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Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda flaviomob il 18/09/2012, 14:01

http://blog.vita.it/francamente/2012/09 ... i-diritti/

I mendicanti dei diritti
di Franco Bomprezzi

C’è una nuova violenza nell’aria. Ci riguarda. Tocca un po’ tutti coloro che per necessità o per attenzione abituale si occupano di welfare, di diritti e di servizi. Le cronache quotidiane, le conversazioni private, le storie che conosciamo da vicino, ci raccontano di una progressiva – quasi ineluttabile – questua sociale, pubblica ma anche individuale, per ottenere prestazioni o servizi che fino a ieri consideravamo patrimonio comune, acquisito non solo per legge, ma perché giusto in sé.
Non sono uno studioso di economia e neppure di diritto, e dunque avrei bisogno del supporto e della documentazione competente per riempire di sostanza una mia impressione, peraltro forte e netta. Si fa strada un modo di argomentare, del tutto trasversale politicamente e culturalmente, che tende a dare forza e valore a tutte quelle azioni positive che portano comunque a un risparmio, a una minore spesa, a una riduzione dei costi presenti e futuri. Mi direte: è giusto! E’ importante in tempi di crisi puntare al risparmio, alla spesa oculata, al contenimento degli sprechi. Verissimo.
Ma è un argomento che andrebbe rigorosamente staccato dal tema dei diritti essenziali. Se un Comune deve tirare la cinghia per i servizi sociali, non è che per questo motivo il diritto all’assistenza domiciliare, all’assistente educativo a scuola, o al trasporto, diminuisca in sé. Il diritto resta inalterato, solo che diventa di fatto non esigibile, almeno non come prima.
E qui inizia il calvario delle persone, delle famiglie. Una corsa affannosa a cercare di mantenere in piedi la propria esistenza, la rete dei servizi essenziali attorno ad esempio a una persona con disabilità, o ad un anziano. E’ tutto un chiedere, un fare ricorso, un protestare, un disperarsi, un indignarsi. Una china della quale non si vede la fine, anzi. E’ una forma di violenza, per certi versi inaudita, perché va a toccare la dignità delle persone, la rispettabilità anche sociale delle famiglie in difficoltà.
Trovo ad esempio curioso il ragionamento che ho letto di recente in una acuta analisi di Giorgio Fiorentini, a proposito di uno studio che dimostra come le persone con disabilità che fanno sport “costano meno in termini di salute”, perché si ricoverano con minore frequenza, e ricorrono meno ai servizi onerosi di riabilitazione funzionale. La conseguenza “morale” è che lo sport non diventa più una libera scelta fra tante, una opportunità da cogliere se lo si desidera o comunque se si hanno le attitudini necessarie. Lo sport diventa “utile economicamente” e quindi va diffuso per questo.
Ho letto spesso persone con disabilità argomentare – in assoluta buona fede e con buon senso pratico – che un progetto di vita indipendente, a casa propria o comunque non finendo in servizi residenziali per disabili, è preferibile rispetto alla tradizionale assistenza “perché costa meno”. Il che è sicuramente vero. Ma il punto è che il diritto primario è quello alla vita indipendente. Poi si valuteranno i costi migliori, e il rapporto fra efficacia e convenienza.
Nel campo degli ausili per disabili, nel recente convegno per i trent’anni dell’ausilioteca di Bologna, ho sentito più volte una preoccupazione analoga: sappiamo bene che gli ausili, specie quelli tecnologici, sono fondamentale per dare strumenti di vita e di comunicazione alle persone con disabilità. Ma anche qui la “spending review” conduce a forzature pericolose. E’ la cultura del “pressappoco”: un ausilio vale più o meno come l’altro, quindi è “giusto” prescrivere e autorizzare solo quello che costa meno. L’invasione delle carrozzine dall’estremo oriente, tanto per dire, è uno dei frutti avvelenati di questa dissennata convinzione. Basso costo, ma spesso anche infima qualità. Ma a chi interessa?
E qui torniamo al tema dei “mendicanti di diritti”. E’ insopportabile una società che nei confronti dei più deboli, e di chi ha bisogno di strumenti appropriati per tutelare i propri diritti di cittadinanza, usi sempre e comunque l’argomento del denaro, e la domanda: “Sì, ma quanto ci costa?”. Che poi diventa, cinicamente: “Ma TU quanto ci costi?”.

===

(Mio commento:)

La logica del risparmio in un mondo iperfinanziarizzato è demenziale: per prima cosa produce una riduzione dei diritti, quindi paura, quindi contrazione economica (di consumi), quindi il terrore della perdita e la spinta a non rischiare , non investire; il concetto dovrebbe cambiare da quello della moneta, un'invenzione troppo vecchia per funzionare oggi, a quello dell'unità del tempo, della banca del tempo, dello scambio equo delle competenze senza far affidamento su un mediatore squilibrato e soggetto alla follia di detentori di oligopoli o monopoli come la moneta.


