancora più lieve, che una cosa che ho detto è, magari "inopportuna", non ci sarebbe nulla di male, ma se trovassi poi l'aggiunta "senza offesa" mi infurierei, ancor peggio perché sarebbe difficile reagire ad un pensiero non espresso, ad una semplice allusione ad un'offesa non detta.

Lo scrivo, perché è la seconda volta che due diversi interlocutori reagiscono male ad un commento che non è grave in sé, ma è seguito dal famoso "senza offesa".
Che anche loro abbiano una sensibilità simile alla mia?
Secondo me chi scrive deve tener conto anche della sensibilità di chi legge, soprattutto se ricopre responsabilità in questa sede.

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