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Spending review

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Spending review

Messaggioda lucameni il 04/07/2012, 16:38

Per mettere in atto proposte efficaci, razionali e - parola ormai sconosciuta - giuste, salvo prendere atto di un sistema che di fatto non risponde più ad istituzioni democratiche, non importa nemmeno che si debba concertare o avere l'avvallo dei partiti.
Questi hanno da tempo abdicato dal loro ruolo e pensano al più a salvarsi quei privilegi che spesso condividono con i "tecnici" e i loro sodali.
Basterebbe la volontà di intraprendere riforme razionali, giuste, eque, che i sindacati e partiti siano volenti o nolenti.
Questo non avviene. I soldi saranno trovati ma a carico dei soliti, appunto col pretesto dell'emergenza.
Per molti i principi di equità e razionalità sono aspetti vaghi, pretesti per non far nulla e quindi si preferisce dare carta bianca e via.
Prendiamo atto, ma dovremmo anche prendere atto che tra persistenti conflitti d'interessi e limiti culturali anche da parte di presunti cervelloni (probabilmente meno strepitosi del previsto), i risultati ottenuti rimangono poco razionali e poco equi.
Rimane l'obiezione di fondo. Per raggiungere un risultato, salvo capire se poi così si raggiunge veramente in maniera stabile, ci sono varie vie.
Sulle vie è lecito discutere e contestare anche se i tempi si ritengono quanto mai ristretti. Poi a cose fatte si può pure prendere atto. Ma rimane sempre lecito esprimere il proprio "disappunto" per soluzioni ad minchiam.
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Re: Spending review

Messaggioda ranvit il 04/07/2012, 17:21

A proposito di minchie.... :D

E, comunque, chi decide se una cosa è ad minchiam? :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Spending review

Messaggioda franz il 04/07/2012, 18:40

lucameni ha scritto:I tagli ci stavano benissimo. In diversi settori sono del tutto necessari. Ma per essere razionali non dovevano essere disgiunti da un'autentica mobilità, ...

Leggendole anticipazioni giornalistiche di un testo che ancora non ho letto (e non so se è disponibile), si parla di penalizzazioni per chi non accetta la mobilità tra uffici. Segno che la mobilità esiste. Quindi il 10% di taglio non è lineare ma è al netto di trasferimenti interni, dove servono. Poi anche io sarei d'accordo che il 10% di tagli puo' essere ottenuto licenziando un 15% ed assumendo un 5% piu' valido ma per ora accontentiamoci del 10% di tagli, sperando che questo metta un po' di peperoncino dove dico io a chi puo' fare e sa fare di piu'.
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Re: Spending review

