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Borse e mercati

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Re: Crisi dell'auto: la soluzione americana

Messaggioda franz il 12/12/2008, 9:06

franz ha scritto:"Ai contribuenti non si può chiedere di sostenere finanziariamente i costruttori
senza che abbiano forti possibilità di essere ripagati" dicono a Washington

Altro che incentivi all'auto
Negli Usa li rivorranno indietro


Il concetto di aiuto all'auto ha un significato diverso in Europa e in America: da noi l'incentivo è un regalo che i governi fanno alle case automobilistiche. Negli Usa invece è solo un prestito, che va assolutamente restituito.

Il governo Usa ha infatti appena fatto sapere che concederà i prestiti alle case automobilistiche in crisi solo nel caso ci siano buone speranze che vengano restituiti. E' il monito della portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, nelle ore in cui Washington e Capitol Hill trattano per trovare un accordo sul salvataggio dei tre big di Detroit, General Motors, Ford e Chrysler, sull'orlo del fallimento.

Ancora una volta dall'euforia nei mercati per un accordo trovato alla camera, al crollo per il piano bocciato dal senato.


Il piano di salvataggio da 15 mld di dollari era stato approvato dalla Camera
Pesante reazione sui mercati. Il leader democratico Reid: Paura per Wall Street

Auto, Senato Usa boccia gli aiuti. Male le borse in Asia, Tokyo -5,56%

WASHINGTON - Il Senato americano non è riuscito a trovare un compromesso per votare il piano di salvataggio (fino a 15 miliardi di dollari) delle industrie automobilistiche. Lo ha annunciato in nottata il leader della maggioranza democratica Harry Reid. Il mancato accordo ha fatto precipitare le borse asiatiche, e fa temere una nuova giornata nera per l'Europa.

"Non siamo riusciti a tagliare il traguardo", ha dichiarato Reid dopo lunghe ore passate a negoziare e compiere pressioni su un nocciolo duro di senatori repubblicani che rifiutano di salvare con fondi pubblici i tre colossi dell'auto, General Motors, Chrysler e Ford. "Potremmo passare tutta la notte, venerdì, sabato e domenica e non ci riusciremmo", ha ammesso Reid, aggiungendo: "Ora ho paura a guardare Wall Street" oggi. Il piano era stato adottato mercoledì sera a larga maggioranza dalla Camera, ma al Senato sono emersi troppi punti di disaccordo, ed è stato bocciato con 52 voti contrari e 35 a favore.

I negoziati tra democratici, favorevoli, e repubblicani, contrari, si sono arenati infatti sulla pretesa dei secondi di parificare i salari dei dipendenti del comparto Usa a quelli pagati dai concorrenti stranieri; le trattative, cui hanno partecipato anche rappresentanti dei sindacati di categoria, sono fallite in extremis, quando sembrava che potessero andare a buon fine, e conseguentemente ha avuto esito negativo la successiva votazione in sede procedurale: giunta anch'essa, stando alle indiscrezioni circolanti negli ambienti parlamentari di Washington, a pochi voti dai sessanta necessari per il via libera al provvedimento.

La palla è immediatamente rimbalzata alla Casa Bianca, che, con un comunicato, ha dichiarato: "E' deludente che il congresso ha mancato di agire questa notte. Pensiamo che il provvedimento che abbiamo negoziato costituiva un'opportunità di usare fondi appropriati per i costruttori automobilistici e era la migliore possibilità di evitare una bancarotta mentre assicurava i fondi dei contribuenti solo a aziende i cui azionisti erano pronti a prendere difficili decisioni per ridare redditività".

Si avvicina, quindi, lo spettro del fallimento per i big dell'auto. Chrysler, ha detto in un'intervista il vice-presidente Tim La Sorda, ha in cassa denaro sufficiente a far fronte ai pagamenti fino al 1 gennaio, poi avrà problemi a pagare le fatture. Anche General Motors ha avvertito che per la società il collasso è prossimo se non arrivano gli aiuti pubblici e dopo gennaio potrebbe avviare le procedure per il fallimento. Va leggermente meglio per Ford, ma la situazione è critica.

La Borsa di Tokyo è sprofondata
dopo la bocciatura del Senato americano al piano di salvataggio delle 'Big Three' dell'auto, terminando la seduta con un passivo del 5,56%. L'indice Nikkei è sceso a 8.235,87 punti, 484,68 in meno della chiusura di ieri, trascinato al ribasso dalle forti perdite dei principali costruttori di auto nipponici. A scontare il no al piano Usa sono in particolare Toyota (-9,77%), Honda (-12,84%) e Nissan (-11,2%). Continua anche il ribasso nella Borsa di Hong Kong, che ha perso oltre il 6,9%.
(12 dicembre 2008)
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Re: Borse e mercati

Messaggioda trilogy il 18/12/2008, 21:31

ROMA (Reuters) - Tagliando al minimo il tasso sui prestiti interbancari a un giorno la Fed americana ha fatto una mossa "comunista". Con il capitale eroso dall'inflazione non resta che investire nelle aziende. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina. "Con questa mossa il capitale non rende niente, siamo al comunismo. È un paradosso: il capitale soffre l'inflazione, non ha alcuna possibilità di rendimento quindi il capitale deve essere investito in una azienda", ha detto Berlusconi. :D :D :D
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Re: Borse e mercati

