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Il dopo Monti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il dopo Monti

Messaggioda ranvit il 24/08/2012, 17:32

Intanto, Bersani dice qualcosa...non proprio di sinistra ma almeno concreta:

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HREC1-2

L'INTERVISTA
Bersani a Monti: "Cambi passo oppure l'Italia non si salva"
Il messaggio del segretario Pd: "Dico all'esecutivo che è ora di riscrivere l'agenda, di rompere l'avvitamento tra austerità e recessione". E ancora: "Se passasse l'idea che la politica non è in grado di tirarci fuori dalla crisi, ci porremmo ai margini delle democrazie"
di MASSIMO GIANNINI



"SENTO in giro molte preoccupazioni sul dopo Monti. Allora chiariamo subito un punto: qualunque ragionamento sul prossimo futuro deve partire dal presupposto che non vengano abolite le elezioni, magari su suggerimento di Moody's. Se in Italia passasse l'idea che la politica non è in grado di tirarci fuori dalla crisi, noi ci porremmo automaticamente al margine delle democrazie del mondo". Finite le brevi ferie d'agosto, Pierluigi Bersani torna in campo e detta a Monti le condizioni dell'autunno. Il leader del Pd considera quella del governo tecnico una "parentesi non ripetibile". "Perché vede - spiega - il limite della soluzione tecnica non sta nel governo Monti, che pure ha fatto un gran lavoro, ma nella mancanza di univocità di una maggioranza che ha opinioni diverse, perché in natura esistono una destra e una sinistra alternative l'una all'altra. E se a Bruxelles o sui mercati si ha paura per la tenuta del rigore in Italia, io voglio credere che ci si riferisca a un rischio Berlusconi o a un pericolo populista, non al centrosinistra".

Eppure, segretario, l'impressione è che cancellerie e Borse non si fidino neanche di voi...
"Noi abbiamo fatto la moneta unica, con Prodi, D'Alema e Amato abbiamo raggiunto accordi storici con la Ue e la Nato, io ho lavorato con Ciampi e Padoa- Schioppa. I mercati e le cancellerie non possono far finta di non conoscerci. Se ci sono manovre interessate per dire che nell'Italia del dopo Monti non c'è un presidio credibile, noi siamo qui, con la nostra storia, a dimostrare che non è vero".

Quindi lei fin da ora dice no a un Monti bis e dice no a una Grande Coalizione?
"Io dico che in un Paese maturo si fronteggiano un centrodestra, un centrosinistra ed eventualmente una posizione centrale che da una legislatura all'altra può dare flessibilità al sistema. Chi vince, governa. Questo è il vero tema, non quanti tecnici ci sono nel governo. E questo significa che non si può andare al voto proponendo una Grande Coalizione. Non esiste proprio".

Perciò, Bersani va al voto con il suo programma e le sue alleanze, e se vince va a Palazzo Chigi. Giusto?
"Così funziona, nelle democrazie normali. E poi, hai visto mai, può succedere che una figura come Monti non riesce a portare a casa una legge contro la corruzione, e invece Bersani ci riesce".

Il Pd è sempre più insofferente col governo. Oggi c'è il primo Consiglio dei ministri dopo le ferie. Cosa chiede a Monti?
"A Monti chiedo un cambio di passo. Non sono d'accordo su come stanno andando le cose. È ora di riscrivere l'agenda. Per noi progressisti è il momento di rompere l'avvitamento tra austerità e recessione. Il rigore non va abbandonato. Ma è ora di aprire gli occhi. Lo dico anche al Consiglio dei ministri che si riunisce oggi: date finalmente uno sguardo alla realtà".

Perché finora il premier e i ministri non l'hanno fatto?
"Non sto dicendo questo. Dico che ora ci sono due problemi da affrontare. Il primo è europeo: a settembre il messaggio dell'Ue sulla stabilizzazione degli spread non deve più essere un oggetto da Sibilla Cumana, ma deve diventare operativo. A proposito di battere i pugni sul tavolo, questa è l'occasione. Il secondo è italiano. Sento parlare di via d'uscita dalla crisi. Io credo nella possibilità di uno spiraglio, ma ancora non lo vedo. E ho l'impressione che il governo finora non abbia percepito lo scivolamento dell'economia reale. C'è un crollo della produzione industriale, un segno meno nei consumi, lavorano 22 milioni di italiani su 60. Io chiedo: come affrontiamo queste emergenze?".