Messaggioda lucameni il 04/07/2012, 19:19

La mobilità ad oggi, se andiamo a vedere i grandi numeri che qui sono presi in considerazione, non va affatto. E' tutto fermo.
Quindi in concreto, da come sono state presentate le cose, si parla di tagli lineari.
Licenziare? Vorrei capire i criteri ma ad oggi siamo ancora sul vago, salvo sempre non comprendere poi lo Stato che dovrebbe fare con i licenziati/bili che hanno per lo più famiglia e sono in età tale da non poter essere ricollocati sul mercato. Italiano poi. A meno proprio di fregarsene, il che è anche un'opzione possibile.
Anche qui sarebbe auspicabile un minimo di chiarezza e di maggiori dettagli. Anche se capisco sia sempre molto facile disquisire sulla pelle delle persone.
Sul peperoncino: ne vedo poco quando gli incentivi (meglio: disincentivi) sono sempre in negativo e si parla comunque di stipendi poco superiori ai 1000 euro mensili. Parlando sempre dei cosiddetti livellati. I dirigenti hanno altri contratti e, se di seconda fascia, posso arrivare ai 4000 euro senza eccessivi problemi. Di prima ancor di più.
In merito ai cosiddetti statali posso capire che molti, vuoi per un non ben compreso senso di rivalsa verso una categoria, non vogliano sentire distinguo di sorta, ma la realtà è che la P.A. è molto variegata sia dal lato personale che dal lato organizzativo. Quindi cosa c'è da accontentarsi? Potremmo dire al più: ingiustizia più ingiustizia meno, tanto ora tocca a questi e quindi ca**i loro.
Per non parlare degli aspetti organizzativi e funzionali.
Leggevo non molto tempo fa un'articolo di un economista un po' alternativo che disquisiva appunto sugli stipendi e come diminuirli etc etc.
Presentava una panoramica di statali con stipendi monstre che quindi era logico dover toccare.
Peccato che il tizio avesse fatto un calcolo sugli stipendi dei dirigenti attribuendoli anche a quelli che in realtà si sciroppano 1200-1300 euro al mese.
Quindi tutto sballato, salvo mandare un messaggio - sballato - di una P.A. come bengodi e soprattutto facilmente ridimensionabile visti gli stipendi fuori norma.
E sempre a fronte di altre categorie che contengono personaggi ben pasciuti e protagonisti di "marachelle" che ad oggi rimangono indenni da ogni S.P. Ancora una volta.
Io francamente non mi accontento affatto e rimango fermo nel richiedere, insieme a provvedimenti realmente razionali e forieri di efficienza, anche provvedimenti che non dimentichino principi di equità e buon senso.
Ad oggi, Monti o non Monti, tecnici o non tecnici, cervelloni o non cervelloni (direi proprio "non" cervelloni) diciamo che non me ne frego affatto.
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Re: Spending review

Messaggioda flaviomob il 04/07/2012, 22:03

Condividendo pienamente tutte le critiche di cui si fa portavoce Lucameni, aggiungo questa perla:

tra le ipotesi formulate dal governo, anche l'eventualità di derogare dalla riforma Fornero sulle pensioni mandando in pensionamento anticipato obbligatorio i dipendenti e i dirigenti del pubblico impiego che abbiano realizzato i requisiti previsti dalle vecchie regole, entro il 31 dicembre 2013. (Repubblica)

ovvero... lo stato obbliga ad "esodare"... fantastico!


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Re: Spending review

Messaggioda franz il 05/07/2012, 7:49

flaviomob ha scritto:ovvero... lo stato obbliga ad "esodare"... fantastico!

No, per come la capisco io quelli che potrebbero andare in pensione prima della fine del 2013 sarebbero conteggiato (ed aiutati) come i 65'000. Quindi non sarebbero esodati ma prepensionati in deroga alla riforma salvaitalia. Comunque è solo un'ipotesi.



Ministeri e Regioni, via 200 mila dipendenti
Piano per militari e dirigenti. Gli enti locali decideranno da soli

ROMA - Potrebbero arrivare a 200 mila i posti tagliati dagli organici della pubblica amministrazione in base al decreto sulla spending review che tra giovedì e venerdì dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri. Potrebbero, perché solo una parte di quei tagli, circa 55 mila, sono certi, mentre il resto è affidato alla scelta di Regioni ed enti locali. Come si arriva a quel numero?

Il decreto dice che per i ministeri e gli enti pubblici sarà applicata la regola già seguita dalla presidenza del Consiglio e dal ministero dell'Economia: taglio della pianta organica, cioè dei posti a disposizione, pari al 20% per i dirigenti e al 10% per gli altri dipendenti. Tra enti pubblici non economici e ministeriali - considerando solo quelli «puri» cioè senza insegnanti, magistrati o medici - il settore conta circa 300 mila lavoratori. E dunque, secondo le stime del governo, questo capitolo dovrebbe portare a una riduzione di 30-35 mila posti. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, dice che i «tagli non saranno lineari ma selettivi e saranno possibili delle compensazioni». Il 10 e il 20%, cioè, dovranno essere il risultato finale dell'operazione, il dimagrimento imposto ai ministeri nel loro complesso. Ma i tagli potranno essere più pesanti in alcuni casi e più leggeri in altri, del 5% alla Giustizia e del 15% all'Interno, ad esempio. Per fissare i singoli obiettivi, da decidere entro ottobre, si terrà conto dei carichi di lavoro, dell'età media (solo il 9% ha meno di 35 anni) e delle assunzioni fatte negli ultimi anni.

