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Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

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Re: Il Vaticano attacca? Il PD attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 06/12/2008, 11:13

pagheca ha scritto:In sintesi: la destra non ha dato ABBASTANZA fondi alle scuole cattoliche. Questo secondo me e' un punto cruciale. A me me ne frega relativamente di una costituzione che, come si e' visto, e' stata scritta per essere aggirata ogni volta che sembra opportuno. Quello che e' surreale e' che una forza che si dichiara di centrosinistra sia stata in grado di scardinare un principio basilare come quello dell'istruzione pubblica uguale per tutti.

saluti
pagheca

Pagheca, si sta parlando di scuole paritarie, scuole cioè che dato un percorso fatto di verifiche e controlli da parte dello Stato vengono parificate alle scuole pubbliche e quindi possono ricevere fondi pubblci. Che siano scuole cattoliche o comuniste non importa, perchéi contenuto educativi devono sottostare a criteri fissati per legge dallo Stato e sottoposti a verifica.
Questo concetto non scardina affatto il principio dell'istruzione pubblica uguale per tutti.
Questo è di fatto scardinato da una mancanza di reale diritto allo studio, dalla scarsità di investimenti e di sussidi didattici dovuti alla necessità di alimentare un imponente carrozzone con un milione e trecentocinquantamila dipendenti (tra docenti e non docenti della scuola e dell'università).

Il concetto di cui parliamo (scuole paritarie) nasce mi pare nel 2000 (quindi sotto un governo di centrosinistra) e visto che ci si lamenta che non do' i link :-) eccolo:
http://www.edscuola.it/archivio/norme/l ... lpar3.html

1. Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, comma 2 della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. La Repubblica individua come obiettivo prioritario l’espansione dell’offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall’infanzia lungo tutto l’arco della vita.

2. Si definiscono scuole paritarie, a tutti gli effetti degli ordinamenti vigenti in particolare per quanto riguarda l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, le istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali, che, a partire dalla scuola per l'infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia di cui ai commi 4,5, e 6.

3. Alle scuole paritarie private è assicurata piena libertà per quanto concerne l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico-didattico. Tenuto conto del progetto educativo della scuola, l’insegnamento è improntato ai principi di libertà stabiliti dalla Costituzione repubblicana. Le scuole paritarie, svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti con handicap. Il progetto educativo indica l’eventuale ispirazione di carattere culturale e religioso. Non sono comunque obbligatorie per gli alunni le attività extra-curriculari che presuppongono o esigono l’adesione ad una determinata ideologia o confessione religiosa.

4. La parità è riconosciuta alle scuole non statali che ne fanno richiesta e che, in possesso dei seguenti requisiti, si impegnano espressamente a date attuazione a quanto previsto dai commi 2 e 3:

1. un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione; un piano dell’offerta formativa conforme agli ordinamenti e alle disposizioni vigenti; attestazione della titolarità della gestione e la pubblicità dei bilanci;
2. la disponibilità di locali, arredi e attrezzature didattiche propri del tipo di scuola e conformi alle norme vigenti;
3. l’istituzione e il funzionamento degli organi collegiali improntati alla partecipazione democratica;
4. l’iscrizione alla scuola per tutti gli studenti i cui genitori ne facciano richiesta, purchè in possesso di un titolo di studio valido per l’iscrizione alla classe che essi intendono frequentare;
5. l’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio;
6. l’organica costituzione di corsi completi: non può essere riconosciuta la parità a singole classi, tranne che in fase di istituzione di nuovi corsi completi, ad iniziare dalla prima classe;
7. personale docente fornito del titolo di abilitazione;
8. contratti individuali di lavoro per personale dirigente e insegnante che rispettino i contratti collettivi nazionali di settore.

5. Le istituzioni di cui ai commi 2 e 3 sono soggette alla valutazione dei processi e degli esiti da parte del sistema nazionale di valutazione secondo gli standard stabiliti dagli ordinamenti vigenti. Tali istituzioni, in misura non superiore a un quarto delle prestazioni complessive, possono avvalersi di prestazioni volontarie di personale docente purché fornito di relativi titoli scientifici e professionali ovvero ricorrere anche a contratti di prestazione d’opera di personale fornito dei necessari requisiti.

6. Il Ministero della pubblica istruzione accerta l’originario possesso e la permanenza dei requisiti per il riconoscimento della parità.

7. Alle scuole non statali che non intendano chiedere il riconoscimento della parità, seguitano ad applicarsi le disposizioni di cui alla parte II, Titolo VIII del Decreto legislativo 16 aprile 1994, n.297. Allo scadere del terzo anno scolastico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro della pubblica istruzione presenta al parlamento una relazione sul suo stato di attuazione e, con un proprio decreto, previo parere delle competenti commissioni parlamentari, propone il definitivo superamento delle citate disposizioni del decreto legislativo 16 aprile 1994, n.297, anche al fine di ricondurre tutte le scuole non statali alle due tipologie delle scuole paritarie e delle scuole non paritarie.

8. Alle scuole paritarie, senza fini di lucro, che abbiano i requisiti di cui all’articolo 10 del decreto legislativo n.460 del 1997, è riconosciuto il trattamento fiscale previsto dal suddetto decreto e successive modificazioni.

9. Al fine di rendere effettivo il diritto allo studio e all’istruzione a tutti gli alunni delle scuole statali e paritarie nell’adempimento dell’obbligo scolastico e nella successiva frequenza della scuola secondaria e nell’ambito dell’autorizzazione di spesa di cui al comma 12, lo Stato adotta un piano straordinario di finanziamento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano da utilizzare a sostegno della spesa sostenuta e documentata dalle famiglie per l’istruzione mediante l’assegnazione di borse di studio di pari importo eventualmente differenziate per ordine e grado di istruzione. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri emanato su proposta del Ministro della pubblica istruzione entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge sono stabiliti i criteri per la ripartizione di tali somme tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e per l’individuazione dei beneficiari, in relazione alle condizioni reddituali delle famiglie da determinarsi a norma dell’articolo 27 della legge 23 dicembre 1998, n.448, nonché le modalità per la fruizione dei benefici e per la indicazione del loro utilizzo.

10. I soggetti aventi i requisiti individuati dal decreto del Presidente del Consiglio di cui al comma 9 possono fruire della borsa di studio mediante la detrazione di una somma equivalente dall’imposta lorda riferita all’anno in cui la spesa è stata sostenuta. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano le modalità con le quali sono annualmente comunicati al Ministero delle finanze e al Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, i dati relativi ai soggetti che intendono avvalersi della detrazione fiscale. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica provvede al corrispondente versamento delle somme occorrenti all’entrata del bilancio dello Stato a carico dell’ammontare complessivo di tali somme stanziate ai sensi del comma 12.

11. Tali interventi sono realizzati prioritariamente a favore delle famiglie in condizioni svantaggiate. Restano fermi gli interventi di competenza di ciascuna regione e delle province autonome di Trento e di Bolzano in materia di diritto allo studio.

12. E’ autorizzata la spesa di lire 250 miliardi per l’anno 2000 e di lire 300 miliardi annui a decorrere dall’anno 2001.

13. A decorrere dall’esercizio finanziario successivo all’entrata in vigore della presente legge gli stanziamenti iscritti nelle unità previsionali di base 3.1.2.1 e 10.1.2.1 dello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione sono incrementati, rispettivamente, della somma di lire 60 miliardi per contributi per il mantenimento delle scuole elementari parificate e della somma di lire 280 miliardi per spese di partecipazione alla realizzazione del sistema prescolastico integrato.

14. E’ autorizzata, a decorrere dall’anno 2000, la spesa di lite 7 miliardi per assicurare gli interventi di sostegno previsti dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104, nelle istituzioni scolastiche che accolgono alunni con handicap.

15 All’onere complessivo di lire 347 miliardi derivanti dai commi 13 e 14 si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per gli anni 2000 e 2001 dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1999-2001, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l’anno 1999, allo scopo parzialmente utilizzando quanto a lire 327 miliardi l’accantonamento relativo al Ministero della pubblica istruzione e quanto a lire 20 miliardi l’accantonamento relativo al Ministero dei trasporti.

16. All’onere derivante dall’attuazione dei commi 9,10,11, e 12 pari a lire 250 miliardi per l’anno 2000 e a lire 300 miliardi per l’anno 2001 si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per gli stessi dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1999-2001, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l’anno 1999, allo scopo parzialmente utilizzando quanto a lire 100 miliardi per l’anno 2000 e lire 70 miliardi per l’anno 2001 l’accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri, quanto a lire 100 miliardi per l’anno 2000 e l’accantonamento relativo al Ministero della pubblica istruzione. A decorrere dall’anno 2002 si provvede ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n.468, e successive modificazioni ed integrazioni.

17. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 06/12/2008, 11:29

pianogrande ha scritto:Se si tratta invece di libertà di scelta della scuola da garantire con un finanziamento alle scuole private, allora io potrei domani fondare una scuola privata e pretendere il pubblico finanziamento facendo appello all'ONU?

Puoi fare una scuola privata, seguire la procedura di parificazione e ricevere fondi, dato che una volta parificata la tua scuola farebbe parte del sistema pubblico. Questo secondo la legge italiana, che se fosse anticostituzionale qualche giudice avrebbe già contestato e la Corte Cost. si sarebbe già espressa.

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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 06/12/2008, 12:51

Paolo65 ha scritto:Per principio non sono per negare fondi alla scuola privata,ma se soldi debbono essere dati ci vuole trasparenza ed un progetto comprensibile.

Ad esempio: se si vogliono utilizzare gli istituti privati,cattolici e non, al fine di completare l'insieme dell'universo istruzione, allora gli istituti privati dovrebbero adeguarsi alle scuole pubbliche:vedi assunzioni docenti che hanno vinto concorsi pubblici con contratti uguali.

Concordo, ma a quanto pare non conosci le leggi che attualmente regolano al materie e dicono quello che dici, tranne l'assurdità del concorso, che elimineri anche per la scuola pubblica.
Ogni scuola dovrebbe poter assumere chi vuole, su responsabilità del dirigente scolastico e sulla base di una selezione come sanno fare i privati (che di fatto tendono ad assumere i migliori e non usano certo il sistema del concorso per farlo).

Ciao,
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda guidoparietti il 06/12/2008, 15:03

Il fatto che le scuole siano paritarie non vuol dire nulla, è solo un escamotage di basso livello inventato all'epoca del governo D'alema. La costituzione è chiarissima, SENZA ONERI PER LO STATO. Non "tranne le paritarie", non "a certe condizioni", non "a parte la chiesta", ma soltanto chiaro e tondo SENZA ONERI PER LO STATO.
Il testo dice:

Art. 33.

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Come si vede non c'è scritto da nessuna parte che le scuole paritarie sono escluse dalla clausola "senza oneri per lo stato".
Il fatto che la corte costituzionale non sia mai intervenuta prova solo che il nostro Stato è estremamente succube della chiesa cattolica, tanto che persino di fronte ad evidenze palmari si consente di infrangere palesemente la costituzione. Anche i cittadini, e non solo i giudici, hanno il diritto di leggere la costituzione, che è scritta in italiano. E in italiano "senza oneri per lo stato" ha un significato preciso e inequivocabile. Il resto è arrampicarsi sugli specchi per giustificare l'ingiustificabile.
Che poi pagheca ci venga a dire che gliene frega relativamente della costituzione, mi inquieta un po' anzichenò...
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda matthelm il 06/12/2008, 15:59

Terreno minato dalla disinformazione e dai pregiudizi.

Non voglio inoltrarmi nella diatriba scuola pubblica – privata. Qui si parla di paritaria come dice bene Franz.

Dico solo che se ci sono sacrifici da fare vanno fatti da tutti: scuole pubbliche o private che siano, e, tra parentesi, per le televisioni mediaset e sky pari sono!

Detto questo, la libertà è anche poter scegliere scuole paritarie e se queste non hanno fondi a sufficienza vanno sostenute.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda guidoparietti il 06/12/2008, 16:33

matthelm ha scritto:Detto questo, la libertà è anche poter scegliere scuole paritarie e se queste non hanno fondi a sufficienza vanno sostenute.

