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"Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Montezemolo

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

"Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Montezemolo

Messaggioda ranvit il 30/09/2012, 13:02

Molto bene!




http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... -43559615/

l caso
Il passo indietro di Montezemolo
"Non mi candido, staremo con Monti"
Il capo di "Italia Futura" ha deciso di non candidarsi. "Non chiedo posti o leadership, ma staremo al fianco dell'attuale premier. Il Paese prenda atto della disponibilità del Professore a continuare il lavoro Per quanto mi riguarda, il problema italiano è cambiare, non comandare. Cambiare un sistema, non
qualcuno. Oltre a Monti occorre mettere in campo una politica diversa da quelle del passato che ci hanno portato dove l'Italia non merita"
di GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA - Finisce qui il tormentone sull'impegno di Luca di Montezemolo in politica. Anzi, è finito giovedì quando Mario Monti, da New York, ha offerto se stesso per la guida del governo anche dopo il 2013. "Io non chiedo né ruoli né incarichi - dice adesso il presidente di Italia Futura -. Tantomeno chiedo posti o leadership". Il leader c'è già e non sarà lui, dunque. "Bisogna che il Paese prenda atto della disponibilità del premier a continuare il suo lavoro". Montezemolo esce così da un limbo durato cinque anni imboccando la porta di una discesa in campo non diretta, non personalistica. Una "ritirata strategica" che non significa improvviso disimpegno. L'imprenditore si candida a reclutare associazioni, sigle, cittadini e società civile per aggregarli nel nucleo fondativo di una lista Monti. E presentarsi in questo modo alle prossime elezioni.

L'ARTICOLO INTEGRALE SU REPUBBLICA IN EDICOLA
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda ranvit il 30/09/2012, 13:04

Anche questo molto bene!

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1

LE GRANDI MANOVRE
Fini e Casini in pressing per il Monti bis
Ma Alfano frena: "Si deve candidare"
"Bisogna evitare che questo governo sia una parentesi", dice il leader di Fli. Casini: "Se qualcuno pensa che Monti sia un incidente è fuori di senno". Parole che arrivano a poche ora dall'annuncio della discesa in campo di Montezemolo a sostegno dell'attuale premier. Il segretario Pdl: "Se vuole continuare, deve candidarsi"



ROMA - "Serve una grande lista civica nazionale, una grande lista per l'Italia che chiami a raccolta le energie sane del paese senza personalismi". Lo ha detto il presidente della leader di Fli Gianfranco Fini alla convention 'Mille per l'Italia'. "Tocca a voi fare sentire la vostra voce ed evitare così che il governo Monti sia una parentesi. Dovete continuare con impegno e rinnovato vigore nel vostro quotidiano lavoro, per rendere possibile alle urne la nascita dell'unica vera autentica novità politica in questo scenario: non nuovismo o rottamazione dell'esistente o facile demogagia, ma un incontro alla luce del sole e virtuoso tra una buona politica, che c'è anche all'interno dei partiti, e settori della società organizzata che la politica la fanno nel quotidiano". Parole che arrivano a poche ore dalle parole di Luca Montezemolo 1, che esclude una sua candidatura in prima persona ma annuncia la mobilitazione di Italia Futura a sostegno dell'attuale premier.

Il principale sostenitore dell'ipotesi di un Monti bis è sempre stato Pier Ferdinando Casini che conferma: "Se c'è qualcuno che pensa che Monti sia un incidente di cui liberarsi al più presto è fuori di senno, è fuori dal sentire di tutto l'universo. Monti è interlocutore, in tutto il mondo e in Europa, in questo momento di crisi. Ed è
un prezioso punto riferimento per oggi e per domani" ha detto. "Dicono che sono entusiasta di Monti? Io sono entusiasta dei miei figli, ma amo l'Italia e vedo come era stato ridotto il Paese e come Monti ha ridato credibilità alla politica e all'Italia. Invece ho l'impressione di essere in compagnia di qualcuno che pensa sia stato sbagliato appoggiare Monti, si dissocia dai destini del governo e mira a superare al più presto questa emergenza" ha aggiunto il leader dell'Udc parlando all'assemblea dei Mille per l'Italia in corso ad Arezzo. E ancora: "Se si creerà un contenitore che sta tra Pdl e Pd" ed è "alternativo al grillismo, aderirò a questa lista, ma non sia una plastica facciale di Udc e Fli. Se pensiamo di fare un'operazione furberia per cui cambiamo le insegne dei partiti e le cose non cambiano, perdiamo l'occasione di voltare pagina".

A frenare è il segretario del Pdl, Angelino Alfano: "Se si vota la prossima primavera e se Monti non è candidato, è difficile", ha spiegato in un'intervista di Maria Latella su SkyTg24. "Ho grande stima di Monti e ritengo potrebbe essere candidato a tutto, ma ho difficoltà a immaginare una campagna elettorale in una democrazia occidentale con un candidato virtuale, perché non scende in campo. Sarebbe tecnicamente inspiegabile".

Caso-Fiorito e defezioni Pdl. Per quanto riguarda il caso Fiorito, Alfano ha ripetuto che "il Pdl è parte lesa". "Ci costituiremo parte civile se ci sarà un processo, cacceremo tutti coloro che tradiscono il voto dei cittadini". "Abbiamo chiesto a tutti i nostri capigruppo la certificazione esterna dei bilanci", ha aggiunto, "e faremo una grande assemblea di rinascimento azzurro per premere il tasto reset all'interno del Pdl e ripartire da candidature nuove e pulite. Dopo 20 anni di Berlusconi, serve aria fresca" ha spiegato.

Un cenno anche ai malcontenti che serpeggiano all'interno del Pdl. Sulla possibile defezione di Stefania Prestigiacomo 2 che proprio ieri si è detta pronta ad abbandonare il gruppo Azzurro perché "disgustata" da uno scenario di partito che vede solo "gruppi di potere in lotta fra loro", il segretario ha commentato: "Non ho ancora approfondito con lei, esprimo il più sincero auspicio che non se ne vada. Non è ancora sicuro". Parlando poi di Mara Carfagna, che a sua volta nei giorni scorsi ha espresso disagio, Alfano ha aggiunto: "L'ho sentita. Mara è ancora con noi".


(30 settembre 2012)
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda ranvit il 30/09/2012, 13:06

E anche questo!

http://www.huffingtonpost.it/2012/09/29 ... _ref=italy


Tra renziani e non, i montiani del Pd stringono d'assedio Bersani

Pubblicato: 29/09/2012 19:13


Agenda Monti senza Monti. Oppure Monti con l’agenda. Non è uno scioglilingua ma il filo della discussione al Tempio di Adriano, pieno centro a Roma, rifugio scelto dai montiani del Pd per mostrarsi al pubblico, anche se di cittadini comuni se ne sono affacciati in pochi. Filo attorcigliato su Monti per tenere ben stretto lui o le sue politiche, ma la chiave per capire l’assemblea di oggi non sta tanto nel chi appoggerebbe un futuro governo del Prof. La chiave sta nel chi sta con Bersani tra quelli riuniti al Tempio.

Di fatto, non ce ne sono di bersaniani doc all’assemblea di oggi. Ci sono molti renziani, ma non tutti i partecipanti hanno scelto di schierarsi alle primarie. E qui sta il nocciolo della questione. Perché i più filo-Renzi puntano ad un’agenda Monti senza il Professore, cioè ad un governo che faccia proprie le politiche di quello attuale ma che sia guidato dal sindaco di Firenze, una volta vinte le primarie. Tra questi, i parlamentari Andrea Sarubbi e Roberto Giachetti, e poi Ivan Scalfarotto e anche Pietro Ichino. Quelli che invece non si sono schierati alle primarie immaginano un Monti-bis, forti anche della disponibilità dichiarata dal premier due giorni fa. Tra questi, i veltroniani Stefano Ceccanti e Giorgio Tonini, Claudio Petruccioli e anche Salvatore Vassallo, che oggi al Tempio di Adriano ha tenuto quasi una lezione per dire che, con qualunque sistema elettorale, non ci sarà una maggioranza in grado di governare nel 2013, non c’è premio di maggioranza che tenga. Renzi-Bersani (e l’ombra di Monti): al di là delle vecchie appartenenze, è intorno a questo duello che si ridisegna il Pd, unico partito che al momento nutre sogni di vittoria alle prossime politiche.

