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La doppia linea d'ombra

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La doppia linea d'ombra

Messaggioda ranvit il 17/08/2012, 9:56

Condivisibile l'analisi di Giannini, peccato che non arrivi (ancora) alle mie stesse conclusioni...l'euro va tolto di mezzo, semmai concordemente, in attesa che le cicale diventino un po' piu' formiche e semmai che le formiche diventino un po' piu' cicale....in fin dei conti vivere tutta una vita da formiche è davvero triste :D

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... -41062654/

L'ANALISI
La doppia linea d'ombra
di MASSIMO GIANNINI

LA "LINEA D'OMBRA" tedesca, come la chiamava Tommaso Padoa-Schioppa, torna a offuscare l'orizzonte d'Europa. È già successo, nella parabola a tratti tragica del Novecento. Succederà ancora, in quella pacifica del Terzo Millennio. L'identità fragile di una moneta rischia di alimentare un'alterità irriducibile tra i popoli. Quello che colpisce di più, nella nuova ondata revanchista partita dalla Germania, è la trasversalità del fronte politico schierato contro i vituperati Paesi del Club Med.
Paesi che prosperano irresponsabili a spese delle finanze tedesche, contro la Bce dell'"italiano" Mario Draghi che gli regge il gioco, e alla fine contro l'euro che finisce per mettere in comune i vizi dei "latini" e le virtù dei "teutoni".

Il voto del prossimo anno non pesa solo a Roma. C'è un elettore anche a Berlino. Ma finora, almeno da quelle parti, non si era mai visto un fuoco incrociato che vede convergere i partiti della maggioranza, la Cdu e l'Fdp, e quelli dell'opposizione, la Spd, su una stessa linea non più solo rigorista, ma al dunque anche potenzialmente anti-europeista. Una linea populista e difensiva, quella emersa a sinistra con Schneider, che dà voce al contribuente tedesco stanco di pagare il costo dell'integrazione europea e del salvataggio dei Paesi periferici dell'eurozona: non i 310 miliardi di cui parla la Merkel, ma quasi 1.000 se si sommano gli aiuti, i crediti e le garanzie prestate finora dalla Bundesrepublik.

Una linea sciovinista e quasi eversiva, quella rilanciata a destra da Willsch e Schaeffler, che dà corda all'ortodossia monetarista della Bundesbank stanca di soccombere nel board di una Bce ormai trasformata in una "bad Bank" finanziatrice di Stati-canaglia: dunque, si cambi "la regolamentazione del peso dei voti nelle sedi decisionali" dell'Eurotower.

Poco importa se la prima tesi sia falsa: la Germania, in rapporto al Pil, contribuisce al fondo salva-Stati meno di molti altri Paesi (compresi quelli del Sud). E poco importa se la seconda ipotesi sia assurda: introdurre nel Sistema delle Banche Centrali un criterio che fu caro a Enrico Cuccia, in base al quale "i voti non si contano, ma si pesano", oltre a implicare una revisione dello Statuto e quindi del Trattato, comporterebbe una violazione del principio democratico. "Una testa, un voto", è una regola che vale e deve valere ovunque, in Occidente. Nel Bundestag come nel board della Bce.

Ma il problema della "linea d'ombra" tedesca, a questo punto, è un altro. L'insofferenza contro i vincoli di questa Europa ineguale e irrisolta non è più solo questione di "falchi", come finora ci siamo comodamente abituati a pensare. Questa sorta di sindrome di Weimar, che ritorna sotto altre spoglie e attanaglia a Berlino l'intero arco costituzionale, riflette con tutta evidenza un malessere sempre più radicato e diffuso nell'opinione pubblica tedesca.

