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Diritti umani, informazione e comunicazione

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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 16/10/2012, 9:30

Dunque l'Italia non produce più mine antiuomo, ma se lo facesse sarebbe colpa dei sindacati, giusto?
Ok, ci siamo ;)


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 16/10/2012, 12:00

Immagine

Dopo l'attentato alla vita di Malala Yusufzai, è ancora più urgente chiedere che le attiviste per i diritti delle donne siano protette. Firmate e diffondete l'appello --> http://j.mp/Tt2XT8


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda franz il 16/10/2012, 20:55

flaviomob ha scritto:Dunque l'Italia non produce più mine antiuomo, ma se lo facesse sarebbe colpa dei sindacati, giusto?
Ok, ci siamo ;)

Per le lacrime di cui si parla, sì.
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Saluzzo: sgombero indegno

Messaggioda flaviomob il 18/10/2012, 11:02

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/10/ ... to/207859/

Sono circa 50 i braccianti africani che dormivano in una tenda dietro al foro boario di Saluzzo. La struttura era stata messa a disposizione da un privato, dopo che il Comune non era riuscito a trovare una soluzione per il gruppo di migranti. “Ed è stato proprio il Sindaco” spiega Lele Oriardo, del Comitato Antirazzista saluzzese “che si è preso la responsabilità di fare sgomberare la tenda, senza che vi fosse altro posto dove stare per chi vi dormiva dentro”. I braccianti, in larga maggioranza con contratto che scade entro due settimane, raccolgnoo kiwi nelle campagne dei comuni limitrofi. Le prime tende erano state montate circa un mese fa con l’arrivo del freddo, proprio per evitare casi d’ipotermia. Ora, con i 5 gradi che si registrano al calar del sole, sono solo una decina gli ospiti che dormono nelle tre tende messe a diposizione dal Comitato, per gli altri ci sono materassi in terra e un teli per coprirsi dalla pioggia

di Cosimo Caridi


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 19/10/2012, 6:46

Il Guatemala dell’ex generale e attuale presidente Otto Pérez Molina rivive l’incubo della violenza e della repressione. Come ai tempi della guerra civile, iniziata nel 1960 e conclusasi nel 1996 con gli accordi di pace tra la guerriglia e il governo, il 4 ottobre scorso membri dell’esercito, che coadiuvavano la polizia nel controllo di una manifestazione popolare pacifica, hanno sparato sulla folla. I manifestanti appartenevano alla comunità centromeridionale di Totonicapan, situata 170 km a nord-ovest dalla capitale Ciudad de Guatemala e formata in prevalenza da indigeni di etnia Maya-Quiché. La notizia è preoccupante e gravissima, ma è passata quasi inosservata in Italia (segnalo un buon pezzo su PeaceLink), soprattutto tra i mass media tradizionali. 8 morti e 35 feriti da arma da fuoco: questo il saldo della strage che è avvenuta in una zona trafficatissima e molto conosciuta, l’incrocio di “4 caminos” tra le località turistiche di Hehuetenango, Chichicastenango, il Lago Atitlán e Quetzaltenenago.

Che cosa stavano facendo i “sediziosi” manifestanti? Incendiavano e occupavano prigioni, caserme o palazzi del governo? Improvvisavano un colpo di stato con milizie popolari inferocite e sanguinare al seguito? Gridavano alla rivoluzione armata e alla decapitazione dei caudillos o dei loro governanti? No. Stavano manifestando pacificamente contro l’aumento delle tariffe elettriche, una vera piaga sociale in un paese semi-colonizzato da compagnie straniere in particolare nel settore energetico e in quello minerario, e contro alcune politiche governative. Alle mobilitazioni avevano aderito anche altri settori della popolazione, oltre a indigeni e contadini: c’erano commercianti, impiegati e docenti, tra gli altri. Come succede in qualunque altra società, una comunità di abitanti della regione mostrava il proprio dissenso mentre alcuni loro delegati, rappresentanti dei 48 cantoni in cui si divide il Comune, si trovavano proprio seduti a un tavolo di negoziazione con il governo, rappresentato dal delegato Miguel Ángel Balcárcel, nella capitale.

Dall’anno 2000 l’esercito del paese centroamericano è autorizzato ad affiancare la Polizia Nazionale nelle operazioni di sicurezza interna, una misura che oggi più che mai dovrebbe essere messa in discussione. E’ un approccio seguito anche dal vicino Messico in cui negli ultimi 6 anni la guerra o “offensiva militare” dichiarata dal presidente Felipe Calderón ai cartelli del narcotraffico ha provocato oltre 60mila morti e la dissoluzione del tessuto locale in numerose regioni del paese. Il numero totale di morti nel sessennio è di 103mila per diversi motivi, tra cui la perdita di controllo in intere macrozone, soprattutto nel Nord-Est, nel Golfo del Messico e lungo la frontiera con gli USA.

