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Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda franz il 23/11/2008, 17:26

Ampi consensi per l'ipotesi di Chiamparino, ma il vicesegretario Franceschini frena
Allarme di Fassino e Letta: "Il dualismo ci dilania". E Tonini parla di sabotaggi a Veltroni

Partito del Nord e scontro interno
nel Pd affiora il rischio congresso

di MATTEO TONELLI

ROMA - Il più esplicito è Giorgio Tonini: "C'è un lavoro contro Veltroni, ci sono due Pd è ora di dire basta ai sabotaggi" dice il braccio destro del segretario del Pd intervistato dal Riformista. Sopito, nascosto, negato, il contrasto che anima i democratici è ormai venuto alla luce del sole. La vicenda della commissione di Vigilanza Rai, il "pizzino" del dalemiano Latorre, hanno dato il colpo finale per svelarne i contorni. E Tonini lo dice chiaramente: "Mi riferisco a chi non è d'accordo con Veltroni ed è impegnato in azioni di sabotaggio e guerriglia".

E si arriva così al nocciolo. D'Alema contro Veltroni. Come in passato così oggi. Uno scontro tra chi, come Veltroni, punta sulla vocazione maggioritaria del partito e chi, come D'Alema, insiste sulla strategia delle alleanze. Come se non basatasse, poi, ad alimentare le polemiche c'è anche la questione, tutt'ora non risolta, della collocazione del Pd in Europa. Questione non da poco in vista della tornata elettorale di primavera.

E allora, davanti a tutto questo, assume valore l'interrogativo (quasi uno sfogo) di Marina Sereni: "Ma siamo impazziti? Ci stiamo scannando su questioni che ai più sembrano vecchie e assurde. Se c'è bisogno di un chiarimento si convochino gli organismi dirigenti".

Che lo scontro sia arrivato bel oltre il livello di guardia lo si capisce anche dalle parole di Enrico Letta e di Piero Fassino. "Basta con gli Orazi e i Curiazi - dice l'ex segretario diessino intervistato dal Corriere della Sera - Serve un chiarimento e la sede è la direzione del 15 dicembre e non il congresso che si tradurrebbe in un caotico duello". Ma anche su questo ci sono visioni diverse. Come quella di chi pensa che piuttosto di prolungare una guerra sotterranea, sarebbe meglio andare ad un confronto alla luce del sole. Ma Veltroni non vuol sentir parlare di anticipi. "Il partito è giovane e i sondaggi ci danno in crescita, non è il momento di farlo - è il ragionamento del segretario - . In più siamo in piena crisi economica, i cittadini non capirebbero".

Poi c'è il timore degli ex della Margherita. Quello di finire schiacciati nello scontro tra Veltroni e D'Alema. "Se tutto il partito dovesse dividersi tra dalemiani e veltroniani - ammonisce Letta intervistato dalla Stampa - questo rischierebbe di fare passare il Pd per la mera continuazione dei Ds, e l'intero progetto fallirebbe". Quanto al congresso, "una cosa è certa: lo terremo l'anno prossimo ( nell'autunno del 2009 ndr) perché per farlo servono gli aderenti, e ora non ci sono. Vorrei davvero che si evitasse di usare il congresso come una clava. Io certamente non ne ho paura, ho le mie idee e ci andrò con quelle".

Nel frattempo, intervistato da Repubblica, Pietro Chiamparino lancia l'idea di un Pd federato con un coordinatore del nord. Un'idea che piace a Fassino e anche al governatore lombardo Roberto Formigoni. E che Massimo Cacciari sposa. Così pure Lorenzo Dellai, neorieletto presidente della provincia di Trento, sottolineando che "per tornare a vincere, l'unica strada possibile è dar voce al territorio".

E se il vicesegretario del partito Dario Franceschini parla di ipotesi da approfondire, Cacciari è netto: "Non c'è nulla da approfondire, c'è solo da metterlo in pratica. Abbiamo già perso almeno tre anni di tempo. Ci vuole una struttura autonoma da Roma, che possa prendere decisioni autonomamente. Invece, il Pd continua ad essere un organismo centralistico".

