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Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda annalu il 06/12/2008, 19:38

franz ha scritto:
matthelm ha scritto:Domanda:

si è capita la differenza tra scuola pubblica, scuola privata, scuola paritaria?

Non lo so.
A dire il vero esiste la differenza tra Scuola Statale, scuola paritaria (privata o degli enti locali) e scuola non paritaria.
L'ultima non riceve fondi.
A me pare che in fondo il governo è stato coerente. Ha taglioato fondi a tutti, squola statale e scuola paritarie.

Si constata infine che se qualche milione di studenti protesta per i tagli al stistena statale, non succede nulla.
Se invece protesta la Chiesa per i tagli alla scuola paritaria, il governo accusa il colpo.

Ciao,
Franz


Da quel che riesco a capire, una scuola paritaria è una scuola privata il cui titolo di studio è ritenuto equipollente a quello delle scuole pubbliche, e di conseguenza devono avere programmi equipollenti a quelli statali. Non vedo quindi ragione perché non sia valido il dettato costituzionale "senza oneri per lo stato".
Tra l'altro, se si accetta il principio che una scuola paritaria può vicariare quella statale, lo stato potrebbe esimersi dal fornire istituti scolastici sufficienti in alcune sedi. Gli studenti e le famiglie sarebbero costretti a scegliere una scuola che fornisce sì una istruzione di livello paragonabile alla pubblica, ma che certo si ispira a criteri pedagocici e/o religiosi particolari.

Il fatto poi che un tagli ai finanziamenti delle scuole paritarie provochi una reazione da parte della Chiesa mi conferma il sospetto che la maggior parte delle scuole paritarie siano scuole cattoliche.

annalu

Per fare un esempio, vi riporto qui un brano della presentazione della scuola paritaria Liceo Maria Assunta:

COS'E' UNA SCUOLA PARITARIA Si definisce "scuola paritaria" una scuola gestita da Enti diversi dallo Stato […] La scuola paritaria svolge un servizio pubblico, improntato ai principi costituzionali ed è aperta a tutti. Il progetto educativo identifica la singola scuola esprimendo l'eventuale orientamento culturale e/o religioso. Il piano dell'offerta formativa determina il curricolo obbligatorio per gli alunni (nella quota definita a livello nazionale e nella quota riservata) e programma le attività extracurricolari. Il riconoscimento della parità esige che il servizio scolastico erogato corrisponda agli ordinamenti generali dell'istruzione, sia coerente con la domanda formativa delle famiglie e sia caratterizzato da requisiti di qualità ed efficacia. […] Uno degli aspetti che caratterizzano la scuola paritaria rispetto alla scuola statale è la necessità per gli studenti di pagare una retta. Ciò si verifica in quanto le scuole paritarie non ricevono dallo stato contributi o finanziamenti di alcun genere, per cui devono provvedere in proprio alla retribuzione degli insegnanti e del personale e a tutto ciò che la gestione di una scuola normalmente richiede. […]
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda guidoparietti il 06/12/2008, 19:55

franz ha scritto:Che la legge che detta le norme sulle scuola paritarie sia anticostituzionale è un tuo legittimo parere, non soffragato ad alcuna disposizione giurica. In otto anni nessun giudice (con tutti quelli che abbiamo che dicono tutto ed il contrario di tutto e con mille colori) ha mai posto la questione per cui credo che nella forma e nella sostanza la norma sia OK.
Il vero problema pero' è che noi abbiamo una costituzione vecchia e blindata, che non riusciamo a migliorare.
Quell'articolo è frutto di un pregiudizio ideilogico sbagliato ed è superato.
Ovvio che non potendo cambiare la costituzione il problema è stato aggirato (siamo esperti in Italia) ma è stato aggirato bene, tanto che appunto non si sono mai posti problemi di incostituzionalità.

È stato aggirato bene un corno. Non è stato aggirato affatto, è stato semplicemente ignorato da tutti, compresi i giudici costituzionali, perché la chiesa cattolica è un'influenza troppo forte per una politica (e una magistratura) molto debole. Se di fronte al fatto che la Costituzione dice: "senza oneri per lo stato" chiaro, tondo e senza nessuna qualificazione ulteriore, un cittadino attento e interessato alla politica come te (ma tanti altri come te) non risponde altro che "se i giudici non hanno detto nulla vorrà dire che non c'è anticostituzionalità", secondo me vuol dire che siamo messi molto male.