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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda pianogrande il 18/09/2012, 19:38

Gli addetti ai costi sono necessari, anzi, indispensabili ma dovrebbero confrontarsi con altrettanto addetti alla qualità di vita.
Un equilibrio dei poteri è necessario anche nel welfare.
Tutta la politica dovrebbe tendere a questo equilibrio.
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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda mauri il 19/09/2012, 12:45

pianogrande ha scritto:Gli addetti ai costi sono necessari, anzi, indispensabili ma dovrebbero confrontarsi con altrettanto addetti alla qualità di vita.


si ma attenzione ai doppioni se non triploni..., gli sprechi sono proprio qui, è iunutile risparmiare sulle prestazioni e gli ausili per i disabili se si buttano soldi per mantenere personale e pagare medici che visitano 3-4 volte una stessa persona, in sei mesi l'asl visita, poi rivisita l'inpdap e poi rivisita l'inps... e tutte le visite confermano l'handicap della persona
poi la persona torna in revisione dopo 18 mesi per essere rivisitata... perchè pensano che un disabile al 100% possa guarire?
per me lo fanno perchè devono portare a casa i soldi, "ma LORO quanto ci costano?"
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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda pianogrande il 19/09/2012, 13:01

Ma perché?
Gli addetti ai costi lavorerebbero solo sulla qualità delle carrozzine e simili?
Il verbo razionalizzare deve comprendere tutti gli aspetti.
Se un medico visita inutilmente, certo che è un costo da eliminare.
Non possono esistere attività in cui i costi non siano controllati.
Il problema è un altro, il solito, (drammaticamente il solito): chi controlla chi e con quali obiettivi.
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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda flaviomob il 10/10/2012, 21:40

La barbarie del governo contro le persone con disabilità

di Paolo Ferrero | 10 ottobre 2012

Nella manovra di stabilità vi sono provvedimenti di cui nessuno parla.

In primo luogo non appare l’ennesimo giro di vite sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie. Il provvedimento sottopone le pensioni di invalidità all’Irpef e per questa via le riduce. In secondo luogo vengono dimezzati i permessi lavorativi ai figli che devono assistere i genitori con disabilità grave. Non so esattamente quanto denaro porterà nelle casse dello stato questo provvedimento ma so che è un provvedimento barbarico, indegno di un paese civile. Infatti questi provvedimenti si sommano ad altri che hanno sostanzialmente azzerato i fondi per le persone con disabilità. I governi Berlusconi prima e Monti poi hanno sostanzialmente azzerato i fondi per la spesa sociale. Quando ero ministro del governo Prodi ero riuscito a portare i fondi per il sociale a 2 miliardi e mezzo, adesso questi fondi assommano a 270 milioni di euro. Un taglio di oltre 2 miliardi che si aggiunge ai tagli dei trasferimenti agli enti locali e alle regioni – i titolari della spesa sociale – con effetti disastrosi per la pubblica assistenza.

Io non credo che nel paese vi sia una esatta consapevolezza di cosa significa tutto questo. Le persone con disabilità non fanno notizia e sono vissute come un fatto privato delle famiglie e delle associazioni di autotutela. Ci troviamo però di fronte a milioni di persone che sono abbandonate a se stesse. Pensate a cosa vuol dire per una famiglia a reddito medio avere un genitore non autosufficiente in assenza di un sostegno pubblico: da mille euro al mese di spesa in su con un completo stravolgimento della propria vita attorno al genitore non autosufficiente. Se la famiglia deve essere il luogo degli affetti, in troppi casi diventa il luogo della disperazione. La Bibbia dice “non caricate sulle spalle degli altri pesi che non possono portare”. Io penso che il governo stia facendo esattamente questo: sta caricando sulle spalle dei più deboli e dei loro famigliari pesi che non possono portare.

Questa situazione è tanto più vergognosa perché mentre le persone con disabilità e in particolare gli anziani vengono abbandonati a se stessi, il governo trova le risorse per le banche private: nella spending rewiev sono previsti 2 miliardi per il Monte dei Paschi di Siena e dei circa 60 miliardi che l’Unione Europea darà alle banche private spagnole, 10 verranno versati dal governo italiano. Vado dicendo queste cose da tempo ma non riesco a farmi ascoltare, i giornali e i telegiornali non ne parlano. Dall’informazione magicamente scompaiono sia i finanziamenti alle banche che i tagli verso i più deboli. I più forti e i più deboli sono cancellati dalla discussione: gli uni perché preferiscono agire nell’ombra, gli altri perché vengono nascosti sotto il tappeto, come la polvere. Il mio è quindi un grido di allarme. Uno stato che trova i soldi per le banche e li toglie alle persone con disabilità non è più un paese civile, è diventata un’altra cosa e i partiti politici che fanno finta di non vedere gli effetti delle loro decisioni fanno parte del problema, non della soluzione.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... ta/378368/


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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda ranvit il 11/10/2012, 9:35

Non ci sono soldi....


