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La trattativa stato mafia

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La trattativa stato mafia

Messaggioda flaviomob il 10/01/2013, 13:06

Granata: "Rispetto Pisanu, ma la trattativa ci fu"

Il vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia giudica la relazione di Beppe Pisanu: "Molto prudente nelle conclusioni".


''Grande rispetto per il Presidente Pisanu, ma la trattativa eccome se ci fu. E su essa fu immolato Paolo Borsellino''. Lo dichiara il vice presidente della commissione Antimafia, Fabio Granata.

''La relazione del Presidente è quindi puntuale e seria ma le conclusioni sono eccessivamente prudenti soprattutto nella forma, poiché nella sostanza si prova non solo che la trattativa ci fu ma che servì a ristabilire la convivenza tra Stato e Mafia e non a una semplice richiesta di benefici per il 41 bis o per i processi'', conclude Granata.


http://www.globalist.it/Secure/Detail_N ... 07&typeb=0

Anche a destra qualcuno inizia a svegliarsi...


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Re: La trattativa stato mafia

Messaggioda pianogrande il 10/01/2013, 15:16

Carissimo agente segreto.
Parti per questa missione segreta.
Hai carta bianca.

Ricordati, che se vieni scoperto, noi non ti conosciamo.
Non ti abbiamo mai visto.

Quanti romanzi di spionaggio e dintorni contengono dichiarazioni di questo tipo?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La trattativa stato mafia

Messaggioda flaviomob il 10/01/2013, 15:18

Di Matteo sta dicendo che il ROS ha deliberatamente protetto la latitanza di Provenzano per consolidare l'orientamento che aveva portato alla trattativa.

E' finita la requisitoria di Di Matteo. Sta aggiungendo di acquisire l'incartamento del processo Mori.

Mannino fa richiesta di essere processato con rito abbreviato.


(da facebook, Salvatore Borsellino)


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Re: La trattativa stato mafia

Messaggioda pianogrande il 10/01/2013, 19:15

11 rinvii a giudizio per la trattativa stato mafia.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... ef=HREC1-4

Un po' forte questa notizia rispetto alle conclusioni all'acqua di Colonia della commissione Pisanu.
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Re: La trattativa stato mafia

Messaggioda flaviomob il 11/01/2013, 20:31

dal Fatto:

Mafia, pg Palermo su Dell’Utri: “Mediatore tra Berlusconi e Cosa nostra”

Il procuratore generale nella sua requisitoria, che terminerà il 18 gennaio, ha accusato l'imputato di aver mediato con la criminalità organizzata facendo da garante per l'amico e di aver così anche "beneficiato" della vicinanza con Mangano e di questi "contatti" per avanzare nella sua carriera politica. Il 4 marzo è attesa la sentenza
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 gennaio 2013


“Oggi ci chiediamo: ma Marcello Dell’Utri è un capace uomo d’affari, un intellettuale raffinato o è quello che ci hanno descritto quaranta collaboratori di giustizia, un uomo che avrebbe riciclato denaro di Cosa nostra investendo tramite Silvio Berlusconi in Milano 2? O che avrebbe posto sotto protezione Berlusconi contro i sequestri, con una generica mediazione tra il mondo imprenditoriale di Berlusconi e gli interessi economici di Cosa nostra? Ci troviamo di fronte a una vittima di 20 di attività giudiziaria o ci troviamo di fronte a un uomo che nel male ha vissuto e che ha inquinato la vita imprenditoriale di questo paese rafforzando gli interessi di Cosa nostra?”. Inizia con una domanda retorica, considerato l’interlocutore, la requisitoria del procuratore generale Luigi Patronaggio davanti alla Corte di Appello di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti per il processo di secondo grado al senatore tra i fondatori di Forza Italia e tra gli uomini più vicini al Cavaliere, che ancora ieri nella trasmissione “Servizio Pubblico” lo ha definito “perbenissimo”. Il processo a Dell’Utri, dopo l’annullamento della Cassazione con rinvio della condanna a 7 anni, è iniziato lo scorso luglio.

Secondo il pg gli attentati a Silvio Berlusconi e alla Standa negli anni Ottanta e Novanta si inseriscono “nell’ottica di un rapporto complesso tra i due. La tensione e le pressioni costanti su Berlusconi permettono a Dell’Utri di uscirne rafforzato sia nella sua posizione di garanzia nei confronti dell’amico, che nei confronti della mafia per la sua posizione di mediatore”. Sugli attentati all’imprenditore che è diventato un politico nel 1994 “i pentiti parlano di interventi ai massimi livelli mafiosi per fare cessare gli attentati, il nome che fanno è quello di Marcello Dell’Utri”. Il pg ha ricordato come, secondo i collaboratori di giustizia, della vicenda si interessarono anche i “palermitani” e in particolare Totò Riina “perché non si poteva fare uno sgarro a Dell’Utri”, che avrebbe pagato “tre milioni al mese di pizzo per la Standa”.

“La condotta di Marcello Dell’Utri non può limitarsi a un concorso a un’estorsione. Ma parliamo di due condotte che si esplicano attraverso la mediazione di un’estorsione da un lato e dall’altro attraverso la funzione di garanzia delle attività di Berlusconi protette e agevolate da Cosa nostra – ha continuato il magistrato – Dell’Utri ha agito per un fine personale ben preciso giovandosi anche della vicinanza con Vittorio Mangano. Dell’Utri, se non avesse avuto alle spalle la potenza di Cosa nostra avrebbe fatto all’interno di Fininvest la scalata che ha fatto? Da oscuro impiegato di banca sarebbe andato a capo di Publitalia? Senza questo ‘valore aggiunto’ di Cosa nostra l’imputato dove sarebbe arrivato? Che carriera politica poteva fare?”.

