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Il no profit, Monti e Renzi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il no profit, Monti e Renzi

Messaggioda flaviomob il 02/11/2012, 11:50

http://www.vita.it/ultimenotizie/monti- ... rofit.html

Il Monti-Dracula che brutalizza il non profit

Copertina shock per il numero di novembre del mensile. Il bilancio in profondo rosso di un anno di governo Monti, che dal terzo settore, al fisco, passando per i disabili e le cooperative sociali non ha fatto altro che penalizzare il sociale.


Metà premier, metà vampiro
Un Monti shock formato Dracula. Ecco la copertina del numero di novembre di Vita mensile in edicola. «Per il premier, il welfare è solo un costo, non un motore di sviluppo, perciò l’ha brutalizzato. L’Agenda Monti è da buttare», scrive Riccardo Bonacina nel suo durissimo editoriale che anticipa il bilancio (in profondo rosso) di un anno di governo dei tecnici. Ecco in sintesi i capi d’accusa. Il resto in edicola e nelle librerie Feltrinelli. Con i contributi di Matteo Renzi, Francesca Danese, Enrico Letta, Maurizio Lupi, Alceste Santuari, Cristiano Gori, Franco Bomprezzi, Alberto Fontana e del responsabile welfare di Anci, Lorenzo Guerini.

I capi d’accusa del non profit al governo Monti:

TERZO SETTORE: legge sul 5 per mille rimandata all’anno prossimo, Fondi per il servizio civile ridotti all’osso, bandi per volontariato e promozione sociale mai licenziati, Chiusura dell’Agenzia del Terzo Settore e una riforma del Lavoro che produrrà nero e licenziamenti.
FISCO: Introduzione di una franchigia di 250 euro, al di sotto della quale non sarà possibile detrarre nulla (in media gli italiani donano 142 euro) e un tetto massimo di 3mila euro l’anno. Le stesse franchigie si applicano anche alla deducibilità. La + Dai –Versi viene così stravolta.
DISABILI: Il tentativo di inserire nel computo del reddito anche le indennità di accompagnamento, una riforma dle lavoro che non facilita i tassi di occupazione dei disabili, il mancato aggiornamento del nomenclatore e della dotazione dei Fondi statali
COOPERATIVE SOCIALI: In estate l’azzardo per fortuna non andato a buon fine di azzerare il sistema delle convenzioni, ora l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% che significherebbe la chiusura di tantissimi servizi. E intanto il Governo si guarda bene dal restituire il debito di 6 miliardi che ha nei loro confronti.

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http://blog.vita.it/lapuntina/2012/10/3 ... teo-renzi/

