La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda franz il 06/03/2012, 14:42

http://www.lavoce.info TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ
di Diego Valiante 02.03.2012

Nonostante le buone intenzioni, l'introduzione di una Tobin Tax a livello europeo secondo la proposta avanzata dalla Commissione Europea non è auspicabile, sia per i suoi obiettivi sia per i problemi economici e legali che comporterebbe. La soluzione finale potrebbe essere un compromesso politico con l'introduzione di un'imposta di bollo aggiuntiva su azioni e obbligazioni in alcune nazioni come Francia, Germania e Italia. Certo, è un'ipotesi che finirebbe per non accontentare né i fautori né i detrattori della tassa sulle transazioni finanziarie.

L'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, comunemente chiamata Tobin Tax, è oggetto di accese discussioni. Proprio su lavoce.info, Avinash Persaud ha espresso, qualche tempo fa, un autorevole giudizio sulla sua necessità, seguito da un appello firmato da molti economisti. Al di là delle buone intenzioni, però la tassa non vedrà mai la luce, almeno non come molti se la immaginavano. Vediamo perché.

LE RAGIONI DI UNA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE

La tassa sulle transazioni finanziarie è stata proposta principalmente perché ridurrebbe la volatilità dei mercati e imporrebbe alle istituzioni finanziarie di contribuire maggiormente alle entrate fiscali; contribuirebbe anche a ridurre l'azzardo morale delle banche. (1)
A oggi, però, non c'è nessuno studio che dimostri il collegamento tra l'incremento dei costi di transazione e la riduzione della volatilità. Per contro, secondo la Commissione, l'incremento dei costi ridurrebbe i volumi fino al 20 per cento. (2) Non è un caso che, anche per la stamp duty in Gran Bretagna, il volume di scambi in azioni inglesi sia abbastanza contenuto, considerato il numero di fondi d'investimento e banche che negoziano giornalmente sulle piattaforme londinesi. In realtà, la riduzione dei volumi assottiglierebbe il volume di scambi, esponendo soprattutto i mercati basati su meccanismi di asta continua (order books) a instabilità e manipolazioni.

Persaud citava il flash crash come casus belli. In quel caso, però, le autorità finanziarie americane hanno scagionato gli high frequency traders (Hft), attribuendo l’origine del crash all'errore del trader di un fondo d'investimento nell’utilizzare un algoritmo troppo aggressivo: non puro Hft, ma una versione comunemente usata da fondi istituzionali che negoziano direttamente. (3) L’Hft invece sostenne la formazione del prezzo in un mercato molto volatile per oltre 10 minuti. L'uso di stop market orders in America, ovvero ordini che vengono liquidati al primo prezzo di mercato disponibile se il prezzo scende sotto una soglia prestabilita, fece accelerare però la caduta libera del prezzo, e allora anche gli Hft si ritrassero dal mercato. (4) L'Hft, come strumento di negoziazione che necessita comunque di vigilanza, ha pertanto poco a che fare con il flash crash. Non è un caso che il regolatore statunitense, dopo il crollo, non abbia introdotto una tassa, ma i circuit breakers, ovvero sistemi che permettono il blocco delle negoziazioni se il prezzo oscilla in pochi minuti oltre una soglia percentuale.

La tassa sembra mancare anche il secondo obiettivo (“make financial institutions pay”) per due ragioni: gli intermediari finanziari possono scaricare il costo della tassa sugli investitori finali direttamente (se negoziano per conto del cliente) o indirettamente (tramite l'incremento dei costi di intermediazione). (5) È un meccanismo inefficace per limitare le negoziazioni con capitale proprio e per ridurre l'azzardo morale, mentre più efficace sarebbe incrementare i requisiti di capitale, ovvero restringere il perimetro di azione degli istituti creditizi. Si potrebbe poi armonizzare a livello europeo la tassazione individuale sui bonus e le plusvalenze finanziarie, oltre che discutere una tassa sulle attività finanziarie. (6)