Il 14 ottobre migliaia di manifestanti, in solidarietà con la comunità di Totonicapán e con le famiglie delle vittime, sono scesi in piazza e hanno marciato verso la Corte di Giustizia e del Palazzo Nazionale, sede della presidenza della Repubblica, per chiedere “giustizia” e dire “no all’impunità”. Hanno anche protestato per chiedere la fine della violenza contro i popoli originari e dei progetti minerari e idroelettrici imposti sui loro territori.
....


http://latinoamericaexpress.com.unita.i ... guatemala/


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 20/10/2012, 13:17

(ANSA) - ROMA, 20 OTT - "Estelle e' sotto attacco" da parte dei militari israeliani: lo afferma all'ANSA uno dei responsabili stampa di Flotilla Italia. Estelle "era stata circondata da almeno sei navi della Marina di Israele", "poi abbiamo perso i contatti con le persone a bordo, siamo convinti sia in corso un attacco", spiega all'ANSA il responsabile.

"Hanno visto i militari indossare le maschere antigas", ha aggiunto. (ANSA).

https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/ ... 6063_n.jpg


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 20/10/2012, 13:21

'ESTELLE sotto attacco alle 10.20, GAZA sotto assedio da anni'' MOBILITIAMOCI
sabato 20 ottobre 2012 12:18
FREEDOM FLOTILLA
http://www.freedomflotilla.it/2012/10/2 ... litiamoci/

ALLE 10.20 DI OGGI 20 OTTOBRE, in acque internazionali a circa 17 miglia nautiche a nord di Arish, Egitto (secondo le ultime coordinate che sono riusciti a trasmetterci dalla nave,) navi da guerra israeliane circondando Estelle e dando il via all'assalto alla nave pacifica.
Navi da guerra israeliane abbordano il veliero Estelle, con su attivisti per i diritti umani e membri del parlamento di diverse nazionalità europee, diretto a Gaza in missione di pace.
Estelle è una nave disarmata, in missione umanitaria e di pace, con cargo ispezionato più volte, equipaggio con dichiarate intenzioni non violente, in rotta da acque internazionali direttamente in acque territoriali di Gaza. Non può in alcun modo costituire minaccia né per la sicurezza di Israele né per altri.
Il governo Israeliano poteva scegliere e doveva farla passare. Il governo israeliano non può addurre ragioni di sicurezza plausibili o avanzare competenze giuridiche territoriali sulla rotta di Estelle.
La missione umanitaria di Estelle consiste in un messaggio di pace ben preciso e doveroso: solidarietà con il popolo palestinese e basta con l'assedio di Gaza subito e per sempre.
La missione di pace di Estelle consiste nel chiedere giustizia per il popolo Palestinese, perfettamente in linea con le risoluzioni ONU e le dichiarazioni di tutte le associazioni umanitarie internazionali che denunciano da anni la gravità della situazione in cui è costretta a vivere la popolazione civile di Gaza sotto assedio.
Denunciamo l'ennesimo crimine di guerra del governo israeliano nei confronti di popolazione civile.
A nome delle migliaia di persone a bordo di Estelle, chiediamo la fine dell'assedio illegale di Gaza subito e per sempre e il rilascio immediato di tutti i pacifisti prelevati da Estelle con la forza e attualmente ostaggi delle autorità israeliane.

Gli attivisti a bordo di Estelle sono ora impossibilitati a continuare la loro missione, in quanto prelevati contro la loro volontà da Estelle e probabilmente condotti in centri di detenzione in Israele.

Messaggio preregistrato, di Marco Ramazzotti Stockel, rappresenta l'Italia a bordo di Estelle:

Ora spetta a noi portare avanti la missione dell'equipaggio di Estelle,

LE MOBILITAZIONI SONO IN AGGIORNAMENTO, tornate a visualizzare questa pagina.

MOBILITAZIONI TERRITORIALI : contatta i comitati territoriali su CONTATTI per appuntamenti e orari definitivi delle mobilitazioni nelle varie città
MILANO - Duomo
FIRENZE - Piazza della Repubblica - martedì
NAPOLI - Piazza Trieste e Trento 20 ottobre

MOBILITAZIONI NEL WEB : VEDI IL PROFILO "WE ARE ALL ON THE FREEDOM FLOTILLA2"

evento di mobilitazione su facebook
https://www.facebook.com/events/518317164845842/


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 24/10/2012, 14:04

https://fbcdn-sphotos-h-a.akamaihd.net/ ... 9198_n.jpg

L'AMORE SARÀ PIÙ FORTE DELL'IGNORANZA?

Ieri, martedì 23 ottobre, in 75 città della Francia, sono scesi in piazza gli oppositori alla proposta di legge per dare agli omosessuali il diritto di sposarsi e avere figli adottivi. Questo è successo a Marsiglia, nel bel mezzo della manifestazione!