Se non sappiamo vedere la contraddizione tra "SENZA oneri per lo stato" e "CON oneri per lo stato" senza che ce lo dica un giudice costituzionale, non vedo proprio come possiamo mai pretendere di esprimere un giudizio sensato in politica – e quindi perché mai stiamo a parlarne su un forum, tra l'altro. Nell'articolo 33 della costituzione non ci clausole che limitino il SENZA ONERI PER LO STATO, si riferisce chiaramente e senza equivoci a tutte le scuole tranne quelle statali, comprese quelle parificate di cui si parla nel paragrafo successivo senza affatto dire che sono esenti dal divieto di ricevere fondi.

Non mi rispondere ancora con i giudici, spiega in italiano come è possibile che "SENZA X" sia logicamente compatibile con "CON X". Nessuno lo ha mai saputo spiegare, si fa semplicemente finta di nulla perché la materia scotta molto a destra come a sinistra.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 06/12/2008, 22:04

guidoparietti ha scritto:È stato aggirato bene un corno. Non è stato aggirato affatto, è stato semplicemente ignorato da tutti, compresi i giudici costituzionali, perché la chiesa cattolica è un'influenza troppo forte per una politica (e una magistratura) molto debole. Se di fronte al fatto che la Costituzione dice: "senza oneri per lo stato" chiaro, tondo e senza nessuna qualificazione ulteriore, un cittadino attento e interessato alla politica come te (ma tanti altri come te) non risponde altro che "se i giudici non hanno detto nulla vorrà dire che non c'è anticostituzionalità", secondo me vuol dire che siamo messi molto male.

Se non sappiamo vedere la contraddizione tra "SENZA oneri per lo stato" e "CON oneri per lo stato" senza che ce lo dica un giudice costituzionale, ...

Ricapitoliamo .... non solo nessun giudice costituzionale (quegli impavidi che anni fa rifiutarono il lodo alfano e vari altri) è intervenunto, ma nessun giudice ordinario ha mai sollevato il caso alla Corte e nell'ambito di alcun processo evidentemente il caso è stato posto. Quindi mi pare evidente che siamo di fronte ad un complotto demo-giudo-plutocratico-papalino.

Quanto al vedere le contraddizioni, se la scuola parificata viene definita dalla legge come facente parte del sistema statale di istruzione, mi pare che il problema sia chiarissimo.
A meno ovviamente di sbagliarmi sul fatto che non siamo piu' ai tempi di Guareschi, cosa possibilissima.

Ciao,
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pianogrande il 06/12/2008, 23:07

Non ho sinceramente capito la storia dei pari diritti (fino a scomodare la dichiarazione universale etc. etc.).
A chi frequenta le scuole cattoliche private è forse vietato frequentare la scuola pubblica?
A chi si allarma per l'aumento delle rette è forse vietato frequentare la scuola pubblica?
La scuola pubblica non è forse lì proprio per garantire l'istruzione a tutti?
Dove sta il problema?
Di problemi veri ne abbiamo già abbastanza da non dovercene inventare di inesistenti.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 06/12/2008, 23:26

pianogrande ha scritto:Non ho sinceramente capito la storia dei pari diritti (fino a scomodare la dichiarazione universale etc. etc.).

In effetti certi diritti si capiscono, altri meno. Vecchia storia.
pianogrande ha scritto:A chi frequenta le scuole cattoliche private è forse vietato frequentare la scuola pubblica?
A chi si allarma per l'aumento delle rette è forse vietato frequentare la scuola pubblica?
La scuola pubblica non è forse lì proprio per garantire l'istruzione a tutti?
Dove sta il problema?
Di problemi veri ne abbiamo già abbastanza da non dovercene inventare di inesistenti.

Non stiamo parlando di scuole cattoliche private ma di scuole paritarie, che come tali ricevono fondi, sempre meno.
In base ad una legge del centrosinistra (il primo a rompere il muro dell'omertà fu berlinger sotto il primo governo prodi)
Ora o si è contro i tagli o non si è contro i tagli.
Il PD una volta tanto mi pare coerente ed è contro tutti i tagli.
Anche se dimentica che buona parte della scuola pubblica è sia sotto finanziata sia bisognosa di notevoli cure dimagranti per eccesso di assunzioni clientelari. Altrettanto non si puo' dire delle parificate, che vivono in gran parte con i propri fondi. Chiudiamole tutte, nell'enfasi rivoluzionaria giacobina e chiuderemmo il 90% delle scuole dell'infanzia, dimostrando in pieno tutta quella intelligenza che inutilmente il buon Antonio Gramsci ci invitava a coltivare e sviluppare.

