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Paga e fatti i c... tuoi

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda flaviomob il 08/12/2012, 10:39

In Lombardia si paga il pizzo senza denunciare e, in certe realtà, se non paghi ti bruciano il negozio. L'attuale sindaco di Desio riceve costantemente minacce di morte dalla ndrangheta e così un consigliere provinciale IDV. Diversi testimoni di processi relativi alla criminalità organizzata sono stati uccisi in Lombardia in questi anni.


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Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda ranvit il 08/12/2012, 12:21

L'invito resta: ....vada il signor Arnaldo Capezzuto a vivere e attivare un'impresa a Napoli.... 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda Iafran il 08/12/2012, 21:06

ranvit ha scritto:In tutti i Paesi dove la criminalità è sotto controllo, la Storia insegna che hanno avuto uno Stato "forte" che per secoli ha imposto il rispetto delle regole. Non è il caso dell'Italia, in particolare nel Sud.

flaviomob ha scritto:La camorra prospera anche perché tanta gente "con il culo al caldo" se ne frega...

Ci vuole coraggio a far valere i propri diritti (nonché quelli altrui) in certe parti d'Italia, e chi lo fa ne può pagare un alto prezzo per opera di coloro che vogliono prevaricare e parassitare la società. Specialmente nel Meridione, molte persone hanno pagato con la vita il rifiuto del pizzo (la "protezione" dai delinquenti) e non dovrebbero essere biasimate per la tenacia a credere nella legalità. Gli altri ... ne dovrebbero solo apprezzare il sacrificio e continuarne l'opera: "la mafia si vince se non si è soli" ha detto qualcuno!

Francesca Prestìa, cantastorie calabrese, non è stata a guardare, ha voluto far sentire la sua indignazione ... ha voluto rendere omaggio alle donne che si sono ribellate alla "ndrangheta" e lo ha fatto a modo suo, (secondo me) con efficacia e bravura.

Questa è la ballata in onore di Lea Garofalo http://www.youtube.com/watch?v=ZOt5yI2rQNw

Nel brano "Fuja", l'artista si fa apprezzare per l'attenzione ad altre tematiche della sua Regione: http://www.youtube.com/watch?v=DZ7hlWp5x_4
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Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda flaviomob il 08/12/2012, 22:50

Grazie, Iafran.


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Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda Iafran il 08/12/2012, 23:25

flaviomob ha scritto:Grazie, Iafran.

Mi scuserai se i brani musicali non li ho inseriti nell'argomento "Musica e arti varie". ;)
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Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda flaviomob il 09/12/2012, 14:15

Cari lettori, vi spiego la camorra
Alexandre Dumas a Gomorra


Arrivò a Napoli con il suo amico, il generale Garibaldi. Raccontò le gesta dei Mille e quelle degli odiati Borbone. Ma dell'autore de "I tre moschettieri" non si conoscevano questi testi contro "la società segreta a cui non sfugge niente" e che controlla popolo e polizia. Ora vengono pubblicati in Italia e sembrano storia di oggi

di ALEXANDRE DUMAS

Cari lettori, Chi sono i camorristi? mi domanderete. I membri della camorra. Cos'è la camorra? Se foste a Napoli, vi risponderei semplicemente: la camorra è la camorra. Ma siete in Francia, e devo cercare di dirvi cosa essa sia.... La camorra è una specie di società segreta che, come tutte le società segrete, ha finito per diventare una società pubblica... La camorra è l'impunità del furto e dell'omicidio, l'organizzazione dell'ozio, la remunerazione del male, la glorificazione del crimine. La camorra è il solo potere reale al quale Napoli obbedisca. Ferdinando II, Francesco II, Garibaldi, Farini, Nigra, Cialdini, San Martino, La Marmora, tutti costoro non sono che il potere visibile: il vero potere è quello nascosto, la camorra.

Ogni prefetto di polizia che cerchi di agire a Napoli senza la camorra è condannato in anticipo a cadere nell'arco di quindici giorni: negli ultimi quindici mesi, Napoli ha avuto dieci prefetti di polizia e sette luogotenenti generali. Ma quanti camorristi ci sono a Napoli? mi domanderete. È come chiedere quanti ciottoli ci sono sulla spiaggia di Dieppe. Dire da quindici a trentamila non è dir troppo. Da quali segni visibili li si riconosce? Dai loro abiti di velluto a colori sgargianti, dalla loro cravatta chiara, dalle catene degli orologi incrociate in tutti i sensi sul panciotto cangiante, dalle loro dita cariche di anelli fino all'ultima falange, e dai lunghi bastoni di rattan. Il camorrista un po' agiato presta su pegno alla giornata. Tutte
quelle catene, quegli anelli, quei gioielli che gli brillano addosso, sono pegni che restituisce lealmente se il prestito gli viene puntualmente restituito nel giorno stabilito, ma che trattiene se il debitore ritarda. Il camorrista è un monte di pietà vivente. [...]

