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Gli agricoltori sempre più colpiti dalla Sla

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Gli agricoltori sempre più colpiti dalla Sla

Messaggioda trilogy il 31/07/2012, 14:59

30/07/2012 - IN PIEMONTE
La Sla colpisce anche i contadini

Gli agricoltori sempre più colpiti dalla Sla
In questi ultimi anni sono stati 123 gli agricoltori che si sono ammalati di sclerosi laterale amiotrofica
alberto gaino
TORINO

Sla, sclerosi laterale amiotrofica, la terribile malattia che per ora non dà scampo a chi ne viene colpito, era nota per il rischio elevato dei calciatori di esserne affetti: sei volte di più della popolazione generale. Da qualche tempo viene associata anche agli agricoltori: in questi ultimi anni sono stati 123 in Piemonte i contadini ad essersi ammalati di Sla.

L’indicazione emerge dall’analisi delle schede di dimissioni ospedaliere che il magistrato torinese Raffaele Guariniello aveva chiesto di raccogliere alla Regione attraverso le Asl piemontesi. Il dato è sorprendente. Anche perché, dei 123, venti hanno un’età inferiore ai 30 anni. Particolare che corrisponde a quanto risulta ai ricercatori. Il professor Adriano Chiò, direttore del centro regionale per la Sla, presso l’ospedale Molinette: «Il periodo di esposizione più importante al rischio è fra i 15 e i 30 anni di vita. Per quanto riguarda l’agricoltura, non è detto che siano quanti svolgano o abbiano svolto questo lavoro ad essere più a rischio di altre categorie. Conta l’essere stati a contatto, e a lungo, con l’ambiente agricolo».

Guariniello: «Vi sono solo ipotesi di lavoro, in questo caso sospettiamo dei pesticidi e di altre sostanze tossiche largamente usati in agricoltura, analogamente con quella del trattamento chimico per i campi di calcio, almeno di certi campi di calcio». Il magistrato ha chiesto alla Regione di estrapolare dalle schede di dimissioni ospedaliere i dati relativi a questa malattia e ai tumori al cervello suddivisi per categorie professionali. Per i tumori al cervello intende verificare l’eventuale correlazione con l’uso prolungato del cellulare, ma su questo versante l’incrocio dei dati ospedalieri con quelli in possesso dell’Inps è ancora in fase di elaborazione.

articlo: http://www2.lastampa.it/2012/07/30/cron ... index.html
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Re: Gli agricoltori sempre più colpiti dalla Sla

Messaggioda trilogy il 31/07/2012, 15:00

Sla: nel fermano troppi casi

"Se in Italia l’incidenza della Sla è di 7 casi su 100 mila persone, a Fermo ne abbiamo il doppio, 14 casi ogni 100 mila persone" spiega il primario di Neurologia, Mario Signorino

Fermo, 5 novembre 2010 - C’era tutto il mondo scientifico di riferimento per la Neurologia al congresso nazionale che si è tenuto nei giorni scorsi a Catania. Tra i relatori, il dottor Patrizio Cardinali dell’unità operativa di Neurologia del ‘Murri’ che ha parlato del protocollo di assistenza seguito a Fermo per i malati di sclerosi laterale amiotrofica. Un impegno immenso, anche dal punto di vista umano, che ha suscitato unanime interesse e ha aperto le porte a illustri collaborazioni.

Spiega il primario di Neurologia del ‘Murri’, Mario Signorino: "Siamo partiti con i dati epidemiologici che per la Zona territoriale fermana sono particolarmente rilevanti. Se in Italia l’incidenza della Sla è di 7 casi su 100 mila persone, a Fermo ne abbiamo il doppio, 14 casi ogni 100 mila persone. Questo ovviamente ci ha dato l’input principale per avviare un reale percorso di assistenza, che va ad integrarsi con le realtà presenti sul territorio, i distretti sanitari 1 e 2, la Comunità di Capodarco, seguendo linee guida che sono nazionali ma che prima non avevano trovato applicazione concreta".