Ciao,
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 07/12/2008, 0:10

IL COMMENTO
Costituzione dimenticata
di MIRIAMA MAFAI

Giulio Tremonti era noto fino ad oggi come il più rigoroso, persino spietato ministro dell'Economia, tanto da essere soprannominato "signor no". Qualcuno, non solo dell'opposizione ma anche della maggioranza, gli chiedeva di allargare i cordoni della borsa a vantaggio dei pensionati, o dei licenziati, o dei precari? No, non si possono purtroppo sforare le cifre del bilancio, rispondeva il nostro ministro. La riposta fino a ieri era sempre la stessa: no. "Tagliare, tagliare le spese" era il suo mantra. Crolla il soffitto di una scuola a Rivoli e si scopre che molte altre scuole sono a rischio?

Occorrono fondi per mettere le nostre scuole a norma? No, la risposta è sempre no. Il bilancio dello Stato non lo consente.

Eppure ieri, finalmente il ministro Tremonti ha detto sì. Nel giro di un paio d'ore ha trovato i soldi per soddisfare la richiesta che gli è venuta dal Vaticano di aumentare lo stanziamento già fissato in bilancio per le scuole cattoliche. Contro il taglio originario di circa 130 milioni di euro aveva tuonato monsignor Stenco, direttore dell'Ufficio Nazionale della Cei per l'educazione, minacciando una mobilitazione nazionale delle scuole cattoliche contro il governo Berlusconi e il suo ministro delle Finanze.

La minaccia ha avuto ragione delle preoccupazioni del ministro. Nel giro di poche ore il sottosegretario all'economia Giuseppe Vegas, a margine dei lavori della Commissione Bilancio del Senato sulla Finanziaria, rassicurava il rappresentante delle scuole cattoliche. "Abbiamo presentato un emendamento che ripristina il livello originario di finanziamento.

Potete stare tranquilli. Dormire non su due ma su quattro cuscini?" . Dunque il taglio previsto in finanziaria non ci sarà. E non ci sarà la minacciata mobilitazione delle scuole cattoliche contro Berlusconi e Tremonti. Soddisfatti, ma solo per ora, i vescovi italiani. Soddisfatto, per ora, il Pontefice che però alza il prezzo e chiede nuove misure "a favore dei genitori per aiutarli nel loro diritto inalienabile di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose".

In parole più semplici, c'è qui la richiesta rivolta allo Stato italiano di smantellare il nostro sistema scolastico a favore della adozione del principio del "bonus" da assegnare ad ogni famiglia, da spendere, a seconda delle preferenze, nella scuola pubblica o nella scuola privata.

Naturalmente nessuno contesta il diritto "inalienabile" delle famiglie di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose. E non ci risulta che nella nostra scuola pubblica si faccia professione di ateismo. E l'insegnamento della religione non è affidato a docenti scelti dai rispettivi Vescovi? Cosa si vuole dunque di più?

Anche a costo di essere indicati come "laicisti" vale la pena di ricordare che l'articolo 33 della nostra Costituzione, ancora in vigore, afferma che "enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione senza oneri per lo Stato". E che nel lontano 1964 un governo presieduto da Aldo Moro, venne battuto alla Camera e messo in crisi proprio per aver proposto un modesto finanziamento alle scuole materne private. Bisognerà dunque aspettare quasi quarant'anni perché un governo e una maggioranza parlamentare prendano in esame la questione delle scuole private e della loro possibile regolamentazione e finanziamento.

E saranno il governo D'Alema e il suo ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer a volere, e far approvare, una legge sulla parità scolastica che prevede, ma a precise condizioni, un finanziamento non a tutte le scuole private ma a quelle che verranno riconosciute come "paritarie". Tutta la materia in realtà, nonostante alcuni provvedimenti presi nel frattempo, è ancora da regolare (non tutte le scuole private, ad esempio, possono essere riconosciute come "paritarie").