“Perché di fatto le primarie sono anche un congresso”, dice per paradosso Paolo Gentiloni, uno dei promotori dell’iniziativa di oggi nonché firmatario della lettera di 15 Democratici pubblicata a luglio sul Corriere della Sera, primo nucleo montiano nel Pd che già allora chiedeva di non tradire le politiche di Monti e adottare la sua agenda. Per chiarire, i 15 sono: Alessandro Maran, Antonello Cabras, Claudia Mancina, Giorgio Tonini, Enrico Morando, Magda Negri, Marco Follini, Marilena Adamo, Paolo Gentiloni, Paolo Giaretta, Pietro Ichino, Salvatore Vassallo, Stefano Ceccanti, Umberto Ranieri, Vinicio Peluffo.

Da quei 15 “possiamo realisticamente diventare una cinquantina”, aggiunge Gentiloni, considerando anche proprio i renziani Sarubbi, Scalfarotto, Giachetti, che non firmarono a luglio ma sono accorsi oggi. Nelle mire espansionistiche dei montiani riuniti al Tempio di Adriano ci sono anche persone assenti oggi, da Enrico Letta e il suo giro (anche se il vice di Bersani non si è ancora sbilanciato) a Walter Veltroni, che aveva provato ad appoggiare Renzi, salvo distaccarsene perchè Matteo lo ha messo tra i rottamatori. Ma Veltroni non demorde sulla prospettiva montiana e, anche se oggi non si è fatto vedere, la prossima settimana presenterà il libro di Tonini e Morando con Pier Ferdinando Casini, tutti ultrà del montismo. E c'è Piero Fassino, che i 15 dell'agenda Monti considerano vicino. Perché anche l’Area Democratica, fin qui riferimento del sindaco di Torino, si sta sbriciolando sotto i colpi delle primarie. Un altro suo esponente, per esempio, Dario Franceschini, punta alle urne e di Monti bis non ne vuole sapere: “Ne bis in idem”.

“La nostra ambizione – precisa Gentiloni - è che il Pd diventi perno di una maggioranza filo-montiana e Monti può essere una risorsa preziosa se gli costruiamo una maggioranza politica”. Per farlo però servono “un Pd e una Udc diversi da come sono ora, perché quelli attuali non fanno una maggioranza”. La presenza dell’ex Udc Marco Follini al tavolo del relatori al Tempio di Adriano sta a segnalare che questo gruppo appena nato sta bene attento a non farsi fagocitare da Pier Ferdinando Casini, che ha lanciato l’idea di una mozione parlamentare per contare i montiani di ogni schieramento prima delle elezioni. “Casini vuole il copyright di Monti e noi non glielo diamo”, sottolinea Gentiloni. La grande coalizione? “Solo in extremis”. Qui si punta più a sparigliare giochi e recinti dati.

Mentre Gentiloni parla con L' Huffington Post, Ceccanti ha appena finito di indicare il problema maggiore per i montiani del Pd. E cioè che “anche se lo volesse, il segretario Bersani non potrebbe aderire ad un’agenda Monti” perché “non glielo permetterebbero i suoi interlocutori”, da Vendola alla Cgil. Ichino, montiano della prima ora e renziano, ammette che “la legge Fornero è scritta nella vecchia maniera e con errori, ma finalmente ha cominciato a buttar giù le barricate costruite intorno al concetto di ‘job property’, quello per cui si perde il lavoro solo per cause gravissime. Nemmeno il governo di centrodestra era riuscito a toccare barricate dietro le quali si sparava, davvero”.

Insomma, tra renziani e non, i montiani del Pd stringono d’assedio il segretario. E si racconta anche di sondaggi interni al partito che confermerebbero le previsioni fosche di Vassallo. E cioè, dicono gli studi sul tavolo dei big Democrat, con un premio di maggioranza all’8 per cento, quello proposto dal Pdl per la nuova legge elettorale, non si arriverebbe ad una maggioranza in grado di governare. E’ il motivo per cui Bersani punta al 15 per cento. Ma a quanto pare persino dal Quirinale gli avrebbero fatto notare che si tratterebbe di un premio troppo alto data la situazione attuale di massima frammentazione politica, un premio cioè che non rispetterebbe i criteri di proporzionalità nell’assegnazione dei seggi. E oggi in un messaggio alla leader della Cgil, Susanna Camusso, per l'evento dedicato al 'Piano per il lavoro', promosso nel 106esimo anniversario della fondazione del sindacato, Giorgio Napolitano è tornato a sottolineare la necessità di ''un clima di consapevolezza diffusa e di condivisa assunzione di responsabilità" per compiere ''le scelte'' indispensabili per uscire dalla crisi.

Proprio per via della palude in cui si è arenata la riforma elettorale, al Tempio di Adriano spuntano persino ‘proposte hard’. “Non ci dispiacerebbe se una proposta di legge elettorale arrivasse dal governo, perché sono mesi che il Parlamento ci prova e non ci riesce”, azzarda il finiano Benedetto Della Vedova, che tra i presenti non è l’unico esterno al Pd. Ci sono anche Linda Lanzillotta dell’Api e il montezemoliano Andrea Romano, per dire che il gruppo dei 15 vuole pescare anche fuori dai Democrat. “Puntiamo a costruire un’offerta elettorale intorno all’agenda Monti”, azzarda ancora Della Vedova riferendosi alla lista in nome del professore lanciata da Casini. Ma questo non è tempo di fusioni, tutti ancora ci tengono alla propria autonomia, ragiona un esponente del Pd romano. E già: prima ci sono le primarie, che a questo punto convincono anche i più freddi verso i gazebo. Perché al momento sono l’unico modo per rovesciare la maggioranza nel Pd e portarlo sul montismo. Fermo restando che, se vince Renzi, si rovescia anche il Pdl.
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda franz il 30/09/2012, 15:35

Un Monti bis è possibile, visto che lui non si candida, solo se dopo le elezioni si realizzasse un'altra situazione di stallo che rendesse indisensabile la sua presenza "tecnica". In caso di emergenza ci sarebbe, dice.

Nessuno se lo augura, spero. Alludo allo stallo e all'emergenza.
Il prossimo governo deve essere politico, non tecnico.
Facciamo in modo che lo sia, sostenendo le 10 proposte di FID e nel PD persone come Renzi e Ichino.


UN MEMORANDUM SUGLI IMPEGNI CHE RITENIAMO DEBBANO CARATTERIZZARE IL PROGRAMMA ELETTORALE DEL PD PER LE PROSSIME ELEZIONI, IN CONTINUITÀ CON LA STRATEGIA EUROPEA DEL GOVERNO CHE IL PD STESSO STA SOSTENENDO IN QUESTO ULTIMO TRATTO DELLA LEGISLATURA, MA ANCHE CON ALCUNE RILEVANTI INTEGRAZIONI

Documento predisposto da Pietro Ichino ed Enrico Morando per l’assemblea aperta su Il PD e l’Agenda Monti del 29 settembre 2012 – In argomento v. anche la proposta elaborata dai promotori dell’assemblea del 29 settembre 2012

1- Ecco che cosa significa portare l’Agenda Monti oltre il 2013
L’intervento di Berlusconi sul Fiscal Compact e la discussione sopra la opportunità o no di richiedere “l’aiuto” del meccanismo anti spread rafforzano l’esigenza che il PD avanzi al Paese una proposta che al tempo stesso dia garanzie circa la volontà e la capacità del Paese di proseguire il cammino di stabilizzazione e rilancio intrapreso negli ultimi mesi e crei le condizioni per l’apertura di quel lungo ciclo di governo riformista che solo può realizzare il radicale cambiamento necessario.
Con l’attacco al Fiscal Compact – indispensabile premessa per tornare a promettere la cancellazione dell’IMU – Silvio Berlusconi evoca la prospettiva di un ritorno all’indietro, quasi a ripetere quanto avvenne nell’estate 2011, quando il Governo italiano – ottenuto il massiccio intervento della BCE per l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano sul mercato secondario – ritenne di non ottemperare alla condizionalità fissata nella lettera della BCE, assistita dal consenso della Commissione e del Consiglio. Con i risultati che tutti ricordano.
Ma è una tentazione presente anche a sinistra, cambiato quel che c’è da cambiare: hanno un significato analogo, se non identico (e, soprattutto, potrebbero condurci ad esiti simili), le iniziative/promesse volte a rimettere in discussione sia l’intervento del governo Monti sul sistema previdenziale sia quello sulla riforma del mercato del lavoro. Ci riferiamo, sul primo terreno, alla mozione unitaria PD-PDL in Commissione lavoro della Camera sul tema degli “esodati”, che riteniamo debba essere affrontato con politiche di sostegno del reddito e nella ricerca di nuova occupazione, non tornando alle pensioni di anzianità. Sul terreno della riforma del mercato del lavoro ci riferiamo all’iniziativa referendaria promossa da SEL e IdV, che mina in radice la credibilità di una proposta di alleanza tra PD e SEL che veda quest’ultimo partito protagonista della maggioranza di governo nella prossima legislatura.