La costituzione lo proibirebbe, ma pazienza.
Ricordiamocene la prossima volta che vorremo gridare all'incostituzionalità contro qualche orrido provvedimento berlusconiano.
L'incapacità di comprendere l'importanza di una legalità formale, sempre invece subordinata a questa o quella finalità del momento, è probabilmente quello meno considerato tra i più problemi radicali della mentalità politica in Italia. Le conseguenze dell'incapacità di pensare in termini di rispetto delle leggi, e della costituzione, è che siamo pronti a drizzare la schiena per un principio solo quando ci sembra anche politicamente conveniente. I risultati sono quelli che sono, sotto gli occhi di tutti.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda annalu il 06/12/2008, 18:35

guidoparietti ha scritto: [...]
L'incapacità di comprendere l'importanza di una legalità formale, sempre invece subordinata a questa o quella finalità del momento, è probabilmente quello meno considerato tra i più problemi radicali della mentalità politica in Italia. Le conseguenze dell'incapacità di pensare in termini di rispetto delle leggi, e della costituzione, è che siamo pronti a drizzare la schiena per un principio solo quando ci sembra anche politicamente conveniente. I risultati sono quelli che sono, sotto gli occhi di tutti.


Già.
"Obbedire alle leggi" è ormai considerata cosa da sciocchi, a meno che a farlo non siano avversari politici.
La cosa è tanto più assurda, quando a non rispettare le leggi sono politici che quelle leggi potrebbero cambiarle.
Anche la Costituzione non è intoccabile, ed è appunto stata cambiata su alcuni punti.
Meglio vedere se sia opportuno accordarsi per cambiare alcuni passi costituzionali, che non ignorare la Costituzione su cose di "poco conto", perché chi valuta quali sono i punti di "poco conto"?

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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda matthelm il 06/12/2008, 18:42

Domanda:

si è capita la differenza tra scuola pubblica, scuola privata, scuola paritaria?
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 06/12/2008, 18:51

guidoparietti ha scritto:
matthelm ha scritto:Detto questo, la libertà è anche poter scegliere scuole paritarie e se queste non hanno fondi a sufficienza vanno sostenute.

La costituzione lo proibirebbe, ma pazienza.
Ricordiamocene la prossima volta che vorremo gridare all'incostituzionalità contro qualche orrido provvedimento berlusconiano.
L'incapacità di comprendere l'importanza di una legalità formale, sempre invece subordinata a questa o quella finalità del momento, è probabilmente quello meno considerato tra i più problemi radicali della mentalità politica in Italia. Le conseguenze dell'incapacità di pensare in termini di rispetto delle leggi, e della costituzione, è che siamo pronti a drizzare la schiena per un principio solo quando ci sembra anche politicamente conveniente. I risultati sono quelli che sono, sotto gli occhi di tutti.

Che la legge che detta le norme sulle scuola paritarie sia anticostituzionale è un tuo legittimo parere, non soffragato ad alcuna disposizione giurica. In otto anni nessun giudice (con tutti quelli che abbiamo che dicono tutto ed il contrario di tutto e con mille colori) ha mai posto la questione per cui credo che nella forma e nella sostanza la norma sia OK.
Il vero problema pero' è che noi abbiamo una costituzione vecchia e blindata, che non riusciamo a migliorare.
Quell'articolo è frutto di un pregiudizio ideilogico sbagliato ed è superato.
Ovvio che non potendo cambiare la costituzione il problema è stato aggirato (siamo esperti in Italia) ma è stato aggirato bene, tanto che appunto non si sono mai posti problemi di incostituzionalità.

Piuttosto chiediamoci se oggi, nel 2008, che non siamo piu a' tempi del Guareschi, di Peppone e Don Camillo, dei comunisti trinariciuti e delle comuniste trimammellute, se sia ancora il caso di avere simili barriere ideologiche tra pubblico e privato. Vediamo un po' come funzionano le cose in europa. Sicuramente la scuola pubblica funziona meglio (basta vedere i dati PISA e dei vari rapporti OECD) e non c'è lotta ideologica tra pubblcio e privato.
Da noi invece ci sono ancora queste incrostazioni e sono inconcepibili, visto che poi la scuola pubblica la facciamo funzionare male, anzi malissimo.

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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 06/12/2008, 18:54

matthelm ha scritto:Domanda:

si è capita la differenza tra scuola pubblica, scuola privata, scuola paritaria?

Non lo so.
A dire il vero esiste la differenza tra Scuola Statale, scuola paritaria (privata o degli enti locali) e scuola non paritaria.
L'ultima non riceve fondi.
A me pare che in fondo il governo è stato coerente. Ha taglioato fondi a tutti, squola statale e scuola paritarie.

Si constata infine che se qualche milione di studenti protesta per i tagli al stistena statale, non succede nulla.
Se invece protesta la Chiesa per i tagli alla scuola paritaria, il governo accusa il colpo.

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