Più semplice il calcolo per i militari che seguiranno una strada a parte, senza distinzione tra dirigenti e non. Per loro ci sarà un decreto che ridurrà il «totale degli organici in misura non inferiore al 10 per cento». Sono circa 200 mila persone e quindi la riduzione dovrebbe essere di 20 mila posti. Anche la scuola è un settore a parte, ma qui nulla dovrebbe cambiare perché il decreto dice che «continuano a trovare applicazione le specifiche discipline di settore». Fin qui i 55 mila tagli «automatici», anche se la procedura è in realtà complessa e la vedremo dopo. La fetta più grande della torta, però, riguarda Regioni ed enti locali. Considerando anche la sanità, il bacino conta 1 milione e 200 mila lavoratori e il decreto potrebbe portare al taglio di circa 150 mila posti. Ma i risultati sono tutti da verificare e in ogni caso i tempi non saranno brevi. Dall'alto lo Stato non può imporre nulla e infatti il decreto si limita a offrire lo stesso schema (riduzione del 10 e 20%) anche alle amministrazioni periferiche che potranno decidere se utilizzarlo oppure no. A prima vista la strada sembra stretta: i Comuni, ad esempio, sono disponibili a ragionare sulla pianta organica, ma non vogliono nemmeno sentir parlare di blocco del turn over, previsto anche per loro con il tetto di un'assunzione ogni cinque pensionati. Tanto più che col decreto spending review ai municipi verranno chiesti ulteriori risparmi. Quelli sotto i mille abitanti dovranno mettere insieme tutte le funzioni fondamentali e quelli tra mille e 5 mila gestire in consorzio almeno tre funzioni. Di conseguenza i dipendenti dovranno diminuire. In cambio, però, il governo offre alle amministrazioni periferiche la possibilità di utilizzare tutti quei meccanismi pensati per attutire il colpo sui ministeriali. E qui torniamo alla procedura complessa che prima abbiamo solo accennato. Nessun dipendente pubblico verrà mandato via dall'oggi al domani. Una volta fissati i tagli per le singole amministrazioni, i ministeri dovranno vedere se riusciranno a scendere sotto quella soglia con i pensionamenti già programmati tra 2013 e 2014. Se ci riescono non devono fare altro.

Altrimenti c'è l'obbligo di procedere ai prepensionamenti: si parte da chi ha maturato i requisiti previsti prima della riforma Fornero. Chi lascia prende subito l'assegno mensile ma dovrà aspettare un anno per incassare la liquidazione. Poi si passa a chi, a prescindere dall'età anagrafica, ha già 40 anni di contributi: per loro il pensionamento era facoltativo e diventa obbligatorio. Se non basta si comincia con la mobilità. Chi entra in questo percorso prende l'80% dello stipendio base ma, se non viene ricollocato, passati due anni viene licenziato. Come verranno scelte le persone da mettere in mobilità? Per evitare il muro contro muro si prevede il coinvolgimento dei sindacati, con una procedura simile allo stato di crisi delle aziende private. Ma forse non basterà a superare i dubbi dei rappresentanti dei lavoratori. «Questo decreto porta il malato in sala operatoria senza avergli fatto una radiografia», dice Giovanni Faverin, segretario della Cisl funzione pubblica. Per lui, «per fare un lavoro serio servono 2-3 anni». Altrimenti? Prima di fare il sindacalista Faverin lavorava in ospedale. E torna alla metafora medica: «Altrimenti rischiamo di tenere la gamba malata e tagliare quella buona».