Nella sostanza, a Fermo vengono seguiti 26 malati di Sla, erano 30 ma nei mesi scorsi si sono purtroppo spente 4 persone per una malattia tremenda e spietata. L’intervento di Neurologia, organizzato dal primario, è seguito dallo stesso Cardinali e dal dottor Claudio Speranzini, che restano al centro di tutto l’intervento di assistenza. "I pazienti sanno - spiega Cardinali - che il neurologo c’è ed è a disposizione anche quando sono a casa. E’ una vicinanza che fa bene anche ai familiari, che si sentono meno abbandonati, e consente di seguire tutto il decorso della malattia che porta poi alla morte, nel giro di 4 anni, al massimo 7 anni. Dunque, si tratta di un impegno che ci siamo assunti, pur sapendo che speranze di guarigione non ce ne sono, ma vogliamo garantire il massimo delle cure e dell’assistenza medica e umana".

"La stessa cosa vogliamo fare - sottolinea Signorino - per tutte le malattie rare e ce ne sono anche di più gravi della Sla. Rovesciamo il punto di vista della questione, prima il neurologo era coinvolto il tempo della diagnosi e poi i pazienti li perdevi per strada. Oggi ci sei per tutto il decorso della malattia ed è un sistema che abbiamo messo a punto grazie alle professionalità su cui possiamo contare. Abbiamo ricevuto apprezzamenti e complimenti anche da centri molto più grandi e strutturati del nostro che ci hanno proposto collaborazioni importati, oltre a chiederci i dati scientifici di cui disponiamo per una ricerca scientifica di prossima pubblicazione su una rivista internazionale".

Con tutta probabilità si farà a Fermo anche uno studio genetico sulla malattia, qui più presente che altrove per colpa di una genitorialità importante e quindi di un discorso ereditario. Conclude Speranzini: "Una presa in carico globale della persona malata comporta un coinvolgimento di tutto il territorio che non può che far bene ai nostri pazienti e ci consente di lavorare, oltre che sulle emergenze che sono le nostre priorità quotidiane, anche sulle situazioni più complesse come i casi di Sla".

Angelica Malvatani
articolo: http://www.ilrestodelcarlino.it/fermo/s ... casi.shtml
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Re: Gli agricoltori sempre più colpiti dalla Sla

Messaggioda trilogy il 31/07/2012, 15:01

Un flagello chiamato Sla
Scritto da Redazione il 8 dicembre 2011

Sette consiglieri: cos’ha fatto la Regione in 2 anni?
Nel 2009 l’assessore alla Sanità istituì una commissione con compiti precisi.

Nell’ottobre del 2009, l’assessore regionale della Sanità aveva istituito la commissione Sla, che avrebbe dovuto occuparsi di definire i protocolli degli assistiti, gli indirizzi applicativi delle norme vigenti per il riconoscimento dello stato di invalidità, dei programmi di supporto alle famiglie, di realizzare un registro regionale della patologia, di fornire sistemi di comunicazione e presidi appropriati alla gravità dei disturbi degli assistiti, di fornire consulenza sulle tematiche etiche e bioetiche e di creare una rete di tutela dei pazienti e delle famiglie. Cosa abbia fatto la commissione nessuno lo sa. Per questo i consiglieri regionali Claudia Zuncheddu, Luciano Uras, Adriano Salis, Carlo Sechi, Giorgio Cugusi, Daniele Secondo Cocco e Giovanni Mariani hanno presentato una mozione per conoscere tutte le iniziative portate avanti in questi anni dall’Assessorato della Sanità sul problema della gravissima incidenza della patologia nelle popolazioni del Medio Campidano.

LA MALATTIA Sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa, di origine multifattoriale, colpisce tre persone ogni 100 mila: la massima diffusione in Sardegna è stata registrata nel Medio Campidano, dove è stata stimata un’incidenza che va oltre il triplo della media italiana. «Autorevoli studi sulla causa della Sla, portati avanti da esperti ricercatori – affermano i firmatari della mozione – hanno messo in evidenza un aspetto fondamentale finora troppo trascurato e cioè che gli aspetti genetici non siano sufficienti a spiegare l’insorgere di questa patologia, che invece potrebbe essere causata da alcuni fattori ambientali; fra questi, l’esposizione agli agenti tossici o contagiosi, l’utilizzo di diserbanti utilizzati per concimare la terra. L’aspetto però più incisivo di tali ricerche è quello che interessa la correlazione dell’insorgere della Sla con la presenza di alcuni metalli come il cadmio, il mercurio, il piombo e l’alluminio».