2- Il memorandum d’intesa? Scriviamocelo noi
È letteralmente insensato porre la questione della “violazione” della sovranità cui darebbe luogo l’accettazione della condizionalità conseguente alla richiesta di intervento del Fondo europeo anti-spread.
Ciò che va messo in evidenza è che si tratterebbe di condizioni conosciute fin d’ora e corrispondenti al nostro interesse. Perchè in parte conseguenti ad accordi liberamente sottoscritti e già ratificati dal Parlamento; e perchè interamente considerate nelle procedure definite dalla “sessione di Bilancio europea” e fissate nelle “Raccomandazioni” all’Italia della Commissione europea dello scorso 30 maggio, approvate dal Consiglio Europeo di fine giugno e descritte al Parlamento nazionale dal Governo nel luglio scorso.
Esse sono sei: le prime due, riguardano il deficit e il debito. Il Parlamento nazionale ha già modificato l’art. 81 della Costituzione, introducendovi il principio del pareggio strutturale del bilancio. È un obiettivo realizzabile nei tempi previsti (2013), dato il netto miglioramento già ottenuto nel 2012, malgrado il grave peggioramento del ciclo economico, che produce effetti di aumento dell’indebitamento nominale.
Quanto al debito, l’obiettivo fissato nel Fiscal compact e nelle Raccomandazioni è conseguibile, in presenza di una ripresa, anche non vivace, dell’economia, grazie all’effettivo mantenimento nel tempo del pareggio strutturale. Ma può e deve essere accelerato attraverso operazioni sul patrimonio pubblico.
Le altre quattro raccomandazioni – inerenti alla crescita e all’equità – riguardano il mercato del lavoro, l’efficienza della Pubblica Amministrazione, l’istruzione e la giustizia. Una strategia di radicali riforme strutturali – appena avviate dal Governo Monti – è comunque necessaria, anche se potesse prescindersi dalle raccomandazioni europee.
L’occasione della presentazione della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza e della discussione/approvazione delle relative risoluzioni parlamentari è ottima per fissare un orientamento preciso del sistema Paese su questo insieme di problemi: il Governo può e deve fissare gli obiettivi per il 2013, sia per ciò che attiene alla finanza pubblica (deficit e debito, in primo luogo; ma anche obiettivi di spesa, distinti per sottosettori e, separatamente, obiettivi di pressione fiscale), sia per le riforme strutturali (disegni di legge collegati alla legge di Stabilità). Il Governo può e deve definire questi obiettivi in termini triennali (2013-2016), ma può andare ben oltre il triennio. A loro volta, i gruppi parlamentari non solo devono approvare con apposita risoluzione la Nota di aggiornamento del DEF, ma possono a loro volta formulare impegni, almeno per il triennio e oltre.
Di qui la possibilità che l’Italia, alla fine di questo processo – cioè entro il dicembre 2012 – giunga a definire una sorta di Agenda 2020, che potrebbe fare da cornice condivisa a più particolari proposte programmatiche, nella campagna elettorale, da parte dei singoli partiti, in naturale competizione tra di loro.
Ma non sarebbe la rissa devastante che molti (Visco per primo) paventano.

