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E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda franz il 21/11/2012, 10:52

«Siria e Iran avevano tutto l’interesse a istigare l’escalation di Hamas contro Israele»
Mentre tutto il mondo arabo condanna gli attacchi israeliani contro i terroristi di Hamas nella striscia di Gaza e l’operazione “Colonna di nube difensiva” occupa tutti i titoli dei mass-media arabi, una guerra civile (assai più sanguinosa) continua a imperversare in Siria fra i ribelli e il regime del presidente Bashar Assad: una guerra che dura ormai da un anno e otto mesi (con un bilancio di vittime che praticamente ogni giorno equivale a quello di tutta la “guerra” di Gaza).

È su questo sfondo che Tariq Alhomayed, direttore di "al-Sharq al-Awsat", il quotidiano più influente nel mondo arabo, ha cercato di riportare l’attenzione dei suoi lettori su quest’altra tragedia del mondo arabo, sottolineando l’elemento-chiave che a suo parere ha portato all’escalation nel sud di Israele: gli iraniani e Assad.

In un editoriale intitolato “La soluzione per Gaza: tornare alla Siria”, Alhomayed scrive: “Purtroppo le guerre nella nostra regione sono diventate come una gara, sicché ogni guerra ne copre un’altra. In altre parole, queste guerre non sono altro che una mossa per fughe in avanti. Dunque ciò che sta accadendo a Gaza è una fuga in avanti, in particolare nella speranza di salvare Assad, o almeno assicurarsi che il prezzo del suo rovesciamento sia più caro per tutti. E il grande architetto di queste guerre è l’Iran”.

Secondo Alhomayed, gli iraniani hanno cercato di incendiare i fronti sui confini di Israele attraverso i loro agenti. Non avendo avuto successo sui fronti siriano e libanese, hanno optato per la striscia di Gaza. “Quando il fronte del Golan non si è mosso abbastanza in fretta, Assad e Iran hanno fatto ricorso al fronte di Gaza, che può essere infiammato molto più velocemente”.

Riguardo alla Siria, Alhomayed scrive: “Ora, la migliore soluzione per uscire da questa guerra, o raid aerei, a Gaza è tornare alla Siria, e con forza, giacché chiunque sia responsabile del lancio dei razzi da Gaza, lo ha fatto pur sapendo benissimo che non c’era nessuna equivalenza. L’unico scopo era salvare Assad, i cui giorni sono contati: anzi, la sua cacciata è dietro l'angolo”.

Mentre le forze di Assad continuano a bombardare pesantemente città e quartieri ribelli e le vittime in Siria si contano a decine ogni giorno, la scorsa settimana il regime siriano ha approfittato della crisi nella striscia di Gaza per condannare quelli che ha definito “i crimini della barbarie israeliana contro la nazione palestinese e il governo di Gaza”, e ha fatto appello alla comunità internazionale perché costringa Israele a cessare i raid. E al giornale statale siriano "Al-Tishreen" non è parso vero di poter riempire le sue pagine con i fatti di Gaza e le condanne del “nemico occupante”.
Esattamente come gli altri mass-media del mondo arabo, e non solo.

Quella di Tariq Alhomayed non è una voce isolata. Accanto alle condanne arabe ufficiali dell’operazione israeliana a Gaza e alle proteste popolari, non mancano editorialisti e opinionisti arabi che accusano pesantemente Hamas. Sono critiche che giungono prevalentemente da stati del Golfo, Autorità Palestinese e alcuni elementi in Egitto: cioè dal campo di coloro che si oppongono a Iran, Siria e Hezbollah. I critici sostengono che gli attacchi missilistici di Hamas su Israele sono irresponsabili e inefficaci, e che non fanno che offrire un pretesto a Israele per attaccare Gaza. Molti accusano l'Iran di sfruttare la causa palestinese e infiammare l'intera regione al fine di dimostrare la propria forza, migliorare la propria posizione nei negoziati sul nucleare e distogliere l'attenzione dalla crisi in Siria. Vale la pena sottolineare che questi critici danno per scontato che la crisi è stata innescata dai lanci di razzi di Hamas che hanno scatenato la reazione di Israele.

http://www.memri.org/report/en/0/0/0/0/0/0/6823.htm
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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda flaviomob il 21/11/2012, 11:56

Ovviamente, nemmeno una parola sul diritto dei palestinesi a vedersi restituire la propria terra, vero?
Israele dovrebbe quantomeno rientrare nei confini del 1967, altrimenti non ci sarà soluzione di pace che tenga, visti gli squilibri in campo.