I MALATI Quelli residenti nel Medio Campidano sono impegnati da tempo, supportati dalle proprie famiglie, in una dura lotta per avviare nel loro territorio indagini approfondite per capire se queste correlazioni esistano realmente, vista l’incidenza straordinaria della patologia in quest’area. «In un laboratorio dell’Illinois – sottolineano i consiglieri regionali – sono stati analizzati campioni di urine di residenti nel Medio Campidano colpiti da Sla, ed è stata accertata la presenza di diversi metalli pesanti come il bario, lo stagno, l’alluminio, il cadmio». Nella mozione si chiede che la Regione predisponga, in sinergia con specialisti del settore e il coinvolgimento delle persone colpite dalla patologia, uno studio specifico sul problema della Sla in Sardegna, in particolare sul Medio Campidano.

articolo: http://www.sangavinomonreale.net/tag/sla/
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Re: Gli agricoltori sempre più colpiti dalla Sla

Messaggioda trilogy il 31/07/2012, 15:10

Le cause sono ancora sconosciute

[..]La ipotesi genetica
Le cause della specifica degenerazione motoneuronale sono tuttora sconosciute. Uno dei fattori di rischio più significativi e meglio sostenuti da osservazioni scientifiche epidemiologiche è la familiarità per SLA. Nel 1993 Rosen e collaboratori identificarono la mutazione genetica responsabile di circa il 10% dei casi di SLA familiare. Il gene in questione codifica per un enzima, la superossido dismutasi di tipo 1 (SOD1), che ha azione protettiva nei confronti della cellula liberandola dai radicali liberi. Tale proteina, presente nel citoplasma di tutte le cellule dell’organismo, se mutata sembra acquisire proprietà tossiche selettivamente sui motoneuroni. La mutazione di un altro gene, ALS 2, è responsabile della forma giovanile di SLA di tipo 2, provocando la perdita di funzione di una proteina, l’alsina, coinvolta nella organizzazione del citoscheletro della cellula. Tuttora non è chiaro come e perché le mutazioni della SOD1 e dell’ASL2 provochino la degenerazione selettiva delle cellule motoneuronali.
Numerosi studi sono attualmente in corso per identificare i fattori di rischio genetici associati alla predisposizione individuale a contrarre la malattia nei casi di SLA sporadici. Nel sangue di soggetti affetti da SLA è stato rilevato un aumento dei livelli di glutammato; inoltre recentemente è stata osservata, in questi soggetti, una riduzione di una delle proteine responsabili della rimozione del glutammato extracellulare (trasportatore gliale del glutammato) proprio nelle regioni del midollo spinale e del cervello interessate dalla malattia. Il glutammato svolge normalmente un’azione eccitatoria per i motoneuroni, ma se presente a livelli superiori alla norma diventa tossico per i motoneuroni stessi.
La suscettibilità genetica a contrarre la SLA è anche evidente nell’espressione fenotipica del soggetto. Gli atleti risultati affetti dalla malattia o deceduti a causa di essa presentavano per lo più una costituzione fisica snella e un indice di massa corporea basso.

SLA, traumi ed attività sportiva
Nei calciatori è stata osservata in Italia un’incidenza di SLA 5 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Inoltre l’età di insorgenza della malattia in questo gruppo di soggetti è significativamente precoce rispetto alla media. Da queste osservazioni numerosi studiosi hanno formulato ipotesi per spiegare il motivo di questa “epidemia” nel mondo del calcio.
Il calcio rappresenta, per molti studiosi, una disciplina sportiva a rischio di insorgenza di SLA per i continui traumatismi ai quali il sistema nervoso centrale è sottoposto mediante il colpo di testa. I giocatori di calcio infatti, diversamente rispetto ad altri sport, colpiscono la palla di testa senza avere nessuna protezione. La forza con cui il pallone impatta sul cranio è di circa 500-1200 Newton, tuttavia essa si distribuisce prontamente anche sul collo e sul tronco.
Diverso è invece, ad esempio, il caso dei pugili, categoria anche questa a rischio per lo sviluppo di un’altra malattia neurodegenerativa, la cosiddetta “demenza pugilistica”. Questi atleti ricevono pugni sulla faccia e sulla scatola cranica che hanno una forza molto più elevata (fino a 6300 Newton) e che viene quasi del tutto assorbita dalla testa e dal cervello. Interessante è che solo i pugili che presentano una determinata predisposizione genetica (allele APO E4) sviluppano la demenza di grado severo.