POLITICA
L’endorsement di Matteo Renzi
di Riccardo Bonacina

Ieri sera, anche sull’onda della preoccupazione per i risultati delle Regionali sicialiane dove oltre il 52% non ha votato (Crocetta che ha vinto è espressione di meno del 15% dell’elettorato), ho deciso di andare al Teatro Dal Verme di Milano, dove il camper di Matteo Renzi si fermava per la sua 96° tappa (su 100, infatti il tour si chiude oggi con le tappe a Urbino, Ancona e Cesena dopo una quarantina di giorni, circa 20mila chilometri e oltre 100mila euro raccolti).
Dopo averlo incontrato in redazione, il 18 ottobre scorso, insieme a una quaratina di presidenti e direttori di grandi organizzazioni non profit (qui un momento dell’incontro che Renzi aveva chiesto per ascoltare e capire), ero giornalisticamente curioso di partecipare ad una delle tappe del suo tour e di verificare di persona i segreti del format su cui tanto si è favoleggiato e che riempie teatri e piazze (anche ieri sera, 2000 dentro il Teatro e qualche centinaio fuori).
Punto primo. Ebbene, diciamolo subito, la prima evidenza di ieri sera è che il format della campagna per le primarie di Matteo Renzi è Renzi stesso. La sua capacità di narrazione, di affrontare i temi veri della vita di questo Paese, senza menar fendenti a nessuno (davvero a nessuno, neppure a D’Alema), senza retoriche e uso di slogan per attirare applausi, ragionando semplicemente sui temi. Altro che spin doctor, o format televisivi alla Giorgio Gori. Ieri sera Renzi ha parlato per quasi 2 ore a braccio e su un tema approntato nell’occasione, Milano, “Cosa mi insegna Milano”. In quasi 2 ore, Renzi si è concesso due sole slide (quella del rendiconto della raccolta fondi, e quella con partecipanti alle primarie Pd del 2008 per sottolineare i vari “premi di consolazione distribuiti” allora, premio che Renzi promette di non chiedere), e un video di 30 secondi con uno spezzone di Cetto Laqualunque per dire che la battaglia contro l’evasione non la si può fare a colpi di scontrini e basta (che ci vuole, ovviamente), ma con un nuovo patto Stato e cittadini.
Punto due. Mi ha destato una certa sorpresa ed emozione sentire che tra qualità di Milano Renzi ha messo al primo posto il suo essere capitale del volontariato e dell’economia sociale, da cui l’affermazione “Non possiamo non ripartire che da quello che i cittadini mettono in campo senza oneri per lo Stato. La loro capacità donativa, associativa, l’autorganizzarsi per rispondere ai bisogni loro e degli altri. Dobbiamo almeno non intralciare questo, dobbiamo favorirlo. per esempio stabilizzando il 5 per mille rendendolo un quadro certo ed efficiente. Dobbiamo puntare a un servizio civile europeo e obbligatorio che sia una vera leva civica che aiuti il nascere degli Stati Uniti d’Europa”. A chi iera sera (avendo Renzi citato VITA e salutato) e stamattina mi ha chiesto se il mio era un endorsment per Renzi, ho risposto (e rispondo qui) che è vero piuttosto il contrario, che è Renzi ad aver fatto endorsement (già nell’incontro in redazione e alla Leopolda un anno fa) con i temi che più ci stanno a cuore, a noi e alle organizzazioni che raccontiamo e che coinvolgono 5 milioni di italiano ed erogano servizi ad almeno 7 milioni. So che non è facile farlo e perciò non posso che apprezzare che uno dei pochi portatori sani di politica in circolazione parta proprio da qui.
Punto tre. L’ho già accennato, ma è stata impressionante la voglia di ragionare di cose e di problemi oltre i pre-giudizi (di economia, cultura, scuola, semplificazione etc.). Il suo non è stato un comizio ma una proposizione di cose da fare e da cambiare. Altro che volgarità! Non mi era mai capitato di sentire un politico parlare per quasi due ore senza propinare un insulto o uno sberleffo a un avversario. Da non credere. Chiunque di voi senta in questi giorni gli avversari dentro e fuori il Pd, spesso racorosi, irosi, potrà farsi un’idea.
Un amico ieri sera mi ha scritto questo sms “Oltre a Pisapia e Boeri sei stato l’unico milanese vivente ad essere stato citato. Ma cosa gli hai fatto?”. Gli ho risposto “Non avendo né posti né voti da vendere penso semplicemente che Renzi essendo un antico lettore di VITA, si sia fatto una giusta idea di società e della sua autonomia, e quindi anche della politica”. Tutto qui. Se vi sembra poco.


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Re: Il no profit, Monti e Renzi

Messaggioda ranvit il 02/11/2012, 13:26

Flavio, quindi c' è qualcosa di buono anche in Renzi??? :D :D :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il no profit, Monti e Renzi

Messaggioda flaviomob il 02/11/2012, 14:02

Vita è una rivista molto impegnata nel sociale (ed estremamente critica verso il governo Monti ed il precedente, visti i danni che hanno fatto). Per questo ho dato credito ad un articolo a favore di Renzi (che peraltro viene dallo scoutismo, quindi il sociale lo conosce dall'interno), oltre che per spirito "democratico" ;)


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Re: Il no profit, Monti e Renzi

Messaggioda lucameni il 02/11/2012, 21:42

Poi Renzi ha fatto un mezzo dietrofront (dopo averlo già fatto a dire il vero nell'altro senso) in merito al Tav piemontese, e quindi scatenando le ire di Esposito e magnaccioni assortiti. Pur mantenendo tutte le critiche alla sua strategia bisogna essere oggettivi e dare atto. Quasi mi dispiace per i renziani più renziani di Renzi: è vero che potrebbero dire che non tutti sono perfetti ma a leggere certe reazioni in rete che danno del cavernicolo al sindaco e sono tornati sui loro passi nel volerlo votare perchè ha detto più o meno "quei soldi meglio investirli nella scuola e in opere sul territorio più urgenti" non vorrei che gli cadesse un mito. Non sia mai detto.
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Re: Il no profit, Monti e Renzi

Messaggioda flaviomob il 02/11/2012, 23:33

http://www.linkiesta.it/renzi-tav-bersani

Renzi, nei commenti, addirittura accusato di essere comunista!

Ma a Firenze, poi, sulla TAV da che parte stava?


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Re: Il no profit, Monti e Renzi

Messaggioda lucameni il 02/11/2012, 23:54

Bè c'è da dire che il progetto di tunnel fiorentino è del tutto particolare visto che riguarda qualcosa interno ad una città e quindi va considerato con implicazioni parzialmente diverse rispetto altri progetti contestati. Certo è che oltre all'impatto pesantissimo, a fronte di altri progetti possibili e già presentati, è costosissimo. Appunto per questo viene difeso a spada tratta da chi poi avrà da guadagnarci (non certo i cittadini e la viabilità).
Fatta questa premessa Renzi mesi fa ha fatto fuoco e fiamme dicendo più o meno che non avrebbe permesso un simile scempio della città. Qualche settimana dopo era a tarallucci e vino con Moretti che aveva promesso finanziamenti per cementificare altra parte della città quale compensazione dei lavori (e ricordiamo tutta la questione dello smaltimento delle terre di scavo per le quali è stata imbastita una legge "ad impresam"): prassi consolidata per ammorbidire resistenze e dare il modo di giustificare politicamente dei dietro front, ovvero lo Stato che paga ancor di più peggiorando quello che è già pessimo.
Adesso pare che abbia fatto un parziale dietro front del dietro front tornando su posizioni più critiche in merito a come vengono imbastite le grandi opere in Italia e soprattutto sui costi micidiali a carico dello Stato. Il tutto però non riferito a Firenze che, ripeto, riguarda un progetto che ricorda in parte quello che è stato combinato (in maniera molto molto molto molto più soft) in quel di Bologna, ma in linea generale come politica ambientale e dei trasporti (e direi anche economica).
Onestamente è un balletto che faccio fatica a seguire.

Che ora Renzi sia diventato "comunista" la dice lunga sul livello culturale di certi nostri cittadini.
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Re: Il no profit, Monti e Renzi

