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Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda franz il 21/10/2012, 17:41

PRIMARIE DEL PD a TORINO
«La sinistra scopra il coraggio del futuro
Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25»

Battute: «In ritardo, colpa del volo dalle Cayman...».
Su Monti: «Chi dice che la crisi è finita vi prende in giro...»


Comincia con una battuta: «Mi scuso per il ritardo, ma è a causa di un volo dalle Cayman, dove sono andato a prelevare le ultime risorse che erano fondamentali...». Poi però Matteo Renzi smette di scherzare. E al PalaOlimpico di Torino delinea il suo programma e chiede una «sinistra coraggiosa», capace di ascoltare ma anche di decidere. Con tanto di previsioni: «Il mio Pd arriva al 40 per cento, il loro (quello di Bersani, ndr) al 25».

MONTI - Non mancano neppure le critiche. Come quella sulle previsioni del premier Monti sul miglioramento della situazione economica: «Chi vi dice che la crisi è finita vi prende in giro. La crisi non ha una fine, è un cambiamento. Ed è anche una opportunità. Noi siamo di sinistra perché non abbiamo paura del futuro. Futuro è parola da pronunciare con piacere, non con angoscia».

Più tardi nella giornata, torna sul tema Monti e sull'ipotesi di un Monti bis, ospite del programma «In mezz'ora» di Lucia Annunziata. «Sono con Monti - precisa - quando fa la riforma delle pensioni, ma non sulla legge di stabilità:mi riservo un giudizio punto per punto». «Monti ha ridato autorevolezza al Paese ma è un governo privo di anima - aggiunge -. Chi vince le primarie è il candidato del centrosinistra e, vinte le elezioni dovrà governare l'Italia: non credo al Monti bis. Però chi vince non può tornare indietro su alcuni temi, penso alle pensioni».

BERSANI Messaggi anche a Bersani. Sulle regole delle primarie: «Caro segretario - dice Renzi - le regole fanno male a te. Le primarie sono ispirate dalle vostre paure e non dal nostro coraggio. Mi spiace per Bersani. La parola comunicazione non deve far paura alla sinistra, non è una parolaccia. È un autogol se la comunicazione è di plastica, come qualcun'altro ha fatto per molti anni».

Poi Renzi torna sulle polemiche generate a Milano dalla cena con gli esponenti della finanza: «Conosco Serra, lo stimo, temo la polemica si ritorca contro Bersani, lo dico con dispiacere perché è il segretario, ha detto delle parole di troppo, credo che farebbe bene a scusarsi anche per evitare ulteriori guai». «Serra non ha la sede alle Cayman - aggiunge Renzi - risiede in Inghilterra e utilizza le regole della finanza in modo regolare. Io non credo che la politica debba essere subalterna alla finanza e alle banche, mentre in passato lo è stata».

IL PROGETTO - Quanto al suo programma, Renzi spiega che la «sinistra non può essere talebana e integralista, non può sostenere che chi la pensa come me vada distrutto con tutte le armi. Questa non è la nostra sinistra, è la loro. La sinistra che vogliamo noi è quella del coraggio, che decide, che ascolta e concerta tutto, soprattutto l'ora di decidere».

«SE PERDO NON SCAPPO» - Su ciò che farà in caso di sconfitta alle primarie, Renzi ha ripetuto concetti già espressi: «Io non scappo con il pallone sottobraccio. La nostra sinistra è leale. Quando si perde si dà una mano a chi vince. Si può perdere, ma non si può perdere la faccia. Non scateneremo una guerra, non faremo un altro partito. Lavoreremo con il sorriso». L'invito a chi lo ascolta, a chi lo segue, è di coltivare l'entusiasmo e la passione della politica: «Vivete questo mese con la libertà, la leggerezza e il sorriso di chi sa che non sta combattendo una battaglia personale ma sta provando a restituire bellezza alla politica».

VELTRONI E D'ALEMA - «Due autorevoli leader del centrosinistra - dice a proposito di Veltroni e D'Alema - hanno scelto di fare un passo indietro, io non dico che era ora ma è stato un gesto importante, abbiamo bisogno di voltare pagina».

FIAT - Dopo il comizio Renzi si sofferma a parlare con i giornalisti: «Se dovessimo assumere responsabilità di governo ci relazioneremo con Fiat per quello che è: una delle più grandi aziende di questo Paese. Sperando che la crisi del mercato automobilistico cambi segno. Marchionne - aggiunge Renzi - ha fatto un errore ad attaccare Firenze. Doveva attaccare me. Ma penso che sia stato un errore di comunicazione di cui si è accorto subito, come dimostra la sua marcia indietro, per usare un linguaggio automobilistico. E poi si sa, le frecciatine vanno e vengono...».

