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Una lettura keynesiana della crisi

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda franz il 05/07/2012, 20:50

flaviomob ha scritto:E allora perché Milano perde e lo spread sale?

Me lo stavo chiedendo anche io.
Forse il mercato ha reagito bene (inizialmente) alla misura ma piu' tardi ha reagito male alle motivazioni di Draghi alla misura stessa.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda trilogy il 05/07/2012, 20:53

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:E allora perché Milano perde e lo spread sale?

Me lo stavo chiedendo anche io.
Forse il mercato ha reagito bene (inizialmente) alla misura ma piu' tardi ha reagito male alle motivazioni di Draghi alla misura stessa.



In parte è "normale" in base alla logica dei mercati: "compra i rumors e vendi le notizie". I mercati anticipano le notizie, quando le ipotesi diventano una certezza prendono profitto.
Qui l'effetto vendite da trading è stato amplificato dal fatto che i mercati avevano anticipato, cioè si aspettavano, un taglio di 0,5% e invece è stato dello 0,25%. Poi c'è il discorso di Draghi che ha escluso, per ora, un'altra iniezione di liquidità, e ha parlato di una economia europea debole. E' uno scenario che colpisce, per vari motivi, i titoli bancari, che sul listino italiano pesano in modo particolare, poi i paesi più indebitati, perchè senza crescita economica, il rischio insostenibilità del debito aumenta.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda flaviomob il 07/07/2012, 10:04

... Il fondo salva stati non avrà certamente le risorse necessarie per intervenire adeguatamente sul mercato in caso di necessità, tanto più dopo gli impegni nei confronti di Grecia, Portogallo, Irlanda ed ora Spagna e Cipro, forse anche con la Slovenia in un prossimo futuro. Bisogna ricordare che il totale dei debiti pubblici italiani e spagnoli si aggira intorno ai 2800 miliardi di euro e che quindi il fondo salva stati, per essere credibile, dovrebbe avere una dotazione di almeno 2500 miliardi e/o avere la possibilità di accendere prestiti per importi molto rilevanti presso la BCE, cosa cui i paesi nordici si oppongono fortemente. Nelle attuali condizioni il fondo potrebbe avere a disposizione,...

... come ha anche scritto W. Munchau sul Financial Times, per l’Italia non è cambiato niente e, aggiungiamo noi, non ci sono in ogni caso soldi per salvare l’Italia ...


http://keynesblog.com/2012/07/06/linuti ... #more-1753

(articolo di V. Comito)


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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda franz il 07/07/2012, 10:39

per l’Italia non è cambiato niente e, aggiungiamo noi, non ci sono in ogni caso soldi per salvare l’Italia ...[/i]

E l'Italia non chiede soldi per essere salvata, perché sarebbe commissariata (come la Grecia) dalla "troika".
Quindi il problema non si pone.
Per l'Italia direi che dalla fine del 2011 qualche cosa è cambiato ed anche molto piu' di qualche cosa :-) per cui non è chiaro a quale "non cambiamento" si riferisca codesto W. Munchau. Sarà un giornalista, un corrispondente anche noto, ma pur sempre un giornalista. E chi sarà mai per essere citato come un "Ipse Dixit"?
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda trilogy il 08/07/2012, 11:08

flaviomob ha scritto:... Il fondo salva stati non avrà certamente le risorse necessarie per intervenire adeguatamente sul mercato in caso di necessità, tanto più dopo gli impegni nei confronti di Grecia, Portogallo, Irlanda ed ora Spagna e Cipro, forse anche con la Slovenia in un prossimo futuro. Bisogna ricordare che il totale dei debiti pubblici italiani e spagnoli si aggira intorno ai 2800 miliardi di euro e che quindi il fondo salva stati, per essere credibile, dovrebbe avere una dotazione di almeno 2500 miliardi e/o avere la possibilità di accendere prestiti per importi molto rilevanti presso la BCE, cosa cui i paesi nordici si oppongono fortemente. Nelle attuali condizioni il fondo potrebbe avere a disposizione,...(articolo di V. Comito)