Nel corso del suo intervento, il Pg ha anche letto il capo d’imputazione di Dell’Utri nel procedimento per la trattativa Stato-mafia (ieri la Procura di Palermo ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per undici imputati, ndr) ma il documento non è agli atti del processo e dunque i legali del senatore Giuseppe Di Peri e Pietro Federico hanno contestato la sua utilizzabilità. “Non è stato acquisito agli atti quindi è aria fritta”. La contestazione è stata quindi accolta dal Presidente della Corte d’appello Loforti. Il processo è stato rinviato al 18 gennaio per la conclusione della requisitoria, mentre la sentenza è attesa per il 4 marzo.


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Re: La trattativa stato mafia

Messaggioda flaviomob il 15/01/2013, 2:01

Trattativa Stato-mafia, nessuna verità a vent’anni dalla morte di Beppe Alfano
di Sonia Alfano | 14 gennaio 2013
Commenti (12)

Più informazioni su: Beppe Alfano, Corleone, Mafia, Totò Riina, Trattativa Stato-Mafia, Vittime della Mafia.
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Che quel 15 gennaio 1993 non sarebbe stato un giorno come tanti, lo capii subito. Era passata una settimana dall’omicidio di mio padre, Beppe Alfano, un giornalista ‘rompiscatole’ che aveva scoperto che il boss Nitto Santapaola trascorreva la sua latitanza proprio a pochi passi da casa nostra, a Barcellona Pozzo di Gotto. Per motivi di sicurezza, io e la mia famiglia fummo costretti a lasciare tutto e ad andare via da lì. Arrivammo a Palermo proprio quel giorno, il 15 gennaio del 1993. Mentre lo Stato, finalmente, catturava il numero uno di Cosa Nostra, Totò Riina, strappato alla sua latitanza dopo 24 anni.

Mi sembrò un segno del destino, una rivincita nei confronti della stessa mafia che aveva voluto la morte di mio padre e quella di decine di altri uomini dello Stato o semplici padri, mariti, figli che avevano scelto di stare dalla parte della legalità. La lista degli omicidi ordinati da Riina contro le istituzioni e gli organi d’informazione era ed è lunghissima: dal procuratore Pietro Scaglione al giudice Cesare Terranova; da Rocco Chinnici a Giovanni Falcone; da Paolo Borsellino a Piersanti Mattarella. E ancora, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Beppe Montana, Mario Francese, Libero Grassi. Si fa prima a contare gli ergastoli che pendono sulla testa di questo sanguinario e feroce boss della mafia, un padre che non ha nemmeno visto crescere i suoi 4 figli, degni di una tradizione che li ha visti spesso balzare agli onori della cronaca per fatti di mafia. Senza mai rinnegare pubblicamente ed esplicitamente le azioni criminali del padre.

Sono passati vent’anni da quella mattina, che tutti abbiamo vissuto come la vera e definitiva liberazione dal ricatto, dalla violenza e dall’arroganza della mafia. Ma non era così, purtroppo. Ancora oggi la verità sui morti e sulle stragi di questo Paese, tarda ad arrivare. Ancora oggi siamo costretti a convivere con l’infiltrazione della criminalità organizzata in ogni forma e in ogni aspetto della nostra quotidianità. Ancora oggi siamo costretti a combattere per una giustizia giusta, vera, in cui chi ha sbagliato paghi. E ci aggrappiamo al processo sulla Trattativa tra Stato e Mafia, avviato poche settimane fa a Palermo, per sapere come sono andate veramente le cose. Anche lì, anche negli atti di questo processo c’è il nome di Totò Riina. Il boss corleonese è infatti tra gli 11 imputati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e violenza o minaccia a corpo politico dello Stato.

Sono passati vent’anni da quella mattina assolata, che vide atterrare a Palermo da Torino il nuovo capo della Procura di Palermo, Giancarlo Caselli. Un magistrato integerrimo, chiamato a dare il suo contributo nella lotta alla mafia in un momento particolarmente difficile per questa terra, che non si era ancora rialzata dalle stragi del ‘92. Il suo arrivo in Sicilia, proprio nel giorno della cattura dell’allora superlatitante, dev’essere stato un segno del destino anche per il giudice Caselli. Che molto presto sarebbe entrato nei cuori dei palermitani onesti.

Totò Riina oggi è un uomo di 82 anni, che ha passato metà della sua vita nella latitanza e l’altra metà nelle celle delle carceri che lo hanno ospitato in questi ultimi 20 anni. Attualmente è detenuto nel carcere milanese di Opera, in regime di 41 bis. Non ha mai perso l’aplomb del boss, nè sembra interessato a perderlo. Resta il custode di una verità che, ci auguriamo, non dovremo aspettare per altri vent’anni.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01 ... 93/469443/


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Re: La trattativa stato mafia

Messaggioda flaviomob il 18/01/2013, 2:03

http://www.fanpage.it/trattativa-stato- ... di-pisanu/

Articolo e filmati sulla trattativa e la "normalizzazione" tra stato e mafia.


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Re: La trattativa stato mafia

Messaggioda Iafran il 18/01/2013, 14:35

http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... 93525/?rss

Chiesti sette anni per Dell'Utri. il Pg: "Provati rapporti con Cosa Nostra"
. . . .
Per arrivare alla sentenza i difensori si appiglieranno a tutte le formalità in attesa dei risultati delle elezioni politiche, quando gli imputati saranno parlamentari.
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