Altri studi hanno inoltre dimostrato, in seguito a traumi cerebrali anche di lieve entità, un incremento dei livelli plasmatici e nel liquido cefalo-rachidiano, di una proteina (s-100 betaproteina) indice della sofferenza delle cellule nervose. Per mesi (fino a 9) sono presenti i segni di tale sofferenza e se nel frattempo la zona precedentemente lesa viene colpita nuovamente, la lesione che si viene a creare è di gran lunga più grave della prima. Già nel 1996, per tale scoperta, la federazione hockey internazionale, vietò di giocare senza casco omologato; attualmente l’intervento di testa è severamente vietato per i calciatori di età inferiore ai 16 anni dalla federazione olandese gioco calcio. Rod Markham, neuropsicologo di Sydney, nel giugno 2004, espone al giornale La Stampa la sua ricerca; avendo studiato per tre anni la malattia, analizzando le scatole craniche di alcuni calciatori professionisti, ha concluso che dovrebbero essere vietati i colpi di testa (oppure i calciatori dovrebbero indossare un casco protettivo), in quanto responsabili di micro-traumatismi cumulativi. Tuttavia sono ancora scarse le evidenze scientifiche sul ruolo del neurotrauma nelle genesi della SLA e alcuni studi, tra i quali uno recente pubblicato su Neuroepidemiology nel 1999, non hanno confermato tale associazione.
Anche se i risultati degli studi scientifici sulla relazione fra traumi cranici, del collo e della colonna e SLA sono spesso contrastanti, in parte per la presenza di dubbi relativi alla definizione di trauma, non si può negare che, in soggetti geneticamente predisposti, il neurotrauma sia un fattore di rischio per la SLA.

Un’altra ipotesi avanzata da alcuni scienziati (Felmus 1976; Granieri 1988; Gregoire 1991) e suffragata da altri, è che l’attività fisica vigorosa possa, assieme ad altri fattori ambientali e costituzionali, essere responsabile dell’insorgeneza della malattia. Studi precedenti, ma indiretti, hanno dimostrato che durante l’esercizio fisico si ha la produzione di specie reattive dell’ossigeno. I radicali liberi dell’ossigeno si creano, nei calciatori, dalla combinazione dello sforzo fisico intenso con altri fattori; in effetti le abitudini dietetiche (alimenti pro-ossidanti), l’uso prolungato di farmaci antinfiammatori, le ischemie ripetute seguite da iperivascolarizzazione (dovute ai microtraumatismi o all’attività anaerobica prolungata seguita da improvvisa riossigenazione) possono rappresentare ulteriore fonte di stress ossidativo, al quale il sistema nervoso centrale è particolarmente senisibile. Esso contiene infatti una grande quantità di substrati facilmente ossidabili.

Altre ipotesi
Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato un’associazione fra SLA ed esposizione ad agenti tossici. Tra quelli maggiormente chiamati in causa sono i pesticidi e i fertilizzanti. In effetti secondo uno studio epidemiologico condotto in Sardegna, la prevalenza della malattia tra gli agricoltori è doppia rispetto alla popolazione generale. Tali sostanze utilizzate anche per la manutenzione del campo da gioco potrebbero essere responsabili oltremodo dell’insorgenza della malattia tra i calciatori.
Alcuni studiosi hanno proposto invece la patogenesi autoimmunitaria. Hanno infatti dimostrato la presenza di disordini linfoproliferativi e anticorpi anticanali del calcio “L-type voltage-gated” in alcuni casi di SLA.