Questa evidenza ha due implicazioni. La prima implicazione riguarda il destino stesso della moneta unica, e in questo ambito il ruolo della Banca Centrale Europea. Com'è chiaro a tutti, la partita inaugurata nel Vertice Ue il 28-29 giugno e poi nel Consiglio direttivo dell'Eurotower, il 2 agosto, non è affatto conclusa, ma semmai è appena cominciata. E Draghi non l'ha certo vinta, quella partita, ma deve ancora giocarla, riempiendo di fatti concreti gli annunci formulati in conferenza stampa. Una missione delicatissima, vista la risoluta e ostinata opposizione tedesca all'acquisto diretto di bond dei Paesi a rischio spread, come la Spagna e l'Italia. Se il programma di rifinanziamento non parte a settembre, qualunque sia la formula scelta (un nuovo Ltro o una riattivazione dell'Smp), la tregua agostana concessa dai mercati finirà, e per la moneta unica suonerà forse la campana dell'ultimo giro.

La seconda implicazione riguarda proprio l'Italia. L'irredentismo tedesco va confutato e arginato. Ma va innanzitutto capito. Il "superiority complex" della Germania non nasce solo dalla spocchiosa arroganza, inaccettabile in un Popolo che non finirà mai di farsi perdonare abbastanza per le carneficine novecentesche che ha generato. Origina anche dalla consapevolezza di un Sistema-Paese fondamentalmente sano, e di una società sufficientemente evoluta. Dove le riforme strutturali sono state compiute e dove la crescita non è solo il risultato di un'economia "sociale", ma anche un derivato della filosofia morale: il giusto premio, cioè, alla scelte etico-politiche condivise dalla nazione.

In un'Europa che si vuole federale e solidale, la pretesa che anche gli altri contraenti del patto comunitario facciano altrettanto non solo non è irricevibile, ma va raccolta perché è profondamente giusta. Questo, in Italia, sembra averlo capito solo Monti. E solo Monti sembra aver capito che, in un momento così difficile, per paradosso il nostro alleato più prezioso è proprio la Cancelliera di Ferro. Non è un caso se proprio la Merkel, in Europa, continua a difendere Draghi. E non è un caso se proprio la Merkel, in Germania, subisce per la prima volta un assedio bipartisan. Oggi noi abbiamo bisogno della Zarina di Berlino. E dunque fa bene il presidente del Consiglio a coltivare con lei un rapporto politico e personale che finora, a parte qualche momento critico, non ha conosciuto appannamenti.

Ma la Zarina di Berlino ha anche bisogno di noi. Per evitare che in casa sua si punti inevitabilmente il dito contro quelle che tra Palazzo Chigi e Via XX Settembre qualcuno chiama "le solite cavallette italiane", l'Italia non deve cedere un millimetro sul fronte della tenuta dei conti pubblici e sul rispetto dell'impegno al pareggio di bilancio strutturale. Come ricordano da giorni il premier e il ministro del Tesoro Grilli, "l'emergenza è tutt'altro che finita". Al di là delle formule, questo significa che la nostra, purtroppo, resta e deve restare ancora a lungo una politica economica "emergenziale".

Margini per tornare a spendere, o per allargare in altro modo i cordoni della borsa, non ce ne sono ancora. E questo vale per il governo in carica, ma anche per i governi che verranno. Cedimenti propagandistici, su questo fronte, producono solo danni: illusioni tradite all'interno, ritorsioni adirate all'estero. Qui si apre un drammatico deficit di consapevolezza, nei partiti che si preparano a una campagna elettorale lunga ed estenuante. È la "linea d'ombra" italiana. E non è meno pericolosa di quella tedesca.
m.giannini@repubblica.it

(17 agosto 2012)
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Re: La doppia linea d'ombra

Messaggioda pianogrande il 17/08/2012, 10:43

Mi sembra che Giannini non accenni neanche lontanamente alla eliminazione dell'Euro.
Sostiene invece che la linea del rigore in Italia è l'unica arma che può consentirci di contare ancora sull'appoggio della Merkel nonostante il parere contrario della opinione pubblica tedesca e il parassitismo propagandistico per un verso dei politici tedeschi e per un altro verso di quelli italiani.

