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Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

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Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

Messaggioda mauri il 08/11/2012, 18:06

ahahah le province ricattano il governo usando i ragazzi come scudo umano, complimenti
facevano bene ad eliminarle tutte, il risparmio sarebbe stato di circa 2 miliardi all'anno più le elezioni non fatte,
e delegare i comuni e consorzi tra comuni per la gestione dei compiti che sono delle province, sicuramente un decentramento favorirebbe una maggiore attenzione a far funzionare bene le strutture e il territorio

le Province hanno i seguenti compiti:
1) difesa del suolo, tutela, valorizzazione dell'ambiente, e prevenzione delle calamità;
2) tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche;
3) valorizzazione dei beni culturali;
4) viabilità e trasporti;
5) protezione della flora e della fauna, parchi e riserve naturali;
6) caccia e pesca nelle acque interne;
7) organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore;
8) servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale;
9) compiti connessi alla istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed alla formazione professionale, compresa l'edilizia scolastica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale.
ciao mauri

Province in rivolta: «Ricorso a Tar e meno riscaldamento nelle scuole»
Tutte le Province faranno ricorso al Tar contro i tagli della spending review. Il presidente Upi, Antonio Saitta: «Il governo è ingrato». E annuncia anche la minaccia della chiusura dei riscaldamenti nelle scuole e conseguentemente l'aumento delle vacanze per gli studenti per protestare contro i tagli di 500 milioni decisi dal governo.
http://www.unita.it/italia/tagli-le-pro ... uole%C2%BB
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Re: Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

Messaggioda flaviomob il 09/11/2012, 1:36

Facciamo che si decida a livello locale, anche con referendum, chiarendo che le spese per sostenere le province "residue" sono coperte da tasse locali? Chi decide paga, chi paga decide.


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Re: Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

Messaggioda franz il 09/11/2012, 9:13

flaviomob ha scritto:Facciamo che si decida a livello locale, anche con referendum, chiarendo che le spese per sostenere le province "residue" sono coperte da tasse locali? Chi decide paga, chi paga decide.

Concordo. Per sostenere province residue e non. Anche per il livello comunale e regionale.
Non vedo perchè un ottimo principio (la responsabilità dell'autofinaziamento della spesa) debba valere solo per le province.
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Re: Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

Messaggioda pianogrande il 09/11/2012, 10:43

Questa reazione da omminicchi dimosra anche quanto sia caduta in basso la nostra cosiddetta classe politica per la quale bisognerà inventare una definizione diversa visto che la parola classe comincia veramente a stonare.
Ritengo che il bassissimo livello culturale di questa gente sia una delle tragiche conseguenze del fatto che i potenti non amano circondarsi di geni che possano far loro ombra.
Togliamo i riscaldamenti alle scuole.
Roba da matti.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

Messaggioda Manuela il 09/11/2012, 11:38

D'accordissimo con Pianogrande, la reazione delle province è uno scandalo. Così come è uno scandalo il ricorso al TAR.
La dimostrazione plastica che le province non servono affatto a dare servizi, ma a mantenere intatta l'occupazione del potere.
Le province vanno eliminate (anche se, per farlo, occorre una legge costituzionale) con i prefetti e tutto il resto; se si decide di tenerle, si eliminino le regioni.
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Re: Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

Messaggioda Iafran il 09/11/2012, 16:00

(da "il Quotidiano della Calabria – Reggio e provincia", mercoledì 7 novembre 2012)