PROBLEMI ECONOMICI E LEGALI

La proposta apre anche una serie di problemi economici e legali.
Innanzitutto, va chiarito l'oggetto della tassazione. Anche un mutuo è una transazione finanziaria. La Commissione pertanto ha proposto una tassazione su transazioni in strumenti finanziari, basata sul paese di residenza delle controparti. (7) In particolare, si parla di azioni, obbligazioni e derivati (anche transazioni in valuta). Persaud faceva riferimento a un’imposta di bollo sul trasferimento proprietario di azioni (stamp duty), che non viene applicata alle obbligazioni e ai derivati. La mancata applicazione ai derivati è per la loro natura di contratto. È infatti difficile definire il perimetro dell'imponibile e il valore nominale è enorme rispetto al valore netto finale della transazione. Un’eccessiva tassazione potrebbe rendere non conveniente l'intera transazione. (8) Inoltre, è poco chiaro chi e quando dovrebbe raccogliere la tassa su un contratto di derivati.

Si potrebbe estendere tale imposta alle obbligazioni, come strumenti finanziari trasferibili, qualora si ritenga irrilevante l'impatto su mercati secondari come quello dei Btp e altri titoli di debito pubblico nell'Eurozona. L'esenzione del mercato primario, prevista dalla Commissione, è quasi irrilevante. Se non è conveniente liquidare una posizione sul mercato secondario ci sarà poco interesse ad acquistare sul mercato primario.
La tassa, inoltre, colpisce indiscriminatamente anche gli operatori specializzati nel fornire liquidità sui mercati (market makers), nonché grandi investitori commerciali (ad esempio, in materie prime) che quotidianamente devono proteggere esposizioni nell'economia reale. Non è pensabile quindi che i proventi della tassa arrivino solo dal settore finanziario, punto che la Commissione Europea sembra ignorare.

Poiché i mercati finanziari in Europa sono molto integrati, se la tassa non venisse applicata in tutta Europa, com’è prevedibile per il potere di veto in Consiglio Europeo di paesi come la Gran Bretagna, creerebbe delle distorsioni della concorrenza e danneggerebbe il corretto funzionamento del mercato interno.
Un altro aspetto non chiarito è chi debba farsi carico della raccolta della tassazione, che potrebbe avvenire in un paese diverso da dove si svolge la transazione e con forti squilibri tra i paesi che raccoglieranno i proventi. Si pone cioè anche un problema di redistribuzione delle risorse.

UNA SOLUZIONE DI COMPROMESSO?

Il risultato finale, per difficoltà oggettive, potrebbe essere una soluzione di compromesso, con l'introduzione di un'imposta di bollo aggiuntiva su azioni e obbligazioni in nazioni come Francia, Germania e Italia. Le divergenze con alcuni paesi come Gran Bretagna e Olanda sembrano molto difficili da superare, i problemi di attuazione e l'impatto di queste misure sull’economia reale potrebbero scoraggiare alla fine anche i sostenitori più accaniti.




(1) Commissione Europea, "Financial Transaction Tax: Making the financial sector pay its fair share", comunicato stampa, 28 settembre 2011.

(2) Commissione Europea, "The Financial Transaction Tax", Studio d'impatto 2011, disponibile sul sito http://ec.europa.eu/taxation_customs/ta ... dex_en.htm.

(3) Commodity Futures Trading Commission (Cftc) e Securities and Exchange Commission (Sec), "Findings regarding the market events of May 6, 2010", Joint report, 30 settembre 2010. Suggerirei poi di leggere la definizione di liquidità, sempre attuale, data da Albert Kyle in “Continuous Auctions and Insider Trading”, Econometrica, Vol. 53, No. 6, novembre 1985, pp. 1315-1335. Un mercato basato su order books sarebbe da considerarsi liquido quando è: profondo (deep), cioè riesce ad assorbire ordini di grandezza elevata rispetto al valore medio di mercato; teso (tight), ovvero permette di liquidare le posizioni alla velocità più elevata tecnicamente possibile (ora Hft); resistente (resilient), ovvero i prezzi ritornano rapidamente ai loro valori fondamentali dopo un evento importante (shock).

