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Alimentazione ed ecosistema: bisogna cambiare

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Alimentazione ed ecosistema: bisogna cambiare

Messaggioda flaviomob il 03/07/2012, 8:25

L’Onu: “Per salvare il pianeta bisogna cambiare dieta, basta carne e latticini”

Serve un cambiamento della dieta globale per salvare il mondo dalla fame, dalla penuria di combustibili e dalle conseguenze più gravi del riscaldamento climatico. Lo afferma un rapporto dell’Unep, il Programma ambientale dell’Onu, lanciato in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente di sabato, secondo il quale, con una popolazione mondiale di 9,1 miliardi di persone attesa nel 2050, la predilezione occidentale per bistecche e formaggi diventerà insostenibile.

“Gli impatti dell’agricoltura dovrebbero aumentare in misura sostanziale, perché la crescita della popolazione aumenterà i consumi di prodotti animali. A differenza dei combustibili fossili, è difficile trovare alternative: la gente deve mangiare – si legge nel rapporto -. Una riduzione degli impatti sarà possibile solo con una sostanziale cambiamento della dieta mondiale, che faccia a meno di prodotti animali”.

Il professor Edgar Hertwich, che ha coordinato il rapporto, dice al quotidiano britannico The Guardian : “I prodotti di origine animale causano più danni all’ambiente che la produzione di minerali per costruzione, come la sabbia o il cemento, la plastica o i metalli. Le biomasse e le colture per mangimi animali sono dannose come bruciare combustibili fossili”.

Gli esperti dell’Unep hanno classificato vari prodotti, risorse, attività economiche e trasporti a seconda dei loro impatti ambientali. L’agricoltura si è classificata allo stesso posto del consumo di combustibili fossili perchè entrambi aumentano in fretta con l’accelerazione della crescita economica, spiegano.

Il copresidente del gruppo, l’esperto ambientale Ernst von Weizsaecker, spiega “il crescente benessere provoca un cambiamento della dieta in favore di carne e latticini. L’allevamento di animali consuma gran parte dei raccolti mondiali, e di conseguenza moltissima acqua, fertilizzanti e pesticidi”.

Sia l’energia che l’agricoltura vanno “staccate” dalla crescita economica perché gli impatti ambientali, secondo il rapporto, aumentano dell’80% con un raddoppio del reddito disponibile.

Achim Steiner, vice segretario generale dell’Onu e direttore esecutivo dell’Unep afferma che “il decoupling della crescita dal degrado dell’ambiente è la sfida principale per i governi in un mondo con popolazione crescente, redditi crescenti, consumi crescenti e la sfida permanente della riduzione della povertà”.

Ecco la lista delle priorità ambientali per i governi di tutto il mondo individuate dal rapporto: cambiamento climatico, cambiamento dell’habitat, eccessivo utilizzo di azoto e fosforo nei fertilizzanti, sfruttamento eccessivo della pesca, delle foreste e di altre risorse, specie invasive, acqua potabile e fognature non sicure. Esposizione al piombo, inquinamento atmosferico urbano ed esposizione lavorativa ai particolati.

L’agricoltura, in particolare per la produzione di carne e latticini, conta per il 70% dei consumi idrici mondiali, per il 38% dell’utilizzo del terreno e per il 19% delle emissioni di gas serra. Lo scorso anno la Fao ha diffuso una stima secondo la quale la produzione di cibo dovrà aumentare del 70% a livello globale entro il 2050 per alimentare la popolazione: secondo l’organizzazione alimentare dell’Onu i progressi tecnologici non basteranno a controbilanciare l’aumento demografico.

http://magazine.quotidiano.net/ecquo/ec ... latticini/


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Usa, il salmone geneticamente modificato arriva nei supermer

Messaggioda mauri il 29/12/2012, 19:06

sicuramente il pesce d'allevamento può essere la soluzione, ma in questo caso nutro dubbi perchè mi sembra incredibile avere un salmone da commercializzare in 15 mesi anzichè in 30, eppoi siamo sempre lì, il brevetto, chi lo detiene condizionerà la produzione e quindi renderà dipendenti i paesi poveri che vorranno creare la piscicoltura del salmone, l'articolo non dice come sarà alimentato c'è da sperare non con gli scati industriali
soprassiedo per il momento sugli effetti che il salmone produrrà su chi li mangerà ma c'è da dire che la carne oggi è gonfiata con antibiotici ed estrogeni e una dubbia alimentazione per accelerare la crescita che è anche peggio
ciao mauri