DENARO - Non demonizzare il denaro, è stata una delle altre provocazioni al mondo della sinistra di Renzi. Sul tema interviene, a margine della manifestazione, Giorgio Gori, coordinatore della campagna di Matteo Renzi: «Il dialogo con il mondo della finanza e delle banche è importante quanto il dialogo con il mondo del lavoro», dice. E aggiunge: «Mi sembra un boomerang al contrario perché ci sono moltissime aziende del credito, anche italiane che hanno sedi in questi luoghi dove non è illecito averle».

Redazione Online 21 ottobre 2012 | 16:31 http://www.corriere.it

Vedere anche http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HRER1-1
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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda flaviomob il 27/10/2012, 17:31

Renzinomics... da un sito segnalato da Corrado Truffi, altra nostra vecchia conoscenza.
Considerazioni che in buona parte condivido.

http://paolomanasse.blogspot.co.uk/2012 ... omics.html

I programmi dei leader politici lasciano spesso il tempo che trovano. Ricordate il famoso “contratto con gli Italiani “ di Berlusconi? Firmandolo a “Porta a Porta” (sic) l’ex primo ministro si impegnò alla vigilia delle elezioni del 2001 a ridurre le tasse, dimezzare la disoccupazione, aumentare le pensioni, riaprire i cantieri per le infrastrutture e la difesa del territorio. Sappiamo come è andata a finire. Prodi nel 2006 affidò ad un programma di 281 pagine il tentativo di legare le mani alla sua coalizione rissosa. Non funzionò: i programmi non vincolano i comportamenti dei politici. Ciononostante, essi hanno il merito di rivelare “la visione”, le “preferenze” direbbero gli economisti, dei candidati.

Non fa eccezione il programma di Matteo Renzi, di pagine 26. La chiave del manifesto, sta in una espressione ricorrente : ”dal basso”. Dal basso (e dunque mai “calati dall’alto”) devono partire riforme e norme, la costruzione europea, la crescita economica e perfino la sicurezza dei cittadini. Non si tratta del solito refrain sessantottino da cui, per ragioni anagrafiche, il nostro è immune. Si tratta invece dell’impostazione di fondo, e, allo stesso tempo, del limite maggiore del “Renzi pensiero”: trasporre il modello “micro” e l’esperienza del governo della città a quella del paese. Dunque non più “paese come azienda” à la Berlusconi, ma “paese come Comune (Firenze)”. Andiamo con ordine.

Il programma-manifesto consta di dodici punti: riforme istituzionali, Europa, bilancio, istruzione, crescita e liberalizzazioni, welfare e lavoro, fisco, amministrazione pubblica, cultura e turismo, sicurezza , diritti civili, partecipazione al programma (dal basso!).
Non sorprende che volendosi immergere “nella complessità del reale” e propondosi di “partire dall’Italia che funziona (“comuni, aziende, terzo settore”) il manifesto abbia il capitolo più debole nella parte che riguarda le riforme istituzionali. Il sistema elettorale dei comuni diventa il modello. Sistemi elettorali molto diversi tra loro come quello spagnolo (proporzionale con forte peso delle autonomie) e britannico (uninominale maggioritario) vengono presi ad esempio per aver prodotto “governi che durano a lungo, primi ministri che entrano in carica abbastanza giovani (sic) e dopo al massimo dieci anni passano la mano ed escono di scena” (il riferimento a D’Alema e Bindi è del tutto casuale). Ma anche l’Europa, si sostiene, dovrebbe dotarsi di un Sindaco, una figura istituzionale eletta direttamente dagli Europei che sommi le cariche del Presidente della Commissione a quella di Presidente del Consiglio Europeo.


Sui temi europei vi sono proposte già “sul tavolo” (unione bancaria , Eurobonds), e altre proposte “micro” nuove e meritevoli (potenziare gli scambi Erasmus ed istituire un servizio civile europeo). Sui temi “macro”, troppo distanti “dal basso”, si sorvola (il fiscal compact “va bene”: siamo sicuri?).
Le proposte economiche partono da una premessa condivisibile: il “ventennio perso” della stagnazione italiana nasce in primo luogo dalla incapacità del sistema produttivo nazionale di rinnovarsi davanti alla sfida della globalizzazione. Potremmo distinguere le proposte tra quelle con obiettivi “di breve” o “di medio” termine. Tra le prime vi sono quelle necessarie all’abbattimento del debito ed al consolidamento di bilancio. Per ridurre al 107% il peso del debito sul PIL entro il 2017, ci si propone di vendere gli immobili pubblici (72miliardi annui), cedere partecipazioni del Tesoro per 40 miliardi , di ricapitalizzare le concessioni pubbliche per 30 miliardi. Tuttavia le dismissioni proposte appaiono insufficienti rispetto obbiettivo: per ridurre in cinque anni il rapporto debito PIL dall’ attuale 126% del PIL al 107% occorrerebbe recuperare circa 220 miliardi contro i 140 circa preventivati nel programma Renzi (anche assumendo una crescita favorevole dell’1% del PIL nel quinquiennio. e senza contare che la vendita di asset e l’acquisto del debito ridurrebbero i prezzi delle attivita e aumentebbe quello delle passività dello stato, v. Tavola 1).