E cosa si aspetta che le risponda, Monti?
"Per me il rigore è la condizione necessaria, ma non è l'obiettivo. Il vero obiettivo, qui ed ora, è il sostegno all'economia reale. Leggo di piani energetici, di piani per gli aeroporti. Per carità, va tutto benissimo. Ma i problemi di famiglie e imprese, in questo momento, sono altri. Per esempio: il prezzo della benzina si può ridurre? I pagamenti della Pubblica Amministrazione sono stati sbloccati? E che facciamo di fronte alle crisi industriali, dalla Fiat a Finmeccanica all'Alcoa? Le eventuali operazioni di alienazione del patrimonio pubblico possono essere destinate a politiche industriali e allo stimolo all'economia reale? In agenda io vorrei queste priorità. Attenzione a messaggi troppo astratti, che non generano fiducia ma semmai scollamento".

Da mesi si critica il governo perché non fa niente sulla crescita, ora lei lo critica perché prova a fare qualcosa?
"Io non lo critico, ma dico che non bisogna passare dal niente al troppo. Sento parlare di una defiscalizzazione del-l'Iva sulle infrastrutture, praticamente senza copertura. Bene, ma perché da mesi si dice no alla sterilizzazione dell'Iva sulle accise per la benzina? Ci sono cose che il governo può fare subito. Rafforzi gli sgravi fiscali sulle ristrutturazioni immobiliari in funzione antisismica e ambientale. Adotti misure di sburocratizzazione, eliminando passaggi burocratici o esternalizzandoli. Finanzi l'innovazione coi crediti d'imposta sulla ricerca e la defiscalizzazione degli investimenti. Introduca una vera Dual Income Tax".

Il nodo vero è la pressione fiscale. Lei pensa che Monti dovrebbe cominciare a rimodulare le aliquote Irpef?
"Senta, io non riesco a raccontare favole. È un obiettivo per il futuro, ma per ora non possiamo permettercelo. Dobbiamo scongiurare gli aumenti dell'Iva, questo sì. Ed è possibile farlo, aumentando il recupero dell'evasione fiscale, concludendo l'accordo con la Svizzera sulla tassazione dei capitali, lavorando realisticamente sugli incentivi alle imprese, e poi definendo meglio con gli enti locali la griglia della spending review".

Elsa Fornero ha detto che porterà il taglio del cuneo fiscale in Consiglio dei ministri. Lei è d'accordo?
"Certo, in prospettiva il cuneo fiscale va ridotto. Ma anche qui, non ci sono soluzioni miracolistiche. E poi serve uno schema pattizio: Prodi tagliò il cuneo fiscale di 5 punti, ma purtroppo questo non servì a rilanciare gli investimenti".

E la patrimoniale? La deve fare Monti, o la farete voi quando tornerete al governo?
"Noi proponemmo un'imposta sui grandi patrimoni immobiliari per alleggerire l'Imu. Non si fece allora, per me va fatta adesso. Quanto alla finanza, la ricchezza scappa e la povertà resta. Va rafforzata la tracciabilità dei capitali, anche su scala europea. Questo Monti può farlo, entro la fine della legislatura".

Lei parla di fine della legislatura. Ma tornano in ballo le elezioni anticipate a novembre.
"Le elezioni anticipate sono un'elucubrazione dannosa. Io non le auspico e non le vedo all'orizzonte, anche se è nostro dovere tenerci pronti a qualunque evenienza. Poi, lo dico una volta per tutte, non c'è alcun nesso tra voto anticipato e legge elettorale...".

Ma l'intesa col Pdl sulle modifiche al Porcellum c'è o no?
"Oggi un accordo non c'è ancora, ma da parte nostra c'è la disponibilità a chiudere in fretta. Naturalmente, non rinunciamo ai nostri due paletti. Primo: la sera in cui si chiudono le urne il mondo deve sapere chi governa, altrimenti ci travolge uno tsunami. Secondo: i cittadini devono scegliere chi mandare in Parlamento. In concreto, questo significa due cose. Ci vuole un premio di maggioranza ragionevole, e il 15% lo è, perché sarebbe curioso che il Pdl che nel 2005 ha introdotto una premialità sconosciuta in Occidente oggi dicesse no a una premialità decorosa. E poi ci vuole una quota significativa di collegi uninominali, per ricreare un legame tra elettori ed eletti".