“Motor neurone Mystery”
In un articolo di review apparso su Current Medical Research and Opinion (vol 20 n 4 del 2004) gli autori parlano di “Motor neurone Mystery”, frase usata per la prima volta da Tom Kington nel suo articolo comparso il 25 Febbraio 2003 sul sito internet della Uefa, nel quale si faceva riferimento ad inchieste giornalistiche e giudiziarie italiane sull’abuso di farmaci nello sport. Dallo studio epidemiologico condotto su 24.000 calciatori che avevano giocato tra il 1960 e il 1996, sembra emergere che la sclerosi laterale amiotrofica abbia una prevalenza nei giocatori di calcio 20 volte superiore a quella della popolazione in generale.
E’ stata quindi ipotizzata una correlazione fra doping e SLA specialmente in atleti di alto livello che si sottopongono a sforzi fisici importanti. In un recente studio, pubblicato su Lancet Neurology, Simone Beretta ha ipotizzato che l’abuso di farmaci antinfiammatori possa avere un importante ruolo nella morte motoneuronale. Secondo Beretta infatti mentre il corretto uso di queste sostanze impedisce l’attivazione gliale (coinvolta nella morte motoneuronale), l’abuso provocherebbero una permanente inibizione di questa attivazione, responsabile della degenerazione dei motoneuroni nella SLA.
Tuttavia le possibili connessioni tra SLA e Doping non sono ancora state trovate. Anche perché questi dati, che non sono stati pubblicati in riviste scientifiche nazionali o internazionali ma sono frutto di inchieste giudiziarie e giornalistiche, rendono difficilmente sostenibile l’ipotesi che il doping e lo sforzo fisico strenuo possano essere responsabili dell’insorgenza della malattia; infatti in un gruppo di 6000 ciclisti professionisti degli ultimi 30 anni, nei quali si sono registrati numerosi casi di eteroplasia, nessun ex corridore risulta deceduto o affetto dalla SLA. Tutto ciò ha comunque scatenato un interesse generale cosicchè molti ricercatori stanno tuttora indagando sulla possibile relazione tra doping e calcio.

Conclusioni
Fino ad oggi in letteratura non ci sono evidenze scientifico-epidemiologiche che mettano in relazione il doping o l’esercizio fisico strenuo alla malattia di Lou-Gehrig.
Attualmente è opinione comune che la SLA sia una malattia a genesi multifattoriale, nella quale, su una determinata predisposizione genetica, probabilmente dovuta ad una specifica combinazione di geni, agiscono numerosi fattori ambientali.
Benchè il neurotrauma appaia essere un fattore di rischio per la SLA, perlomeno in soggetti geneticamente predisposti-atleti alti e magri-solo una valutazione prospettica su larga scala in soggetti che abbiano avuto neurotraumi potrà dare una risposta definitiva a questa controversia epidemiologica..
Insieme agli studi epidemiologici saranno necessari anche studi sperimentali per indagare le conseguenze a lungo termine di ripetuti traumi cerebrali per poter chiarire i meccanismi responsabili delle lesioni nervose capaci di indurre neurodegenerazione, studi che dovranno essere fatti anche negli animali geneticamente predisposti.

fonte: http://www.assoallenatori.it/aiacweb.ns ... d4002c9c39
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Re: Gli agricoltori sempre più colpiti dalla Sla

Messaggioda mauri il 31/07/2012, 17:07

è una delle migliaia di malattie rare, le chiamano anche genetiche ma di fatto non ne sanno le cause, della famiglia delle autoimmuni.
io mi sono fatto un'idea che è appunto l'inquinamento, l'assimilazione dei pesticidi, la diossina, e gli alimenti eccessivamente raffinati.
queste malattie sono riconoscibili con fatica se non nei centri ospedalieri d'eccellenza di reumatologia, purtroppo passa del tempo prima della loro identificazione, più ritarda l'inizio delle cure più la malattia si aggrava.
chi ha dei segnali strani del proprio corpo si domanda e domanda ai medici cosa possa essere ma i medici sono molto ignoranti in questo settore e quindi fanno perdere tempo al malato fino a quando è il malato stesso che scopre finalmente dove e a chi rivolgersi per avere una risposta, le cure ci sono ma non guariscono, al massimo riescono a bloccare la malattia, che è già un risultato.
di ricerca se ne fa poca perchè non conviene economicamente, troppo poche le persone malate e troppo diversificate le patologie
per chi vuole scoprire questo club, benvenuto
ciao mauri

http://www.orpha.net/consor/cgi-bin/Edu ... =IT#hmrdat
"Esistono migliaia di malattie rare. Attualmente, ne sono state calcolate 6000-7000 e ogni settimana, nelle pubblicazioni scientifiche, vengono descritte circa 5 nuove malattie"
mauri
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