3- Le scelte essenziali.
. 3a. Unione fiscale, unione finanziaria, unione politica.
L’Italia può oggi svolgere un ruolo trainante per accelerare la costruzione delle strutture federali – politico-istituzionali, economiche, fiscali e bancarie – che rendano l’Unione Europea capace di perseguire efficacemente e secondo linee corrette, democraticamente decise e controllate, la crescita economica e lo sviluppo sociale del continente. L’accordo del 28-29 giugno 2012 – dalla vigilanza bancaria alla garanzia comune sui depositi, all’intervento sulle crisi bancarie, passando per l’effettiva attuazione del dispositivo anti-spread – deve essere attuato con la piena attivazione del M.E.S., accettando pienamente l’Italia la relativa condizionalità.
Il Governo che nascerà dalle elezioni del 2013 si impegna a sostenere – sul piano politico e istituzionale – l’elezione “diretta” del Presidente della Commissione (possibilmente unificando la carica con quella di Presidente permanente del Consiglio) in occasione delle prossime elezioni del Parlamento Europeo.
. 3.b La politica economica nazionale come oggetto di interesse comune europeo.
Anche in funzione dell’obiettivo di cui al punto 3a, in questa fase transitoria e preparatoria l’Italia fa proprio il principio secondo cui la politica economica (in particolare le misure volte alla crescita e quelle di politica finanziaria) di ciascun Paese sono oggetto di un interesse comune dell’UE e come tali sono soggette a coordinamento, orientamento e monitoraggio da parte della stessa. Questo significa che – anche indipendentemente dalla richiesta di attivazione del meccanismo anti-spread – la progressiva gestione comune della politica di bilancio, di quote del debito pubblico e della politica economica può procedere solo in parallelo con la progressiva assunzione di responsabilità, in ciascuno di questi campi, degli organismi comunitari. Quelli esistenti (Commissione, Consiglio), e quelli da costruire (“Ministro delle Finanze” europeo). In questo quadro l’Italia conferma, sul terreno della disciplina della finanza pubblica, e in particolare del Patto di stabilità e crescita, il proprio impegno specifico:
- a conseguire entro il 2013 l’obiettivo (di cui al nuovo articolo 81 della nostra Costituzione) del pareggio di bilancio strutturale, cioè al netto degli effetti del ciclo economico sul bilancio stesso; entro il 2012 dovrà essere varata la nuova legge di contabilità, con le relative modifiche ai regolamenti parlamentari; il nostro Parlamento, inoltre, dovrà essere dotato al più presto di un organismo capace di svolgere, in piena autonomia rispetto al Governo, l’analisi dei dati economici e di finanza pubblica;
- alla riduzione fin d’ora dello stock del debito pubblico a un ritmo sostenuto e sufficiente in relazione agli obiettivi concordati (tenuto conto del fatto che, realizzato il pareggio di bilancio e in presenza di un tasso anche modesto di crescita, l’obiettivo fissato dal Fiscal Compact di riduzione dello stock del debito sarebbe automaticamente rispettato);
- a realizzare operazioni di dismissione/valorizzazione del patrimonio pubblico, ivi incluse le concessioni, dedicate alla riduzione dello stock del debito pubblico (ogni provento deve essere integralmente destinato a questo scopo), assicurando i seguenti risultati: 25 mld di euro nel 2013; 40 mld nel 2014 e 50 per il 2015, 2016 e 2017.
. 3c. Avanti con la revisione integrale della spesa.
In funzione della riduzione e/o riqualificazione della spesa corrente, il Governo Italiano si impegna a fare del controllo di congruità e appropriatezza di ogni voce di spesa, indipendentemente dalla sua anzianità di iscrizione nei bilanci, il metodo ordinario e universale di gestione delle amministrazioni pubbliche, prima fra tutte quella statale. Con questo si intende, in particolare, l’adozione del criterio dello zero based budgeting, della comparazione sistematica dei risultati fondata sulla valutazione indipendente, dei relativi effetti sulla remunerazione dei dipendenti pubblici (a partire dai dirigenti), che deve essere resa il più possibile indipendente dall’anzianità di servizio.
. 3d. Efficienza delle amministrazioni e trasparenza totale
In particolare, il metodo del benchmarking comparativo – reso possibile da un sistema di valutazione indipendente delle performances – sarà applicato in funzione dell’allineamento ai migliori standard europei del carico burocratico gravante sulle imprese e i cittadini, nonché dei livelli di efficienza delle amministrazioni di ciascun settore. Dovrà in particolare essere garantito alle imprese un credito automatico pari all’aggravio dei costi determinato da qualsiasi appesantimento degli oneri burocratici imposti da nuove leggi e regolamenti alle imprese stesse.
Priorità assoluta sarà data, mediante le necessarie misure organizzative e gestionali, all’allineamento dell’efficienza dei servizi scolastici (v. lettera 3b) e dell’amministrazione giudiziaria.
Sarà introdotto come principio generale non derogabile quello della trasparenza totale, secondo le procedure e le regole dei Freedom of information Acts degli USA e del Regno Unito. Lo stesso sistema di regole non derogabili dovrà essere imposto e rigorosamente applicato all’amministrazione dei partiti e dei loro gruppi in Parlamento e nei consigli regionali, provinciali e comunali, prevedendo in particolare che ogni voce di entrata e spesa venga analiticamente collocata e resa perfettamente consultabile on line, col corredo della relativa documentazione.
. 3e. Utilizzazione efficace dei Fondi strutturali europei
In funzione della crescita economica il Governo italiano si impegna a incrementare la capacità (oggi gravemente insufficiente) delle amministrazioni di promuovere progetti suscettibili di fruire del finanziamento da parte dei Fondi strutturali dell’UE, proponendosi l’obiettivo di utilizzazione almeno dell’80% dei contributi disponibili. Si impegna inoltre a dare impulso alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e comunicazione sul territorio nazionale.
. 3f. Riduzione e riequilibrio dei carichi fiscali
Il Governo italiano si impegna a quantificare ogni anno e pluriennalmente l’obiettivo di aumento strutturale del gettito fiscale derivante dalla lotta all’evasione e a destinarlo integralmente, ogni anno in sede di assestamento, a finanziare un piano preciso di riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sull’impresa, definito preventivamente in modo da essere reso esigibile, e coerente con le priorità indicate nei successivi paragrafi h e i. La riduzione stessa del carico fiscale gravante su lavoro e impresa va perseguita anche trasferendone parte su consumi e patrimoni.
Sui primi, non si deve agire sulle aliquote IVA, ma sulla enorme evasione ed elusione. Con la sua energica azione di contrasto, il Governo Monti ha ottenuto in proposito significativi risultati. Sui secondi, il Governo Monti ha introdotto una robusta imposta patrimoniale. che può essere corretta. Ma non può certo essere smentita. Il nuovo Governo dovrà ora fare il resto: utilizzare ogni Euro rinveniente dal successo nella lotta all’evasione e dal riequilibrio nel prelievo sulle diverse basi imponibili per operare una robusta riduzione del prelievo fiscale sui produttori, sul lavoro e sull’impresa.
. 3g. Liberalizzazione dei mercati dei beni e dei servizi
Il Governo italiano si impegna a proseguire e intensificare la politica di apertura dei mercati dei beni e dei servizi, ivi compresi quelli resi da lavoratori autonomi e liberi professionisti, nonché di rimozione dei vincoli che limitano in essi la concorrenza. In questo quadro si colloca l’attuazione del progetto di riordino e drastico sfrondamento degli incentivi alle imprese elaborato, su mandato del Governo, dal prof. Francesco Giavazzi.
. 3h. Semplificazione, flessibilità, sicurezza e superamento del dualismo nel mercato del lavoro
Il Governo italiano si impegna, innanzitutto, a una drastica semplificazione normativa e amministrativa in materia di lavoro, secondo le guidelines fornite dal Decalogue for Smart Regulation emanato a cura della Commissione Europea a Stoccolma il 12 novembre 2009. Si impegna inoltre a consolidare e rafforzare le misure volte
- al superamento del dualismo tra lavoratori sostanzialmente dipendenti protetti e non protetti;
- a rendere più fluido e sicuro il passaggio dei lavoratori dalle imprese in crisi o comunque meno produttive a quelle più produttive o comunque in fase di espansione, riducendo al minimo i tempi del passaggio da un’occupazione all’altra;
- a coniugare il massimo possibile di flessibilità delle strutture produttive con il massimo possibile di sicurezza economica e professionale dei lavoratori nel mercato del lavoro;
- a spostare verso i luoghi di lavoro il baricentro della contrattazione collettiva, favorendo il collegamento di una parte maggiore delle retribuzioni alla produttività e/o alla redditività delle aziende;
- a promuovere la partecipazione dei lavoratori nelle imprese in funzione della sperimentazione di piani industriali innovativi, volti all’incremento della produttività e quindi delle retribuzioni;
- a stanziare un robusto finanziamento per la defiscalizzazione di quote di salario prodotte dall’aumento di produttività, siano esse erogate in forma di partecipazione agli utili o di premio di produttività tradizionale;
- a promuovere l’afflusso di investimenti stranieri, adottando tutte le misure suggerite nel documento presentato al Governo stesso dal Comitato Investitori Esteri di Confindustria il 1° dicembre 2011.
. 3i. Incremento dei tassi di occupazione giovanile, femminile e degli anziani
Il Governo italiano si impegna a porre in atto misure specifiche finalizzate ad allineare alla media europea i tassi di occupazione (oggi gravemente inferiori):
. - delle donne: l’obiettivo è di aumentare di un punto e mezzo ogni anno il tasso attuale (46%) fino al raggiungimento dell’obiettivo fissato a Lisbona nell’ormai lontano anno 2000 (60%); a tal fine si adotterà l’”azione positiva” della detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile e si promuoverà lo sviluppo dei servizi alla famiglia, alle persone non autosufficienti e alle comunità locali, sia in funzione dell’aumento della domanda di lavoro femminile, sia in funzione della liberazione dell’offerta potenziale di lavoro femminile, oggi inespressa;
. - nella fascia di età tra i 18 e i 30 anni, mediante le misure di cui al lettera 3j in materia di scuola, formazione professionale, e servizi capillari di orientamento scolastico e professionale e la drastica riduzione dei costi di transazione relativi ai rapporti di apprendistato; infine, mediante il lancio di un programma di formazione mirata agli skill shortages, finanziato progressivamente secondo la straordinaria esperienza olandese dell’ultimo ventennio;
. - nella fascia di età superiore ai 55 anni: in particolare, le misure di innalzamento dell’età di pensionamento ultimamente adottate verranno consolidate e completate con misure volte a promuovere l’invecchiamento attivo, a incentivare l’assunzione di persone anziane, ad offrire agli over 55 disoccupati e non ancora in possesso dei requisiti per la pensione un sostegno del reddito condizionato alla loro disponibilità al lavoro.
. 3j. Miglioramento del sistema universitario, scolastico e della formazione professionale
L’obiettivo strategico deve consistere nell’attivazione di una larga autonomia degli istituti scolastici e degli atenei, anche riguardo alla selezione del personale didattico e amministrativo, con responsabilizzazione piena dei rispettivi vertici e corrispondente pieno recupero da parte loro delle prerogative programmatorie e dirigenziali necessarie. Questo obiettivo va preparato attraverso una fase transitoria nella quale si incominci a responsabilizzare atenei e istituti scolastici mediante una valutazione della performance gestita da una struttura indipendente centralizzata. I due sottoparagrafi che seguono sono riferiti a questa fase transitoria.
3j.1. Valutazione degli Istituti scolastici: completamento e rafforzamento del nuovo Sistema di Valutazione centrato sull’azione di Invalsi e Indire, con la prospettiva di avvicinare gradualmente il nostro modello a quello britannico centrato sull’azione della Ofsted (organizzazione indipendente che cura la valutazione sistematica della performance degli istituti scolastici) ; gli indici di performance degli istituti saranno basati sui test all’uscita dal ciclo scolastico, sulla rilevazione sistematica degli esiti scolastici e/o occupazionali a sei mesi e tre anni dall’uscita stessa e delle valutazioni delle famiglie (degli studenti stessi, dai 16 anni in su); gli indici di performance di ciascun istituto verranno ovviamente tarati in relazione alle caratteristiche del bacino di utenza e in particolare alle condizioni di istruzione ed educazione degli studenti in entrata.
. 3j.2. Incentivi ai dirigenti scolastici: la valutazione del dirigente è basata essenzialmente sulla valutazione della performance delle strutture affidategli. A regime, almeno un terzo della retribuzione del preside dipenderà dall’indice di performance dell’istituto. Agli istituti migliori verrà affidato una funzione di benchmark per gli altri e di disseminazione delle buone pratiche, con relativa remunerazione aggiuntiva per il personale docente coinvolto. In caso di insufficienza, dopo un periodo di avvertimento, se la sufficienza non viene raggiunta il dirigente viene rimosso e nei casi più gravi l’istituto stesso viene chiuso e il personale docente e non docente trasferito in altri istituti.
. 3j.3. Valutazione e incentivazione degli insegnanti: in ciascun istituto scolastico verrà attivato un meccanismo finalizzato all’attribuzione di un premio economico annuale agli insegnanti migliori, scelti da un comitato composto dal preside, da due insegnanti eletti dagli altri (cui andrà il 50% del premio e non potranno ovviamente essere selezionati per il premio intero) e da un rappresentante delle famiglie eletto dalle stesse, sulla scorta del progetto pilota “Valorizza” (su cui v. il Rapporto conclusivo del MIUR) sperimentato in quattro province nel corso del 2010-2011.
. 3j.4. Il Governo italiano si impegna inoltre a operare in modo incisivo ed efficace:
- per una riduzione del tasso troppo alto (18%) di abbandono scolastico precoce;
- per assicurare a ogni adolescente che esce da un ciclo scolastico un servizio efficiente di orientamento scolastico e professionale;
- per assicurare la rilevazione sistematica e pubblicazione on line dei tassi di coerenza della formazione/educazione; impartita in ciascun istituto scolastico o di formazione professionale con gli esiti occupazionali o scolastici a sei mesi e a tre anni dal conseguimento del diploma.
. 3j.5. Valutazione della ricerca universitaria: occorre proseguire, potenziare e affinare il progetto avviato dall’Anvur (Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca) per il censimento e la valutazione sistematica dei prodotti di ricerca. Di ogni facoltà viene rilevata in modo sistematico la coerenza degli esiti occupazionali a sei mesi e tre anni dal conseguimento della laurea. I risultati di entrambe le rilevazioni, per ciascuna facoltà, ciascun dipartimento e ciascun professore e ricercatore, sono resi accessibili on line.
. 3j.6. Tagliare sprechi e rendite parassitarie: si possono liberare rilevanti risorse tagliando chirurgicamente i molti sprechi e rendite che pullulano nelle nostre università: per esempio dimezzando (o comunque riducendo in misura apprezzabile) lo stipendio a professori e ricercatori la cui attività di ricerca negli ultimi cinque anni sia valutata “zero”.
. 3j.7. Consentire la scommessa degli atenei e degli studenti sui progetti di eccellenza
: agli atenei che vi sono interessati deve essere consentito di aumentare le tasse universitarie in funzione di progetti di eccellenza didattica: lo Stato compenserà gli aumenti per le famiglie con reddito medio o basso; lo Stato presterà integralmente il necessario allo studente, con un meccanismo per cui la restituzione rateizzata – parziale o integrale – incomincerà soltanto da quando il laureato avrà un reddito superiore a determinate soglie (per esempio: 24.000 euro annui per la restituzione parziale e 30.000 euro annui per quella integrale); i casi di mancata restituzione per non raggiungimento del livello minimo di reddito saranno coperti (in tutto o in parte) dalle università stesse interessate, che così ne risulteranno responsabilizzate riguardo alla qualità dell’insegnamento.

