pagheca ha scritto:Caro Franz,
RIpeto e ripetero' fino alla nausea che il clero - tra le altre cose - teorizza che l'omosessualita' e' una malattia, la discriminazione nei confronti della donna, e ha una concezione della sessualita' (e non solo) negativa e colpevolizzante che puo' creare gravi traumi nei bambini. Esistono migliaia di documenti, studi scientifici e atti che lo dimostrano.
Ti invito per la terza volta a negare quello che ho scritto qui sopra. Il resto delle tue affermazioni per me non ha rilevanza alcuna.
saluti
pagheca
Pagheca, ti ringrazio per la chiarezza con la quale esponi il problema. Il problema verso la sessualità infantile è uno dei problemi gravi di una scuola cattolica, ma spesso anche di una scuola statale, con tanto di crocifisso, ora di religione in pratica obbligatoria nelle scuole dell'infanzia, e riti religiosi istituzionalizzati.
Per quel tornare alle discriminazioni, pensiamo a quanti problemi potrebbero essere aggiunti ad una situazione già difficile, come potrebbe essere quella di un bimbo con un orientamento sessuale non chiaro ...
Quanto al discorso di Franz, lui dice che le tue idee sono analoghe a quelle di chi dice: "razzista io? Sei tu che sei nero", mentre forse dovrebbe leggere con più attenzione, e scoprirebbe che chi fa quel discorso è proprio la chiesa, quando dice: "discrimino io? no, sei tu che sei donna, che sei omosessuale" o anche solo: "orrore, ti tocchi ...".
Ma tu hai idea di cosa significhi subire discriminazioni?
Io sì, dato che non sono credente. Io e tutta la mia famiglia, bambini compresi, che "come puoi educarli ad essere buoni, se non aspirano al paradiso e non hanno paura dell'inferno?"
Quanto all'essere o meno anticlericale, ho conosciuto religiosi con una apertura mentale ammirevole, coi quali ho avuto scambi di idee e confronti che mi hanno arricchito ... ma questo non significa accettare che i dogmi religiosi (di una sola religione) vengano inculcati ai bambini quando ancora non hanno acquisito sufficiente autonomia di pensiero.
Lasciare che siano le istituzioni cattoliche a sopperire alle carenze dello stato per le scuole della prima infanzia, significa
discriminare tutti coloro che cattolici non sono, per non dire se si tratta di non credenti.
Si tratta di
inadempienza e di discriminazione da parte dello stato, che a questo dovrebbe provvedere prima di finanziare istituzioni private.
annalu