La politica di bilancio si pone l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale riducendo la spesa corrente e riqualificando la spesa. Ad un fondo apposito sarebbero destinate le risorse provenienti alla lotta all’evasione (33 miliardi l’anno). Altri risparmi di spesa verrebbero dalle spese correnti (-12 miliardi l’anno) , dai trasferimenti alle imprese (-14) , dalla “riallocazione dei fondi europei” (-8,5 miiardi), dall’impiego pubblico (4 miliardi con part time, mobilità territoriale, blocco turnover). Queste risorse permetterebbero di ridurre le imposte a donne e giovani (1,5 miliardi), a di finanziare detrazioni a chi guadagna meno di 20mila euro netti (20 miliardi). Due osservazioni a proposito. Le stime delle entrate dal recupero dell’evasione appaiono ottimistiche, cosa frequente nei programmi politici, visto che ammontano a circa all’ 11% dell totale evaso, 290 miliardi secondo le stime della Banca d’Italia . La spending review in salsa Renzi appare realistica (si taglia circa il 4.3% del totale della spesa) ma poco ambiziosa perché non prefigura una sostanziale riduzione del peso dello stato nell’economia.

Alcune proposte per il medio termine sono interessanti. La bassissima partecipazione delle donne alla forza di lavoro è correttamente identificata come una delle più gravi anomalie economiche, sociali e politiche del nostro paese. A questa fa riscontro lo scarso accesso dei bambini sotto i tre anni agli asili nido e la eccessiva dipendenza del loro sviluppo cognitivo dall’istruzione dei familiari. Quindi, accanto alla detassazione del lavoro femminile, il programma di creazionedi 450mila posti negli asili pubblici (3 miliardi all’anno) è allo stesso tempo un fattore di crescita economica, di emancipazione femminile e di mobilità sociale. Non è però chiaro che questi obiettivi non possano essere ottenuti favorendo la creazioni di nidi privati ed intervenendo, come in molti paesi, con importanti deduzioni/detrazioni fiscali. Inoltre, si sostiene, gli investimenti pubblici andrebbero riorientati dal “macro” (le grandi e dispendiose infrastrutture come la TAV) al “micro” : asili, trasporti, sicurezza scuole, efficieza energentica.

Molto è lo spazio dedicato a pubblica amministrazione, scuola e università, con proposte per la semplificazione, formazione, selezione e reclumento dei docenti e valutazione delle università. Rimangono però due tabù. Primo, tra gli incentivi non si parla della possibilità di pagare di più/meno i docenti più/meno meritevoli prescindendo dalla loro anzianità di servizio, né della possibilità di licenziare i dipendenti pubblici. Secondo, non si parla dell’abolizione del valore legale del titolo di studio.
Le proposte sul Welfare ben rispecchiano la filosofia generale: spostare la sanità verso un sistema regionale maggiormente finanziato da imposte locali e armonizzato con un fondo perequativo per assicurare uguale accesso tra regioni ricche e povere. Appare invece inadeguata la proposta di sperimentare forme di flexicurity sul mercato del lavoro “in forma volontaria” (!?)

Tornano i conti? Non è chiaro. Nel programma si danno cifre precise per i proventi delle privatizzazioni destinate a ridurre il debito (142 miliardi annui v. Tabella 1), per la variazioni di entrata che risultano dal saldo del recupero di evasione e dalla detassazione (11 ,5 miliardi), e per i risparmi di spesa (38,5 miliardi). Invece, molte nuove spese (edilizia scolastica, infrastrutture, pubblica amministrazione, cultura giustizia) non vengono dettagliate. Possiamo solo supporre che a queste vengano assegnati in complesso i circa 21,4 miliardi che risultano dalla differenza tra nuove entrate e nuove uscite. Maggiori informazioni sarebbero desiderabili.