Mi dica la verità, c'è imbarazzo nel Pd sul conflitto sollevato dal presidente Napolitano contro i pm di Palermo per le intercettazioni sulla trattativa Stato-mafia?
"Nessun imbarazzo. Napolitano ha fatto quel che doveva. Dopodiché, in un sistema costituzionale e democratico lo schema non è chi è d'accordo e chi no con il Capo dello Stato, ma chi lo rispetta e chi no. E allora, se il presidente ha chiesto alla Consulta di chiarire un punto cruciale che riguarda le sue prerogative, può anche essere criticato ma deve essere rispettato. E questo non sta avvenendo sempre. C'è una campagna contro Napolitano: esiste un filone populista, in certe aree della politica e del giornalismo, che forse ha anche un disegno in testa. Ma non passerà".

Ma lei e il Pd siete d'accordo con Monti e la Severino, che annunciano una nuova legge sulle intercettazioni?
"Per me in una democrazia liberale il diritto alla riservatezza di chi è al di fuori da un'indagine penale non è un optional. Ma attenzione: questo diritto si garantisce con un filtro rigoroso affidato alla magistratura, senza limiti alle indagini e bavagli all'informazione. Dunque, se il governo vuole presentare un ddl con queste caratteristiche, noi siamo pronti a discuterne. Ma la condizione è che ci sia un pacchetto complessivo di riforma della giustizia, con al primo posto le nuove norme contro la corruzione. E dopo, semmai, anche le intercettazioni".

Le primarie tornano a infuocare la vostra metà campo. Le farete, come e quando?
"Il percorso è chiaro. In autunno vareremo una carta di intenti, con regole d'ingaggio, criteri di partecipazione, impegni e responsabilità comuni. E tra novembre e dicembre faremo le primarie di coalizione, con la massima apertura alle forze politiche e alla società civile ".

Del rottamatore Matteo Renzi che mi dice?
"In questi mesi non ho mai alimentato polemiche, e continuerò a farlo. Siamo dentro la più grave crisi del dopoguerra. Ne usciamo solo se c'è condivisione tra noi".

Sulle alleanze il quadro è problematico, tra Vendola e Casini. Riuscirete a vincere e a governare, mettendo insieme i centristi e i comunisti?
"Noi organizziamo un centrosinistra aperto a un incontro con forze politiche e sociali moderate. Entro ottobre saranno pronti 10-15 punti di programma, non 281 pagine. Sarà poi il candidato premier a fare il resto...".

Lei, presumibilmente...
"Se mi voteranno, sarò io. Sulla base di quel programma, il centrosinistra proporrà un'alleanza di legislatura alle forze liberali e moderate del Paese. Dentro questo perimetro non ci sono solo Vendola e Casini, ma ad esempio anche i socialisti".

Con Di Pietro è finita per sempre?
"Mi pare evidente che lui vuole star fuori. Il centrosinistra deve fare spesso i conti con le forze agite da questo istinto minoritario di auto-esclusione dalle responsabilità. Io, da riformista, lavoro perché questa maledizione finisca. Il Pd è pronto per governare, e sono convinto che governerà".

m.giannini@repubblica.it
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il dopo Monti

Messaggioda pianogrande il 24/08/2012, 18:16

"Se in Italia passasse l'idea che la politica non è in grado di tirarci fuori dalla crisi, noi ci porremmo automaticamente al margine delle democrazie del mondo"
Firmato
Pierluigi Bersani

Ueh! Bersani!

I bei propositi vanno benissimo ma i fatti danno perfettamente ragione a chi coltiva quella "idea".
Il governo Monti è la prova che quella "idea" non è fantascienza ma presa d'atto.

La dichiarazione giusta sarebbe stata: ci stiamo attrezzando per far sì che la politica (o, almeno la mia parte politica) si metta nelle condizioni di tirare fuori il paese dalla crisi

Questo in coerenza con il passato prossimo, anzi, con il presente.

Naturalmente, tutti i miei auguri per il futuro.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il dopo Monti

Messaggioda franz il 25/08/2012, 7:41

pianogrande ha scritto:"Se in Italia passasse l'idea che la politica non è in grado di tirarci fuori dalla crisi, noi ci porremmo automaticamente al margine delle democrazie del mondo"
Firmato
Pierluigi Bersani

Ueh! Bersani!