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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda franz il 21/11/2012, 12:25

flaviomob ha scritto:Ovviamente, nemmeno una parola sul diritto dei palestinesi a vedersi restituire la propria terra, vero?
Israele dovrebbe quantomeno rientrare nei confini del 1967, altrimenti non ci sarà soluzione di pace che tenga, visti gli squilibri in campo.

A me pare che 50 anni fa come oggi i palestinesi sono pedine usate per giochi molto piu' grandi, proprio dagli arabi.
Comunque se smettono di lanciare razzi e vivono in pace (a gaza già vivono nei confini pre 67) credo che la soluzione di pace arriverà presto.
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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda flaviomob il 21/11/2012, 15:06

da Repubblica:

Gaza, il WFP distribuisce cibo
Ma la sfida è quella di entrare
Il Programma Mondiale dell’Alimentazione (WFP) ha iniziato martedì a distribuire cibo a 30.000 persone in sei diversi punti a Gaza. Tutto fa parte di un programma che dà assistenza a 285.000 persone a rischio. Arriva farina di grano ai panifici per la distribuzione gratuita di pane a chi ha perso casa. L’accesso nella Striscia è una prova difficile anche in circostanze normali


GAZA – Il Programma Mondiale dell’Alimentazione (WFP) ha iniziato martedì a distribuire cibo a 30.000 persone in sei diversi punti a Gaza – come parte del suo programma mensile che fornisce assistenza a 285.000 persone a rischio nella striscia di Gaza. L’agenzia della Nazioni Unite sta anche fornendo farina di grano ai panifici per la distribuzione gratuita di pane alle persone che hanno perso le loro case nelle zone colpite dalla recente ondata di violenza. Il WFP, inotre, si occuperà di fornire assistenza alimentare d’emergenza a 350 famiglie nei prossimi giorni in diverse aree di Gaza– per un totale di circa 2.100 persone – le cui case sono andate distrutte durante i recenti attacchi. Le famiglie riceveranno cibi in scatola e pane per un periodo iniziale di 10 giorni, che potranno ricevere presso le panetterie locali a cui il WFP fornisce la farina di grano.

Tre mesi di autonomia alimentare. Il WFP ha disponibili, dentro e fuori Gaza, scorte alimentari sufficienti per sostenere, per un periodo di oltre 3 mesi, 285.000 persone abitualmente assistite. Nell’ambito di questa operazione già in corso, il WFP fornisce buoni alimentari per l’acquisto di viveri, pasti scolastici e razioni di cibo alle persone povere e alle famiglie a rischio di insicurezza alimentare che sono state colpite dall’attuale blocco.

Il monitoraggio dei prezzi. L’agenzia monitorerà i prezzi del mercato locale e la disponibilità di cibo per individuare immediatamente i primi segnali di un eventuale aumento dei bisogni alimentari. Non appena la situazione lo permetterà, il WFP e i suoi partners procederanno ad una rapida valutazione della sicurezza alimentare, inclusa un’analisi dei bisogni delle famiglie, delle condizioni del mercato e delle scorte commerciali.

La sfida continua per accedere a Gaza. Il WFP è preoccupato di non riuscire a raggiungere le persone in loco qualora vi fosse una escalation del conflitto e un aumento dei bisogni umanitari. L’accesso a Gaza è una sfida significativa anche in circostanze normali. Martedì scorso, quattro camion che trasportavano scorte alimentari del WFP hanno cercato di entrare attraverso Karem Shalom ma sono state costrette a tornare indietro a causa del lancio di razzi. Il convoglio trasportava 120 tonnellate di cibo, sufficienti a nutrire 5.600 persone per un mese. E’ essenziale che tale punto di accesso rimanga aperto nei prossimi giorni in modo da consentire il trasporto di cibo e di altri generi di prima necessità per l’assistenza umanitaria. Il WFP è la più grande agenzia umanitaria del mondo e l’organizzazione delle Nazioni Unite che combatte la fame nel mondo. Ogni anno, in media, il WFP fornisce cibo ad oltre 90 milioni di persone in più di 70 paesi.