(4) Le borse europee invece usano stop limit orders, ovvero la possibilità di liquidare l'ordine a un prezzo prestabilito (o in un range ristretto), una volta che il prezzo di mercato raggiunge quel valore.

(5) È la ragione principale per cui non si applica l'Iva nel settore dell'intermediazione finanziaria. Un servizio finanziario non è un prodotto finale finito.

(6) Fondo monetario internazionale, “A fair and substantial contribution by the financial sector”, Studio per il G-20, giugno 2010 , disponibile su http://www.imf.org/external/np/g20/pdf/062710b.pdf.

(7) Come definito dalla direttiva 2004/39 (Mifid), nell'allegato 1, sezione C. Vedi anche Valiante Diego (2011), “Mifid 2.0. Casting new light on Europe’s capital markets”, Ceps Paperbacks, Capitolo 5, disponibile su http://www.ceps.eu/book/mifid-20-castin ... al-markets.

(8) Questa è la ragione principale di una percentuale d'imposizione diversa tra azioni, bonds (tassati allo 0,1 per cento) e derivati (tassati allo 0,01 per cento). Il problema della vaghezza della base imponibile tuttavia rimane.

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002904.html
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda trilogy il 31/07/2012, 14:04

arrivata questa mattina con le tradizionali mail di aggiornamento finanzario....

ti informiamo che il Governo Francese ha introdotto una tassa sulle transazioni finanziarie, applicabile sul valore delle operazioni di acquisto di alcuni titoli azionari francesi.
Pertanto, dal 1° agosto 2012, verrà applicata un’imposta pari allo 0,2% del controvalore dell’operazione di trasferimento dello strumento finanziario a titolo oneroso.

Gli strumenti finanziari soggetti ad applicazione dell’imposta sono tutti i titoli azionari e certificati rappresentativi di azioni emessi da società con sede legale sul territorio francese e capitalizzazione pari a 1 miliardo di Euro, calcolata al 1° Gennaio dell'anno di applicazione dell'imposta.

Le informazioni ad oggi disponibili sono da considerarsi provvisorie e non esaustive.


Sarà nostra cura aggiornarti sulle eventuali variazioni.

Un saluto cordiale.
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda flaviomob il 31/07/2012, 21:43

Basta volerlo!
Liberté, egalité... volonté :lol:


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda franz il 01/08/2012, 9:18

trilogy ha scritto:i titoli azionari e certificati rappresentativi di azioni emessi da società con sede legale sul territorio francese e capitalizzazione pari a 1 miliardo di Euro, calcolata al 1° Gennaio dell'anno di applicazione dell'imposta.

Quante sono queste mosche bianche, nel compresso delle società quotate a Parigi? 40?
E perché proteggere dalla speculazione solo le grandi imprese e non le medie e piccole?
Forse perché tra le grandi imprese ce ne sono molte strategicamente legate allo stato francese?
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda trilogy il 01/08/2012, 11:42

franz ha scritto:
trilogy ha scritto:i titoli azionari e certificati rappresentativi di azioni emessi da società con sede legale sul territorio francese e capitalizzazione pari a 1 miliardo di Euro, calcolata al 1° Gennaio dell'anno di applicazione dell'imposta.

Quante sono queste mosche bianche, nel compresso delle società quotate a Parigi? 40?
E perché proteggere dalla speculazione solo le grandi imprese e non le medie e piccole?
Forse perché tra le grandi imprese ce ne sono molte strategicamente legate allo stato francese?