Anche per questo, per una certa incertezza della materia, ho trovato per lo meno singolare l'intervento di due autorevoli esponenti del Partito Democratico, a sostegno della richiesta delle gerarchie. Maria Pia Garavaglia, ministro dell'istruzione del governo ombra del Pd, e Antonio Rusconi, capogruppo del Pd in Commissione Istruzione al Senato hanno subito e con calore dichiarato di apprezzare le rassicurazioni fornite, a nome di Tremonti, dal sottosegretario Vegas. Ma non ne sono ancora soddisfatti. Chiedono di più. Sempre per le private. Chiedono cioè che vengano garantiti "pari diritti agli studenti e alle famiglie" È, quasi con le stesse parole, la rivendicazione già avanzata dalle gerarchie.

Ma è davvero questa, in materia scolastica, la posizione alla quale è giunto il Pd? E se sì, in quale sede è stata presa questa decisione? È giusto chiederselo, è indispensabile saperlo. Anche perché ha ragione chi, come don Macrì, presidente della Federazione che riunisce la scuole cattoliche, lamenta che la strada che porta al bonus trova un ostacolo "nell'articolo 33 della Costituzione che sancisce che le scuole private possono esistere senza oneri per lo Stato".

E allora, che facciamo? Per rispondere alle esigenze delle scuole cattoliche butteremo alle ortiche l'articolo 33 della Costituzione?
(6 dicembre 2008)
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 07/12/2008, 0:16

MIRIAMA MAFA ha scritto:E allora, che facciamo? Per rispondere alle esigenze delle scuole cattoliche butteremo alle ortiche l'articolo 33 della Costituzione?

Sicuramente se una maggioranza di parlamentari (e di cittadini, in caso di referendum) deciderà di cambiare quell'articolo, lo si cambierà. Le leggi e le Costituzioni si cambiano.
Il problema quindi non è difendere o ricordare la Costituzione ma discutere se sia giusto dopo tanti decenni mantenere quell'articolo o cambiarlo. Non nascondiamoci dietro la Costituzione o dietro i vuoti di memoria.

Ciao,
Franz
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pierodm il 07/12/2008, 2:21

E' inutile che metto un nome: le buone ragioni della Chiesa Cattolica Romana sono qui rappresentate da Franz al di là di ogni dubbio.
Inutile dire che sono meravigliato, nonostante tutto - nonostante cioè che in questi ultimi anni sono successe cose che avrebbero ormai dovuto rendere la mia pelle come quella di un rinoceronte.
Ma forse è un bene che riesco ancora a meravigliarmi, almeno quando ho l'idea di frequentare un luogo pressapoco di quasi all'incirca più o meno - prego, si accomodi, ma le pare - di centro(sinistra).

E' inutile anche che cerchi di "quotare" questa o quella frase di Franz, che mi sembrano suscettibili di critica: sono troppe.
Faccio prima a dire la mia, semplicemente.

Punto primo.
Stendiamo un velo sulla "selezione" che i privati "sanno fare", dato che la probabilità di trovare squallidi figuri docenti in istituti parificati è uguale, se non maggiore, di quelle che valgono per la scuola pubblica.

Punto secondo.
Dopo Porta Pia, e dopo qualche screzio con Mussolini rapidamente appianato, l'intero stato italiano, anzi l'intero territorio italiano comprensivo di Alpi, Appennini, Isole e solfatare ha scodinzolato dietro le tonache papaline.
Andare a discernere quale e quanta parte della Costituzione, della legislazione ordinaria, dei regolamenti interni e delle procedure d'attuazione siano state influenzate - se non scritte sotto dettatura - della Conferenza Episcopale e delle Divine Volontà Emanate dai Palazzi Vaticani, andare a discernere è opera colossale, ma praticamente superflua, dato che si può riassumere nell'antico detto "scherza con i fanti, ma lascia stare i santi", ossia "la Chiesa fa quello che vuole, dove vuole e quando vuole" e per farlo dobbiamo dare i soldi noi, e senza borbottare tanto.
Comma secondo di quest'articolo di Fede è: quello che è della Chiesa è della Chiesa, quello che è dello Stato dipende dal volere di dio, che si esprime attraverso la Chiesa.
Questo perché la Chiesa ha dovuto adattarsi alla nequizia della Rivoluzione Francese, delle repubbliche e della democrazia: prima legiferava direttamente lei, e i soldi se li pigliava senza dover fare tante chiacchiere, almeno in Italia. Soprattutto in Italia.