La camorra, come la Santa Vehme tedesca, ha un proprio tribunale invisibile che giudica e condanna, sia gli stranieri che potrebbero nuocerle, sia i propri membri che non mantengono gli impegni presi al momento della loro iniziazione. Ha tre gradi di punizione: la bastonata, lo sfregio o colpo di rasoio, la coltellata. Con la bastonata si è costretti a letto per quindici giorni, con lo sfregio si resta segnati a vita; la coltellata uccide. Nelle nostre antiche commedie si dice per ridere: "Ti darò una scarica di bastonate", e non le si danno mai. Nelle province meridionali, lo scherzo è più lugubre; dicono: "Ti darò una coltellata", e la danno. A Napoli, l'omicidio è un semplice gesto. E non è stato mai punito con la morte: il boia rovinerebbe la municipalità.
Napoli, 14 marzo 1862

Diamo ora un'idea dell'estensione che ha preso la camorra. Salite su una vettura a noleggio; un uomo che non conoscete e che sembra un amico del cocchiere sale a cassetta con lui. È un camorrista. Il cocchiere gli deve e gli darà il decimo di quanto riceverà da voi, senza essersi dato altra pena che quella di farsi portare in giro sedendo a cassetta, mentre voi vi fate portare in giro in carrozza. Un venditore di frutta entra a Napoli; un camorrista lo aspetta alla barriera, compra la frutta e la valuta: il venditore di meloni, di fichi, di pesche, di pere, di mele o d'uva gli deve il decimo del valore stimato. Napoli, che fece una rivoluzione con Masaniello per non pagare la tassa imposta dal duca d'Arcos sulla frutta, non ha mai pensato di rivoltarsi contro i camorristi [...].

La camorra preleva un diritto su ogni cosa: sulle barche, sulle merci alla dogana, sulle fabbriche, sui caffè, sulle case di tolleranza, sui giochi di carte. Oggi che ci sono i giornali, i suoi diritti si estendono anche a quelli. A Napoli cento chioschi sono rimasti sfitti perché il proprietario non ha potuto mettersi d'accordo con i camorristi: nessuno osa affittare. Alla camorra non sfugge niente, e tuttavia, qual è il re che le ha concesso questa facoltà? Nessuno. [...]
Napoli, 18 marzo 1862

Il denaro della camorra serve anzitutto: a pagare la polizia che la protegge; poi gli ufficiali superiori della camorra che stanno in galera; i capi, secondo il grado che occupano; e prima di tutti, immediatamente dopo la polizia, il generale che riceve quattro parti; i capi camorristi di tutti i quartieri ricevono due parti; i camorristi comuni una parte. L'apprendista camorrista riceve, invece che un grano per carlino, un grano per ducato, finché non viene nominato camorrista proprietario. Ma per arrivare a questo brevetto d'onore deve sottoporsi a una prova. Deve battersi al coltello con il capo. Se questi rimane contento di lui nel duello, scrive al generale che il tal camorrista è degno della sua benevolenza e che crede di poterglielo presentare come meritevole del titolo di camorrista proprietario. Il generale, a seguito di questa presentazione, scrive ai capi del quartiere al quale appartiene l'apprendista camorrista: "Potete accettare come camorrista il tale...".

Il giorno in cui l'apprendista è accolto come camorrista proprietario è obbligato a prestare giuramento in presenza di tutta la società. Dopo tutti i camorristi mettono mano ai coltelli, li pongono in croce sopra un crocifisso e dichiarano che chiunque tradirà la camorra sarà messo a morte, senza che la polizia abbia nulla da ridire. Fatto il giuramento, fatta quella minaccia, tutti si abbracciano e vanno a pranzo insieme: ma, dal momento che queste assemblee riuniscono solitamente almeno tremila persone, il nuovo camorrista è ammesso al tavolo dei capi immediatamente dopo il generale, gli altri si sparpagliano nella campagna.

L'indomani dell'ammissione il camorrista va presso il commissario del quartiere e, presentatosi a lui, pronuncia le seguenti parole di rito: "Ecco un nuovo operaio che ha ricevuto la proprietà". Quindi il nuovo camorrista dà dieci piastre al commissario del quartiere. Da parte sua il commissario del quartiere avvisa il prefetto di polizia che nel quartiere è stata fatta una nuova nomina. La camorra, per assicurare al nuovo camorrista la protezione del prefetto di polizia, gli dona entro un mese una polizza di cento ducati.
Napoli, 21 marzo 1862
Traduzione David Scaffei. © 2012 Donzelli editore, Roma

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-c ... ef=HREC1-1


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Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda franz il 09/12/2012, 14:45

Iafran ha scritto:
flaviomob ha scritto:Grazie, Iafran.

Mi scuserai se i brani musicali non li ho inseriti nell'argomento "Musica e arti varie". ;)

Mi scuserete se ripeto la domanda che ho già fatto, ma a proposito di inserire argomenti nell'area adatta, mi chiedo l'attinenza del tema con Ulivo e PD: tra radici e futuro.
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Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda flaviomob il 09/12/2012, 21:25

Franz, noi comuni mortali non possiamo spostare un argomento già iniziato... :)


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Re: Paga e fatti i c... tuoi

Messaggioda franz il 10/12/2012, 8:54

flaviomob ha scritto:Franz, noi comuni mortali non possiamo spostare un argomento già iniziato... :)

La domanda presume di poter conoscere un motivo che mi sfugge, altrimenti avrei già provveduto da solo.
La risposta mi pare chiara. Provvedoin giornata.
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