La Regione taglia i costi e vende casa a Roma

Catanzaro – L'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Calabria ha deliberato all'unanimità dei suoi componenti la vendita dell'immobile di sua proprietà situato in via Bergamaschi n. 58 a Roma originariamente destinato ad ospitare gli Uffici destinati alla delegazione romana.
<<La decisione rientra – hanno spiegato il presidente Francesco Talarico, i vicepresidenti Alessandro Nicolò e Piero Amato ed i Segretari-questori Giovanni Nucera e Francesco Sulla – nel quadro più generale dei tagli ai costi della politica e di ottimizzazione delle risorse a disposizione dell’Assemblea legislativa regionale, anche al fine di salvaguardare l’efficienza e l’efficacia dell’azione istituzionale ed amministrativa>>.
<<Inoltre –… - la decisione assunta è pienamente coerente con l’idea di realizzare nella capitale un’unica sede che ospita gli uffici della Giunta e quelli del Consiglio, con evidenti benefici sia in termini di economicità che di funzionalità organica dell’Ente Regione>>.
<<Con la stessa deliberazione, l’Ufficio di presidenza ha nello stabilire l’alienazione dell’immobile, dato incarico ai vertici amministrativi di seguire con la massima attenzione, puntualità e celerità l’iter tecnico-gestionale della relativa vendita, assumendo tutti i provvedimenti necessari al buon esito della vicenda>>.


. . . .
Questo è quello che si sa (c'era una sede della Regione Calabria anche nel centro di Milano), ma quante altre spese per l'acquisto di immobili e per rappresentanza in altre parti( con qualche motivazione apparentemente insensata, ma forse per secondi fini) sono state fatte pagare ai cittadini e che adesso inducono a togliere servizi essenziali?
I gemellaggi con altre città o con altre Regioni italiane o estere, che comportano costi di accoglienza e di spostamenti di reciproche comitive, senz'altro non saranno stati pagati da coloro che li hanno deliberati!
La peculiarità della nostra classe politica, quando mancano gli abusi d’ufficio, falso in atti pubblici o le truffe per tornaconto personale, è "amministrare nel modo più allegro possibile". :x
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Re: Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

Messaggioda flaviomob il 09/11/2012, 16:18

In Francia e Spagna hanno comuni, province e regioni e vivono benissimo. In Germania hanno riformato l'equivalente delle nostre province (i Landkreis, agglomerati di comuni, letteralmente "circondari"), ma tramite numerosi referendum locali ed evitando qualsiasi ingerenza del governo centrale.

L'Inghilterra invece ha rigettato l'istituzione delle regioni, che di fatto non ha mai avuto luogo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Suddivisio ... nghilterra

Io penso che la fondamentale peculiarità nostra sia costituita dalla disorganizzazione e dal malaffare, che purtroppo non possono essere abrogati ne' con legge ordinaria ne' con riforma costituzionale... Le province c'entrano poco, se sono efficienti servono altrimenti fanno danni, come lo Stato e le regioni. Sarei anche curioso di sapere quanti dirigenti super pagati e quanti, tra essi, politici trombati riciclati sono a stipendio (e io pago!) nelle ASL italiane, molto più numerose delle province. D'accordo con l'abolizione dei prefetti e maggiori poteri (controllati però democraticamente) alle amministrazioni locali.

Certo, dopo l'uscita sul riscaldamento delle scuole quel signore, presidente dell'UPI (stavo per srivere Api :P ), può anche andarsene a casa. Anzi, non mi interessa che si dimetta, basta che non prenda più una lira, per tutta la vita, di denaro pubblico. SI scaldasse bruciando copertoni...


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Re: Province in rivolta: «meno riscaldamento nelle scuole

Messaggioda franz il 10/11/2012, 9:27

flaviomob ha scritto:Io penso che la fondamentale peculiarità nostra sia costituita dalla disorganizzazione e dal malaffare, che purtroppo non possono essere abrogati ne' con legge ordinaria ne' con riforma costituzionale... Le province c'entrano poco, se sono efficienti servono altrimenti fanno danni, come lo Stato e le regioni.

Concordo anche in questo caso. Ci sono province, come trento e bolzano, che funzioano. Manca pero' il tassello importantissimo della responsabilità dell'autofinanziamento, perché è facile lavorare bene con i soldi degli altri.
Mille volte meglio pero' di chi lavora male, con i soldi altrui, e li spreca.
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