Punto terzo.
Gli articoli della Costituzione frutto di compromessi gesuitici, e disattesi attraverso trucchi da tappetari, sono molti.
La direzione di queste ambiguità, e dei trucchi, è quella di tradire - a seconda dei casi - quel tanto di spirito democratico che riusciva a trapelare tra commi e sottigliezze semantiche, o di spirito laico, o di idealità pacifista.

Punto quarto.
Chiunque dev'essere libero di mettere in piedi una scuola. Punto: qui comincia, trionfa e si esaurisce la libertà.
Chiunque deve essere libero di mandare i giovani fiori di casa nella scuola che preferisce. Punto.
Lo stato ha il compito di garantire il libero esercizio di questi diritti, sia in termini di sicurezza, sia in termini di normative logistiche, etc. Punto.

Punto quinto
Se si è avuta la ventura di assistere o partecipare a qualche riunione politico-amministrativa, o istituzionale, per mettere a punto una normativa in materia scolastica, o di formazione professionale, di fronte a queste nostre diatribe gesuitiche metterebbe le mani alla pistola - naturalmente se si tratta di un disgraziato che aveva la malaugurata ambizione di essere un "libero operatore scolastico", un privato-privato vero, con l'aggravante essenziale di non voler imbrogliare nessuno.
In queste riunioni la componente "di sinistra" e la componente "cattolica" disegnavano, contrattavano e compicciavano insieme, allo scopo di consentire praticamente alle sole organizzazioni sindacali e a quelle ecclesiastiche di "rientrare nei parametri di legge": confezionando la legge su misura, ovviamente.
Per ciò che riguarda la formazione professionale, il terzo convitato di rispetto era la Confindustria, nei vari ordini e gradi e nelle sue diverse diramazioni: miliardi e miliardi, ad esempio, dei finanziamenti europei per l'innovazione sono andati a banche e consorzi di banche, per informatizzazioni e altre operazioni, che milioni di "privati" veri devono pagarsi di tasca propria.

Punti dal sesto al ventesimo
In questa miserabile materia non ci sono forze politiche, o anche solo parzialmente politiche, che abbiano la coscienza pulita: non ce l'hanno sul piano concettuale, etico e "costituzionale", e spesso non ce l'hanno nemmeno su quello pratico, diciamo pure del porco interesse.

Punto ventunesimo
In base al così detto (qui e ora) "principio di Sciascia" - che recita "in Italia chi vuole essere riformista, dev'essere bolscevico" - i soldi per le pie scuole confessionali la Chiesa li prenda dall'otto per mille, almeno fino a che sussiste quest'altra bella pensata. Dopo, nel caso venisse abrogato l'ottopermille, la Chiesa provveda a vendersi ville, villini, terreni, parchi secolari in zone pregiatissime, argenterie e partecipazioni azionarie.
Se le argenterie non bastano, facciano la colletta tra i fedeli col buzzicotto. Facciano pagare una retta adeguata. Vendano le indulgenze. Il know how non gli manca.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 07/12/2008, 10:56

pierodm ha scritto:E' inutile che metto un nome: le buone ragioni della Chiesa Cattolica Romana sono qui rappresentate da Franz al di là di ogni dubbio.

Che vuoi che ti dica pierodm, che sono costretto a sedermi dalla parte del torto dato che tutti gli altri posti sono occupati? Potrei; preferisco pero' invece che contro citare sciascia con brecht, ricordare che nel 2000 queste preistoriche guerre tra pubblico e privato le lascio a Berlusconi e qualche raro ultimo giapponese nell'isola (dei famosi) di sinistra che gli fa da contraltare.

Oggi a mio avviso il PD deve tendere non ad essere un generico "centro sinistra" (ci riusciva splendidamente prima quando era Unione e ci stavano dentro tutti) ma una grande forza liberal democratica, liberandosi dai condizionamenti idelogici del secolo scorso. In fondo è quello che è sempre mancato all'Italia.