Dall'elenco che hanno fornito la tassa si applica a 109 società quotate.
Perchè solo a quelle? Probabilmente perchè in ogni borsa buona parte degli scambi il 70-80% si svolge su un numero ristretto di titoli. Sono quelli a maggiore capitalizzazione, che di conseguenza sono quelli più liquidi. Tenendo conto che uno dei problemi della tobin tax è che tende a ridurre la liquidità degli scambi se la applichi a titoli già poco liquidi, questi lo diventano ancor di più, di conseguenza la differenza tra prezzo di acquisto e di vendita si allarga (lo spread denaro/lettera) e la volatilità e la rischiosità del titolo salgono alle stelle. Di conseguenza penso che abbiamo fatto questo scelta per massimizzare le entrate fiscali minimizzando i danni collaterali.
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda franz il 01/08/2012, 12:16

trilogy ha scritto:Dall'elenco che hanno fornito la tassa si applica a 109 società quotate.
Perchè solo a quelle? Probabilmente perchè in ogni borsa buona parte degli scambi il 70-80% si svolge su un numero ristretto di titoli. Sono quelli a maggiore capitalizzazione, che di conseguenza sono quelli più liquidi.

Chiarissimo e la cosa, spiegata cosi', sta in piedi.
Trovo interessante che finalmente ci sia chi l'ha applicata cosi' finalmente si vedanno i possibili danni che una simile imposta comporta. Per esempio, riducendo la liquidità il risultato sarà di osservare un andamento meno fluido, piu' scalettato. Invece di vendere e comprare ad ogni minima variazione, chi non vuole essere colpito dall'imposta aspetterà a vendere o a comprare. Il risultato è che invece di continuo e fluido micro movimento assisteremo a movimenti piu' rari ma anche piu' consistenti. Invece di alcuni giorni di piccole perdite, avremo una grande perdita unica, ogni tanto (e viceversa). Naturalmente osservare una grande perdita tutto di un colpo farà molto piu' male al mercato, perché amplificherà gli effetti psicologici.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda trilogy il 01/08/2012, 17:46

franz ha scritto:...
Trovo interessante che finalmente ci sia chi l'ha applicata cosi' finalmente si vedanno i possibili danni che una simile imposta comporta. Per esempio, riducendo la liquidità il risultato sarà di osservare un andamento meno fluido, piu' scalettato. Invece di vendere e comprare ad ogni minima variazione, chi non vuole essere colpito dall'imposta aspetterà a vendere o a comprare. Il risultato è che invece di continuo e fluido micro movimento assisteremo a movimenti piu' rari ma anche piu' consistenti. Invece di alcuni giorni di piccole perdite, avremo una grande perdita unica, ogni tanto (e viceversa). Naturalmente osservare una grande perdita tutto di un colpo farà molto piu' male al mercato, perché amplificherà gli effetti psicologici.


Dovrebbero esserci anche altri effetti sul mercato, dato che applicano l'imposta solo sulle azioni. C'è da aspettarsi uno spostamento di volumi sui derivati scritti su quelle azioni, così non si paga la tassa. Nel Regno Unito dove c'è il bollo, questo fenomeno c'è stato con la nascita dei CFD. Un altro effetto che potrebbe verificarisi è un aumento degli scambi su prodotti finanziari che rappresentano panieri di titoli, come gli ETF.

Ho una perplessità sull'applicazione. La tassa si applica su tutti i titoli francesi ovunque quotati. Se non lo avessero fatto gli scambi si sarebbero trasferiti sugli altri mercati e la borsa di Parigi avrebbe chiuso. Ma così facendo impongono a intermediari di altri paesi di fare da sostituto d'imposta per il Ministero delle Finanze francese. Una procedura del genere non so se è legittima a livello internazionale
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda franz il 01/08/2012, 18:51

Altro effetto è che le imposte si traslano.
Voce del verbo le pagano i consumatori. Se hai un fondo, aumenteranno le spese.
Allora se devo compare (e poi vendere) le azioni di una large francese (> 1G€) mi costerà 0.2% + altri 0.2% se cambio idea e vendo. Meglio allora comprare azioni di una mid o una small oppure (se le regole lo consentono) utilizzare altre piazze.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda trilogy il 11/11/2012, 17:38

