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M5S primo partito in Sicilia?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda ranvit il 29/10/2012, 17:35

Molto bene!

Il segnale è forte e chiaro!

1) La gente si è rotta le scatole di questa quotidiana serie di stangate.
2) il Cs puo' vincere solo se il centrodestra maggioritario nel Paese si divide.
3) il Pd puo' vincere solo se non si allea con Sel
4) Governare la Sicilia sarà una cosa difficilissima per chi sarà eletto Governatore!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda flaviomob il 29/10/2012, 21:42

Non sono d'accordo col punto 3, Ranvit.
Il PD vince nella maggior parte delle regioni in cui governa o ha governato senza allearsi con l'Udc, che peraltro in Sicilia ha un dato doppio rispetto alla percentuale nazionale.

Ma queste elezioni siciliane purtroppo hanno un enorme "lato oscuro", che forse è (per reazione) alla base del successo di Grillo:

http://www.leggioggi.it/2012/10/25/elez ... lle-liste/

Elezioni Sicilia 2012: 32 gli indagati candidati nelle liste

Fini invoca la questione morale, Grillo la piazza pulita

Il 28 ottobre in Sicilia ci saranno le elezioni regionali, la notizia però non è questa quanto che all’ ultimo conteggio sono 32 gli indagati, imputati e condannati fra i candidati nelle liste dei partiti. La questione morale torna così sugli scudi, nonostante i codici etici approvati da Udc, Pd e Pdl i politici italiani continuano ad avere una doppia vita.
“In Sicilia si vuole aprire un chiosco o un bar serve un certificato antimafia. Per candidarsi no” lo ha dichiarato Gianfranco Fini, il presidente della Camera, che senza troppo tatto è andato però dritto al punto; la conseguenza delle sue dichiarazioni è stato il ritiro dell’appoggio alla candidatura di Franco Mineo del partito Grande Sud di Micciché. Mineo è stato ricandidato nonostante sia sotto processo e pendano sulla sua testa le accuse di essere il prestanome della famiglia Galatolo dell’Acquasanta, così Fabio Granata, esponente di Fli, ha preferito defilarsi nel sostegno a Micciché.
Mineo però non è il solo, ci sono addirittura ex consiglieri che sono pure ex galeotti perché finiti in carcere nell’ ultima porzione di legislatura, non solo, sono tuttora indagati; è il caso di Riccardo Minardo che si ricandida con l’Mpa di Raffaele Lombardo. Minardo è stato rinviato a giudizio per truffa all’Unione Europea e in sua compagnia, per reati sempre di natura finanziaria, abbiamo Fabio Mancuso, mentre sull’ ex autonomista Cateno De Luca pende una inchiesta per abuso d’ufficio, tentata concussione e falso, ma nonostante questo “bel campionario” si è potuto ripresentare alle elezioni.
Fra i nomi in questione, spicca quello di Giuseppe Drago, ex sottosegretario di Berlusconi, che nel 2010, a causa di una sentenza della Cassazione, che ha reso definitiva la condanna a 3 anni per peculato, ha dovuto rinunciare ad un incarico da deputato. Quand’ era presidente della Regione, secondo i giudici, Drago ha usato in modo poco consono fondi riservati per un totale di 123 mila euro; adesso, però, che l’interdizione dalle cariche pubbliche è terminata, il popolare Saverio Romano è stato felice di ospitarlo nella sua lista Pid – Cantiere.
Altro candidato condannato per peculato (d’uso) è Giuseppe Buzzanca, già sindaco di Messina e consigliere regionale (contemporaneamente); la condanna, passata in giudicato, riguardava l’uso improprio dell’auto blu, laddove improprio sta semplicemente per vantaggi personali. I guai però non sono finiti qui poiché sul suo capo penderebbe una accusa piuttosto pesante, disastro colposo nell’ inchiesta sulle responsabilità per i danni dell’alluvione di Giampilieri che causò 39 morti. Discorso analogo vale per Mario Briguglio, sindaco di Scaletta Zanclea, candidato per Grande Sud.
Fra i candidati della “questione morale” è finito sotto inchiesta anche Francesco Cascio, il presidente dell’Assemblea regionale del Pdl: su Cascio, e su altri ex assessori al Territorio, pende una richiesta di rinvio a giudizio per la mancata adozione di misure anti-inquinamento. A Catania in lizza due ex assessori della giunta Scapagnini, Mimmo Rotella e Giuseppe Arena, entrambi condannati in primo grado per falso in bilancio.
Non c’è dubbio che i candidati con pendenze siano tanti, ma è sbagliato generalizzare; se il Pds-Mpa di Raffaele Lombardo è il partito con il maggior numero di “pendenti”, addirittura nove, il Pdl e il Pid-Cantiere popolare seguono a quota quattro. Il centrosinistra sembra meno compromesso anche se Rosario Crocetta, il leader dell’alleanza Pd-Udc, deve fare i conti con qualche grana giudiziaria dei suoi candidati. Ultima quella riguardante una condanna per abuso d’ufficio di Giuseppe Spata, in lista per l’Udc a Palermo.
E anche la sinistra “alternativa” ha dovuto pagare dazio: nelle liste di Italia dei Valori, a Messina, Francesco Pettinato, è indagato nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel Comune di Fondachelli Fantina, provincia di Messina. Pettinato, in seguito a sollecitazioni di Di Pietro, ha annunciato che si ritira dalla corsa.
È questa la scena, triste e un po’ troppo italiana, in cui si svolgono le elezioni siciliane, Grillo facilmente ottiene consensi nell’urlare “piazza pulita”, così come Fini a lanciare il suo richiamo istituzionale, nonostante anche Fli debba fare i conti con due indagini: quella per concussione che riguarda Mario Bonomo, capolista a Siracusa, e quella per voto di scambio che invece coinvolge un ex consigliere provinciale di Messina, Nino Reitano. A dimostrazione di quanto sia trasversale il partito degli inquisiti.


