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Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'Alema

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'Alema

Messaggioda franz il 30/09/2012, 8:05

“Monti? Non parlatemi di bis. Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'Alema"
Pubblicato: Sab, 29/09/2012 - 16:00 • da: Redazione di Fermare il Declino

Da il Fatto Quotidiano del 29 settembre 2012

“Mario Monti ha contenuto i danni sull’orlo della bancarotta, ma non parlatemi di bis. Non ha mandato popolare ed è il Bondi della politica: chiamato a salvare un’azienda al collasso, come Enrico Bondi a Montedison e Parmalat, taglia ma non rilancia. E inaufraghi della politica si aggrappano al Monti bis come a una scialuppa”. Luigi Zingales, padovano di 49 anni, bocconiano come Monti, non ha bisogno di pesare le parole. Con quella cattedra di economia alla Chicago University, dove insegnava il padre del neoliberismo Milton Friedman, può dire ciò che vuole. È tornato in Italia per lanciare un libro che nel titolo dice tutto: “Manifesto capitalista – Una rivoluzione liberale contro un’economia corrotta”. E già che c’era, è andato alla Banca d’Italia a insolentire il patriarca dei banchieri italiani, Giovanni Bazoli. La sua voglia di rottamazione parte dal potere economico.

Oltre al presidente di Intesa Sanpaolo, chi deve andare a casa?
Tutta l’oligarchia del capitalismo, vecchia, inadeguata, incapace di riformarsi.

Questa oligarchia distrugge la ricchezza o se ne appropria in modo ingiusto?
Entrambe le cose. Per appropriarsi della ricchezza la distrugge. Molti dicono che il capitalismo di relazione, dove non conta il merito ma vincono i favori tra amici, qualche vantaggio ce l’ha. Non ci credo, ma vorrei discuterne: ho chiesto a Bazoli perché dice che la sua banca cerca l’interesse generale prima del profitto, ma non mi ha voluto rispondere. Il suo culto del profitto non è molto popolare in Italia. Lo so, c’è un’antica cultura anticapitalistica, e quindi diffidenza. Il mio libro in America è intitolato “Un capitalismo per il popolo”, ma qui sarebbe stato tacciato di populismo.

I liberisti sono considerati i teorici dell’ingiustizia.
Certo, se il liberismo è praticato come in Italia hanno ragione. Ma il libero mercato, quello vero, è l’antidoto più efficace contro l’ingiustizia sociale. Quando dico meritocrazia, penso che i primi a negarla sono gli oligarchi del capitalismo. Hanno un sistema di intrecci azionari, patti e accordi, per cui sono tutti legati e nessuno giudica nessuno. Io oggi non licenzio te, tu domani non licenzi mia figlia.

Capitalismo delle figlie, come quelle di Ligresti?
La Fonsai sarà mica andata a rotoli per colpa dei dipendenti?

La figlia di Bazoli che entra nel consiglio di Ubi Banca quando ne esce il padre per incompatibilità, come la spiega ai suoi studenti?
Parto da Alessandro Borgia. È la tradizione cattolica, il potere che si tramanda senza possedere azioni. Episodi del genere dimostrano mancanza di sensibilità, perché il potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente, come diceva lord Acton.

Insegnava a Chicago?
No, storico inglese dell’Ottocento, nato a Napoli.

Però è comodo venire qui a sparare a zero con la cattedra a Chicago.
Ah sì, anche perché siamo provinciali. Uno arriva dall’America e tutti stanno a sentirlo.

E i colleghi italiani non la chiamano mai per dirle beato te che puoi parlare?
Gli economisti no, ma molti manager e imprenditori mi dicono che tacciono per paura.

Paura fa rima con omertà.
Nelle scuole americane ai miei figli insegnano a battersi contro l’ingiustizia, ad avere fiducia in se stessi, a credere che tu puoi fare la differenza. Qui ti insegnano che è tutto inutile, e l’omertà è un obbligo morale.

Battersi per la legalità è roba da rompiscatole.
Sì, e mi ribello. Le regole sono essenziali per l’economia. Non c’è liberismo senza legalità. Il mio libro parte da Enrico Berlinguer, che ha sollevato la questione morale. La sinistra è stata l’unica parte politica a battersi contro le porcherie. Mentre la borghesia, per paura dei comunisti, ha difeso l’illegalità.

Ma allora c’è il Pd già pronto. Perché il movimento “Fermare il declino”?

Per rompere il legame tra sinistra anticapitalista e sinistra liberale. Se Matteo Renzi vince le primarie sto con lui, naturalmente a patto che cacci gente come D’Alema.

Ma D’Alema è un vecchio tifoso del liberismo…
No, è il leader di quella parte del Pd che sta lì per fare inciuci con il mondo delle imprese.

Marchionne che definisce “folklore locale” la sentenza sulla discriminazione a Pomigliano, come sta nella classifica liberismo-legalità?
Se ha detto questo dell’applicazione di una legge europea ha sbagliato. Si sta esagerando. I sindacati hanno abusato della giustizia troppo tutelante, ma non si può dare sempre la colpa a chi lavora. All’economia italiana fanno più male gli oligarchi che mantengono il loro potere in un sistema senza regole.