Non va bene affatto che si riduca l'assistenza ai disabili ma finchè le Regioni si fottono i soldi per vacanze e cotillon.
Per non parlare della sprecopoli connessa a questa situazione e dei mestieranti della politica che ci lucrano sopra....nella migliore delle ipotesi per ottenere consensi.

I politici locali mettessero mano ai loro stratosferici guadagni per assistenza nel sociale!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda flaviomob il 15/10/2012, 14:36

Questo governo è davvero indifendibile!

===

La tassa sulla disabilità

di Franco Bomprezzi

Non trovano più le parole. E passano direttamente agli insulti: le persone con disabilità e i loro familiari questa volta hanno paura che agli annunci seguano davvero i provvedimenti. I tagli ai servizi già sono evidenti e praticamente inevitabili, visto che nelle casse dei Comuni, delle Province e delle Regioni non c’è quasi più niente da raschiare. I fondi nazionali per la non autosufficienza, per la vita indipendente, per le famiglie, sono di fatto scomparsi. Sopravvivevano le pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento, le detrazioni per le spese specifiche previste dalle leggi. Ora il Governo attacca anche questo ultimo rifugio del welfare familiare. E non resta che piangere. O preoccuparsi. O manifestare. O addirittura fare lo sciopero della fame.

Avevo già letto con attenzione la lucida e documentatissima analisi dei provvedimenti effettuata con la consueta tempestività da Carlo Giacobini, direttore di Handylex.org, il sito di documentazione legislativa fondamentale per chiunque voglia conoscere nel dettaglio le norme e le conseguenze delle norme. Ne riporto un passo, invitando i lettori di “InVisibili” a studiare il testo con attenzione, anche per comprendere meglio le possibili conseguenze per se stessi o per la propria famiglia. Scrive Giacobini, tra l’altro: “La scelta sino ad oggi operata dal Legislatore (DPR 603/1973, art. 34) è stata volta ad esentare dall’imposizione quelle provvidenze che lo Stato stesso eroga a fini di assistenza (articolo 38, Cost.), quindi anche pensioni, assegni, indennità agli invalidi civili, ma anche, ad esempio, i contributi per la vita indipendente. A ben vedere, una scelta di segno opposto sarebbe stata paradossale e controproducente: lo Stato si sarebbe trovato nella situazione di concedere un aiuto, dopo aver apprezzata e valutata la situazione di bisogno, per poi ridurre l’entità dell’aiuto applicandone una imposizione. Con la scelta ventilata nel disegno di Legge di Stabilità tutte le provvidenze assistenziali agli invalidi civili (ciechi e sordi) diventerebbero imponibili ai fini IRPEF, indipendentemente dal loro importo. Non è escluso che, a cascata, vi rientrino anche altre provvidenze assistenziali erogate dalle Regioni (esempio: assegni di cura, contributi vita indipendente ecc.), vista l’espressione letterale del vecchio DPR 603/1973 che le escludeva”.

E quanto scrive sul Corriere della Sera Mario Sensini conferma e sintetizza la gravità dei provvedimenti contenuti all’interno della complessa Legge di Stabilità. ”I tagli interessano una platea molto vasta di cittadini. Solo le prestazioni dell’Inps legate all’invalidità sono 2 milioni e 733 mila – scrive il giornalista economico del Corriere -. L’importo medio è piuttosto modesto, 404 euro mensili, ma le cifre in ballo sono impressionanti: pensioni e assegni di invalidità costano 3,8 miliardi di euro l’anno, le indennità di accompagnamento raggiungono addirittura i 12,9 miliardi di euro l’anno. Ed è proprio lì che i tagli (e i conseguenti risparmi) saranno più consistenti. Mentre le pensioni e gli assegni sono già commisurati al reddito, l’indennità di accompagnamento, anche questa esentasse, viene concessa agli invalidi che non possono camminare o hanno bisogno di assistenza per le attività quotidiane a prescindere dal reddito percepito. D’ora in poi chi beneficia di queste prestazioni e ha già redditi superiori ai 15 mila euro dovrà inserire gli assegni nella dichiarazione Irpef e sottoporli all’imposta”.