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Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda Iafran il 29/10/2012, 23:03

franz ha scritto:L'Isola al voto per rinnovare presidente e Assemblea regionale. La maggioranza degli elettori si astiene: ha votato il 47,4 per cento. Affluenza in netto calo rispetto alle tre tornate precedenti.

Gli astenuti contano "qualcosa" fino al completamento dello spoglio delle schede, dopo saranno obliati. Se essi volevano dissentire dovevano esprimere una preferenza valida ... per altri, naturalmente ... così avrebbero influito a togliere seggi al partito o alla coalizione criticata (la cosa che più brucia a "lor signori") e favorito l'elezione di nuovi soggetti, i quali, mal che vada, non potranno mai essere peggio di quelli che si conoscono (suppongo).
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Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda Giovigbe il 30/10/2012, 9:46

Iafran ha scritto:
franz ha scritto:L'Isola al voto per rinnovare presidente e Assemblea regionale. La maggioranza degli elettori si astiene: ha votato il 47,4 per cento. Affluenza in netto calo rispetto alle tre tornate precedenti.

Gli astenuti contano "qualcosa" fino al completamento dello spoglio delle schede, dopo saranno obliati. Se essi volevano dissentire dovevano esprimere una preferenza valida ... per altri, naturalmente ... così avrebbero influito a togliere seggi al partito o alla coalizione criticata (la cosa che più brucia a "lor signori") e favorito l'elezione di nuovi soggetti, i quali, mal che vada, non potranno mai essere peggio di quelli che si conoscono (suppongo).



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Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda ranvit il 30/10/2012, 10:25

Non sono del tutto d'accordo...in linea di principio condivido e io avrei votato M5S, ma la gente è incazzata nera e si rende conto che votare questo o quello cambia poco o niente!
Nel caso specifico poi, mi pare che "il messaggio" è arrivato forte e chiaro: datevi una mossa o si passa alle mani....
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Chi è Crocetta

Messaggioda flaviomob il 30/10/2012, 10:43

Rosario Crocetta (Gela, 8 febbraio 1951) è un politico italiano, impegnato nella lotta alla mafia. Viene eletto Presidente della Regione Siciliana il 29 ottobre 2012, succedendo al dimissionario Raffaele Lombardo.

Biografia

Dopo aver conseguito il diploma di perito chimico ha lavorato con l'ENI a Gela. Ha collaborato dapprima con l'Unità, poi con Il Manifesto ed infine con Liberazione; nel 1987 ha pubblicato la raccolta di poesie Diario di una giostra.
Parla 4 lingue: italiano, arabo, inglese e francese[1].
Nella ricerca di una sua collocazione politica all'interno della Sinistra italiana, ha aderito prima al Partito Comunista Italiano e poi a Rifondazione Comunista, con cui è stato assessore alla cultura del comune di Gela dal 1996 al 1998. In quell'anno è stato eletto consigliere comunale con la Federazione dei Verdi, e si è impegnato nell'elaborazione di progetti culturali condivisi tra i Paesi del Mediterraneo; nel 2000, terminato tale incarico, si è iscritto al Partito dei Comunisti Italiani.
Assessore alla Pubblica Istruzione dal 2000 al 2001, nel maggio del 2002 si candida a sindaco della sua città per l'alleanza di centrosinistra. In un primo momento risulta eletto il candidato del centrodestra Giovanni Scaglione, con un margine esiguo, 197 voti in più rispetto al candidato dell'Ulivo[2]. In seguito Crocetta farà ricorso e nel 2003 il giudice del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia farà effettuare un nuovo spoglio nel quale risultano 307 voti di vantaggio a favore di Crocetta e lo proclamerà primo cittadino[2], accertando la presenza di irregolarità e illeciti nella tornata elettorale cittadina, garantendo così la volontà dei cittadini gelesi. In una intercettazione telefonica è emerso che un boss mafioso intimava ad un presidente di seggio di «far il possibile pur di non far vincere il "comunista finocchio"»[senza fonte].
In campagna elettorale e durante l'intero mandato si è fatto portavoce della necessità di combattere Cosa Nostra[3], autodefinendosi "sindaco antimafia". Tra le sue iniziative antimafia lo svolgimento delle gare per l'appalto delle opere pubbliche alla presenza dei Carabinieri ed il licenziamento di impiegati comunali vicini alla mafia[1].
Al termine dei cinque anni di mandato, si ricandida nella carica di primo cittadino e viene riconfermato dal voto popolare al termine delle consultazioni amministrative del 2007, in cui stravince al primo turno con il 64,8% dei consensi.
Nella campagna per le elezioni regionali in Sicilia del 2008 è proposto come assessore ai lavori pubblici dalla candidata presidente del centrosinistra Anna Finocchiaro[4], che tuttavia non viene eletta.
Il 1º ottobre 2008 aderisce al Partito Democratico[5].
Alle elezioni europee del 2009 è candidato nella circoscrizione Italia insulare nella lista del Partito Democratico e con 150.091 preferenze risulta eletto al Parlamento Europeo[6] assieme ad un altro simbolo dell'antimafia come Rita Borsellino e si dimette da sindaco di Gela dopo due anni dalla riconferma.
Il 18 aprile 2012 diviene vicepresidente della Commissione speciale antimafia (Crim) dell'Unione europea[7].
È stato il primo sindaco (il primo politico dichiaratamente gay nella storia d'Italia) e il secondo Presidente di Regione dichiaratamente omosessuale nella storia d'Italia[2] [8].

Da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Rosario_Crocetta


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Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda franz il 30/10/2012, 10:52

Mi pare che M5S fosse accreditato di percentuali ben maggiori del 15%.
Buona parte dell'elettorato PDL invece di votare per il movimento di Grillo avrà deciso di astenersi.
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Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda ranvit il 30/10/2012, 10:56

A me pare che il 18 avuto stia facendo fischiare le orecchie al limite del sopportabile parecchi oligarchi dei vari Partiti :D


Di stonato e anche un po' ridicolo c'è l'esultanza di Bersani: hanno vinto solo perchè il centrodestra si è diviso e/o astenuto. In realtà il 30 di Crocetta sul 47% di votanti significa che sono stati scelti (unitamente all'Udc e quasi alla pari) solo dal 15% dei siciliani!!! 8-)
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Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda franz il 30/10/2012, 11:22

ranvit ha scritto:A me pare che il 18 avuto stia facendo fischiare le orecchie al limite del sopportabile parecchi oligarchi dei vari Partiti :D

Ok, 15 al partito, 18 al candidato.
È anche da rilevare che IDV e SEL non hanno raggiunto il quorum (5% mi pare) e sono fuori dal consiglio regionale.
Se si fossero uniti avrebbero ottenuto almeno 5 seggi.
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Re: M5S primo partito in Sicilia?

Messaggioda ranvit il 30/10/2012, 11:47

http://www.corriere.it/politica/special ... af7e.shtml

Il retroscena L'Udc: la strada giusta è tornare alle preferenze

Voto frammentato, spunta la «sindrome greca»

Nessun partito ha toccato quota 20 per cento Ricette diverse per arginare l'effetto Grillo E il dialogo sulla legge elettorale si complica


ROMA - Nell'Isola c'è un vincitore ma sul Continente sono tutti vinti. Perché il risultato delle elezioni siciliane consegna un sistema dei partiti sempre più frammentato, tanto da far risultare l'Italia sempre più simile alla Grecia. Ieri era legittima l'esultanza di Bersani così come la soddisfazione di Casini per la vittoria di Crocetta, ma a parte il fatto che l'alleanza sancita a Palermo da Pd e Udc è ben diversa dagli accordi stretti a Roma tra i Democratici e la sinistra di Vendola, il problema è che nessuna forza politica in Sicilia è riuscita a toccare quota 20%.