I bei propositi vanno benissimo ma i fatti danno perfettamente ragione a chi coltiva quella "idea".
Il governo Monti è la prova che quella "idea" non è fantascienza ma presa d'atto.

Intanto è già passata l'idea che la politica è stata in grado, come principale responsabile, di metterci dentro la crisi.
Hai voglia a dire (come faceva SB con la sua banda) che il contagio viene da fuori come se fossimo vittima di un destino barbaro e cieco.
E visto che sono state precise scelte politiche a metterci nel guano, sarano altre ben precise scelte politiche a tirarci fuori.
Se si parte da questa consapevolezza, caro Bersani (e dintorni) e si individuano queste politiche e si costruisce una maggioranza che le sostenga e le conduca per un paio di legislature, non saremmo piu' ai margini della crescita e del progresso (non solo della democrazia, caro Bersani).
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Re: Il dopo Monti

Messaggioda Robyn il 25/08/2012, 8:33

Bersani lavora affinchè la maledizione di forze votate all'irresponsabilità all'interno della sinistra finisca.Togliatti mise insieme tutta la sinistra e tuttavia era a conoscenza della sua fisionomia e dei suoi limiti.La sinistra è sempre stata composta di tre o quattro anime.L'anima riformista ,un'altra massimalista,un'altra giustizialista ed infine un'altra laicista di modesta consistenza.Poi l'anima massimalista e quella giustizialista se ne sono andate per conto proprio separandosi e questa è l'attuale fisionomia che si riscontra nell'attualità della sinistra.Pensare di metterla tutta insieme è un pò difficile.Invece si tratta di prendere le parti in comune.Per esempio il lavoro il welfare e il sociale ,una laicità priva di laicismo,una giustizia garantista priva di giustizialismo,un riformismo privo di radicalismo o di eccessi,dare voce all'anima della sinistra liberale che in passato ne ha sempre avuta poco.Per fare questo c'è come stella polare
la costituzione ciao robyn
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Re: Il dopo Monti

Messaggioda pianogrande il 25/08/2012, 11:13

Perfettamente d'accordo con Franz che affonda il coltello molto più di me.

In tono semiserio ma coerente, aggiungerei che Bersani dovrebbe riuscire a cambiare la qualità del materiale della politica.

Il materiale attuale è di tale natura (inutile nominarlo) che, anche ad affondare il coltello, una volta che lo si tiri fuori, tutto torna come prima.

Se la politica diventasse più vitale e meno degradata, sentirebbe male quando gli si affonda il coltello e reagirebbe e cercherebbe di curarsi la ferita etc. etc.

Auguri a Bersani ed anche sostegno ogni volta che si dovesse vedere qualche azione concreta.

Parlo di azioni, nemmeno di risultati.

Almeno quelle le voglio vedere.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Il dopo Monti

Messaggioda Robyn il 26/08/2012, 8:43

I punti critici del cs in un'alleanza etrogenea sarebbero diversi e li troviamo scritti nella costituzione
Per l'Idv
"la libertà e la segretezza della corrispondenza sono inviolabili
La loro limitazione può avvenire solo sù richiesta dell'autorità giudiziaria"
"La responsabilità penale è personale
"Nessuno può essere considerato colpevole fino alla sentenza definitiva
La detenzione non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità
ma devono tendere alla rieducazione"
"Giusto processo-la legge assicura tempi ragionevoli per la durata del processo"
Per Sel
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali
Partecipa multilateralmente alle iniziative di pace e acconsente alle limitazioni di sovranità
per garantire la pace e la giustizia fra i popoli.Promuove le organizzazioni internazionali rivolte
a tale scopo.Infine l'art 29
Per il PD
"I cittadini privi di mezzi per vivere hanno diritto all'assistenza sociale"
Adesso per quanto riguarda l'assistenza sociale esiste un sistema frammentato che garantisce
solo alcuni.Questo sarebbe incostituzionale perchè dovrebbe garantire tutti e questo si supera
con il reddito minimo garantito.Potrebbe intervenire la corte costituzionale
se non si introduce il reddito minimo garantito ciao robyn
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