3l. Efficienza degli uffici giudiziari
L’esperienza eccellente del Tribunale di Torino e gli esperimenti in corso nelle sezioni lavoro dei Tribunali di Bologna e Roma dimostrano che si possono dimezzare i tempi della giustizia a costo quasi-zero con una migliore organizzazione dei tribunali: occorre generalizzare queste buone pratiche, responsabilizzando i dirigenti degli uffici giudiziari in relazione agli obiettivi e costringendo i magistrati meno efficienti ad allinearsi alla media.

4. La minaccia più seria: instabilità politica e crisi dei partiti
La lettera del gruppo dei 15 al Segretario Bersani in tema di riforma costituzionale ed elettorale (Corriere della Sera del 18 settembre scorso) ci consente qui un semplice rinvio alle valutazioni e proposte contenute in quel testo.
Da un lato, l’adozione della forma di governo semipresidenziale alla francese può fornire una risposta istituzionale alla drammatica caduta della capacità di rappresentanza dei partiti politici. Dall’altro, il sistema elettorale uninominale a doppio turno consentirebbe ai cittadini elettori di scegliere al tempo stesso il loro rappresentante e il governo.
Ma anche questo non basterebbe: va finalmente attuato l’art. 49 della Costituzione sui partiti politici, sia rendendo perfettamente esigibili i loro statuti, sia sottoponendo la loro gestione ai principi e regole della trasparenza totale (di cui si è detto sopra in riferimento alle amministrazioni pubbliche), sia riformando le norme sul loro finanziamento pubblico, facendolo derivare dalla libera scelta dei contribuenti, secondo un meccanismo analogo a quello del 5×1000.
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda franz il 30/09/2012, 15:37

Un Monti bis è possibile, visto che lui non si candida, solo se dopo le elezioni si realizzasse un'altra situazione di stallo che rendesse indisensabile la sua presenza "tecnica". In caso di emergenza ci sarebbe, dice.

Nessuno se lo augura, spero. Alludo allo stallo e all'emergenza.
Il prossimo governo deve essere politico, non tecnico.
Facciamo in modo che lo sia, sostenendo le 10 proposte di FID e nel PD persone come Renzi, Morando e Ichino.


UN MEMORANDUM SUGLI IMPEGNI CHE RITENIAMO DEBBANO CARATTERIZZARE IL PROGRAMMA ELETTORALE DEL PD PER LE PROSSIME ELEZIONI, IN CONTINUITÀ CON LA STRATEGIA EUROPEA DEL GOVERNO CHE IL PD STESSO STA SOSTENENDO IN QUESTO ULTIMO TRATTO DELLA LEGISLATURA, MA ANCHE CON ALCUNE RILEVANTI INTEGRAZIONI

Documento predisposto da Pietro Ichino ed Enrico Morando per l’assemblea aperta su Il PD e l’Agenda Monti del 29 settembre 2012 – In argomento v. anche la proposta elaborata dai promotori dell’assemblea del 29 settembre 2012

1- Ecco che cosa significa portare l’Agenda Monti oltre il 2013
L’intervento di Berlusconi sul Fiscal Compact e la discussione sopra la opportunità o no di richiedere “l’aiuto” del meccanismo anti spread rafforzano l’esigenza che il PD avanzi al Paese una proposta che al tempo stesso dia garanzie circa la volontà e la capacità del Paese di proseguire il cammino di stabilizzazione e rilancio intrapreso negli ultimi mesi e crei le condizioni per l’apertura di quel lungo ciclo di governo riformista che solo può realizzare il radicale cambiamento necessario.
Con l’attacco al Fiscal Compact – indispensabile premessa per tornare a promettere la cancellazione dell’IMU – Silvio Berlusconi evoca la prospettiva di un ritorno all’indietro, quasi a ripetere quanto avvenne nell’estate 2011, quando il Governo italiano – ottenuto il massiccio intervento della BCE per l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano sul mercato secondario – ritenne di non ottemperare alla condizionalità fissata nella lettera della BCE, assistita dal consenso della Commissione e del Consiglio. Con i risultati che tutti ricordano.
Ma è una tentazione presente anche a sinistra, cambiato quel che c’è da cambiare: hanno un significato analogo, se non identico (e, soprattutto, potrebbero condurci ad esiti simili), le iniziative/promesse volte a rimettere in discussione sia l’intervento del governo Monti sul sistema previdenziale sia quello sulla riforma del mercato del lavoro. Ci riferiamo, sul primo terreno, alla mozione unitaria PD-PDL in Commissione lavoro della Camera sul tema degli “esodati”, che riteniamo debba essere affrontato con politiche di sostegno del reddito e nella ricerca di nuova occupazione, non tornando alle pensioni di anzianità. Sul terreno della riforma del mercato del lavoro ci riferiamo all’iniziativa referendaria promossa da SEL e IdV, che mina in radice la credibilità di una proposta di alleanza tra PD e SEL che veda quest’ultimo partito protagonista della maggioranza di governo nella prossima legislatura.