Ma lei che ci fa in America, l’ha scelto o non l’hanno voluta alla Bocconi?
A Chicago mi pagavano e mi facevano fare ricerca. In Italia avrei dovuto chiedere soldi ai miei. Lei che avrebbe fatto?

Ma adesso che viene a fare? Ci sarà qualcuno che le chiede che vuole, no?
Vengo a cercare qualcuno con cui discutere del futuro del Paese: se un popolo non è in grado di mettere in galera i corrotti non saprà neppure scegliere le tecnologie su cui investire.

https://www.fermareildeclino.it/articol ... ome-dalema
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Re: Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'A

Messaggioda ranvit il 30/09/2012, 8:41

Questa intervista andrebbe messa a caratteri cubitali in tutte le piazze di tutte le città italiane!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'A

Messaggioda flaviomob il 30/09/2012, 11:58

La valutazione che fa su Monti, "taglia ma non rilancia", non mi sembra esattamente un dieci e lode... ;)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'A

Messaggioda ranvit il 30/09/2012, 13:01

flaviomob ha scritto:La valutazione che fa su Monti, "taglia ma non rilancia", non mi sembra esattamente un dieci e lode... ;)



Cosi' è infatti....meglio quelli di Fermareildeclino che Monti....ma forse sono molto piu' vicini di quanto si possa pensare....è una questione di tempo.....Monti ha dovuto usare l'accetta ma appena puo' passerà al "taglio e cuci" :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'A

Messaggioda Iafran il 30/09/2012, 13:39

franz ha scritto:“Mario Monti ha contenuto i danni sull’orlo della bancarotta, ma non parlatemi di bis. Non ha mandato popolare ed è il Bondi della politica ... taglia ma non rilancia. E inaufraghi della politica si aggrappano al Monti bis come a una scialuppa”. Luigi Zingales ... non ha bisogno di pesare le parole.

Monti ha fatto ciò che andava bene alla "casta", che viveva nel Parlamento e che era chiamata ad approvare; non è andato certamente incontro alle esigenze quotidiane delle "formiche operaie", che ne rimanevano fuori ...
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Re: Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'A

Messaggioda lucameni il 30/09/2012, 15:08

Non tutto quello che ha fatto Monti è da buttare, malgrado un'indecente continuità nel proporre una normativa ben poco "riformista" e assai confusionaria. Volutamente confusionaria.
Tant'è è ovvio, senza scomodare stucchevoli complottismi, che è stato messo lì da chi non azzardava a prendere decisioni impopolari e nello stesso tempo aveva e ha tutto l'interesse a non veder compromessi interessi importanti, basilari per non perdere certi privilegi.
Per questo è un "liberismo" fasullo, se intendiamo per liberismo (anche ma non solo) abbattere camarille, caste e quant'altro.
Chi però ha fatto la propria fortuna in un "salotto buono", senza appunto scomodare complotti ma semplice comunanza di interessi e di struttura mentale, difficilmente potrà infierire contro quel salotto buono. Preferirà pestare altre categorie, pur con fare sobrio.
Il problema è che non c'è una politica. Giustamente Mieli ha detto che questa è la vera antipolitica: tecnici che non sono poi tanto tecnici (Polillo, messo lì da Letta e Cicchitto, vi pare un "tecnico"?) che sono lì a prescindere da libere elezioni.
Una parentesi non democratica, anomala, ma che almeno avrebbe dovuto mostrare più equità sociale e più coraggio nell'abbattere i tanti privilegi italiani, che spesso non sono quelli propalati malamente dai media.
Questo non è stato fatto sia per gli interessi di parte dell'esecutivo (vedi il mediocrissimo e ipocrita Passera), sia per la struttura mentale molto professorale di tanti ministri (fuori dalla realtà italiana), sia per il gioco delle parti dei partiti che davanti criticano l'esecutivo ma poi sono ben lieti che sia lì a fare un lavoro sporco che loro non farebbero e che comunque non tocca poi tanto gli interessi che stanno loro a cuore.
Zingales, che pure dovrebbe essere meno teorico, meno economicista e più giurista (è sulle leggi tarocche che i nostri "eroi" si parano le terga e ci fregano), però l'ha detta giusta. I Bazoli e i tanti altri personaggioni, che pure sono in stretta sintonia con questo governo, sono da rottamare senza complimenti.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'A

Messaggioda franz il 30/09/2012, 15:16

flaviomob ha scritto:La valutazione che fa su Monti, "taglia ma non rilancia", non mi sembra esattamente un dieci e lode... ;)

In effetti sarebbe come un salva ma non cura.
Come al pronto soccorso. Ti salvano la vita ma poi la cura è compito dei piani piu' alti dell'ospedale.
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Giannino: Per Fini e l'Udc non c'è spazio

Messaggioda franz il 03/10/2012, 16:30

Giannino: serve una nuova proposta. Per Fini e l'Udc non c'è spazio
Pubblicato: Mar, 02/10/2012 - 07:15 • da: Redazione di Fermare il Declino

Corriere della Sera del 02/10/2012 Intervista a Oscar Giannino

Casini e Fini, secondo Oscar Giannino, hanno combinato un guaio lanciando Mario Monti alla guida del prossimo governo: «Hanno costretto Monti a fare un passo indietro. Il governo si regge su tre pilastri; se uno dei tre compie un passo del genere, il presidente del Consiglio deve proteggersi. Così Monti ha detto: lascerò il governo in altre mani...».