Immagine

Cosa manca al programma? Come detto, è insufficiente la parte “macro”. Non si parla ad esempio della riforma della contrattazione collettiva, una riforma fondamentale per assicurare che i salari riflettano la produttività e le risorse umane e finanziarie vadano nelle imprese dove questa è maggiore; non appare neppure l’obiettivo di privatizzare le Fondazioni bancarie, la longa manus della politica nel credito ed il maggior ostacolo al credito alle piccole e medie imprese; si è troppo timidi nelle liberalizzazioni (perché non si dice che vanno aboliti gli ordini professionali?), e negli incentivi per la pubblica amministrazione; non ci sono idee per il Mezzogiorno, e la criminalità non ha il rilievo di problema nazionale che merita: le proposte di partire con un lavoro (da dove?) “dal basso” per combattere la micro-criminalità (vigilantes col fazzolettino rosso?) e di mettere più donne, immigrati e osservatori locali nelle forse di polizia appaiono condivisibili ma inadeguate. Oggi la lotta alla criminalità passa attraverso la riduzione del peso dello Stato nell’economia.


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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda ranvit il 27/10/2012, 18:01

I programmi dei leader politici lasciano spesso il tempo che trovano. Ricordate il famoso “contratto con gli Italiani “ di Berlusconi? Firmandolo a “Porta a Porta” (sic) l’ex primo ministro si impegnò alla vigilia delle elezioni del 2001 a ridurre le tasse, dimezzare la disoccupazione, aumentare le pensioni, riaprire i cantieri per le infrastrutture e la difesa del territorio. Sappiamo come è andata a finire. Prodi nel 2006 affidò ad un programma di 281 pagine il tentativo di legare le mani alla sua coalizione rissosa. Non funzionò: i programmi non vincolano i comportamenti dei politici. Ciononostante, essi hanno il merito di rivelare “la visione”, le “preferenze” direbbero gli economisti, dei candidati.

Non fa eccezione il programma di Matteo Renzi, di pagine 26.




Proprio perchè concordo.....do' maggiore importanza al "I know my chicken", infatti conosco bene Bersani (brav'uomo ma niente di piu') e il gruppo di oligarchi (perdenti) che gli sta intorno; cosi' come conosco Vendola (grandissimo parlatore del nulla) e il suo contorno di radicali di sinistra mascherati oggigiorno da ambientalisti, pacifisti e menate varie! So bene, molto bene, quali sono le loro ricette (ammesso che si mettano d'accordo...ma le une e le altre sempre un disastro sono).
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda franz il 27/10/2012, 18:10

Se non c'è il programma, si dice che non c'è il programma.
Se c'è inizia la (doverosa) operazione di analisi dei dettagli.
Illogico pero' prima chiedere i programmi e poi far notare che tanto non servono perché saranno disattesi.
Anche fare le punci ad un programma di 12 punti perché manca qualcosa dopo essersi lamentati delle 281 pagine del programma dell'Unione.

PS: nel caso il programma è qui: http://www.matteorenzi.it/ alla voce idee.
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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda flaviomob il 27/10/2012, 19:22

Un programma può essere discusso e analizzato, ci mancherebbe! Si propone di governare l'Italia in base a quel programma vorrei ben vedere che non fosse rivoltato come un calzino.
Se i critici suppongono che esso venga disatteso in qualche punto, può essere perché non sono credibili le cifre fornite, o i tempi, o perché non vengono prese in considerazione alcune criticità.
O dobbiamo supporre che il programma del caro leader sia perfetto? Tra parentesi il blogger che ho citato, così come il nostro ex forumista, sono a favore di Renzi...


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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda franz il 27/10/2012, 21:06

La critica ai programmi era generica "I programmi dei leader politici lasciano spesso il tempo che trovano" per cui non si tratta di qualche punto critico (che se mi impegno trovo anche io). Comunque "Ciononostante, essi hanno il merito di rivelare “la visione”, le “preferenze” direbbero gli economisti, dei candidati" è corretto e quello che vedo nel programma di Renzi non è certo un'adesione al 100% ma abbastanza da condividere la "visione" o la presenza di quella visione in una coalizione che altre forze che abbiano visioni simili.
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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda flaviomob il 05/11/2012, 15:22

Ora pare che Bersani sia il "premier" più gradito...

http://www.sondaggibidimedia.com/2012/1 ... embre.html

FIDUCIA IN MONTI: 39% (-3%)

Questi i dati della fiducia per coalizione:

FIDUCIA TRA GLI ELETTORI DI CSX: 45% (-5%)
FIDUCIA TRA GLI ELETTORI DEL TERZO POLO: 76% (-6%)
FIDUCIA TRA GLI ELETTORI DI CDX: 26% (+3%)
FIDUCIA TRA GLI ELETTORI DEL M5S: 13% (+1%)

FIDUCIA TRA CHI NON VOTERA’/INDECISO/VOTERA’ BIANCA O NULLA: 41% (-3%)



Gli elettori del Terzo Polo si riconfermano i più grandi sostenitori del governo Monti, seppur in calo rispetto alla volta scorsa. Buoni i risultati anche nel csx, dovuti più al PD che agli altri partiti della coalizione, mentre pessimi nell’area di centrodestra e nel M5S.