E così, tra contrasti più o meno sotterranei e proposte che restano sulla carta, l'interrogativo di Marina Sereni rimbalza nelle teste di moltissimi sostenitori del Pd. Quegli stessi che solo un mese fa avevano invaso il Circo Massimo. E che oggi si chiedono: "Ma siamo impazziti?".

(23 novembre 2008)
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Mi sa che Chiamparino e Cacciari abbiano ragione...

Messaggioda ippocampo il 23/11/2008, 18:53

Di fronte al cupio dissolvi, di cui sembra inconsciamente innervata la dirigenza nazionale pd, e di fronte al disorientamento ed alla sfiducia che serpeggia tra la "base" pd, si levano le voci di quelli che "bisogna ridare slancio", "bisogna fare una svolta", "bisogna riprendere la bandiera del partito nuovo", "il pd è l'unica farmazione politica che...". Voci di buonsenso, che vengono archiviate come i buoni pensierini di Natale, buoni, ma ininfluenti.

Mai che venga precisati "chi" deve, "che cosa" deve fare e "come" lo deve fare e anche magari "contro la volontà di chi" lo deve fare.

Ci si limita agli appelli ad un generico "deponiamo le armi" e "lavoriamo per il paese"...

Comincio ad avere l'impressione che la situazione si sia così deteriorata che solo con rotture clamorose con la storia di questo primo anno, (quella dietro le quinte e ora anche sul palco) , si possa riconquistare l'attenzione e l'interesse dell'elettorato.

Una svolta può venire "dall'alto" con decisioni che taglino alcuni nodi e portino allo scontro aperto tra le varie correnti, un'altra dal basso, dai "territori" che potrebbero decidere di riprendersi la sovranità politica delegata a Roma e di guardarsi dentro, trovando soluzioni originali e specifiche a problemi specifici,

La soluzione che Cacciari va predicando inascoltato da anni e che ora trova un'ottima sponda in Chiamparino: il partito federale a larga autonomia locale, per il quale, sono convinto, molti ritengono valga ancora la pena spendersi, che può sperare in un nuovo radicamento e nella valorizzazione di una nuova classe dirigente.
E questo soprattutto ora che la bufera della crisi richiede antenne attentissime sul territorio e capacità di interpretare le trasformazioni profonde ma anche rapide della società traducendole in proposta politica.

Sarà un'ipotesi ancora una volta sottoposta al placet di Roma o qualcuno avrà il coraggio di "farlo" nella propria regione, nel proprio territorio?
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Re: Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda matthelm il 23/11/2008, 19:16

Un Pd federato con un coordinatore del nord è una proposta da attuare subito come via d'uscita all'immobilismo attuale ed al dualismo inaccettabile e fuori dalla realtà Veltroni-D'Alema.

Vogliamo rispondere più efficacemente alla richiesta dell'elettorato per affrontare i veri problemi e non la vecchia e ridicola politica delle correnti nominalistiche.

La gente ci capirebbe e magari ci presterebbe più attenzione.
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Re: Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda Paolo65 il 24/11/2008, 11:22

I veri leader quando attaccati vanno allo scontro ed alla conta, costi quel che costi, perchè fatto per il bene del partito.

Quelli finti,ritardano lo scontro,prendono tempo e macchinano dentro al partito per costruirsi una roccaforte oppure per prepararsi una buona uscita.

Ormai tutto è chiaro a tutti:basta prenderne atto e agire di conseguenza.

Veltroni lo farà?

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Re: Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda ranvit il 24/11/2008, 19:23

Se non lo costringono non lo farà! E' cresciuto nel Pci (come la Dc). E' un politicante. Ha paura che lo sloggiano.

Comunque credo che Chiamparino e Cacciari abbiano ragione : La "romanità" del Pd è uno degli ostacoli principali al rinovamento.

Vittorio
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Re: Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda franz il 24/11/2008, 21:05

ranvit ha scritto:La "romanità" del Pd è uno degli ostacoli principali al rinovamento.

Tesi interessante ed intrigante.
In effetti notavo, dal mio piccolo osservatorio, che questa "romanità ostacolante" non va concepita nel senso stretto di "urbe" ma in quello lato che comprende i confini del vecchio stato pontificio.
Sbagliero' ma l'accostamento mi intriga. Un PD troppo "romano-centrico" è sbagliato. Roma Vaticana pretende di essere l'anello di congiunzione tra Nord e Sud (come i socialisti pretendevano di essere il tramite naturale tra DC e PCI) ma la mediazione non va fatta con quel tipo di mediatori ma sui programmi concreti.