Direi che Monti e la Merkel sono sulla linea giusta ma rischiano di rimanere soli.
A meno che non cominci ad arrivare qualche risultato della loro azione.
Secondo me, dobbiamo aspettare che qualche risultato concreto della azione di Monti & C cominci ad evidenziarsi e sarebbe quello l'inizio di una nuova era.
I parassiti (le sanguisughe) sperano sempre nel disastro, nella emergenza, nel polverone all'interno del quale lucrare denaro e consenso politico (dagli stessi derubati).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La doppia linea d'ombra

Messaggioda ranvit il 17/08/2012, 11:24

Infatti ho detto che Giannini NON è ancora arrivato a dire cio' che dico io
Nel frattempo si sta facendo di tutto per arrivarci.... :x

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... -41062677/

Lo scenario
Germania intransigente e Grecia senza risorse
torna la paura per il destino della moneta unica
Lo scudo anti-spread è una realtà virtuale e il fondo salva Stati è fermo ai box. E a giorni potrebbe riesplodere il caso-Atene: Samaras a rischio. Un "no" ai due anni di moratoria chiesti da Samaras rischia di spingere il Paese verso il caos di ETTORE LIVINI


MILANO - L'Europa, tanto per cambiare, si presenta in ordine sparso al mese in cui (con ogni probabilità) si deciderà il suo futuro. L'euforia di queste ore sui mercati - benvenuta, per carità - non illude nessuno a Bruxelles. I falchi, annusato il profumo della battaglia finale per l'euro, sono sul piede di guerra, incoraggiati a gran voce dagli speculatori di professione. E lo schieramento degli aspiranti salvatori della moneta unica rischia di arrivare al fronte con le armi spuntate.

I trionfalismi seguiti al vertice del 28-29 giugno sono ormai un ricordo del passato: lo scudo anti-spread è ancora una realtà virtuale. Il fondo salva Stati, l'unica trincea su cui si era riusciti miracolosamente a mettere d'accordo tutti, è fermo ai box in attesa dell'ok della Corte costituzionale tedesca. Mario Draghi non può muoversi senza l'ok di una politica europea in ostaggio delle elezioni in Germania del 2013. E, dulcis in fundo, nessuno dei nodi arrivati al pettine negli ultimi tre anni è stato davvero sciolto.

Il problema più urgente, quello che rischia di far saltare il banco prima del via, è e rimane la Grecia. Le casse di Atene, tanto per cambiare, sono vuote. I 4 miliardi raccolti a tassi altissimi martedì scorso bastano appena per pagare (alla Bce) un prestito in scadenza lunedì prossimo. Il governo di Antonis Samaras fatica a mettere assieme gli 11,5 miliardi di tagli richiesti dalla Troika per sbloccare la nuova tranche di aiuti da 31 miliardi senza cui rischia il default. E i falchi della Buba fiutano aria di Termopili.

Che fare allora? Il premier ellenico ha una sua soluzione: la prossima settimana incontrerà Angela Merkel, Francois Hollande e il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker per chiedere due anni di tempo in più per mettere a posto i conti dello stato. Difficile che la sua richiesta possa essere accolta dalla Cancelliera, alla prese con un Parlamento dove i segnali di insofferenza verso la presunta inaffidabilità di Atene si moltiplicano ogni giorno.

Un "no" ai due anni di moratoria richiesti da Samaras rischia però di far esplodere le contraddizioni del suo fragilissimo governo di unità nazionale. Spingendo il paese verso le urne (sarebbe la terza volta in un anno) e verso il caos, con conseguente addio all'euro. Una situazione "gestibile" insiste il ministro dell'economia di Berlino Philipp Rosler ma che in pochi hanno davvero voglia di verificare in pratica, nel timore di un drammatico effetto contagio sul resto dei paesi deboli del Vecchio continente.