2- Il memorandum d’intesa? Scriviamocelo noi
È letteralmente insensato porre la questione della “violazione” della sovranità cui darebbe luogo l’accettazione della condizionalità conseguente alla richiesta di intervento del Fondo europeo anti-spread.
Ciò che va messo in evidenza è che si tratterebbe di condizioni conosciute fin d’ora e corrispondenti al nostro interesse. Perchè in parte conseguenti ad accordi liberamente sottoscritti e già ratificati dal Parlamento; e perchè interamente considerate nelle procedure definite dalla “sessione di Bilancio europea” e fissate nelle “Raccomandazioni” all’Italia della Commissione europea dello scorso 30 maggio, approvate dal Consiglio Europeo di fine giugno e descritte al Parlamento nazionale dal Governo nel luglio scorso.
Esse sono sei: le prime due, riguardano il deficit e il debito. Il Parlamento nazionale ha già modificato l’art. 81 della Costituzione, introducendovi il principio del pareggio strutturale del bilancio. È un obiettivo realizzabile nei tempi previsti (2013), dato il netto miglioramento già ottenuto nel 2012, malgrado il grave peggioramento del ciclo economico, che produce effetti di aumento dell’indebitamento nominale.
Quanto al debito, l’obiettivo fissato nel Fiscal compact e nelle Raccomandazioni è conseguibile, in presenza di una ripresa, anche non vivace, dell’economia, grazie all’effettivo mantenimento nel tempo del pareggio strutturale. Ma può e deve essere accelerato attraverso operazioni sul patrimonio pubblico.
Le altre quattro raccomandazioni – inerenti alla crescita e all’equità – riguardano il mercato del lavoro, l’efficienza della Pubblica Amministrazione, l’istruzione e la giustizia. Una strategia di radicali riforme strutturali – appena avviate dal Governo Monti – è comunque necessaria, anche se potesse prescindersi dalle raccomandazioni europee.
L’occasione della presentazione della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza e della discussione/approvazione delle relative risoluzioni parlamentari è ottima per fissare un orientamento preciso del sistema Paese su questo insieme di problemi: il Governo può e deve fissare gli obiettivi per il 2013, sia per ciò che attiene alla finanza pubblica (deficit e debito, in primo luogo; ma anche obiettivi di spesa, distinti per sottosettori e, separatamente, obiettivi di pressione fiscale), sia per le riforme strutturali (disegni di legge collegati alla legge di Stabilità). Il Governo può e deve definire questi obiettivi in termini triennali (2013-2016), ma può andare ben oltre il triennio. A loro volta, i gruppi parlamentari non solo devono approvare con apposita risoluzione la Nota di aggiornamento del DEF, ma possono a loro volta formulare impegni, almeno per il triennio e oltre.
Di qui la possibilità che l’Italia, alla fine di questo processo – cioè entro il dicembre 2012 – giunga a definire una sorta di Agenda 2020, che potrebbe fare da cornice condivisa a più particolari proposte programmatiche, nella campagna elettorale, da parte dei singoli partiti, in naturale competizione tra di loro.
Ma non sarebbe la rissa devastante che molti (Visco per primo) paventano.

