Il progetto del Partito democratico alla scadenza del suo quinto anno di vita sembra riassorbito nella continuità Pci Pds Ds. E la novità è che ormai lo si dà per scontato, è un luogo comune. Per alcuni poi cancellare le tensioni culturali che ne caratterizzarono la nascita è addirittura un punto qualificante, un’operazione di chiarimento. Per cancellare la stagione di Veltroni un membro della segreteria nazionale di Bersani scrive addirittura un pamphlet di lotta politica: allontanarsi dalla prima fase diventa un elemento di distinzione.
Nessuno sembra più preoccuparsi del fatto che il Pd nacque per essere non tanto un nuovo partito ma un partito nuovo. Qualcosa di diverso, che non c’era, qualcosa di inedito nelle forme democratiche interne e nei rapporti con la società. Oggi invece tutto si fa all’insegna dell’usato sicuro, siamo noi, siamo gli stessi! E così la Festa nazionale del Pd si fa “tornando a Reggio Emilia, dopo 11 anni”, proprio lì dove ci fu l’ultima festa con Berlinguer! Ma a nessuno viene in mente che 11 anni fa non c’era il Pd? E che il Pd era nato forse anche per andare oltre il Pantheon della sinistra italiana? Titoli sui giornali e commenti danno tutti per scontato che la Festa del Pd è la festa dell’Unità, è quella roba lì, nel bene e nel male. Addio innovazione, discontinuità, incontro tra i riformismi cattolico, liberale e socialista.
È questo il messaggio che sta passando e che dà all’intesa con Vendola quel sapore di ricucitura della frattura che vi fu alla nascita del Pd. La sinistra – che non voleva il Pd – si riavvicina e intanto la lenta emorragia degli “altri”, i non socialisti o comunisti, si sta esaurendo per estinzione e sistematico allontanamento. Elettoralmente potrebbe anche funzionare ma solo se la destra italiana non saprà ricompattarsi.
Forse anche questo rassicura in un momento di grandi incognite. E molti ne sono contenti perché così, almeno, si fa chiarezza! Finisce la stagione delle inclusioni e delle ridefinizioni, si riaffermano le divisioni “naturali” tra interessi sociali e schieramenti politici. Ma di “naturale” queste divisioni hanno solo la loro sostanza ideologica perché sono frutto della storia, dell’azione degli umani. Come storicamente si sono formate e affermate altrettanto storicamente si potevano cambiare. Ma bisognava volerlo.
Mario Rodriguez (Europa)
Riporto pure un commento che condivido in toto:
Gli ex Pds-Ds sono patetici nel non rinunciare ai vecchi simboli. In verità molti di loro hanno sempre pensato il Pd come continuazione dei Ds. Questo forse sta a dimostrare che l'impresa di fare un partito NUOVO è sempre difficilissima, se poi si costruisce sulla ex -chiesa comunista è impossibile almeno per i vecchi soci.
Tutto questo è enormemente percepito dall'elettorato non di provenienza comunista e il berlusconismo e affini hanno fin troppo gioco facile a ripeterlo.
Ripartire dal Lingotto, anche senza Veltroni e magari qualche Renzi.