Messaggioda flaviomob il 03/11/2012, 0:36

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Monti contro i più deboli

Messaggioda flaviomob il 03/11/2012, 20:43

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... 3E/2194224

Monti se la prende coi deboli

di Michele Azzu

I tagli ai disabili e ai non autosufficienti sono il caso più eclatante. Ma tutta l'azione del governo sulle politiche sociali grida vendetta a Dio. Una politica che ci porta verso un Paese non solo più ingiusto, ma anche più povero(02 novembre 2012)Per una settimana 70 disabili gravi aderenti al 'comitato 16 novembre' hanno portato avanti uno sciopero della fame per annullare l'azzeramento del fondo non-autosufficienti deciso dal governo. Salvatore Usala, segretario del comitato, è uno di quei 70. Vive a Monserrato, vicino Cagliari, e da otto anni è paralizzato dalla Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. Si esprime tramite un computer. Il 31 ottobre sono andati a trovarlo i ministri Fornero e Balduzzi. I ministri hanno chiesto 20 giorni di tempo per produrre atti. Come dice Usala: «Non hanno quantificato le risorse che dal governo arriveranno per le non autosufficienze. Né hanno nascosto che oltre alle colombe, tra i ministri ci sono falchi». Fornero e Balduzzi sarebbero le colombe, i falchi non si sa. Tanto che lo stesso ministro del lavoro, avrebbe pianto per la mancanza di fondi durante il consiglio dei ministri del 31 ottobre. Eppure Elsa Fornero con la Riforma del lavoro ha tagliato anni di tutele sociali, trasformando quattro anni di mobilità in 18 mesi di Aspi. Non importa chi siano i falchi: la linea del governo Monti sulle politiche sociali è la prosecuzione di quella del precedente governo Berlusconi: i cittadini facciano da soli, il welfare resti in mano in mano ai privati e alle famiglie.

I disabili non sono i soli: oltre l'azzeramento del fondo non-autosufficienti - che include gravi disabilità e anziani che hanno bisogno di assistenza - c'è il Fondo nazionale per le politiche sociali. Questo fondo dai 923 milioni del 2008 passa a 44 milioni stanziati per il 2013. Complessivamente i fondi per il sociale passano da 2.526 milioni del 2008 a 1.472 nel 2010, a soli 200 milioni per il 2013. Ci sono i tagli ai trasferimenti indistinti alle amministrazioni municipali, che assieme al Patto di stabilità fanno sì che «i comuni già ci dicono che certi servizi non li possono più dare», come afferma la stessa Fornero.

Ora la stangata della Legge di stabilità: rialzo dell'Iva dal 4 al 10 per cento per le cooperative sociali (che forniscono i servizi nei comuni), tagli alle indennità di accompagnamento dei non-autosufficienti, l'Irpef sugli invalidi di guerra, 600 milioni di tagli alla sanità. Tutti questi interventi sono stati rigettati dalla Commissione affari sociali, ma serve ancora il vaglio della Commissione bilancio. E a breve arriverà anche la riforma dell'Isee, ovvero l'indicatore economico familiare che consente di accedere a prestazioni sociali, libri di testo, borse di studio.

Ci sono famiglie di disabili e non autosufficienti che non ce la fanno a pagare l'assistenza. Ci sono famiglie povere che i comuni non possono più aiutare, c'è il problema degli asili nido, che da Torino a Bologna vengono privatizzati. Enormi costi sociali che corripondono a risparmi per le casse dello stato quasi irrisori, lo 0.46% del Pil. Interventi pesantissimi che ricadranno interamente sulle famiglie e soprattutto sulle donne. Creando un circolo di povertà che si auto alimenta: «La disabilità o non-autosufficienza è fattore determinante di povertà», ci spiega Pietro Vittorio Barbieri, presidente dell'associazione Fish (Federazione Italiana superamento handicap).

LA DISABILITA' COME FATTORE DI POVERTA'
Barbieri il 31 ottobre scorso era in piazza Montecitorio, assieme a tutte le associazioni che hanno dato vita alla manifestazione "Cresce il welfare, cresce l'Italia". Anpas, Auser, Cipal e tantissime altre realtà, pronte a chiedere il ripristino dei fondi per non-autosufficienti e del Fondo nazionale per le politiche sociali. Barbieri presiede l'Associazione Fish, che si occupa di disabili: «Volevamo dare un segnale forte dopo lo sciopero della fame dei 70 disabili», spiega. «I tagli del governo Monti - continua - proseguono le politiche di Tremonti ma un dato è importante: già prima dei tagli l'Eurostat ci piazzava 24esimi per la spesa sociale, su 27 paesi europei». In Italia il "welfare privatistico" è molto diffuso, basti pensare a quanti anziani hanno una badante, quanti disabili vengono assistiti dalla famiglia. «Soprattutto dalle donne, e ora si rischia di tornare agli anni '50», aggiunge Barbieri. Pensare che disabili e anziani non-autosufficienti costituiscono il 5 per cento della popolazione: ben 2 milioni e 800mila persone. «Di questi i non coperti da assistenza statale sono 2 milioni e 600mila».

Il presidente della Fish è egli stesso disabile, e sa bene i rischi a cui va incontro una famiglia che deve assistere da sola un parente non-autosufficiente. «La disabilità e la non autosufficienza sono fattori determinanti della povertà», spiega. I familiari, troppo spesso le donne, sono costrette a abbandonare il lavoro per dedicarsi all'assitenza. «Ma il disabile stesso difficilmente potrà uscire di casa o lavorare. E questa è una ricchezza, una parte di Pil che va perduto». Barbieri ci racconta di due genitori trentenni, a Roma, che hanno dovuto rinunciare al lavoro per assistere il figlio affetto da autismo. «Il rischio vero è quello di un impoverimento pazzesco», insiste Barbieri. Che ricorda quando tutto ebbe inizo, con Tremonti: «Partì una campagna stampa contro i falsi invalidi, gli scrocconi, come li definivano. Furono effettuati controlli straordinari per acchiappare un topolino: su 1 milione e 200mila invalidi italiani vennero trovati 1.500 casi falsi».

I COMUNI NON CE LA FANNO
«Nel momento in cui aumenta il bisogno di fondi i comuni vengono lasciati da soli», parla così Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi e presidente dell'Anci, l'associazione dei comuni italiani. Per gli enti locali è davvero difficile: il governo attuale, come il precedente, ha tagliato i trasferimenti indistinti alle amministrazioni municipali, ovvero i soldi che lo Stato versa direttamente ai comuni per finanziare le prestazioni sociali. E poi: «Ora alzano l'Iva alle cooperative sociali, dal 4 al 10 per cento, e saranno i comuni a dover pagare», spiega Guerini. Per il sindaco di Lodi si rischia un corto circuito del sistema: «A Lodi abbiamo cercato di mettere il sociale come prima voce di spesa, tagliando altre voci, ma l'Italia è lunga e non sempre si può fare».

Cosa si perde se un comune non può fornire i servizi sociali? Asili nido e scuole materne, assistenza agli anziani, trasporti speciali per minori e disabili. Gli interventi per le famiglie povere: integrazione delle bollette, contributi al pagamento dell'affitto, sussidi. «Qui a Lodi abbiamo anche 12 appartamenti per le famiglie sfrattate», dice Guerini. «E se un anziano non può permettersi la casa di riposo - continua - il comune integra la sua quota». Le casse dei comuni, già paralizzate dal Patto di stabilità, ora «sono una coperta molto corta». Coinvolgere i privati o le Fondazioni di origine bancaria (solo 80 in tutta Italia ma molto ricche) si può, per il presidente dell'Anci, ma: «I modelli innovativi puoi farli se investi, non senza soldi». Fra le proposte che l'Anci ha presentato questi giorni alla Commissione bilancio c'è un richiamo all'Inps: «La Previdenza Sociale gestisce 41 miliardi al netto di pensioni e ammortizzatori sociali. Ma non vengono destinati a servizi, solo a trasferimenti monetari», conclude Guerini.

ASILI BENE COMUNE
Solo il 26 ottobre il ministro Fornero affermava a Moncalieri che: «Dobbiamo ribellarci al fatto che ogni volta che si parla di riduzione della spesa pubblica la prima voce sono gli asili». Poco lontano, a Torino, c'è il 'Comitato Zerosei' che comprende 250 persone tra genitori, insegnanti e precari delle scuole materne e asili nido. Negli ultimi mesi hanno condotto azioni di protesta, perché su 50 asili comunali nove sono stati affidati a privati. «Nel dicembre 2011 il sindaco Fassino ha violato il patto di stabilità per pagare i debiti del comune», racconta Luca Preti, vicepresidente del comitato. «Come sanzione il comune non può più assumere dipendenti, così gli insegnanti precari non sono stati assunti». Si sono coalizzati, quindi, genitori ed insegnanti, per difendere gli asili "bene comune". Hanno proposto di prendere loro in gestione gli asili tramite una Ipab.