3- Le scelte essenziali.
. 3a. Unione fiscale, unione finanziaria, unione politica.
L’Italia può oggi svolgere un ruolo trainante per accelerare la costruzione delle strutture federali – politico-istituzionali, economiche, fiscali e bancarie – che rendano l’Unione Europea capace di perseguire efficacemente e secondo linee corrette, democraticamente decise e controllate, la crescita economica e lo sviluppo sociale del continente. L’accordo del 28-29 giugno 2012 – dalla vigilanza bancaria alla garanzia comune sui depositi, all’intervento sulle crisi bancarie, passando per l’effettiva attuazione del dispositivo anti-spread – deve essere attuato con la piena attivazione del M.E.S., accettando pienamente l’Italia la relativa condizionalità.
Il Governo che nascerà dalle elezioni del 2013 si impegna a sostenere – sul piano politico e istituzionale – l’elezione “diretta” del Presidente della Commissione (possibilmente unificando la carica con quella di Presidente permanente del Consiglio) in occasione delle prossime elezioni del Parlamento Europeo.
. 3.b La politica economica nazionale come oggetto di interesse comune europeo.
Anche in funzione dell’obiettivo di cui al punto 3a, in questa fase transitoria e preparatoria l’Italia fa proprio il principio secondo cui la politica economica (in particolare le misure volte alla crescita e quelle di politica finanziaria) di ciascun Paese sono oggetto di un interesse comune dell’UE e come tali sono soggette a coordinamento, orientamento e monitoraggio da parte della stessa. Questo significa che – anche indipendentemente dalla richiesta di attivazione del meccanismo anti-spread – la progressiva gestione comune della politica di bilancio, di quote del debito pubblico e della politica economica può procedere solo in parallelo con la progressiva assunzione di responsabilità, in ciascuno di questi campi, degli organismi comunitari. Quelli esistenti (Commissione, Consiglio), e quelli da costruire (“Ministro delle Finanze” europeo). In questo quadro l’Italia conferma, sul terreno della disciplina della finanza pubblica, e in particolare del Patto di stabilità e crescita, il proprio impegno specifico:
- a conseguire entro il 2013 l’obiettivo (di cui al nuovo articolo 81 della nostra Costituzione) del pareggio di bilancio strutturale, cioè al netto degli effetti del ciclo economico sul bilancio stesso; entro il 2012 dovrà essere varata la nuova legge di contabilità, con le relative modifiche ai regolamenti parlamentari; il nostro Parlamento, inoltre, dovrà essere dotato al più presto di un organismo capace di svolgere, in piena autonomia rispetto al Governo, l’analisi dei dati economici e di finanza pubblica;
- alla riduzione fin d’ora dello stock del debito pubblico a un ritmo sostenuto e sufficiente in relazione agli obiettivi concordati (tenuto conto del fatto che, realizzato il pareggio di bilancio e in presenza di un tasso anche modesto di crescita, l’obiettivo fissato dal Fiscal Compact di riduzione dello stock del debito sarebbe automaticamente rispettato);
- a realizzare operazioni di dismissione/valorizzazione del patrimonio pubblico, ivi incluse le concessioni, dedicate alla riduzione dello stock del debito pubblico (ogni provento deve essere integralmente destinato a questo scopo), assicurando i seguenti risultati: 25 mld di euro nel 2013; 40 mld nel 2014 e 50 per il 2015, 2016 e 2017.
. 3c. Avanti con la revisione integrale della spesa.
In funzione della riduzione e/o riqualificazione della spesa corrente, il Governo Italiano si impegna a fare del controllo di congruità e appropriatezza di ogni voce di spesa, indipendentemente dalla sua anzianità di iscrizione nei bilanci, il metodo ordinario e universale di gestione delle amministrazioni pubbliche, prima fra tutte quella statale. Con questo si intende, in particolare, l’adozione del criterio dello zero based budgeting, della comparazione sistematica dei risultati fondata sulla valutazione indipendente, dei relativi effetti sulla remunerazione dei dipendenti pubblici (a partire dai dirigenti), che deve essere resa il più possibile indipendente dall’anzianità di servizio.
. 3d. Efficienza delle amministrazioni e trasparenza totale
In particolare, il metodo del benchmarking comparativo – reso possibile da un sistema di valutazione indipendente delle performances – sarà applicato in funzione dell’allineamento ai migliori standard europei del carico burocratico gravante sulle imprese e i cittadini, nonché dei livelli di efficienza delle amministrazioni di ciascun settore. Dovrà in particolare essere garantito alle imprese un credito automatico pari all’aggravio dei costi determinato da qualsiasi appesantimento degli oneri burocratici imposti da nuove leggi e regolamenti alle imprese stesse.
Priorità assoluta sarà data, mediante le necessarie misure organizzative e gestionali, all’allineamento dell’efficienza dei servizi scolastici (v. lettera 3b) e dell’amministrazione giudiziaria.
Sarà introdotto come principio generale non derogabile quello della trasparenza totale, secondo le procedure e le regole dei Freedom of information Acts degli USA e del Regno Unito. Lo stesso sistema di regole non derogabili dovrà essere imposto e rigorosamente applicato all’amministrazione dei partiti e dei loro gruppi in Parlamento e nei consigli regionali, provinciali e comunali, prevedendo in particolare che ogni voce di entrata e spesa venga analiticamente collocata e resa perfettamente consultabile on line, col corredo della relativa documentazione.
. 3e. Utilizzazione efficace dei Fondi strutturali europei
In funzione della crescita economica il Governo italiano si impegna a incrementare la capacità (oggi gravemente insufficiente) delle amministrazioni di promuovere progetti suscettibili di fruire del finanziamento da parte dei Fondi strutturali dell’UE, proponendosi l’obiettivo di utilizzazione almeno dell’80% dei contributi disponibili. Si impegna inoltre a dare impulso alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e comunicazione sul territorio nazionale.
. 3f. Riduzione e riequilibrio dei carichi fiscali
Il Governo italiano si impegna a quantificare ogni anno e pluriennalmente l’obiettivo di aumento strutturale del gettito fiscale derivante dalla lotta all’evasione e a destinarlo integralmente, ogni anno in sede di assestamento, a finanziare un piano preciso di riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sull’impresa, definito preventivamente in modo da essere reso esigibile, e coerente con le priorità indicate nei successivi paragrafi h e i. La riduzione stessa del carico fiscale gravante su lavoro e impresa va perseguita anche trasferendone parte su consumi e patrimoni.
Sui primi, non si deve agire sulle aliquote IVA, ma sulla enorme evasione ed elusione. Con la sua energica azione di contrasto, il Governo Monti ha ottenuto in proposito significativi risultati. Sui secondi, il Governo Monti ha introdotto una robusta imposta patrimoniale. che può essere corretta. Ma non può certo essere smentita. Il nuovo Governo dovrà ora fare il resto: utilizzare ogni Euro rinveniente dal successo nella lotta all’evasione e dal riequilibrio nel prelievo sulle diverse basi imponibili per operare una robusta riduzione del prelievo fiscale sui produttori, sul lavoro e sull’impresa.
. 3g. Liberalizzazione dei mercati dei beni e dei servizi
Il Governo italiano si impegna a proseguire e intensificare la politica di apertura dei mercati dei beni e dei servizi, ivi compresi quelli resi da lavoratori autonomi e liberi professionisti, nonché di rimozione dei vincoli che limitano in essi la concorrenza. In questo quadro si colloca l’attuazione del progetto di riordino e drastico sfrondamento degli incentivi alle imprese elaborato, su mandato del Governo, dal prof. Francesco Giavazzi.
. 3h. Semplificazione, flessibilità, sicurezza e superamento del dualismo nel mercato del lavoro
Il Governo italiano si impegna, innanzitutto, a una drastica semplificazione normativa e amministrativa in materia di lavoro, secondo le guidelines fornite dal Decalogue for Smart Regulation emanato a cura della Commissione Europea a Stoccolma il 12 novembre 2009. Si impegna inoltre a consolidare e rafforzare le misure volte
- al superamento del dualismo tra lavoratori sostanzialmente dipendenti protetti e non protetti;
- a rendere più fluido e sicuro il passaggio dei lavoratori dalle imprese in crisi o comunque meno produttive a quelle più produttive o comunque in fase di espansione, riducendo al minimo i tempi del passaggio da un’occupazione all’altra;
- a coniugare il massimo possibile di flessibilità delle strutture produttive con il massimo possibile di sicurezza economica e professionale dei lavoratori nel mercato del lavoro;
- a spostare verso i luoghi di lavoro il baricentro della contrattazione collettiva, favorendo il collegamento di una parte maggiore delle retribuzioni alla produttività e/o alla redditività delle aziende;
- a promuovere la partecipazione dei lavoratori nelle imprese in funzione della sperimentazione di piani industriali innovativi, volti all’incremento della produttività e quindi delle retribuzioni;
- a stanziare un robusto finanziamento per la defiscalizzazione di quote di salario prodotte dall’aumento di produttività, siano esse erogate in forma di partecipazione agli utili o di premio di produttività tradizionale;
- a promuovere l’afflusso di investimenti stranieri, adottando tutte le misure suggerite nel documento presentato al Governo stesso dal Comitato Investitori Esteri di Confindustria il 1° dicembre 2011.
. 3i. Incremento dei tassi di occupazione giovanile, femminile e degli anziani
Il Governo italiano si impegna a porre in atto misure specifiche finalizzate ad allineare alla media europea i tassi di occupazione (oggi gravemente inferiori):
. - delle donne: l’obiettivo è di aumentare di un punto e mezzo ogni anno il tasso attuale (46%) fino al raggiungimento dell’obiettivo fissato a Lisbona nell’ormai lontano anno 2000 (60%); a tal fine si adotterà l’”azione positiva” della detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile e si promuoverà lo sviluppo dei servizi alla famiglia, alle persone non autosufficienti e alle comunità locali, sia in funzione dell’aumento della domanda di lavoro femminile, sia in funzione della liberazione dell’offerta potenziale di lavoro femminile, oggi inespressa;
. - nella fascia di età tra i 18 e i 30 anni, mediante le misure di cui al lettera 3j in materia di scuola, formazione professionale, e servizi capillari di orientamento scolastico e professionale e la drastica riduzione dei costi di transazione relativi ai rapporti di apprendistato; infine, mediante il lancio di un programma di formazione mirata agli skill shortages, finanziato progressivamente secondo la straordinaria esperienza olandese dell’ultimo ventennio;
. - nella fascia di età superiore ai 55 anni: in particolare, le misure di innalzamento dell’età di pensionamento ultimamente adottate verranno consolidate e completate con misure volte a promuovere l’invecchiamento attivo, a incentivare l’assunzione di persone anziane, ad offrire agli over 55 disoccupati e non ancora in possesso dei requisiti per la pensione un sostegno del reddito condizionato alla loro disponibilità al lavoro.
. 3j. Miglioramento del sistema universitario, scolastico e della formazione professionale
L’obiettivo strategico deve consistere nell’attivazione di una larga autonomia degli istituti scolastici e degli atenei, anche riguardo alla selezione del personale didattico e amministrativo, con responsabilizzazione piena dei rispettivi vertici e corrispondente pieno recupero da parte loro delle prerogative programmatorie e dirigenziali necessarie. Questo obiettivo va preparato attraverso una fase transitoria nella quale si incominci a responsabilizzare atenei e istituti scolastici mediante una valutazione della performance gestita da una struttura indipendente centralizzata. I due sottoparagrafi che seguono sono riferiti a questa fase transitoria.
3j.1. Valutazione degli Istituti scolastici: completamento e rafforzamento del nuovo Sistema di Valutazione centrato sull’azione di Invalsi e Indire, con la prospettiva di avvicinare gradualmente il nostro modello a quello britannico centrato sull’azione della Ofsted (organizzazione indipendente che cura la valutazione sistematica della performance degli istituti scolastici) ; gli indici di performance degli istituti saranno basati sui test all’uscita dal ciclo scolastico, sulla rilevazione sistematica degli esiti scolastici e/o occupazionali a sei mesi e tre anni dall’uscita stessa e delle valutazioni delle famiglie (degli studenti stessi, dai 16 anni in su); gli indici di performance di ciascun istituto verranno ovviamente tarati in relazione alle caratteristiche del bacino di utenza e in particolare alle condizioni di istruzione ed educazione degli studenti in entrata.
. 3j.2. Incentivi ai dirigenti scolastici: la valutazione del dirigente è basata essenzialmente sulla valutazione della performance delle strutture affidategli. A regime, almeno un terzo della retribuzione del preside dipenderà dall’indice di performance dell’istituto. Agli istituti migliori verrà affidato una funzione di benchmark per gli altri e di disseminazione delle buone pratiche, con relativa remunerazione aggiuntiva per il personale docente coinvolto. In caso di insufficienza, dopo un periodo di avvertimento, se la sufficienza non viene raggiunta il dirigente viene rimosso e nei casi più gravi l’istituto stesso viene chiuso e il personale docente e non docente trasferito in altri istituti.
. 3j.3. Valutazione e incentivazione degli insegnanti: in ciascun istituto scolastico verrà attivato un meccanismo finalizzato all’attribuzione di un premio economico annuale agli insegnanti migliori, scelti da un comitato composto dal preside, da due insegnanti eletti dagli altri (cui andrà il 50% del premio e non potranno ovviamente essere selezionati per il premio intero) e da un rappresentante delle famiglie eletto dalle stesse, sulla scorta del progetto pilota “Valorizza” (su cui v. il Rapporto conclusivo del MIUR) sperimentato in quattro province nel corso del 2010-2011.
. 3j.4. Il Governo italiano si impegna inoltre a operare in modo incisivo ed efficace:
- per una riduzione del tasso troppo alto (18%) di abbandono scolastico precoce;
- per assicurare a ogni adolescente che esce da un ciclo scolastico un servizio efficiente di orientamento scolastico e professionale;
- per assicurare la rilevazione sistematica e pubblicazione on line dei tassi di coerenza della formazione/educazione; impartita in ciascun istituto scolastico o di formazione professionale con gli esiti occupazionali o scolastici a sei mesi e a tre anni dal conseguimento del diploma.
. 3j.5. Valutazione della ricerca universitaria: occorre proseguire, potenziare e affinare il progetto avviato dall’Anvur (Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca) per il censimento e la valutazione sistematica dei prodotti di ricerca. Di ogni facoltà viene rilevata in modo sistematico la coerenza degli esiti occupazionali a sei mesi e tre anni dal conseguimento della laurea. I risultati di entrambe le rilevazioni, per ciascuna facoltà, ciascun dipartimento e ciascun professore e ricercatore, sono resi accessibili on line.
. 3j.6. Tagliare sprechi e rendite parassitarie: si possono liberare rilevanti risorse tagliando chirurgicamente i molti sprechi e rendite che pullulano nelle nostre università: per esempio dimezzando (o comunque riducendo in misura apprezzabile) lo stipendio a professori e ricercatori la cui attività di ricerca negli ultimi cinque anni sia valutata “zero”.
. 3j.7. Consentire la scommessa degli atenei e degli studenti sui progetti di eccellenza
: agli atenei che vi sono interessati deve essere consentito di aumentare le tasse universitarie in funzione di progetti di eccellenza didattica: lo Stato compenserà gli aumenti per le famiglie con reddito medio o basso; lo Stato presterà integralmente il necessario allo studente, con un meccanismo per cui la restituzione rateizzata – parziale o integrale – incomincerà soltanto da quando il laureato avrà un reddito superiore a determinate soglie (per esempio: 24.000 euro annui per la restituzione parziale e 30.000 euro annui per quella integrale); i casi di mancata restituzione per non raggiungimento del livello minimo di reddito saranno coperti (in tutto o in parte) dalle università stesse interessate, che così ne risulteranno responsabilizzate riguardo alla qualità dell’insegnamento.