Presto i supermercati del Nord America potrebbero offrire una novità assoluta: il salmone geneticamente modificato. La Food and Drug Administration (Fda) statunitense ha infatti decretato che non ci sono valide motivazioni scientifiche che ne giustifichino la messa al bando. Anzi, questo pesce, prodotto dalla AquaBounty Technologies e denominato AquAdvantage, equivale a tal punto al salmone “originale” che non ne sarà nemmeno richiesta l'etichettatura come prodotto geneticamente modificato
http://salute24.ilsole24ore.com/article ... refresh_ce
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Re: Alimentazione ed ecosistema: bisogna cambiare

Messaggioda franz il 29/12/2012, 19:51

Mi sembrano quelle previsioni apocalittiche che poi, come per quelle del club di Roma nei primi anni 70, a rileggerle dopo 40 anni fanno sorridere. Comunque se la previsione ("la produzione di cibo dovrà aumentare del 70% a livello globale entro il 2050 per alimentare la popolazione: secondo l’organizzazione alimentare dell’Onu i progressi tecnologici non basteranno a controbilanciare l’aumento demografico") fosse vera, significa solo che il prezzo della carne e dei latticini aumenterà e ci sarà una ovvia contrazione del mercato verso chi si puo' permettere quei prezzi.
Ma non tutti gli scenari indicano una popolazione di 9 miliardi nel 2050
http://it.wikipedia.org/wiki/File:World ... 8UN%29.svg
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La terra dei cachi e delle deroghe

Messaggioda flaviomob il 31/12/2012, 14:15

Emergenza arsenico: 130 comuni iniziano l’anno senz’acqua

Stefania Divertito*

Da domani saranno attivi i nuovi parametri europei sulle acque potabili. Gli acquedotti che servono 128 comuni laziali si troveranno così fuori legge. Troppo arsenico. In arrivo autobotti cariche di acqua potabile. Ma l’emergenza non è nata certo ieri, e ancora una volta sono i cittadini a pagare i ritardi.

Bruxelles ha detto stop, e il Capodanno sarà molto amaro per quasi 800 mila persone. Sono gli abitanti di 128 comuni del Lazio, la maggior parte nella provincia di Viterbo, che non potranno più nè bere, nè usare l’acqua del rubinetto, contaminata da arsenico e fluoruri. Autobotti in arrivo per mettere un piccolo dito nella falla dell’emergenza che in realtà dura da almeno tre anni, da quando cioè l’Italia ha chiesto e ottenuto dall’Europa deroghe su deroghe. L’ultima scade domani, Bruxelles non ha concesso appelli e, a differenza di altre regioni che sono corse ai ripari, il Lazio si è fatto trovare distratto. Addirittura non sono stati ancora approvati i progetti dei depuratori necessari per pulire le acque da queste sostanze che, se ingerite in grosse quantità, possono essere nocive per la salute. L’istituto superiore di sanità ha fatto sapere che i comuni dovranno provvedere a fornire la popolazione di 8-9 litri d’acqua al giorno. E, con le elezioni alle porte, non sono previste soluzioni a breve termine.

L’impianto necessario a depurare le acque è un dearsenificatore di poche decine di migliaia di euro da apporre in resta all’acquedotto ma i tempi di attesa saranno comunque lunghi: secondo quanto denuncia Legambiente, in alcune zone particolarmente colpite dall’emergenza arsenico l’arrivo dei primi dearsenificatori è previsto in questi giorni mentre altri 13 arriveranno alla fine di marzo 2013. Purtroppo la realizzazione dei restanti 49 potabilizzatori si vedrà soltanto nel 2014, per stessa ammissione della Regione. Eppure nel 2011 il presidente Renata Polverini è stata anche nominata commissario straordinario per l’emergenza arsenico, provvedendo subito a chiedere una deroga per l’emergenza, e incassando però il niet di Bruxelles. Un piano era stato messo a punto, in verità, ma “ha preso in considerazione – ci dice il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati – solo la situazione nei Comuni che sforavano i valori di 20 milligrammi litro, mentre da quest’anno il limite del divieto è sceso di 10 milligrammi litro”, e nella maggior parte delle zone fuorilegge la situazione non potrà essere sanata prima del 2014.