Qui si capisce la logica dei provvedimenti: colpire una platea molto vasta di cittadini. Dunque nessuna equità. Perché non si colpisce, anche all’interno del mondo della disabilità, chi davvero ha di più. Il famoso e citatissimo figlio disabile di Agnelli (che non esiste) avrà lo stesso trattamento fiscale e contributivo di chi percepisce 15 mila euro l’anno, ossia di chi si colloca appena al di sopra dell’asticella della soglia di povertà. L’argomento forte della necessità di partecipare ai sacrifici in ragione del reddito, nel mondo delle famiglie delle persone disabili non regge affatto. Perché in questo mondo un improvviso aggravamento delle condizioni economiche derivante dalle nuove norme fiscali significa entrare rapidamente nella fascia di rischio di povertà. Significa anche dover rinunciare a qualsiasi ipotesi di miglioramento della propria situazione di vita, se è vero che la fascia massima di detrazione fiscale si colloca a tremila euro l’anno. Cambiare la macchina con gli adattamenti per la guida o il trasporto diventerà un lusso insostenibile, pagare un’assistente familiare e mantenerla, pagare i servizi comunali o scolastici, immaginare una banale vacanza: tutto diventerà molto più difficile. Senza contare la questione dei permessi lavorativi per assistere genitori non autosufficienti, altra perla dei provvedimenti governativi. E facendo finta di dimenticare che oggi trovare lavoro per una persona con disabilità è un’impresa da Guinness dei primati. Assai più facile perderlo, visto che negli stati di crisi le aziende sono legittimate a non rispettare la legge ’68.

Il Parlamento riuscirà a intervenire in modo sostanzioso, modificando le norme? Si apre adesso per l’ennesima volta la fase convulsa delle proteste, della ricerca di interlocutori politici, di spazio e visibilità sui media. In parole povere le persone con disabilità e le loro famiglie sono costrette a esporre il proprio handicap, le proprie ferite fisiche, sensoriali o mentali per indurre a pietà, per ottenere giustizia, per difendere i diritti minimi di cittadinanza. Lo faranno a Roma il 31 ottobre, assieme a tutto il mondo del volontariato e del terzo settore. Sarà un giorno triste per l’Italia. Non credo che il governo Monti, su questo punto, faccia la tanto proclamata bella figura in Europa. E penso che alla fine dovranno fare marcia indietro, perché anche le “macellerie sociali”, in tempo di crisi, devono abbassare la saracinesca.

http://invisibili.corriere.it/2012/10/1 ... isabilita/


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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda ranvit il 15/10/2012, 15:39

ranvit ha scritto:Non ci sono soldi....


Non va bene affatto che si riduca l'assistenza ai disabili ma finchè le Regioni si fottono i soldi per vacanze e cotillon.
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Ma che diavolo ho scritto??? :oops:

Volevo dire, a parte che non ci sono soldi, che in questo campo c'è sempre stato una sprecopoli vergognosa: gente che non ne avrebbe affatto bisogno e che si fa pagare per il disabile inventato (o quasi) in famiglia...ne conosco personalmente piu' di uno...con la gentile collaborazione di politici e sindacalisti locali.
A questo si aggiunge lo sprecopoli inenarrabile delle Regioni che è venuto fuori recentemente. Non è vero che nelle casse delle Regioni non ci sia piu' nulla da raschiare: si eliminino tutti i privilegi e ci saranno soldi a sufficienza per assistere e sostenere le famiglie dei veri disabili!

Quello che non va bene di questo Governo è che fa tagli lineari. Bisognerebbe approfondire i controlli e togliere i finanziamenti a profittatori vari!
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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda pianogrande il 15/10/2012, 16:07

Sì!
I veri disabili.
Ogni tanto è giusto ricordarlo.
I disabili non sarebbero un problema così pesante se ci si limitasse a quelli veri.
Governare significa anche questo.
Governare ...... non comprare il consenso (con i soldi dei cittadini).
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Re: Tu, o Diverso, quanto ci costi?

Messaggioda flaviomob il 15/10/2012, 16:32

Un momento: esistono anche centinaia di migliaia di "disabili" non rilevati, non certificati.... privi cioè dei mezzi di sussistenza seppur non in grado di lavorare. Sono centinaia di migliaia di malati psichiatrici soli, che non hanno assistenza, che non hanno visibilità e famiglie alle spalle (i disabili in questo sono molto più forti ed organizzati), che magari non hanno invalidità o ce l'hanno parziale (ma se hai il 75% come campi con 250 euro al mese dico io?) e finiscono in una marginalità intollerabilie e incivile, alcuni dei quali per strada o nei dormitori pubblici!


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