3l. Efficienza degli uffici giudiziari
L’esperienza eccellente del Tribunale di Torino e gli esperimenti in corso nelle sezioni lavoro dei Tribunali di Bologna e Roma dimostrano che si possono dimezzare i tempi della giustizia a costo quasi-zero con una migliore organizzazione dei tribunali: occorre generalizzare queste buone pratiche, responsabilizzando i dirigenti degli uffici giudiziari in relazione agli obiettivi e costringendo i magistrati meno efficienti ad allinearsi alla media.

4. La minaccia più seria: instabilità politica e crisi dei partiti
La lettera del gruppo dei 15 al Segretario Bersani in tema di riforma costituzionale ed elettorale (Corriere della Sera del 18 settembre scorso) ci consente qui un semplice rinvio alle valutazioni e proposte contenute in quel testo.
Da un lato, l’adozione della forma di governo semipresidenziale alla francese può fornire una risposta istituzionale alla drammatica caduta della capacità di rappresentanza dei partiti politici. Dall’altro, il sistema elettorale uninominale a doppio turno consentirebbe ai cittadini elettori di scegliere al tempo stesso il loro rappresentante e il governo.
Ma anche questo non basterebbe: va finalmente attuato l’art. 49 della Costituzione sui partiti politici, sia rendendo perfettamente esigibili i loro statuti, sia sottoponendo la loro gestione ai principi e regole della trasparenza totale (di cui si è detto sopra in riferimento alle amministrazioni pubbliche), sia riformando le norme sul loro finanziamento pubblico, facendolo derivare dalla libera scelta dei contribuenti, secondo un meccanismo analogo a quello del 5×1000.

http://www.pietroichino.it/?p=23175
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda lucameni il 30/09/2012, 15:57

Capirai.
Una sequela di buone intenzioni e anche molto generiche.
Per ora tutte le buone intenzioni si sono infrante malamente nel "come"; aspetto del tutto scontato visto che in Italia ci si scanna sul "se" e mai sul "come", dove davvero potrebbero venire fuori tutti i limiti di chi predica bene e razzola male.
Quando su ognuno dei punti ci diranno dei "come" dettagliati allora potremmo ragionarci, altrimenti tempo perso.
Come quando si parla di "meritocrazia" e poi tutto magari i riduce a quiz tarocchi e criteri di selezione ad minchiam. Non ha alcun significato in quanto rimane un modo di chiacchierare sul "se" prescindendo appunto sul "come", ovvero l'aspetto più importante.
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda franz il 30/09/2012, 16:31

lucameni ha scritto:Capirai.
Una sequela di buone intenzioni e anche molto generiche.

Mah, mi sembra che sarebbero definite generiche anche se fossero migliaia di parole concrete, dato che le parole sono sempre parole. I fatti si fanno al governo e la prova è nel budino. http://www.phrases.org.uk/meanings/proo ... dding.html e naturalmente per arrivare ai fatti in democrazia bisogna convincere la maggioranza.
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda pianogrande il 30/09/2012, 22:15

Quanti uomini politici che vogliono vivere di luce riflessa.
Ormai sempre più politici si rendono conto della loro pochezza e vogliono continuare a succhiare soldi e privilegi ed impunità senza impegnarsi in politica.
Basta il posto da deputato o senatore o consigliere o consulente o di semplice inseritore di scheda nelle votazioni.
Governare il paese?
Ma siamo matti?!
Un bel Monti bis e via verso nuove avventure (vacanze, feste dei maiali, massaggi rilassanti, serate eleganti, sfilate col culo al vento etc. etc.).
L'italica fantasia ha inventato la politica del non governo.
Probabilmente farà scuola.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda trilogy il 30/09/2012, 23:19

pianogrande ha scritto:....L'italica fantasia ha inventato la politica del non governo.
Probabilmente farà scuola.


ringrazia che non si sono ancora concessi la cassa integrazione per i non rieletti :D
l'idea di Casini è veramente oscena. In pratica se si ripresenta prende con l'UDC prende si e no il 3% . Per restare a galla si nasconde con Fini dietro a un "nuovo" listone per la patria con il nome di monti. lupi spelacchiati nascosti sotto una pelliccia da pecorelle. Dopo l'autotrapianto follicolare di silvo, abbiamo l'autotrapianto di premier di Casini
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Re: "Non mi candido, staremo con Monti" Luca Cordero Monteze

Messaggioda flaviomob il 01/10/2012, 0:35

Già. Quel meraviglioso partito dell'UDC, il cui segretario CESA prese le sue belle tangenti Anas, 30 miliardi di lire per conto di Prandini, mentre attualmente è indagato "soltanto" per truffa e associazione a delinquere...

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ni/2167407


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