Passiamo all’analisi del voto medio al governo Monti:

VOTO MEDIO: 4,2

Questi i voti medi per coalizione:
VOTO MEDIO TRA GLI ELETTORI DI CSX: 5,1
VOTO MEDIO TRA GLI ELETTORI DEL TP: 6,7
VOTO MEDIO TRA GLI ELETTORI DI CDX: 4,8
VOTO MEDIO TRA GLI ELETTORI DEL M5S: 2,7

VOTO MEDIO TRA CHI NON VOTERA’/INDECISO/VOTERA’ BIANCA O NULLA: 4,1

---

Abbiamo anche chiesto agli italiani chi vorrebbero come prossimo presidente del consiglio.
Ecco i risultati:

Immagine


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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda franz il 07/11/2012, 16:19

Ho trovato anche questo: http://www.sondaggielezioni2013.it/index.html
Qui sembra che votino quasi tutti per Grillo: http://www.sondaggielezioni2013.it/risultati.html
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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda flaviomob il 13/11/2012, 1:42

A proposito di sondaggi:

Interessante il confronto tra i sondaggi on-line (quindi non scientificamente rilevanti) de l'Unità e del Corriere.

Secondo il quotidiano milanese i più convincenti nel dibattito tv sono stati:

Matteo Renzi
47.3%
Pier Luigi Bersani
25.7%
Nichi Vendola
14.9%
Laura Puppato
6.5%
Bruno Tabacci
5.6%

(12822 votanti)

Se invece guardiamo il quotidiano che fu organo del PCI, si ribalta tutto: il sindaco gigliato è addirittura terzo (ma i votanti sono meno di un decimo di quelli del Corriere)


Bruno Tabacci
2 % (22)
Laura Puppato
4 % (43)
Matteo Renzi
19 % (203)
Nichi Vendola
30 % (323)
Pier Luigi Bersani
45 % (475)

Totale voti: 1066

Infine, un sondaggio "serio" di Repubblica:

http://temi.repubblica.it/repubblica-so ... ref=HREA-1

Bersani 33%
Renzi 31%
Vendola 12%
Tabacci 5%
Puppato 4%
Nessuno 15%

Instant poll condotto dall'istituto Quorum



Da rilevare che i sondaggi on-line possono mutare risultato nel tempo; io li ho consultati circa alle 00,35


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Re: Renzi: Con me Pd al 40 per cento, con loro al 25

Messaggioda franz il 13/11/2012, 9:05

Il link è questo: http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1

ROMA - Sostanziale pareggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi nel dibattito tra i candidati alle primarie trasmesso da SKY. Secondo il 33% dei telespettatori il più convincente è stato il segretario del Pd, seguito dal sindaco di Firenze al 31%. Lo rileva un instant poll condotto dall'istituto Quorum in collaborazione con Repubblica. it. Secondo il 12% degli intervistati, ha invece prevalso Vendola. Solo il 5% ha indicato Bruno Tabacci e il 4% ha premiato Laura Puppato. Per il 15%, dal dibattito non è emerso nessun chiaro vincitore.

Il sondaggio è stato condotto online, con metodologia CAWI, su un campione statisticamente rappresentativo di 2.700 potenziali elettori delle primarie che hanno seguito il confronto di questa sera.

Bersani vince tra le donne (34% a 26% su Renzi), pareggio tra gli uomini (33% a 33%). Tra gli under 35 successo del sindaco di Firenze, che stacca Bersani 38% a 23%, con Vendola al 17 per cento. Opposto il risultato tra gli over 55, con Bersani al 51% contro il 20% di Renzi. Sono i dati dell'instant poll condotto dall'istituto Quorum in collaborazione con Repubblica. it su un campione di 2.700 potenziali elettori delle primarie che hanno seguito il confronto tra i candidati. Inoltre, ben il 26% del campione dice che potrebbe aver cambiato idea su chi votare alle primarie: tra questi elettori, Renzi è in lieve vantaggio su Bersani nelle intenzioni di voto, con 26% contro il 22, mentre in questo segmento gli indecisi sono quasi il 30 per cento.

Vedere anche http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ref=HREA-1
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