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La politica non risorge con Monti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La politica non risorge con Monti

Messaggioda lodes il 16/12/2012, 14:48

Il mio amico Vittorio, giustamente, non perde occasione per ricordarci della inconciliabilità tra il riformismo (che dovrebbe essere il dato costitutivo del PD) e la sinistra radicale. E' chiaro che questo dato di contrasto si allargherebbe se il cx si estendesse alle formazioni centriste. C'è però un altra inconciliabilità che a mio modo di vedere colpirebbe l'ipotetica, per ora, federazione di centro: con Monti o senza Monti cambia poco. I problemi del paese li conosciamo bene, come conosciamo i vincoli europei. Partendo da questi problemi le soluzioni che possono permettere al paese di uscire dal piano inclinato su cui sta lentamente scivolando sono solo quelle che lo liberano dalla gabbia in cui è chiuso e soffocato. Liberarlo dalla gabbia vuol dire liberare dare valore al merito,realizzare un nuovo welfare, abbattere i corporativismi, ridurre le rendite di ogni tipo, liberare il paese dalla burocrazia, dalla corruzione e dal malaffare, dalla criminalità: insomma un risorgimento....ognuno aggiunga poi l'aggettivo che vuole. Tutto questo per domandarmi/vi: questo rassemblement moderato/centrista come può stare insieme se gli obbiettivi sono questi? I residui di una destra ex fascista (Fini e compagnia) statalista e corporativa verso il liberalismo di Italia Futura, il solidarismo cattolico di Riccardi e compagnia verso l'UDC di Casini fatta di intrallazzatori di ogni sorta che la politica la sanno fare solo attraverso il clientelismo, e, infine tutti questi verso Monti? Un tecnico di gran valore ma che non ha ancora avuto modo di far vedere cosa pensa veramente perchè impegnato a contenere una maggioranza quantomeno bislacca. Poi prendiamo pure in esame l'ipotesi che Berlusconi si defili per cui a questo rassemblement si potrebbe aggiungere ciò che resta del PDL. Cioè tutto un sottobosco di cortigiani che hanno fatto tutto e il contrario di tutto. Solo a nominarli viene l'orticaria.
Insomma a me sembra che il sistema politico italiano nella sua agonia sta tentando di rivitalizzarsi ma ciò che produce è solo un mostro. Non abbiamo ancora raggiunto il punto più basso: qualcosa d'altro deve accadere.
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda matthelm il 16/12/2012, 15:45

Se non fossero sufficienti le osservazioni scritte aggiungiamo anche il risultato del sondaggio del Corriere della sera che dice che il 44% dei democratici è favorevole alla candidatura di Monti?
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda ranvit il 16/12/2012, 15:54

Per me, Monti dovrebbe compattare tutto il CD....sarebbe un bel passo avanti verso la chiarezza politica italiani : un Cd guidato da un vero e sano "conservatore" che potrebbe finalmente consentire l'emergere delle persone "per bene" che ci sono eccome nel Cd. Chi l'ha detto infatti che erediterebbe tutto un caravannserraglio di nani, pagliacci e ballerini...? Nel momento in cui accettasse di guidare il Cd, chi potrebbe impedirgli di "scegliersi" i "suoi uomini"??? Nessuno sarebbe in grado di stopparlo!
D'altro canto di nani, pagliacci e ballerini, l'Italia ne è piena e non stanno certo solo nel Cd 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda lodes il 16/12/2012, 18:57

Anche per me sarebbe auspicabile che Monti riuscisse a compattare il CD, ma mi sembra che il disegno neocentrista di IF, di Casini e di Fini sia un altra cosa. Cioè sia il tentativo di creare un soggetto politico all'interno di un ritorno alle geometrie variabili di sdegno proporzionalista: in altre parole basta con il bipolarismo. Ora io credo che questo sia un progetto esiziale per il paese perchè è dentro a tale schema (la prima repubblica) che sono nate e cresciute le storture del sistema Italia. Quanto al fatto che Monti sarebbe in grado di stoppare le spinte provenienti dal nuovo schieramento dico solo che nell'eperienza di questo governo non trovo molti segnali che ci facciano ben sperare. Tuttavia il maggior ostacolo rimane quello che ho descritto nel precedente intervento e cioè l'inconciliabilità tra le varie anime. Non capisco perchè mai i partiti (malati) del centro destra dovrebbero riuscire mentre il cs. no. :)
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda ranvit il 16/12/2012, 19:18

Non capisco perchè mai i partiti (malati) del centro destra dovrebbero riuscire mentre il cs. no. :)