Altro capitolo complesso è quello di Spagna e Italia. Ben avviate sulla via delle riforme ma alle prese con tassi d'interesse sul proprio indebitamento difficili da gestire a lungo termine. Il rischio - senza scudo e senza Esm - è che la situazione si avviti. Gli stranieri disertano da tempo le aste di Roma e Madrid. Le banche italiane e iberiche hanno tappato in parte il buco nella prima metà dell'anno, ma non possono riempirsi il portafoglio solo di Btp e Bonos. Quelle iberiche per di più - messe in ginocchio dai mutui in sofferenza - attraversano una forte crisi di liquidità e sono tenute in vita solo dai prestiti della Bce in attesa del salvagente da 100 miliardi promesso dall'Efsf che potrebbe scattare tra pochissimi giorni.

L'equilibrio, insomma, è instabile. E la tela di Penelope del salvataggio dell'euro continua a essere tessuta un giorno per poi venir disfatta il giorno dopo. Il fronte dei paladini della moneta unica cercherà di serrare le fila già da lunedì in una serie di incontri bilaterali che servono a preparare la strada per arginare l'offensiva dei falchi. Inizieranno i due pesi massimi della Ue, Merkel e Hollande, con un summit a Berlino. Il 29 agosto - dopo aver visto Samaras - la Cancelliera riceverà Mario Monti per volare una settimana più tardi a Madrid da Mariano Rajoy. Il 6 settembre Mario Draghi tornerà a riunire la Bce. Poi l'11 settembre la Commissione presenterà all'Europarlamento l'atteso pacchetto per l'Unione bancaria in attesa del redde rationem del 12, quando la Corte di Karlsruhe dirà se Esm e fiscal compact sono compatibili con la costituzione tedesca.

La strada è piena di ostacoli. E i crociati dell'euro, come dimostra l'attivismo dei prossimi giorni, sanno che non possono sbagliare una mossa. Il primo obiettivo - dice il tam-tam di Bruxelles - è disinnescare la bomba ad orologeria della Grecia senza portar troppa acqua al mulino dei falchi. La soluzione finale, quella su cui nel lungo termine scommettono tutti, è che Bce e Ue rinuncino a parte della loro esposizione verso il Partenone. Ma allo stato sarà necessario battere strade più morbide visto che questa ipotesi è (probabilmente) inaccettabile per il Bundestag.

A Italia e Spagna dovrebbe bastare invece l'offensiva a due punte Esm-Bce. Una volta approvato il fondo salva-stati e fissate le condizioni per la sua attivazione, Draghi è pronto a scendere in campo "facendo tutto il possibile", l'ha promesso lui, per salvare l'euro, acquistando titoli di stato tricolori e iberici. Ma da qui al 12 settembre (e anche oltre) serve un percorso netto. Altrimenti il rischio dell'Armageddon finanziario è sempre dietro l'angolo.


(17 agosto 2012)
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Re: La doppia linea d'ombra

Messaggioda ranvit il 17/08/2012, 11:28

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbgaVfPG


Finlandia «pronta» al crollo dell'euro: è solo questione di tempo per il ministro degli Esteri


I politici europei devono preparasi alla possibilità di un'esplosione della zona Euro, come del resto fa la Finlandia. Lo ha affermato in un'intervista al Daily Telegraph il ministro degli Affari esteri finlandese, Erkki Tuomioja: «È un evento che nessuno si augura nel nostro Paese, neppure la destra nazionalista, ma dobbiamo tenerci pronti, è solo una questione di tempo. Abbiamo dei piani per fare fronte a questa situazione». Tuomioja ammette che «un'esplosione della zona euro avrebbe costi superiori, nel breve e medio periodo, di una gestione della crisi, ma allo stesso tempo ciò non significherebbe la fine dell'Unione europea. Potrebbe portare invece a un miglioramento dei suoi meccanismi».