Luca è genitore di due figli, di 2 e 3 anni, e si è mobilitato per loro. Ma non c'é stato nulla da fare, dal settembre 2012 i nove asili sono gestiti da privati scelti con un bando di concorso. «Abbiamo ottenuto qualcosa: le cooperative che gestiscono gli asili hanno dovuto attingere al personale precedente», racconta Luca. Anche se tutti i dipendenti riassunti hanno avuto decurtato lo stipendio. Con l'esternalizzazione degli asili il comune ha risparmiato circa sei milioni di euro. «Ora però c'è la Compagnia di San Paolo che come sponsor ci ha messo quattro milioni e mezzo di euro», spiega Luca. La Compagnia già da Gennaio potrebbe decidere di non rinnovare. «Se si perde la sponsorizzazione le cooperative dovranno fare cassa, ma non si può lucrare sugli asili. Perché l'unico modo sarebbe alzare ancora le rette, tagliare il personale, aumentare il numero dei bambini per classe». E anche qui, come per i disabili e non autosufficienti, a pagare un prezzo altissimo sarebbero le famiglie. Le donne. Il Paese.


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Re: Il no profit, Monti e Renzi

Messaggioda flaviomob il 12/11/2012, 16:59

Firma la petizione per non soffocare l'azionariato popolare!

5 Novembre

Nei giorni scorsi centinaia di nostri soci si sono mobilitati per chiedere al Parlamento di re-introdurre nella legge di stabilità l'esenzione dall'imposta di bollo per i micro-investimenti al di sotto dei 1.000 euro. Un'esenzione necessaria per salvaguardare le esperienze di democrazia economica e azionariato diffuso di cui anche noi siamo esempio concreto.

Una mobilitazione che ha ottenuto l'attenzione su questo tema da parte dei parlamentari e che adesso si orienta direttamente verso il Governo e verso il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.

E' possibile sottoscrivere la petizione promossa dai nostri soci per fare arrivare al Governo la voce dei tantissimi piccoli azionisti penalizzati dalla cancellazione dell'esenzione dal bollo.

Anche tu puoi firmare qui:
https://www.change.org/it/petizioni/min ... le-finan...

La manovra Salva Italia del 2011 ha applicato l'imposta di bollo su tutti i depositi titoli, penalizzando i piccoli risparmiatori attraverso una soglia minima di 34 euro di imposta, senza la precedente esenzione al di sotto dei mille euro di investimento.

Il Governo ha finora respinto le iniziative parlamentari tese alla reintroduzione di una soglia di esenzione, una decisione che difficilmente può essere spiegata come mera scelta tecnica: la copertura economica per l'esenzione si potrebbe facilmente raggiungere almeno introducendo un'aliquota uguale per tutti.

Ecco il testo con il quale vogliamo chiedere al Governo un'inversione di rotta per far si che la mancata esenzione non si traduca in una scelta politica tesa a penalizzare i piccoli investitori.

Alla cortese attenzione del Ministro dell'Economia e delle Finanze - Professor Vittorio Grilli

Con la legge di stabilità che il Parlamento si accinge ad approvare, Le chiediamo di modificare la norma che impone l'imposta di bollo a tutti i depositi titoli anche di modesta entità, reintroducendo l'esenzione fino a 1000 euro, in vigore fino alla legge n. 214 del 22 dicembre 2011.
Tale soglia di esenzione serve a salvaguardare l'azionariato diffuso e popolare che è alla base delle più significative esperienze di democrazia economica, tra cui quella di Banca Etica.
Il bollo di 34 euro imposto senza proporzione anche ai piccolissimi investimenti è invece un balzello iniquo che ostacola la partecipazione e scoraggia i piccoli risparmiatori.

http://www.bancaetica.it/blog/firma-pet ... o-popolare


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