Innanzi tutto va detto che se i Partiti sono malati bisogna precisare che sono "questi" Partiti ad esserlo. In realtà sono molto peggiori della società italiana. Vi sono larghe fette di società che potrebbero fare meglio. Hanno pero' bisogno di uomini "sani" che ne riprendano le fila.
Il Cd nel suo insieme è molto piu' coeso del centrosinistra....voglio dire che gli obiettivi da raggiungere sono simili, anche se sono divisi in vari Partiti: libertà di operare dell'individuo e poco Stato. Viceversa i Partiti di Cs sono molto divisi; gli obiettivi sono molto diversi quando anche non contrapposti: tra l'anima liberale molto piu' vicina agli obiettivi della destra e la sinistra radicale in cui lo Stato è al primo posto e dopo ma molto dopo vengono i bisogni del singolo.
Non c'è verso di far coesistere queste due visioni....se sembrano unite è solo perchè di volta in volta hanno un "nemico" unico: la Dc, gli Usa, Craxi, Berlusconi....
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda trilogy il 16/12/2012, 19:31

ranvit ha scritto:[i]...Il Cd nel suo insieme è molto piu' coeso del centrosinistra....voglio dire che gli obiettivi da raggiungere sono simili, anche se sono divisi in vari Partiti: libertà di operare dell'individuo e poco Stato....


Secondo me è una distinzione solo apparente. Entrambi il CD e CS hanno una cultura burocratico/statalista. Inoltre è molto probabile che Il PDL andrà a disgregarsi. Da una parte Meloni e Crosetto (anti-Monti) dall'altra Alfano & C. (montiani). Oggi ho ascoltato in TV il discorso della Meloni: conservatore in senso europeo, ma in alcuni passaggi mi è piaciuta.
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda ranvit il 16/12/2012, 20:04

Indubbiamente sono intrisi entrambi gli schieramenti di una cultura burocratico/statalista, ma questa è una caratteristica italiana. Mentre le differenze al loro interno sono quelle che ho (alla carlona) evidenziato e costituiscono la principale diversità tra centrodestra e centrosinistra.

Il Pdl si discgrega? Vediamo, non ci conterei troppo, ma anche se fosse per quanto da me detto prima....non ci metterebbero molto gli elettori del Cd a compattarsi se "trovano" qualcuno autorevole che li rappresenti.

Meloni? Mah, mi pare che sia anti-Monti e se il Cd si compatta "dietro" un nome non credo che avrà grande peso.
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda franz il 17/12/2012, 9:16

lodes ha scritto:mi sembra che il disegno neocentrista di IF, di Casini e di Fini sia un altra cosa. Cioè sia il tentativo di creare un soggetto politico all'interno di un ritorno alle geometrie variabili di sdegno proporzionalista: in altre parole basta con il bipolarismo. Ora io credo che questo sia un progetto esiziale per il paese perchè è dentro a tale schema (la prima repubblica) che sono nate e cresciute le storture del sistema Italia.

Verissimo ma bisognerebbe completare l'analisi con un de profundus sulla seconda repubblica, con la quale tutto si è bloccato, a partire dalla produttività e dallo sviluppo economico. Tutti si è bloccato (tranne la spesa pubblica e la pressione fiscale) perché le riforme promesse (da entrambi gli schieramenti) non sono state fatte oppure solo a metà. Siamo rimati bloccati a metà del guado, con un elettorato che le ha tentate tutte (finendo addirittura due volte nelle braccia di Berlusconi).
Che sia Monti il deus ex machina di una terza repubblica non lo so ma è chiaro che da un lato vorremmo un repulisti generale (vedi Grillo e Renzi) per liberarci delle scorie delle repubbliche precedenti ma in realtà non è mai cosi' ecome accadde anche dopo il fascismo ci portiamo dietro sempre molti personaggi dei regimi precedenti.
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda ranvit il 17/12/2012, 9:28

Molto, molto, mooolto bene!



Monti pensa a sua lista Napolitano: 'Lui vi dirà'

Sarebbe slegata da altri partiti e movimenti. Poi potrebbe riunire altre forze politiche vicine
16 dicembre, 22


Monti sarebbe tentato di fare una 'sua' lista elettorale, slegata da altri partiti e movimenti, e che solo in un secondo momento potrebbe riunire quelle forze politiche che si riconoscono nell'agenda del premier. E' quanto riferiscono all'ANSA persone che hanno potuto parlare con il presidente del Consiglio, che oggi ha visto il capo dello Stato.

"Tutte le ipotesi sono al momento possibili, e nessuna è più probabile dell'altra". E' quanto riferiscono fonti di palazzo Chigi, a proposito dell'ipotesi che Monti rifletta su una 'sua' lista elettorale.