Di diverso parere il collega agli Affari europei, Alexander Stubb che getta acqua sul fuoco e invita a non alimentare il dibattito con previsioni azzardate ricordando che comunque il governo finlandese é impegnato al 100% nei confronti dell'euro.


Nel frattempo il quotidiano economico tedesco Handelsblatt citando fonti vicine alla Commissione europea anticipa che la Bce potrebbe allargare la sua supervisione anche agli istituti minori, come le casse di risparmio e le banche cooperative. L'ipotesi contenuta in una bozza di progetto sarebbe in linea con l'auspicio del presidente francese Hollande favorevole a un controllo di «tutte le banche», ma va in direzione opposta alla volontà del governo tedesco che al vertice di giugno aveva affermato di voler limitare il controllo della Bce alle 25 banche maggiori.
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Re: La doppia linea d'ombra

Messaggioda ranvit il 17/08/2012, 11:30

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AbOAab3F


La Finlandia minaccia l'uscita dall'euro. Schaeuble: sarebbe una catastrofe mondiale


Piuttosto che sobbarcarsi i debiti pubblici degli altri paesi, la Finlandia sarebbe pronta a abbandonare l'euro, ha minacciato la ministra delle Finanze Jutta Urpilainen: «la Finlandia non resterà legata all'euro a qualsiasi costo - ha detto in una intervista al quotidiano Helsingin Sanomat - e ci prepariamo a tutti gli scenari possibili».

Una nuova dura presa di posizione da parte di Helsinki quindi. Lunedì scorso, a poca distanza dalla conclusione del vertice europeo, il premier Jyrki Katainen sembrava avere rimesso in discussione alcuni aspetti degli accordi appena stretti, in particolare paventando l'opposizione del paese allo scuso anti spread voluto dall'Italia.

Schaeuble: sarebbe una catastrofe
La fine dell'euro porterebbe ad una «catastrofe economica » per la Germania, l'Europa e il mondo. Lo ha detto il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, in una intervista alla radio tedesca Rbb Inforadio.

Ieri in serata il ministro delle Finanze tedesco, intervistato da una radio del Land dell'Hesse, ha ribadito la necessità di un ministro delle Finanze europeo. «Abbiamo creato una politica monetaria grazie alla Banca Centrale Europea, e la politica monetaria deve corrispondere ad una politica finanziaria comune: questo è il motivo per cui abbiamo bisogno di un Parlamento, di un Governo e di qualcosa che corrisponda a un ministro delle Finanze», ha spiegato Schaeuble, che già in passato aveva parlato di unione fiscale.

«La situazione attuale, in cui tutte le decisioni con effetti finanziari devono essere giustificate nei Parlamenti nazionali, non potrà durare a lungo termine», ha concluso il Ministro. «Negli anni Novanta abbiamo detto: iniziamo da un'unione monetaria e un giorno arriverà il momento di fare un passo successivo; ora dobbiamo trarre le conseguenze e creare una struttura europea migliore per le politiche finanziarie ed economiche».
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Re: La doppia linea d'ombra

Messaggioda ranvit il 18/08/2012, 8:58

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 53028.html


Crisi: stampa, Ue pronta per crash euro
Sueddeutsche Zeitung, governi lavorano a strategia comune
17 agosto, 23:55


Crisi: stampa, Ue pronta per crash euro (ANSA) - BERLINO, 17 AGO - ''L'Ue si arma contro il crash dell'euro''. Cosi' la Sueddeutsche Zeitung sulla prima pagina di domani, rivela una strategia dei governi che lavorerebbero per evitare la fine della moneta unica. ''I governi lavorano a una strategia - si legge nel sottotitolo - per evitare il crollo della valuta comune. La preoccupazione: la situazione in Grecia peggiora al punto che Atene deve reintrodurre la dracma''.

Secondo il giornale bavarese, il piano dovrebbe essere pronto nelle prossime settimane.
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