(Foto: AFP)


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Russia: censura e carcere

Messaggioda flaviomob il 24/10/2012, 14:09

Carcere duro per le due Pussy Riot

di Andrea Riscassi

Forse temevano che mettendole nella stessa colonia penale potessero improvvisare un altro concerto. Per attaccare Putin, il suo amico Kirill (patriarca della chiesa autocefala russa) e magari l’infame sistema carcerario della Federazione russa. Ereditato pari pari da quello sovietico. E mai rinnovato. Ma d’altronde il paese è guidato da uno che nella precedente vita aveva fatto carte false per andare a fare la spia del Kgb.
E così Masha Alekhina e Nadia Tolonnikova, le due Pussy Riot condannate a due anni di lavori forzati per 45 secondi di concerto anti-putiniano in chiesa, sono state distribuite nel vasto territorio della Russia.

Masha è finita a Perm, in Siberia, uno dei posti divenuti tristemente noti per le repressioni staliniane. Il gulag Perm-36 è stato chiuso (e l’ong Memorial lo ha trasformato in un museo della – scarsa – memoria russa) ma la colonia penale – milletrecento chilometri distante da Mosca – è ancora attiva.
Nadia, la più vivace del gruppo, è stata spedita in Mordovia, una delle carceri più dure della Federazione, dove da anni vengono denunciate violenze sessuali contro le detenute. Dista solo 440 chilometri da Mosca, dove vive la famiglia.

Entrambe sono madri di bambini piccoli ma la tirannide putiniana colpisce così dissidenti e oppositori.
È lo stesso trattamento riservato all’ex oligarca Khodorkovskij. Lo spiegarono i suoi genitori agli attivisti di Annaviva andati a trovarli a marzo: l’imprenditore inviso al regime – trattato alla stregua di un terrorista – ha diritto a una telefonata di 15 minuti, ogni sabato, per parlare con tutta la famiglia; i parenti possono andarlo a trovare una volta ogni due mesi. Ora Khodorkovskij non dista più 6000 chilometri dalla capitale (dove vivono moglie, figli e genitori) come a inizio detenzione. Ora per andare a trovare gli anziani genitori, i figli e la moglie impiegano solo un giorno e mezzo di viaggio…

Sarà lo stesso trattamento sovietico cui saranno sottoposte le due ragazze.
D’altronde, come ricorda il collega e amico Grigorij Pas’ko (autore dell’illuminante volume di Bollati Boringhieri “Come sopravvivere alle prigioni in Russia”) i russi, vittime dell’arbitrio di un regime che i più – obnubilati dalla tv – persino apprezzano, “si dividono in due categorie: chi sta in galera e chi si prepara ad andarci”.

E Grigorij dà questo consiglio che, a malincuore, giro alle Pussy Riot ancora libere e agli oppositori russi (che ora hanno eletto, democraticamente, un consiglio di 45 rappresentanti) : “È meglio prepararsi all’ipotesi peggiore: il massimo periodo di isolamento e il massimo della pena nel campo di lavoro. Certo, all’inizio è un’idea difficile da accettare. Ti pesano i ricordi di una vita relativamente felice da libero, della moglie, dei figli (qui non si sa cosa è meglio, se averli oppure non averli – sei padrone di te stesso, e quindi non devi spaccarti la testa per la famiglia). Quindi, per non sentire questo peso, ficcati nella zucca una volta per sempre che ora non hai più niente e nessuno: né una casa, né una famiglia, né una macchina, né un lavoro, né onorificenze… Non sei nessuno. E non hai neppure un’identità. Carcerato. Una cosa senza nome. Una bestia”.
Le bestie, per quanto mi riguarda sono quelle che hanno condannato e vessano Mikhail, Masha e Nadia.

www.andreariscassi.it

http://www.articolo21.org/2012/10/carce ... ussy-riot/


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 25/10/2012, 8:28

Roma, 24 ott. (TMNews) - E` stato approvato oggi in Commissione Giustizia alla Camera il testo base della legge contro l`omofobia e la transfobia. Il testo base nasce dalla comunione d`intenti e da uguali testi presentati in Commissione Giustizia sia dal Partito democratico che dall`Italia dei Valori, con il relatore Palomba, che prevedono l`estensione all'omofobia della legge Mancino.

"Siamo ripartiti - ha sottolineato la parlamentare Pd Anna Paola Concia, esponente di punta del movimento omosessuale in Italia- dalle proposte di legge che Pd e IDV avevano presentato nel 2009 e che anche in quell`occasione prevedevano l`estensione della legge Mancino, ma che allora vennero bocciate. Oggi ci ritroviamo, com`è giusto che sia e per la terza volta in questa legislatura, a lavorare per l`approvazione di una norma che ci è richiesta dal Trattato di Lisbona e che si inserisce perfettamente nel nostro dettato costituzionale, visto che la legge Mancino è senza ombra di dubbio una legge costituzionale".


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