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Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Messaggioda franz il 27/09/2012, 9:37

Da molto tempo assistiamo a un blocco nel ricambio della classe di governo, la quale è, da svariati lustri, sempre la medesima. Di qui le lamentele sempre più diffuse: i leader politici non cambiano da decenni, non emergono nuove personalità, non c’è ricambio. E ciò sia a destra (dove Berlusconi sta decidendo se presentarsi come leader alle elezioni), sia a sinistra (dove si fanno sempre più intense le richieste di «ricambio», o, con parola sgarbata ma efficace, di «rottamazione»).

Diceva Vilfredo Pareto che in ogni società c’è uno strato inferiore (molto ampio), che egli chiamava la «classe non eletta» (ovvero la classe dei governati), e c’è uno strato superiore, che egli chiamava la «classe eletta», da lui suddivisa poi in due parti: a) la «classe eletta di governo», e, b) la «classe eletta non di governo». Quest’ultima noi oggi la chiamiamo per lo più «classe dirigente», in senso lato: essa comprende infatti tutti coloro che (per ritornare al linguaggio di Pareto) «hanno gli indici più elevati nel loro ramo di attività», cioè tutti quelli che hanno meritato buoni voti nell’esame della vita, oppure, più semplicemente, hanno estratto numeri fortunati alla lotteria dell’esistenza sociale.

Quali rapporti intercorrono fra queste classi? La «classe eletta di governo», rispondeva Pareto, è forte e vitale nella misura in cui essa assorbe gli elementi migliori della «classe eletta non di governo» (cioè della classe dirigente). Ma questo certo non basta: è necessario anche che la «classe di governo» assorba continuamente gli elementi di qualità superiore che crescono negli strati inferiori (cioè nella «classe non eletta»). Se questo assorbimento (o «circolazione delle élite», come la chiamava il grande sociologo) non avviene, allora la «classe di governo» non è in grado di reagire al proprio invecchiamento, alla propria decadenza, al proprio logoramento. Spiegava Pareto: «Vi è un processo simile a quello che si osserva nell’animale vivente, che non sussiste se non eliminando certi elementi e sostituendoli con altri, che assimila. Se questa circolazione è soppressa, l’animale muore, è distrutto. Accade lo stesso per l’élite sociale, e se la distruzione può essere più lenta, essa non è meno sicura».

Credo che questi concetti svolti da Pareto siano assai utili per capire la situazione attuale del nostro Paese. Da molto tempo, infatti, assistiamo a un vero e proprio blocco nel ricambio della classe di governo, la quale è, da svariati lustri, sempre la medesima. Di qui le lamentele sempre più diffuse: i leader politici non cambiano da decenni, le facce sono sempre le stesse, non emergono nuove personalità, non c’è nessun ricambio nella classe politica. E ciò sia a destra (dove Berlusconi sta decidendo se presentarsi come leader alle elezioni per la sesta volta), sia a sinistra (dove si fanno sempre più intense le richieste di «ricambio», ovvero, con parola sgarbata ma efficace, di «rottamazione»).

Per usare il linguaggio di Pareto, le nostre élite politiche governanti, sempre più vecchie ed esauste, non assorbono più elementi validi emergenti dalla classe dei governati. Inoltre, ai livelli intermedi (Regioni, Province, Comuni), esse si circondano di vecchi professionisti della politica (per non dire, in molti casi, di maneggioni), che danno di sé lo spettacolo che danno.

Come si è arrivati a questa situazione? Si tratta certo di un fenomeno complesso, e quindi caratterizzato da diversi aspetti. È probabile che fra le sue cause ci siano anche il crollo delle ideologie (le quali erano sì «sistemi chiusi», e quindi per tanti versi nocivi, e tuttavia erano altamente mobilitanti per i giovani, ai quali davano una forte carica ideale), e il processo di secolarizzazione della nostra società (nei primi decenni della cosiddetta Prima repubblica le grandi organizzazioni cattoliche — l’Azione Cattolica, le Acli ecc. — furono vivai di vitale importanza per la Democrazia Cristiana, ai fini del reclutamento di nuovi dirigenti).

Ma io credo che nell’attuale decadenza dei partiti abbia avuto un ruolo fondamentale la prova estremamente deludente che essi hanno dato nella cosiddetta Seconda Repubblica (dove pure, a differenza di quanto avveniva nella Prima Repubblica, si è avuta una alternanza fra due schieramenti): non fu uno spettacolo entusiasmante la litigiosità e l’inconcludenza dei governi di centrosinistra, e fu uno spettacolo deprimente il venir meno del centrodestra a tutte le altisonanti promesse di riforme liberali.

Entrambi gli schieramenti, di destra e di sinistra, hanno gravemente deluso le attese, in quanto, una volta al governo si sono dimostrati del tutto incapaci di incidere sui meccanismi economico-sociali paralizzanti, sui privilegi corporativi, sui gravi difetti della macchina dello Stato e della pubblica amministrazione che bloccano la crescita del nostro Paese. Finché si è arrivati sull’orlo del baratro, e i partiti stessi hanno fatto, significativamente, un passo indietro (confessando così il proprio fallimento e la propria impotenza), e hanno insediato un governo di tecnici. Quale entusiasmo, quale passione può suscitare una situazione di questo genere nelle giovani generazioni e nelle classi governate? Come può spingerle a entrare nei partiti, a rinsanguarli, a dedicarsi alla politica, divenuta ormai arena di arrivisti, non di rado senza scrupoli?