Messaggioda trilogy il 20/12/2008, 19:24

(ANSA) - NEW YORK, 20 DIC - Un buco di 8 miliardi di dollari premiato con stipendi da 26 mln di dollari.E' successo ad Harvard, la piu' ricca universita' del mondo. Harvard quest'anno ha assistito ad un declino record nel rendimento del suo maxi-fondo, che ha perso oltre 8 mld dalla scorsa estate. Ma i 6 manager che lo hanno gestito hanno intascato complessivamente 26 mln. I mega-compensi hanno provocato polemiche tra gli ex alunni, considerati anche i tempi di crisi.
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Re: Borse e mercati

Messaggioda franz il 20/12/2008, 20:21

trilogy ha scritto:(ANSA) - NEW YORK, 20 DIC - Un buco di 8 miliardi di dollari premiato con stipendi da 26 mln di dollari.E' successo ad Harvard, la piu' ricca universita' del mondo. Harvard quest'anno ha assistito ad un declino record nel rendimento del suo maxi-fondo, che ha perso oltre 8 mld dalla scorsa estate. Ma i 6 manager che lo hanno gestito hanno intascato complessivamente 26 mln. I mega-compensi hanno provocato polemiche tra gli ex alunni, considerati anche i tempi di crisi.

Beh, non è male. 8 miliardi di perdita su un capitale di 35 miliardi è poco, considerato che la capitalizzazione di borsa USA in un anno è quasi dimezzata. Una idea interessante da seguire pero' è pagare i bonus (i 26 milioni) in titoli spazzatura, se il fondo li aveva comprati.

Ciao,
Franz
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Re: Borse e mercati

Messaggioda franz il 14/01/2009, 12:00

Crolla la produzione: -12,3%
In caduta libera l'auto: -46%
Dall'Ocse allarme per l'Italia


L'Istat rende noti i dati di novembre: -12,3% rispetto allo stesso mese 2007
Su base mensile, rispetto a ottobre 2008, il calo è stato del 2,3%
Industria, produzione in picchiata
nel settore auto crollo del 46,4%
E l'Ocse vede nero per l'intera zona euro: "Crescita in calo fino a metà 2009"
Industria, produzione in picchiata nel settore auto crollo del 46,4%


ROMA - Crolla la produzione industriale. A novembre 2008, in base ai dati resi noti dall'Istat, l'indice ha registrato una contrazione del 12,3% rispetto a novembre 2007. Anche al netto degli effetti di calendario (novembre scorso ha avuto un giorno lavorativo in meno rispetto allo stesso mese dell'anno prima) si registra una diminuzione su base annua del 9,7%: si tratta della diminuzione più ampia dal gennaio 1991. Su base mensile, rispetto a ottobre 2008, il calo è stato del 2,3%.

Ancora più drammatica la caduta nel settore automobilistico. La produzione di autoveicoli in Italia, sempre in base ai dati comunicati dall'Istat, a novembre è precipitata del 46,4% su base annua (dato grezzo) e del 42,8% considerando gli effetti di calendario. Nei primi 11 mesi la diminuzione è stata del 16,8% in termini grezzi e del 16,3% considerando la correzione per giorni lavorativi.

Gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie hanno segnato una variazione nulla rispetto a ottobre 2008 per i beni di consumo ( 0,8% i beni non durevoli, -3,9% i beni durevoli), mentre si sono verificate diminuzioni del 4,5% per i beni strumentali, del 3,9% per l'energia e del 2,8% per i beni intermedi.

Nel mese di novembre l'indice della produzione industriale corretto per i giorni lavorativi ha segnato, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, un'unica variazione positiva per il settore delle industrie tessili e abbigliamento ( 0,5%). Le diminuzioni tendenziali più marcate hanno riguardato i settori dei mezzi di trasporto (-22,3%), della lavorazione di minerali non metalliferi (-13,9%), della gomma e materie plastiche (-13,8%) e dell'estrazione di minerali (-13,4%).

Nel confronto tra i primi undici mesi del 2008 e il corrispondente periodo del 2007, si è registrato un aumento nel settore dell'energia elettrica, gas e acqua ( 1,5%). Le diminuzioni più ampie hanno interessato i comparti delle pelli e calzature (-9,8%), del legno e prodotti in legno (-9,4%), dell'estrazione di minerali (-8,9%) e della lavorazione di minerali non metalliferi (-6,9%).

Segnali di una crisi crescente che riguarda tutta la zona euro, come pronosticato oggi dall'Economic Survey per l'Area dell'Euro, presentato oggi dall'Ocse. La crescita, sottolinea l'organizzazione, rimarrà sotto il potenziale fino alla metà del 2010. Nel rapporto si parla in particolare di una "contrazione della produzione nella seconda parte del 2008 e nella prima del 2009, con una crescita che rimane sotto il potenziale fino a metà del 2010".

Andamento che secondo l'Ocse si ripercuterà in maniera fortemente negativa sui bilanci statali. "Alcuni governi - ricorda lo studio - hanno fatto ricorso alla politica di bilancio per attenuare la frenata dell'economia" e "hanno messo a disposizione sostanziosi fondi pubblici per supportare la stabilità del sistema finanziario". L'organizzazione prevede quindi che nell'eurozona il deficit di bilancio aumenterà dello 0,8% del Pil sia nel 2008 che nel 2009, azzerando buona parte del calo registrato nel 2006-2007.
(14 gennaio 2009)
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