E' come dire che le assicurazioni debbano avere riserve pari a coprire tutti i rischi che assicurano o le banche debbano avere riserve pari a tutti i crediti erogati. Avevo postato qualche giorno fa il commento di un'analista il quale spiegava che i mercati non speculano più sui fondamentali economici ma sull'entità degli aiuti attesi. E' un meccanismo che non può essere alimentato, perchè finisce solo per incrementare l'azzardo finanziario. Il fatto che un investitore può perdere soldi e un debitore può fallire è uno tassello fondamentale per il corretto funzionamento dell'economia.

flaviomob ha scritto:... come ha anche scritto W. Munchau sul Financial Times, per l’Italia non è cambiato niente e, aggiungiamo noi, non ci sono in ogni caso soldi per salvare l’Italia ...

http://keynesblog.com/2012/07/06/linuti ... #more-1753

(articolo di V. Comito)


Gli inglesi farebbero meglio a stare zitti, invece di dare lezioni. Cerchiamo di capire il contesto in cui ci muoviamo.
I principali paesi industrializzati sono in difficoltà finanziaria. C'è una guerra senza esclusione di colpi per attirare risorse finanziarie. Regno Unito e USA si muovono bene e cinicamente. Governi, media, colossi finanziari lavorano assieme in modo sinergico. A Londra la speculazione è tutta short sull'eurozona, i media finanziari assecondano la speculazione con i vari editoriali contro l'euro. gli inglesi sono messi come la Spagna, forse peggio. La differenza è che non devono rispettare le regole dell'eurozona, se lo dovessero fare sarebbero falliti due anni fa. Quando le banche inglesi sono andate in crisi, il governo le ha nazionalizzate (prima della spagna), il deficit pubblico è schizzato all'11%, la banca centrale ha fornito al governo i soldi per finanziare l'operazione. Nell'eurozona questo non si può fare.
L'altro giorno appena la BCE ha tagliato il tasso di riferimento, loro hanno annunciato l'ennesimo Quantitative Easing pari a 375 miliardi di euro. Questa flessiblità operativa consente agli inglesi, di attrarre i capitali in fuga dall'euro che in parte vengono investiti in immobili, sostenendo i prezzi ed evitando la caduta dei prezzi come è avvenuto in Spagna. Se poi i prezzi cadessero comunque, buona parte delle perdite le registrerebbero investitori esteri, italiani compresi. :mrgreen:
Nei confronti dell'economia USA un attacco speculativo concertato non è nemmeno ipotizzabile. La FED può intervenire in qualunque modo sia necessario. Da noi la BCE non può neanche acquistare direttamente alle aste dei ministeri del Tesoro. Negli USA poche settimane fa, hanno dato l'accesso diretto al mercato primario anche ai cinesi.
Poi gli americani tratterebbero un evento del genere come un problema di sicurezza nazionale e qualcuno si farebbe molto male.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda flaviomob il 09/07/2012, 14:35

Segno che l'euro proprio non funziona e che la BCE è legata a lacci e lacciuoli che la rendono sostanzialmente impotente...


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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda flaviomob il 10/07/2012, 17:30



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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda ranvit il 10/07/2012, 18:42

Ho sentito una sua intervista su RaiNews proprio oggi....non male queste idee, francamente le trovo meno "tristi" di quanto non sta facendo Monti :)

Come ho già detto piu' volte ho la sensazione che con la ricetta "triste" non andremo molto lontano dal default che si vuole evitare :evil:

D'altra parte al momento vedo solo una marea di politici che non hanno capito una mazza di come siamo messi....che comunque è comprensibile visto che sono stati proprio loro a portarci nelle secche...

Non sono credente ma "che Dio ci assista"! :cry:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda flaviomob il 20/07/2012, 17:29

Crisi e globalizzazione: ovvero non puoi produrre tutto in Cina, ricattare i lavoratori per pagarli di meno (o precarizzarli) e poi avere la moglie ubriaca... Se chi lavora ha meno soldi da spendere, compra di meno e la depressione arriva.

http://www.beppegrillo.it/2012/07/la_gl ... crisi.html


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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda flaviomob il 22/07/2012, 11:22



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