(21 novembre 2012)


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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda pianogrande il 21/11/2012, 16:38

Se la Palestina fosse uno stato (e fosse uno stato libero) non ci sarebbe la possibilità di strumentalizzare.
Palestinesi doppiamente vittime?
Non c'è limite al peggio.
Israele è l'apoteosi della legge del più forte.
Il resto sono considerazioni che hanno sì del vero ma che sono conseguenze del vero problema.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda flaviomob il 22/11/2012, 2:01

Intervento di Moni Ovadia:
"Un caro saluto a tutti gli amici del blog di Grillo. Sono già stato ospite del blog, con un filmato, e sono davvero contento di ritornare.
Naturalmente questa situazione in Medio Oriente, lo capiamo tutti, è una catastrofe. Ci sono due piani. Prima di tutto è il dramma dei civili innocenti. Io ho anche amici in questa questione: ho ricevuto proprio stamattina un messaggio da Israele, da un mio amico che diceva che un missile ha sfiorato la casa dove abita il suo nipotino piccino, di pochi anni, fortunatamente rimasto illeso. Ho avuto altri messaggi ... Sotto i missili che ti cadono in testa deve essere veramente terribile. Ci sono state 5 vittime civili.
Quello che succede agli israeliani è spaventoso, perché i morti civili sono sempre spaventosi, però ai palestinesi succede 10, 100, 1000 volte di più.
Gli israeliani fondamentalmente hanno rifugi, hanno una cupola l'iron dome, che protegge, i palestinesi non hanno niente, hanno macerie su macerie. Subiscono a un livello spaventoso: intere famiglie vengono cancellate da un bombardamento, che dovrebbe essere un bombardamento mirato, ma non esistono i bombardamenti mirati. Alla fine le vittime vere sono i civili, soprattutto vecchi, donne e bambini.
È una catastrofe spaventosa ed è l’apice di un inferno in cui in generale i palestinesi di Gaza vivono ormai da decenni e non solo i palestinesi di Gaza. Per loro la tragedia è immane, ma anche nei territori occupati si vive in una prigione a cielo aperto.
Allora bisogna prendere in conto questo: avere uno sguardo umano, non lasciare mai cadere lo sguardo umano, altrimenti la catastrofe diventa assoluta e si precipita in un abisso.
Detto questo la situazione quale è? Non c’è una trattativa in corso, non si vuole accedere alla trattativa e c’è un governo in Israele, che secondo me è il peggiore della storia di Israele, che semplicemente non vuole uno Stato palestinese di fianco a Israele. Non lo vuole, e questa secondo me è la ragione principale di tutto il disastro.
C’è un uomo della trattativa in Palestina, che si chiama Abu Mazen. Lì le violenze si sono fermate da lungo tempo, lui è uomo di trattativa, ma Netanyhau dice che vuole la trattativa senza condizioni, solo per procrastinare sine die una possibilità di vera trattativa e non c’è trattativa che non preveda lo stabilimento di uno Stato palestinese sulla linea armistiziale del '67, con Gerusalemme est come sua capitale. Se uno non accetta questa condizione di base vuole dire che la trattativa con i palestinesi non la vuole.
Nel contempo Netanyhau e Liberman sono riusciti a conferire dignità di interlocutore a Hamas, cioè i missili di Hamas hanno attratto la attenzione. 10 ministri degli esteri di Paesi arabi sono andati a Gaza per dare statuto importante di controparte a Hamas. Si dice che Hamas è terribile e poi allo stesso tempo con le azioni concrete gli si conferisce statuto di interlocutore. Quindi Hamas, ovviamente, prosegue nella sua linea. I morti civili dentro questo contesto per Hamas sono parte di quello che ha messo in conto e sta riuscendo a ottenere molto di più di quello che non può ottenere Abu Mazen, che è un uomo che pacificamente chiede che la Palestina venga ammessa all’Onu come Stato osservatore. Questo gesto di Abu Mazen, del tutto ragionevole, sensato, giusto, da ogni punto di vista, per Israel e, con l’accordo degli Stati Uniti viene bloccato, e anche la Comunità Europea che è vile, è pavida, non alza la testa, non dice niente.
L’origine di questa catastrofe è la mancanza di ossigeno a una vera e autentica trattativa. Il governo Netanyhau / Lieberman non la vuole questa trattativa con lo stato Palestinese.
Poi naturalmente dicono "Hamas è terrorista", però poi si deve trattare con Hamas terrorista. La trattativa si fa con il nemico no? E questo è un autentico disastro, non ci sarà pace fino a che i palestinesi non riceveranno la piena dignità, i palestinesi sono sottratti di ogni cosa, gli insediamenti in Cisgiordania aumentano a dismisura. Gaza è un autentico inferno, perché gli israeliani sì si sono ritirati ai tempi di Sharon, ma hanno sigillato il territorio. L’assedio, fino a prova contraria è un atto di guerra.
Poi non hanno lasciato neanche arrivare le Freedom Flotilla, che sono navi che portavano aiuti. Si sono alienati il governo turco, che è un Paese molto potente nell’area che svolge un ruolo molto importante. Allora siamo di fronte a una catastrofe, per una politica cieca, miope, che non ha orizzonte, che si limita solamente al mantenimento dello status quo, all’allargamento degli insediamenti e a dire retoricamente che "Hamas sono i terroristi cattivi". Tutta questa retorica blocca il vero problema, e cioè la pace si fa intanto con i nemici, fino a prova contraria, e poi la pace va rischiata per aprire una nuova prospettiva, oltretutto lo scenario in tutto il Medio Oriente è cambiato radicalmente e invece Natanyhau / Lieberman e tutti quelli che sono con loro, sono incastrati in una visione vecchia, finita. Tutto si sta trasformando, anche gli equilibri di forza, non ci si può basare solo sulla propria forza militare in eterno facendo tutto il contrario di quello che serve alla pace. Ripeto, gli insediamenti non hanno fermato neanche la costruzione di un cesso! Allora io credo, e è una cosa ovviamente per me disperante, perché vedere questo macello di civili innocenti, vedere gente, quello che vediamo che succede dei Territori Palestinesi, che naturalmente le televisioni arabe ripetono, perché fanno il ruolo dei media, come tutti i media, le cose più spaventose, appunto una intera famiglia di 40 persone eradicata, cancellata completamente con i corpi sbranati, è ovvio che l’odio nel mondo arabo per Israele cresce Tutto questo è nell’interesse di Israele? E poi piovono i missili, muoiono anche i civili israeliani, ma dove si va con questa cosa? Ma Netanyhau e Lieberman non hanno la minima intenzione di cambiare la loro politica. Speriamo che ci sia un barlume di luce anche nella società israeliana perché alle prossime elezioni si liberino di questo governo la cui politica è nefasta, ovviamente per i palestinesi, che subiscono quello che subiscono, ormai è un calvario senza fine, ma anche per gli israeliani, perché in questo modo Israele non ha un vero futuro!"

