Un po’ di equivoci da sgombrare subito: nessuno parla di redditività finanziaria della linea (cioè di vedere se i ricavi futuri possano superare i costi totali del progetto). Questo discorso si fa solo per le autostrade, chissà perché. Per le ferrovie si parla solo di redditività socioeconomica, che comprende i benefici di tempo delle merci e dei passeggeri, quelli dell’ambiente ecc. Se le nuove ferrovie dovessero recuperare i costi di investimento, le tariffe sarebbero tali che non le prenderebbe nessuno. Si assume sempre che questi costi rimangano a carico dello Stato, cioè dei contribuenti, e che tutti siano felici di pagarli (ma non gli utenti, anche qui chissà perché).
Chissà perché, si chiede. Strano che non abbiano mai spiegato a Ponti il concetto di "monopolio naturale". Tutte le reti, idriche, elettriche, gas, fognarie, telefoniche fisse, stradali, autostradali e ferroviarie sono monopoli naturali. Il che vuol dire che (da wikipedia) "Si definisce monopolio naturale una configurazione industriale in cui il numero ottimale di imprese presenti sul mercato è uno. Il monopolio naturale si manifesta quando nell'intervallo di produzione rilevante la funzione di costo è subadditiva, ovvero i costi sostenuti da una sola impresa nel produrre l'intera quantità domandata sono inferiori a quelli che sosterrebbero due o più imprese contemporaneamente presenti sul mercato". Il monopolio in questo caso è preferibile pubblico, perché quello privato scaricherebbe tutti i costi sulle utenze, deprimendo il servizio stesso, e non avendo concorrenti non sarebbe invogliato a risparmiare. Nemmeno un monopolio pubblico lo fa (risparmiare) ma almeno puo' scaricare parte del costo sull'utenza (chi usa il servizio) e parte sulla fiscalità (la parte relativa alle redditività socioeconomica). Sulle autostrade l'appunto di Ponti (simpatica allitterazione) è relativo all'ombelico italico. Vedasi la gratuità delle autostrade tedesche e l'assenza di pedaggi in austria, svizzera e buona parte della spagna (i quali piu' che altro puntano a risolvere i problemi del presente). Nessuno ha mai guardato, nel secoli scorsi, alla redditività futura delle ferrovie e delle strade, cosi' come delle fogne o della rete del gas. Le hanno fatte e basta, perché servivano. Il costo d'investimento in caso di monopolio naturale viene tenuto disgiunto dal costo d'esercizio (e dai ricavi).
Questo non giustifica ovviamente tutti gli investimenti in modo automatico. Ma non si costruisce un'autostrada o una nuova ferrovia pensando "quanto ci guadagnerò" e "in quanti anni ricupero la spesa". La si costruisce sulla base delle esigenze socioeconoiche attuali e prevedibili. E naturalmente ci possono essere pareri diversi sia sulle esigenze attuali sia su quelle prevedibili. Ed anche sull'entità delle risorse pubbliche da mettere a disposizione.