Nel merito del discorso scuole paritarie è ovvio che da noi queste scuole sono in gran parte cattoliche e che quindi il vaticano prenda le loro difese ma ci sono anche altre scuole:quelle degli enti locali, per esempio. C'è un censimento degli alunni delle paritarie in corso, da parte del Ministero. Vedremo poi alla fine quanti sono gli studenti che seguono questa offerta e come sono suddivisi. Intanto osserviamo che in Europa il fatto che le scuole private ricevano fondi pubblici anche consistenti piu' che una eccezione è quasi la regola. Non ci sono infatti solo Olanda e Germania (che non sono certo stati dominati dal vaticano) ma un po' tutti. Vero invece che questo non avviene assolutamente in USA ma non credo che la notizia ti entusiasmerà. Vero che in Olanda e Germania la scuola privata non è cattolica ma se usassimo questo discrimine allora sarebbe palese che l'opposizione alla scuola privata in Italia non sarebbe di tipo economico (privato contro pubbico) da di tipo religioso. Quindi non saremmo indietro di un secolo ma di molti di piu'.

Sul punto primo gradirei uno straccio o almeno un tentativo di prova, di documentazione oggettiva, perché cosi' come è messa l'affermazione ricorda quella di Berlusconi sui comunisti che mangiano i bambini. Sugli altri punti non credo valga la pena di soffermarsi ed annoiarvi piu' di tanto, salvo sul punto quarto. Io sono pienamente d'accordo, in linea di principio. Esiste pero' un privato sociale che quando sopperisce a carenze del pubblico va aiutato. Per esempio penso alla scuola dell'infanzia, in cui l'offerta pubblica è latitante e senza quella privata non ci sarebbe offerta scolastica prima delle elementari.

Inoltre se una struttura privata riesce a fare bene e meglio del pubblicio a mio avviso puo' essere integrata (se lo richiede) nel sistema pubblco. Ovviamente in questo sarà meno "privata" e perderà alcune libertà, dovendo soggiacere ad alcuni obblighi. Ma per capire se va bene o meglio, il confronto, la valutazione andrebbe condotta sia sulla scuole paritarie sia su quelle statali. E qui potremmo anche vederne delle belle. Sia sulla qualità dell'insegnamento che sui costi di gestione. Un po' di concorrenza puo' fare solo bene alla scuola, ma deve essere a parità di condizioni. E' evidente che anche nei privati c'è del marcio (i famosi promuovifici) ma non mi risulta che quel genere di scuola sia stato "parificato". Bisognerebbe quindi valutare caso per caso, invece che farsi prendere dal fuoco della passione ideologica che classifica in modo manicheo tutto il privato come "male" e tutto il pubblico come "bene".

Ciao,
Franz
Ultima modifica di franz il 07/12/2008, 12:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pinopic1 il 07/12/2008, 12:31

Potremmo per esempio vedere il contratto per i docenti delle private se è più o meno oneroso di quello statale. Potremmo in conseguenza di ciò vedere come se la caverebbero molte scuole private se fossero obbligate ad assumere docenti non già impiegati nella scuola statale o pensionati della stessa e quindi bisognosi di uno stipendio vero e non soltanto di arrotondare lo stipendio. Naturalmente si può prendere a modello il contratto delle scuole private ed estenderlo a tutti i docenti tanto questi non se ne avranno a male se potranno contribuire a migliorare i conti pubblici. E' la loro missione.
Faccio notare a Franz, anzi gli ricordo perché ne abbiamo discusso altre volte, che è praticamente impossibile (1) fare assunzioni clientelari di docenti nella scuola pubblica (non mi riferisco all'Università). Vedo che è molto refrattario ad informarsi meglio su questo tema che pure tratta spesso e volentieri.
Che non esistano diplomifici parificati credo sia soltanto una simpatica illusione di Franz. Anche qui converrebbe pare un giro per verificare.
Detto questo è vero che esistono ottime scuole private specialmente (o esclusivamente) cattoliche. E che il pubblico è latitante nella scuola per l'infanzia.

A proposito: nel Regno delle due Sicilie l'istruzione pubblica era praticamente appaltata alla Chiesa. Il ministero competente si chiamava: "Dell'istruzione e degli affari religiosi". L'analfabetismo raggiungeva il 75% nelle province del Regno.

(1) Magari si potesse estendere a tutto il pubblico impiego il sistema di reclutamento in vigore nella scuola!!!!!
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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