Lorenzo Salvia 5 luglio 2012 | 7:38 http://www.corriere.it
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Re: Spending review

Messaggioda lucameni il 05/07/2012, 9:17

Nello stile di Patroni Griffi e del suo mentore: chiacchiere.
Possono fare tutte le dichiarazioni che vogliono ma se non partono in maniera massiccia le mobilità (ed oggi non è così) hanno un bel dire che non saranno tagli lineari.
Poi assurdo tagliare nella giustizia e agli interni dove ci sono serissimi problemi di organico e non altrove dove ci sono amministrazioni ipertrofiche e dove più che licenziare (come, chi, quando?) dovrebbero mettere in piedi una mobilità e succesiva formazione in tempi brevissimi.
Siamo ancora agli annunci nebbiosi ma sempre sulla pelle di chi non va oltre i suoi 1200-1300 euro mensili. Altri stanno alla finestra e - ovviamente -approvano. Incolumi.
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Re: Spending review

Messaggioda ranvit il 05/07/2012, 11:20

E' noto a tutti gli italiani....tranne che a qualcuno (chissà perchè? Ma forse è l'unico intelligente, bravo, onesto, buono, corretto, infaticabile lavoratore, non perde tempo al computer dal posto di lavoro partecipando a Blog e Forum, etc etc)...che una gran fetta di statali non fanno una mazza, se lo fanno lo fanno male e con strafottenza verso le esigenze del cittadino (da "I soliti idioti" - MTV : saro' subito da lei!). A occhio e croce ne andrebbero licenziati almeno il 20-30%...a partire dai Dirigenti. Sostituendoli parzialmente con giovani. Il fatto che la maggior parte di loro guadagni relativamente poco (anche nel privato la media è simile) non è una giustificazione per non farlo.


Poi, naturalmente, siamo in Italia e quindi non verrà licenziato nessuno o quasi (Cig-prepensionamento etc) e ciononostante neanche va bene....
Mobilità? Ma se appena cerchi di trasferire qualcuno si scatenano le sette tempeste sindacali, partitiche, mediatiche etc!
(Nella mia vita lavorativa nel privato sono stato in quattro luoghi d'Italia anche lontani tra loro e dalla mia terra e quando sono rimasto senza lavoro per un anno, e ne avevo 46 con due figli a carico, nessuno ha mosso un dito...).
Ma per piacere!

Non dico di fare come i Kmer Rossi che mandarono tutti gli statali e non solo a raccogliere il riso nei campi....ma almeno troviamo il modo di contribuire alla salvezza di questo nostro Paese!
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Re: Spending review

Messaggioda flaviomob il 05/07/2012, 13:18

Prepensionamento di dipendenti pubblici... ovvero pago qualcuno per non lavorare.
Ottimo, direi ;)


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Re: Spending review

Messaggioda lucameni il 05/07/2012, 13:34

"E' noto che", "a occhio e croce" non è una politica. E' una generalizzazione che semmai ha un suo senso vista la presenza di molte persone che non fanno il loro dovere. Ma una politica implica una quantificazione e non un "noto che". Od anche un "tanti" o un "molti".
Ribadisco: per licenziare occorrono dati e criteri, ad oggi inesistenti o, se esistenti, del tutto incompleti (si veda la farsa delle valutazioni brunettiane).
Se poi si parla di sostituire giovani con vecchi vorrà dire che si devono fare concorsi. Ma se i concorsi sono bloccati che sostituzione c'è? Nessuna. Rimarranno nella P.A. impiegati "vecchi" e ancor più demotivati visto che non c'è la carota e il bastone, che peraltro da solo non funziona, è spuntato.
Salvo volere una sorta di rivalsa verso una categoria, come si può evincere da certe parole, che non conosce distinguo di impegno e personalità: "è noto che".
Una cosa sono scelte tecniche e politiche serie ed efficaci che si possono e si devono pretendere dai cervelloni. Altro le chiacchiere da bar che si limitano a generalizzare e infamare o assolvere (a seconda di chi chiacchiera) intere categorie di lavoratori.
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