I demagoghi di destra e sinistra in parlamento devono aver dato un'occhiata alle simulazioni che circolano sull'argomento cercano di modificare la rotta..... :roll:

Tobin Tax solo su derivati

La Tobin Tax sarà cambiata e peserà solo sui derivati lasciando inalterato il regime fiscale delle contrattazioni azionarie. La notizia e' stata rivelata a milanofinanza.it da alcuni esponenti della maggioranza e conferma quanto anticipato da MF-Milano Finanza nei giorni scorsi.

L'idea che dovrebbe concretizzarsi, o già in commissione Bilancio dove si sta votando alla Camera il ddl Stabilità, o direttamente in aula, è quella di far pesare il prelievo straordinario, ora fissato allo 0,05 per cento, solo sui contratti derivati senza alterare i proventi. Il governo ha stimato infatti in circa un miliardo gli incassi previsti dalla Tobin, ma alcune simulazioni bancarie indicano possibili gettiti ben superiori soprattutto provenienti dai grandi istituti di credito.

Il Pd, sostenitore della prima ora di questa tassa, sta cominciando a cambiare rotta e indica un percorso diverso che inglobi anche i contratti fatti con controparti estere, coma accade in Francia, dove si è evitato di penalizzare il mercato solo nazionale. "Per noi è fondamentale la redistribuzione delle risorse e la tassa sulle transazioni finanziarie non nasce per far scappare i capitali, come strumentalmente dicono alcuni, ma per distribuire meglio i flussi finanziari e per salvare imprese e finanza sana in mercati sempre più fuori controllo”.

Lo dice ad esempio Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera a proposito della norma sulla Tobin tax prevista dal Ddl Stabilità. “Sono comprensibili le preoccupazioni di chi crede che la finanza debba essere d'ausilio all'impresa, una vera e propria ancella, per questo noi diciamo che la tassazione non dovrà mai penalizzare il risparmio, necessario allo sviluppo dei mercati. Noi diciamo che vanno tassati in particolar modo i derivati senza sottostante e tutti i derivati nati e creati per speculare. Dalle banche ci aspettiamo un contributo di trasparenza e di collaborazione immediato".

http://www.milanofinanza.it/news/dettag ... 20derivati
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Re: TOBIN TAX: ALLA FINE NON SI FARÀ

Messaggioda trilogy il 12/11/2012, 9:32

Tra le tante bugie che vengono diffuse dai politici sull'argomento c'è il ritornello " mettiamo la tobin tax per colpire la speculazione di breve periodo" La tabella sotto è un esempio dell'applicazione della tassa francese sugli scambi azionari.
Guardare il caso 2 :


Immagine


Perchè i francesi, dietro lo schermo della propaganda, hanno usato la cautela di limitare la tassa ai titoli con una capitalizzazione oltre il miliardo di euro ed hanno escluso la operazioni di brevissimo termine? Perchè la tassa impatta sui volumi di scambio, sul numero delle transazioni. La tassa italiana come è congegnata dovrebbe produrre un calo degli scambi sui titoli azionari tra il 30 e il 40% . La conseguenza pratica è una minore liquidità sul mercato e sui singoli titoli che si traduce in maggiore rischiosità per gli investitori. La riduzione dei volumi avrebbe poi effetti occupazionali nel settore finanziario e sugli investimenti in tecnologia tutt'altro che trascurabili.
Il mercato azionario italiano è già marginale in Europa. In realtà non esiste più, perché l'hanno venduto agli inglesi. Quando si manda un ordine di acquisto o vendita sulla borsa di milano in realtà è un ordine che viene processato sui server del London Stock exchange. Però siamo sempre i primi della classe quando si tratta di applicare nuove tasse incuranti degli effetti economici a valle che vengono prodotti.
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Prossimo

Torna a Economia, Lavoro, Fiscalità, Previdenza

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti