Meglio un "cucciolo mannaro di PD" o tre quattro cuccioli mannari per macroregioni, ma vivi e vivaci e non ipnotizzzati dalla propria immagine.
Molti al pd di oggi non darebbero neppure un minuto del loro tempo.
Per un Pd del nord, che per la sua stessa esistenza romperebbe le filiere dell'autoconservazione e si misurerebbe in campo aperto con la Lega e Fi ( ho l'impressione che in questa discussione alcuni non abbiano l'esperienza dell'avere lega
e forza italia sul territorio), forse ( ...forse) se si dimostrasse vitale e sorretto da una logica "riformista" della rappresentanza locale, qualche minuto quelle stesse persone sarebbero sarebbero disposte a spenderlo magari anche votandolo e facendolo votare.
Credete che stia prendendo lucciole per lanterne? in tal caso sono in buona compagnia.
e comunque, ...tanto per cambiare, voilà la risposta romana:
Direttiva da Roma: no al «Pd della Lombardia»
Fonte Elisabetta Soglio - Il Corriere della Sera
MILANO — Il Pd nelle regioni? Non può chiamarsi Pd. E (ri)scatta la ribellione dei Democratici del Nord.
La polemica nasce dalle osservazioni con cui la commissione nazionale dei garanti ha corretto lo Statuto del Pd lombardo. All'articolo 1, infatti, era stato scelto il nome «Partito Democratico della Lombardia»: questo però, osservano da Roma, «contrasta con la denominazione "Unione regionale" prevista nello Statuto nazionale. Allo scopo di garantire la conformità con lo statuto nazionale e l'uniformità — su questo punto — fra tutti gli statuti regionali, la Commissione ritiene pertanto necessario che le dizioni "Partito Democratico della Lombardia" e "PD Lombardia" vengano sostituite con "Partito Democratico — Unione regionale della Lombardia"».
È anche vero che, una riga sotto, si aggiunge che «a meri fini comunicativi esterni», si possono usare «denominazioni più sintetiche», come, appunto, «Partito Democratico della Lombardia». Ma la bomba è esplosa.
Riccardo Sarfatti, tra i fondatori dell'Ulivo prima e del Pd poi, presidente della commissione lombarda Statuto, taglia corto: «Sarà anche un formalismo, un banale problema di termini. Ma in realtà siamo di fronte ad un dato di fatto che risponde ad una visione centralista e non federalista del partito». Indignato, Sarfatti ha così preso carta e penna per informare della vicenda Sergio Chiamparino e Massimo Cacciari, prendendo spunto dalle loro riflessioni, ribadite anche nei giorni scorsi, a proposito della necessità di progettare un Partito del Nord.
«Ma su questo — premette Sarfatti — non un solo passo in avanti è stato fatto» e l'esempio è appunto quello della vicenda statuto: «Tutti gli elementi di novità che dopo molti mesi di discussione sono infine stati approvati da un'assemblea regionale di qualche centinaio di delegati, secondo i garanti nazionali dovrebbero venire cassati... In pratica, sembrerebbe che per i vertici nazionali sia meglio un gran casino piuttosto di una regione che si doti di uno statuto sensato».
Cacciari sbotta: «È il solito discorso. Chiediamo la riorganizzazione del partito in senso federalista e ogni volta abbiamo risposte coerenti ad una volontà del tutto contraria a questa richiesta». E poi: «Occorre prendere una decisione politica nazionale su una scelta federalista, così non si va da nessuna parte, come ci dimostra anche questo episodio».
Anche perché la commissione nazionale ha chiesto di inserire in ogni statuto regionale una clausola finale che stabilisce la supremazia dello Statuto nazionale su quelli territoriali. «Anche secondo i giuristi che ci hanno seguito — conclude Sarfatti — questa clausola oltre ad essere vessatoria, azzera il confronto politico fra il centro e le sue articolazioni. Altro che Partito del Nord...».
da
http://www.partitodemocratico.it/gw/pro ... _doc=65565