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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda trilogy il 22/11/2012, 20:17

Interpretare quello che accade in medio oriente è sempre molto complicato perchè sono tutti doppio giochisti. Dicono una cosa e ne fanno un'altra. Se i mezzi d'informazione locali dicono di guardare a destra, devi guardare a sinistra per capirci qualche cosa. La popolazione civile palestinese è da 60 anni vittima di giochi sporchi più grandi di lei :shock:

Ha mediato - ha ottenuto la tregua - ed è passato all'incasso....

(ANSA) - IL CAIRO, 22 NOV - Il presidente egiziano Mohamed Morsi "ha oggi usurpato tutti i poteri dello Stato e si è di fatto autoproclamato nuovo faraone": lo scrive su Twitter Mohamed El Baradei, ex capo dell'Aiea e fondatore del nuovo partito al Dostour, affermando che la decisione sugli accresciuti poteri presidenziali è "un duro colpo per la Rivoluzione che potrebbe avere conseguenze terribili".

(ANSA) - IL CAIRO, 22 NOV - Il presidente egiziano, Mohamed Morsi, ha nominato un nuovo procuratore generale Talat Ibrahim Talat. Lo ha reso noto il portavoce della presidenza Yasser Ali, alla televisione pubblica. Morsi ha rimosso il procuratore in carica, Abdel Meguid Mahmoud, con quale ebbe un teso braccio di ferro a ottobre quando la magistratura assolse gli imputati del processo per la "battaglia dei cammelli" a piazza Tahrir, uno degli episodi più violenti della rivoluzione dello scorso anno.
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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda trilogy il 24/11/2012, 23:41

trilogy ha scritto:Interpretare quello che accade in medio oriente è sempre molto complicato perchè sono tutti doppio giochisti. Dicono una cosa e ne fanno un'altra. Se i mezzi d'informazione locali dicono di guardare a destra, devi guardare a sinistra per capirci qualche cosa. La popolazione civile palestinese è da 60 anni vittima di giochi sporchi più grandi di lei :shock:

Ha mediato - ha ottenuto la tregua - ed è passato all'incasso....