Giannino è giornalista economico autorevole, molto presente in tv, Repubblicano venticinque anni fa, animatore di «Fermare il declino», un progetto per rinnovare la politica, nel nome di meno tasse, meno Stato, più crescita e più merito.

Quindi, Giannino, la Lista civica per l'Italia, varata domenica da Casini e Fini ad Arezzo per sostenere un nuovo governo Monti dopo le elezioni, non le piace.

«Il tentativo di mettere il cappello su Monti mi pare mal congegnato: ha avuto solo l'effetto di mettere il presidente del Consiglio in imbarazzo».

Non vorrebbe Casini e Fini al suo fianco?

«Non crediamo che Casini e Fini o altre personalità di spicco della Prima e della Seconda Repubblica possano essere artefici della nuova proposta politica necessaria in Italia in questo momento».

Sono da troppi anni sulla scena?

«Niente di personale. Ma oggi ci sono 17-18 milioni di italiani, la metà degli elettori, incerti se non votare o dare un voto di protesta. Simboli e volti della Prima e Seconda Repubblica non sono certo in grado di recuperarli: vanno dunque esclusi. Neanche l'Udc ha fatto qualcosa per cambiare la selezione della classe politica».


Quali dovrebbero essere i criteri?


«Eliminazione preventiva di ogni conflitto d'interesse, coinvolgimento dal basso di aderenti ed elettori, limitazione del numero di mandati, rinuncia al finanziamento pubblico. Regole da adottare spontaneamente e poi da rendere obbligatorie per legge».

Dunque, voi state preparando una lista di moderati, che si collochi al centro dello schieramento politico...


«La parola "moderati" non ha più significato. Anzi, noi proponiamo un programma "immoderato": abbattere il debito con gli attivi patrimoniali pubblici, diminuire spesa e imposte su lavoro e impresa rispettivamente di 6 e 5 punti di Pil in 5 anni, riorientare il welfare verso giovani e donne, sciogliere e normare i conflitti d'interesse, macroregioni a Nord e Sud, criteri meritocratici nella pubblica amministrazione, liberalizzazioni e promozione della concorrenza».

Da realizzare con Luca Cordero di Montezemolo?

«Montezemolo non ha un passato da uomo politico. E ho apprezzato che nelle ultime interviste non rivendichi una leadership per sé, che si proponga per dare una mano».

Con i cattolici di Todi? Con i ministri di Monti - Passera, Ornaghi, Riccardi - con Emma Marcegaglia?

«Con queste e altre persone e aree, nella società civile e nel sindacato. Con tutti coloro che sono interessati alla discontinuità e al cambio di marcia nella politica economica».

Indicando Monti come futuro premier?

«Ripeto: la cosa migliore è non mettere in imbarazzo Monti. Ha ridato al Paese la credibilità internazionale che Berlusconi ci aveva fatto perdere. Ma poi i partiti della maggioranza non gli hanno permesso di fare la svolta necessaria per la crescita. Noi non siamo per l'agenda Monti, siamo per arricchire l'agenda Monti, andare oltre. Anche perché l'Italia resta sul ciglio del burrone, nonostante l'iniziativa della Bce di Dragh».

Nel Pd vi piace Renzi?

«Renzi è il miglior prodotto di autocritica e autoriforma interna che si sia visto. Se vincerà le primarie, se il regolamento glielo permetterà con una consultazione aperta come quella che designò Prodi, Renzi diventerà un interlocutore importante. Per evitare che l'Italia diventi il detonatore dell'euro».

E nel Pdl?

«Non vedo nessun Renzi. Mi pare un partito in caduta libera, che ancora non ha neanche iniziato il processo di autocritica. Berlusconi cerca legittimamente di sopravvivere, ma è escluso che possa recuperare la credibilità».

Con quale legge elettorale si voterà?

«A questo punto non ne ho idea. Il clima nel Paese dovrebbe suggerire ai partiti di non mantenere il Porcellum, ma il tempo sta venendo meno. Anche questo sarebbe un regalo a Grillo, a Vendola... E un altro regalo sarebbero programmi poco chiari».
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Re: Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'A

Messaggioda ranvit il 03/10/2012, 19:46

Concordo con Giannino....ma se il suo movimento non sboccerà, che si fa? Belle paole al vento.
Al momento ha molta piu' concretezza la nascente "Lista per l'Italia" di Fini e Casini (e Montezemolo?).
Comunque vediamo come evolve la situazione...
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Re: Rottamiamo i banchieri come Bazoli e i politici come D'A

Messaggioda flaviomob il 05/10/2012, 0:54

D'Alema è prescritto per finanziamento illecito (ma ha ammesso di averlo ricevuto), Renzi condannato dalla Corte dei Conti... si rottamassero entrambi, staremmo più larghi!


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