Del futuro di Monti, secondo altre fonti, si sarebbe parlato anche al Quirinale. Dove il presidente del Consiglio avrebbe spiegato a Giorgio Napolitano le ragioni che lo spingono a meditare anche su una sua 'discesa in campo': fra queste, la necessità di completare il lavoro iniziato in questo anno e di terminare un'agenda che altrimenti rischierebbe di rimanere impantanata fra i veti incrociati dei partiti. Il professore, esaminando le diverse ipotesi sul tappeto, avrebbe però manifestato il desiderio di voler restare svincolato dagli altri partiti. "Non ha intenzione di accettare l'invito di altri: semmai, sempre che decida in questo senso, succederà il contrario: saranno gli altri ad aderire al suo progetto", spiega una fonte che ha parlato con lui. Il suo desiderio di restare in campo - che ormai quasi nessuno, neanche fra i collaboratori, mette in dubbio - si scontra però con alcuni problemi pratici. "Bisogna capire che tipo di seguito una simile lista avrà, soprattutto sul 'partito' dell'astensione", spiega una fonte vicina al premier. Ma anche se sia possibile, visti i tempi strettissimi, trasformare in realtà una simile ipotesi.

Ecco perché, da palazzo Chigi, si sottolinea che "tutte le ipotesi restano in campo". Ad ogni modo, prosegue chi ha parlato con il premier, l'idea su cui si concentra l'attenzione al momento è quella di dar vita ad una "sua" lista elettorale, "autonoma" ed "equidistante" da Berlusconi e da Bersani. Ma anche "slegata", almeno nella fase iniziale, da quei partiti e quei movimenti che sostengono esplicitamente il ritorno di Monti a palazzo Chigi: "L'ipotesi è che si aggreghino, che aderiscano, sottoscrivendo il programma del professore", riferisce una fonte. In questo modo Monti avrebbe il controllo delle candidature, evitando quelle eventualmente sgradite.
(......continua....) http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 61507.html
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Re: La politica non risorge con Monti

Messaggioda Giovigbe il 17/12/2012, 10:29

dal sito di Repubblica- di ILVO DIAMANTI
La Seconda Repubblica è finita, ma non del tutto. Il leader che l'ha inventata e guidata, per quasi vent'anni, è ancora lì. Silvio Berlusconi. Non si decide a uscire di scena. Per il bene del Paese. E, in primo luogo, "per i miei interessi", come ha esplicitamente affermato negli scorsi giorni. Da ciò la difficoltà di costruire una democrazia "normale", fondata sull'alternanza possibile.

Da ciò la difficoltà di Mario Monti, nella ricerca di un ruolo, dopo le prossime elezioni. Monti: vorrebbe continuare l'opera avviata un anno fa. Ma sulla base di un'investitura democratica e non aristocratica. Per volontà popolare e non del Presidente. Dopo una consultazione elettorale in Italia e non per scelta degli "altri". Su Monti, come si è visto anche nell'ultima settimana, "investono" i Popolari europei. La Merkel in testa. Ma anche il presidente francese, Hollande, socialista, ha espresso la sua stima verso il Professore.

I leader politici (oltre ai mercati) internazionali si chiedono perché mai gli italiani debbano esporsi al rischio di eleggere - democraticamente - un governo "populista". Oppure una maggioranza fragile, condizionata da forze politiche anti-europee. Com'è già avvenuto in passato. I leader e i mercati stranieri: si chiedono (talora apertamente) perché gli italiani debbano andare al voto, quando dispongono già di un premier "affidabile" (dal loro punto di vista).

"Purtroppo" la democrazia ha le sue regole. E i suoi rischi. Da troppo tempo - per citare Marc Lazar - l'Italia costituisce un interessante "laboratorio" dei cambiamenti - e delle distorsioni - delle democrazie europee. E, per questo, opera in una situazione instabile. Sarebbe ora che entrasse in una "noiosa" condizione di "normalità". Superando le deviazioni della Seconda, ma anche della Prima Repubblica. Non è ancora possibile, pare. Come dimostrano i dilemmi di Monti, in questa fase.

Il Professore vorrebbe, infatti, riproporsi come premier, dopo le elezioni. Ma è difficile trovare una posizione adeguata alle sue - legittime e comprensibili - aspirazioni. La "casa" più sicura e coerente, in base all'esperienza recente, sarebbe il centrosinistra. In particolare: il Pd. Che i sondaggi stimano in largo vantaggio. Soprattutto dopo le primarie. Le quali, tuttavia, hanno garantito un largo consenso a Bersani. Indicare un candidato diverso - o un premier diverso, dopo il voto - significherebbe vanificare la volontà degli elettori. Dire loro - e a tutti - che il centrosinistra aveva scherzato.