È questo il dato più allarmante, sebbene il voto regionale non possa essere utilizzato come parametro nazionale, visto che nell'ultimo report dei sondaggi riservati - arrivato ieri sui tavoli dei partiti - il Pd ha superato per la prima volta la soglia del 30%. Tuttavia anche i dirigenti democrat sanno che il rilevamento è «drogato» dalle primarie, e che difficilmente la somma prodotta dalla sfida tra Bersani e Renzi sarà per intero componibile alle elezioni politiche. Se a questo si aggiunge il fixing dei restanti partiti, è evidente la frana di sistema: con il Pdl al 17%, l'Udc sotto la soglia del 7% e Sel intorno al 5%, restano le forze non coalizzate come la Lega (vicina al 6%), l'Idv (appena sopra il 4%), e soprattutto M5S, considerata ormai la seconda forza su scala nazionale, vicina al 18%.

Ecco il punto: i grillini, ormai stabilizzatisi, sono la massa critica di un blocco che si aggira intorno al 30%. Così dietro i sorrisi dell'ufficialità, monta la preoccupazione nel Pd come nell'Udc, per non parlare del Pdl in caduta libera. Ora, è vero che Cinque Stelle in Sicilia ha raccolto «solo» il 14,7% di nemmeno la metà degli aventi diritto al voto, e che l'astensionismo è il buco nero dove sono stati attratti la gran parte dei consensi berlusconiani, ma è altrettanto vero che - come raccontano autorevoli esponenti centristi - «è grazie alle preferenze che i partiti tradizionali, compreso il nostro, sono riusciti ad arginare il fenomeno grillino». I candidati - solitamente avvezzi alla raccolta del consenso porta a porta - hanno riferito di aver faticato a racimolare voti.

Non c'è dubbio che si tratti di una visione di parte, e che l'Udc se ne serva per sponsorizzare la reintroduzione delle preferenze nel modello elettorale nazionale, ma la «sindrome greca» preoccupa tutti i partiti. L'analisi è comune, non lo è la soluzione. Prosegue così il braccio di ferro che tiene in scacco la riforma del Porcellum, tra chi vorrebbe preservarlo con un restyling e chi vorrebbe accantonarlo. Se il nodo è garantire la governabilità, il capogruppo del Pd Franceschini ritiene che «non vada gettata l'unica cosa positiva realizzata in venti anni di conflitto»: «Abbiamo conquistato un sistema bipolare, perché dovremmo disfarcene?».

Quella del dirigente democratico è la strenua difesa dagli attacchi di chi, abbassando il premio di maggioranza o aumentando la soglia per ottenerlo, vorrebbe di fatto cancellare il bipolarismo. È la dimostrazione di quanto forti siano le resistenze rispetto a chi usa argomenti opposti. «Con una frammentazione così accentuata - ribatte il segretario dell'Udc Cesa - una nuova legge elettorale va fatta, e va fatta in fretta. Se non lo facessimo, ci ritroveremmo con i grillini al 20% e un Parlamento ingovernabile». Traduzione dal politichese: per Cesa il Pd non può pensare di accaparrarsi alle elezioni un premio di maggioranza esorbitante rispetto al risultato che otterrà, perciò - visti i numeri - nella prossima legislatura c'è solo la possibilità di formare un gabinetto di larghe intese. Per Franceschini un simile governo, sotto la pressione di M5S e Lega, avrebbe vita breve.

Le divergenze tra Pd e Udc sul sistema elettorale evidenziano le differenti strategie dei due partiti, e sono la plastica dimostrazione di quanto fragile sia la tesi rilanciata ieri da Casini dopo la vittoria di Crocetta: «L'indicazione che giunge dal voto siciliano è l'ineludibilità del rapporto tra progressisti e moderati, unico antidoto all'antipolitica». Il leader centrista ha buon gioco a sottolineare come Sel e Idv siano rimasti fuori dall'Assemblea regionale a Palermo, ma Pd e Udc insieme non riuscirebbero comunque a fare maggioranza in Parlamento a Roma. Dunque...

Dallo stallo non si esce, nonostante l'intenzione del presidente del Senato di far votare la riforma entro due settimane dall'Aula di palazzo Madama. E malgrado la moral suasion del capo dello Stato, che continua a minacciare il ricorso al messaggio alle Camere. Per il resto è opinione comune nelle forze politiche che l'ipotesi del decreto - di cui si parla a livello istituzionale ma che più volte il governo ha smentito - sia «un'arma scarica».

L'ago della bilancia in questa vicenda sarebbe il Pdl. Sarebbe, perché un partito in ginocchio nei consensi e attraversato da un feroce scontro interno, non ha una posizione compatta. C'è in effetti un accordo per andare avanti con le votazioni al Senato, ma con Berlusconi ancora posizionato sul Porcellum e il rischio che salti tutto alla Camera, ieri Alfano non è potuto andare oltre l'intenzione di «abolire la lista dei nominati, che giustamente gli italiani non vogliono più». Il nodo però è il premio di maggioranza, che forse sarà sciolto dopo le primarie. Forse.

Francesco Verderami30 ottobre 2012 | 8:59
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