“Una classe dirigente esausta. Paese destinato a un sicuro declino”,
di GIUSEPPE BEDESCHI dal Corriere della Sera del 27 settembre 2012
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Re: Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Messaggioda Iafran il 27/09/2012, 9:46

franz ha scritto:“Una classe dirigente esausta. Paese destinato a un sicuro declino”,
di GIUSEPPE BEDESCHI

Molti giornali-sti hanno fatto la loro parte e avuto anche delle responsabilità in questo declino politico: il potere seduce (quasi tutti) ... mal che va ... è meglio esserne alleato.
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Re: Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Messaggioda mauri il 27/09/2012, 12:27

esausta perchè non sa più dove andare a rubare e arranfare, le elezioni sono vicine e
"gli trema il culetto per paura di non essere rieletto"
ciao mauri
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Re: Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Messaggioda franz il 27/09/2012, 13:01

Iafran ha scritto:
franz ha scritto:“Una classe dirigente esausta. Paese destinato a un sicuro declino”,
di GIUSEPPE BEDESCHI

Molti giornali-sti hanno fatto la loro parte e avuto anche delle responsabilità in questo declino politico: il potere seduce (quasi tutti) ... mal che va ... è meglio esserne alleato.

Vero. Impressionante per esempio la seduzione di tanti organi di stampa e giornalisti verso il potente ministro delle finanze di allora Giulio Tremonti, spesso osannato come il migliore etc etc ma in realtà al governo da troppo tempo per non essere responsabile del declino italiano. I giornalisti fanno parte di quella «classe eletta non di governo» da cui non è emersa la parte migliore ma quella alleata del potere o asservita alle ideologie di riferimento del giornale di turno.

Tuttavia mi pare che l'articolo scocchi una freccia verso un bersaglio ben preciso. La delusione generale e bipartisan del sistema dell'alternanza maggioritaria, che tutto sommato ci ha portato lentamente ma inesorabilmente sull'orlo del baratro.
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Re: Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Messaggioda matthelm il 27/09/2012, 13:11

franz ha scritto:le nostre élite politiche governanti, sempre più vecchie ed esauste, non assorbono più elementi validi emergenti dalla classe dei governati.
franz ha scritto:Quale entusiasmo, quale passione può suscitare una situazione di questo genere nelle giovani generazioni e nelle classi governate? Come può spingerle a entrare nei partiti, a rinsanguarli, a dedicarsi alla politica, divenuta ormai arena di arrivisti, non di rado senza scrupoli?


Ottimo articolo condivisibile. A tal proposito si veda la reazione puerile di tanti "vecchi", politicamente parlando, che ad una candidatura comunque interessante,nuova, giovane e popolare come quella di Renzi reagiscono solo perché non appartiene totalmente e fedelmente al loro albero politico genealogico. Magari si innamorano di un Grillo o similari!!!
Renzi intanto lo scoprono sul tedesco Spiegel... i nostri da bravi ed eterni provinciali lo rivaluteranno quando non ci sarà più.
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Re: Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Messaggioda pianogrande il 27/09/2012, 14:29

Cambierei il titolo.

Per me non è la classe dirigente ad essere esausta (magari!).
Sono i cittadini a non farcela più e a non credere più in nessuno (Renzi Matteo compreso).

Conosco persone che hanno preso grosse "fregature" dalla vita ed ora sono inerti, rassegnate e sopratutto diffidenti.

Questo sta succedendo a moltissimi cittadini italiani.

E' questo il brodo di coltura del declino.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Messaggioda trilogy il 27/09/2012, 14:57

Interessante che nel dibattito su questo argomento stiano emergendo riflessioni legate ai classici della filosofia della politica come Pareto. Noi nel nostro piccolo l'avevamo già fatto nella discussione "pozzo senza fondo 2". Tra l'altro la citazione che avevo buttato lì "la storia è un cimitero di élite" è sua.

Dico che è interessante perchè ci si comincia a rendere conto che dietro ai fatti di cronaca e alle incazzature quotidiane dell'opinione pubblica ci sono problemi profondi irrisolti di funzionamento dello Stato, di legittimità, di autorità ,di democrazia, di partecipazione, di distribuzione del potere.
Ultima modifica di trilogy il 27/09/2012, 14:59, modificato 1 volta in totale.
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Re: Una classe dirigente esausta. Paese destinato al declino

Messaggioda flaviomob il 27/09/2012, 14:59

Fiorito è nato nel 1971.
Non è una questione anagrafica. Conosco tantissimi quarantenni molto più ottusi dei loro genitori.
In una quarta superiore mi sono trovato ad ascoltare discorsi sulla pena di morte da far rabbrividire: "ma se gli diamo l'ergastolo è meglio, così soffre più a lungo"...
E' che gli italiani hanno chiuso i ponti col pensiero, per seguire pifferai molto abili nel suonare... il prossimo!

Intanto... meglio tagliare i fondi alla casta: http://www.lastampa.it/2012/09/27/cultu ... index.html


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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