Come sempre, la malagestione diventa poi un problema di soldi: alcuni interventi in atto nel viterbese prevedono la realizzazione di 33 potabilizzatori in 16 Comuni, ma solo i primi 20 verranno ultimati entro le prime settimane dell’anno, mentre i restanti 13 entreranno in funzione probabilmente entro il 31 marzo. Il problema principale riguarda la seconda fase, con altri 49 potabilizzatori in 35 Comuni che sono ancora in fase di approvazione dei progetti, in pieno svolgimento ancora della gara per l’aggiudicazione. La prima fase dei lavori ha visto un costo di 65,6 milioni di Euro, che secondo il piano del Commissario sono stato erogati per 36,4 milioni dal gestore e dai Comuni e per 22,6 milioni dalla Regione Lazio, che ha stanziato anche ulteriori 24 milioni per la fase due. Ma non bastano, e anzi in questa fase di interregno tra una legislatura regionale e l’altra e con la fine per periodo di Commissariamento sono diventati improvvisamente incerti.

Nel frattempo, il 23 ottobre, l’VIII commissione parlamentare Ambiente in un atto di indirizzo al governo ha prospettato un prosieguo dello stato di emergenza, “La situazione relativa alla non conforme concentrazione di arsenico nelle acque destinate all’uso umano in alcuni comuni del territorio del Lazio, sia per carenze di risorse finanziare necessarie per risolverle e sia per i tempi ristretti che incombono, richiederebbe invece una prosecuzione del predetto stato di emergenza”.
Bisogna fare presto, insomma. Centinaia di migliaia di persone non possono rimanere senz’acqua fino al 2014, sempre considerando che le gare d’appalto vengano realizzate nei tempi dovuti e che non ci siano intoppi per la costruzione degli impianti.
Nel frattempo, con la prima alba dell’anno nuovo i sindaci coinvolti si vedranno costretti a emanare ordinanze che limiteranno l’uso dell’acqua potabile: oltre il divieto a berla, utilizzarla per lavarsi i denti o per l’industria alimentare, ci sarà anche la limitazione per altri usi come il lavaggio degli indumenti o le stoviglie.

Il tutto fino a quando non si faranno gli interventi necessari per abbattere le concentrazioni di arsenico, come ha riportato la nota pubblicata in questi giorni dall’Istituto Superiore di Sanità. «È uno scandalo indecente, a causa dei ritardi accumulati dalla Regione Lazio per l’emergenza arsenico, nei prossimi giorni i sindaci si troveranno a chiudere decine di migliaia di rubinetti nelle case dei cittadini e nelle imprese –dice Parlati – tutti sapevano fin dall’inizio che il 31 dicembre di quest’anno si sarebbe chiusa per fortuna per la salute dei cittadini la possibilità di deroghe ai parametri dell’arsenico e dei fluoruri, così come era chiaro che solo una minima parte degli interventi sarebbe stata completata».

* redattrice di Metro

http://www.linkiesta.it/elenco-comuni-a ... acqua-2013

Tratto da: Emergenza arsenico: 130 comuni iniziano l’anno senz’acqua | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z2GdBJ8frB


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Re: Alimentazione ed ecosistema: bisogna cambiare

Messaggioda pianogrande il 10/01/2013, 9:57

Forse solo del maiale "non si butta via niente".
Il 30 - 50 % degli alimenti non arriva nel piatto dei consumatori.

http://www.repubblica.it/ambiente/2013/ ... ef=HREC1-6

Una volta si parlava anche di alimenti (in particolare frutta) che venivano buttati via per tenere alti i prezzi.
L'articolo non ne fa cenno.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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