Ciao,
Franz
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Re: Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda ranvit il 25/11/2008, 11:29

Sarebbe davvero interessante leggere il parere degli altri amici del forum.

Vittorio
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Re: Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda Manuela il 25/11/2008, 15:24

Devo ammettere che non ha mai capito cosa significhi, nel concreto, un "partito federale". Nemmeno un "partito del nord". Non ho mai capito cosa si intenda, come si dovrebbe strutturare, in quale rapporto questo PD del nord dovrebbe stare con quelli del centro e del sud (che, immagino, si formerebbero per simmetria), e fra questi e quello nazionale. Immagino però che sarebbe una straordinaria occasione per inventarsi altre cariche, poiché, ovviamente, ci vorrebbe un coordinamento del nord, e un coordinamento fra il nord e il sud, e un altro fra questi tre e quello nazionale....

Siamo sicuri che sia "la romanità" del pd ad essere un ostacolo al rinnovamento, e che il pd non abbia le stesse tare a Roma e a Milano? La separazione dalla società, l'incapacità di leggerla, interpretarla, e guidarla, la trasformazione in una casta dedicata più a mantenere se stessa che a cambiare la società che le sta intorno, non mi sembrano difetti "romani", ma difetti insiti nella storia del pd, nel modo in cui è stato costruito, nelle sue strutture organizzative e nella sua carta dei valori.
Quello di cui abbiamo bisogno non è un partito del nord, è un partito diverso, che nasca su basi del tutto differenti ed innovative, che non abbia strutture rigide e ridondanti, che si proponga di stare sul territorio governandolo, non trasformando le sezioni in circoli.

A me sembra che la proposta di Chiamparino e Cacciari (persone che, per altri versi, apprezzo molto) sia un tentativo di mantenere il potere, senza portare nel pd una battaglia a viso aperto. Un'ennesima operazione trasformistica e, in ultima analisi, una sconfitta culturale.
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Re: Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda pierodm il 25/11/2008, 17:06

Brava Manuela. Concordo su tutto quello che hai detto.
Del resto, si capisce bene quello che significa e che comporta una frattura basata sulla critica verso la "romanità", che ha partorito quello splendido esemplare politico della Lega.
Se si è ciechi, sordi e ottusi nella sensibilità verso gli umori dell'elettorato, si riesce ad esserlo anche a livello locale, municipale, circoscrzionale e di condominio - candidatura di Ruteli docet, e ad orecchio mi sembra che polemiche feroci e musate contro il muro non siano mancate anche nel preziosissimo nord.

Questa prospettiva del "partito del nord" è innanzi tutto sbagliata, poiché il vero problema della società italiana non sta nel nord, ma nel sud mafioso e camorristico.
In secondo luogo, rappresenterebbe l'ennesimo espediente che rimesta nelle formule e nello spostamento delle casette, perché non si è capaci di affrontare la sostanza di ciò che dev'essere la politica di un partito, e la sua organizzazione.
Un PD unitario e - ovviamente - nazionale non impedisce che esista, infatti, un'articolazione territoriale, come del resto è sempre stato, anche al tempo del centralismo democratico: un'articolazione che lo renda espressione del territorio, dei suoi problemi, della cultura civile presente in ogni città e regione.
Ho la sensazione, invece, che questa spinta al frazionamento provenga dall'incapacità dei leader locali di assestarsi sul livello di potere, appunto, locale, assumedosi la responsabilità di gestire a questo livello il rapporto con la "loro" gente e dare al partito il relativo contributo.

Il sospetto è che - essendo la prospettiva vagamente assurda - probabilmente incontrerà un certo favore, e che alla fine si farà.
pierodm
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Re: Partito del Nord, scontro interno e rischio congresso

Messaggioda ranvit il 25/11/2008, 17:25

Piano Pierodm, la tua frase "ma nel sud mafioso e camorristico" è alquanto sgradevole!

Vittorio
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