Il prof. Parsi è un ottimo analista ma noi c'eravamo arrivati, da soli, due giorni fa.... :geek:

salut
Trilogy

EDITORIALI
24/11/2012
Assist al Cairo da Israele
VITTORIO EMANUELE PARSI
Ha impiegato 48 ore il presidente egiziano Morsi per mettere all’incasso sul piano domesticoil successo conseguito grazie al ruolo cruciale giocato nel rendere possibile la proclamazione della tregua tra Israele e Hamas.

articolo: http://www.lastampa.it/2012/11/24/cultu ... agina.html
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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda franz il 25/11/2012, 10:52

trilogy ha scritto:Ha impiegato 48 ore il presidente egiziano Morsi per mettere all’incasso sul piano domestico

Non credo che questo fatto sia in antitesi con la tesi di Tariq Alhomayed.
Una cosa è approfittare di una situazione per trarne vantaggio, come ha fatto Morsi, altro è crearla ad arte per distrarre l'opinione pubblica da altre emergenze, come ha fatto l'iran, che comanda su Hamas, per aiutare la syria.

Qui vanno sottolineate alcune informazioni:
1) per chi ama fare bilanci delle vittime, il numero delle vittima in Siria in un anno e mezzo è pari a circa 40'000 esseri umani, di cui 2400 bambini o adolescenti. Non dico nell'indifferenza generale ma ci siamo quasi.
vedere qui: http://www.sirialibano.com/siria-i-nume ... epressione
se proprio si gradisce un confronto numerico con le vittime del conflitto israelo-palestinese, il bilancio è qui: http://en.wikipedia.org/wiki/Israeli%E2 ... .93present ed è ovviamente tragico come tutti i bilanci ma decisamente inferiore, pur dal '48 ad oggi.
2) da Gaza sono partiti anche missili moderni, forniti dall'Iran. Non fionde o solo missili artigianali, quindi. Tra l'altro, 1500 missili in sei giorni, di cui 5 sono i Fajr iraniani, quelli di lunga gittata arrivati a tel aviv e gerusalemme. Vedere qui: http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/artic ... 0aff6.html
3) in effetti ci sono stati piu' tentativi di infiammare anche il fronte del Golan: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06 ... ni/116188/ e piu' recentemente http://www.ilgiornale.it/news/esteri/go ... 55225.html
4) L'effetto reale della crisi di gaza è stato di allentare l'attenzione dalla Siria.

Il punto 2 è importante perché viene usato da Israele per mantenere Gaza sotto stretto embargo. Embargo che non funziona al 100% (per via dei cunicoli sotterranei con l'egitto) ma chiediamoci cosa passerebbe come armamento se non ci fossero controlli di sorta.
Il punto 3) è quello che piu' mi fa pensare che Tariq Alhomayed abbia ragione. Ci hanno provato piu' volte ma non ci sono riusciti. A quanto pare le milizie libanesi del gruppo radicale sciita Hezbollah, filo-siriane ed iraniane, hanno ancora nella memoria gli eventi del 2006 e non intendono scottarsi e sconvolgere i delicati equilibri in Libano (e mi pare ci siano ancora soldati ONU a vigilare) e l'autorità palestinese in cisgiordania è moderata ed è stata tranquilla. Rimaneva solo la milizia di Hamas. Tanto loro confidano nella tregua, che poi convertono in vittoria sul piano interno. E Morsi è stato pure bravo a sfruttare la situazione. Ma non venitemi a raccontare che dietro tutto questo non ci sia lo zampino di chi arma Hamas e tenta di alleviare la pressione mediatica internazionale sulla syria.
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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda flaviomob il 25/11/2012, 13:10

Veramente Hamas ha ricevuto molte critiche da chi è schierato col sanguinario regime siriano, dato che ne ha preso le distanze da molto tempo. Poi le vittime civili di azioni di guerra da parte di un paese considerato democratico, che utilizza armi non convenzionali proibite, non sono paragonabili alle vittime interne causate da un regime dispotico come quello siriano. I regimi dittatoriali sono considerati tali solo quando ci fa comodo, considerando che i cristiani di Siria hanno storicamente sempre appoggiato Assad, che ne ha garantito la libertà di culto e la tutela (una situazione simile a quella egiziana prima della primavera araba). Per finire, perché non conteggiare tra le dittature la Cina e le sue migliaia di condannati alla pena capitale ogni anno, anche per motivi politico-ideologici?

Sarebbe anche il caso di parlare del Bahrein:

http://www.amnesty.it/bahrein-un-anno-d ... enza-freni


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