Un'altra ipotesi, di cui molto si parla, prevede che Monti venga candidato dalle forze politiche di Centro. L'Udc, Fli, la lista promossa da Montezemolo. Una soluzione che potrebbe fare del Terzo Polo l'alternativa vera al centrosinistra. Anche perché l'attuale sistema elettorale, il cosiddetto Porcellum, concepito in era berlusconiana e mantenuto con il concorso determinante di Berlusconi, ha prodotto un duplice effetto: maggioritaria e personale. Spingendo, cioè, la competizione elettorale in senso bipolare e presidenziale. Ha, infatti, opposto fino ad oggi Berlusconi al candidato della sinistra. Prima Prodi (l'unico ad averlo battuto, per due volte). Poi Veltroni. Ma oggi Berlusconi ha un consenso personale limitato. La sua parabola si è conclusa nell'autunno di un anno fa. Quando ha dovuto "arrendersi" e rassegnare le dimissioni. Costretto da vincoli esterni, ma prima ancora interni. Dalla crisi di fiducia nel Paese e dall'incapacità di tenere insieme la sua maggioranza. Oggi, il suo ritorno politico ha permesso al Pdl di risalire. Ma di poco: 3-4 punti. Il suo partito: non arriva al 20%. E poi: è diviso. Berlusconi. La stessa Lega: esita ad allearsi con lui. Come potrebbe dimostrare la propria volontà di rinnovamento, ripresentandosi di nuovo al voto con Berlusconi?

Per questo, se Monti divenisse il candidato premier del Centro, il Terzo polo potrebbe trasformarsi nel Secondo. L'alternativa al centrosinistra. Egli stesso diverrebbe, a sua volta, l'alternativa a Bersani. Il suo avversario. Per l'improponibilità di Berlusconi. Per il basso grado di legittimità delle forze di centrodestra. Ma anche per il consenso personale di cui dispone il Professore - risalito oltre il 50% nell'ultima settimana (come segnalano i sondaggi di Demos e Ipsos).

Chiarisco subito che, a mio avviso, si tratterebbe di una prospettiva "normale" e, anzi, auspicabile - in altri tempi e in altri contesti. Proporrebbe, infatti, l'alternativa fra due candidati e due aree politiche "compatibili". Una più lib e l'altra più lab. Entrambe, sostanzialmente, europee e democratiche. Il problema, tuttavia, è che in questa fase e in queste condizioni, un Patto di Centro guidato da Monti attrarrebbe non solo i voti "moderati", ma anche il sostegno personale di Silvio Berlusconi. Il quale, anche ieri, nel lungo monologo "recitato" a Canale 5, ha ribadito la propria disponibilità a fare un passo indietro. Ma solo se Monti si candidasse. In altri termini, Monti apparirebbe non solo "colui che unisce i moderati", ma il garante del Cavaliere e dei suoi.

Per questo oggi Monti si trova in una posizione critica. Perché non può essere candidato dal centrosinistra. Neppure in modo furbescamente mascherato. L'ipotesi di staffetta, di cui si è parlato negli ultimi giorni, appare, infatti, discutibile. Perché gli elettori hanno il diritto di sapere per chi e perché votano. Al momento del voto. Per quale premier e quale maggioranza.

Ma se Monti (per citare Eugenio Scalfari) "cadesse in tentazione" e si candidasse con il Centro, diverrebbe l'alternativa a Bersani. In particolare se Berlusconi facesse un passo indietro. Difficilmente potrebbe, domani, allearsi con il centrosinistra. Tanto meno divenire premier di una coalizione di "unità nazionale". Se non nel caso che nessuno, al Senato, ottenesse la maggioranza dei seggi (ma Monti, per questo, dovrebbe tifare per la Lega e il Cavaliere, nelle regioni del Nord).

C'è, infine l'ipotesi, avanzata ieri, che Monti promuova una propria lista personale. In autonomia da tutti gli altri. In questo modo si metterebbe davvero in gioco. Tuttavia, per questo, rischierebbe molto. Alcuni sondaggi recenti (Swg, per esempio) gli attribuiscono intorno al 6%, che salirebbe al 15%. Però, appunto, insieme alle forze di Centro. Troppo poco, per coltivare ambizioni di premiership. Al contrario, abbastanza per comprometterle.
Per continuare a svolgere un ruolo di primo piano, nei prossimi anni, penso che il Professore debba, dunque e comunque, rifiutare, apertamente, l'offerta, ma anche i voti del Cavaliere. Prendere esplicitamente le distanze da lui. E quindi decidere. Se, come e con chi scendere in campo.

Ma solo "restando fuori", a mio avviso, potrebbe occupare, in seguito, ruoli istituzionali importanti. Oppure ruoli di governo. Nella coalizione vincente. O al di sopra delle parti. In caso di particolare emergenza.
Mario Monti, più di ogni altro, oggi può contribuire a "normalizzare" la nostra democrazia. Spezzando, definitivamente, il filo che ancora ci lega alla Seconda Repubblica. Cioè, a Silvio Berlusconi.
Ma, proprio per questo, deve "restare fuori".
Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri. VOLTAIRE
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