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Lega: a caccia di imbecilli ... tranne quelli sul palco

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Lega: a caccia di imbecilli ... tranne quelli sul palco

Messaggioda franz il 01/07/2012, 12:37

IL CONGRESSO DELLA LEGA NORD
Lega Nord a congresso al Forum di Assago
Il giorno di Maroni, i militanti:«Secessione»

Umberto Bossi: «Non abbiamo rubato niente, i farabutti
sono i romani. Imbecilli i leghisti che girano con il tricolore»


«Qualcuno ha aperto la fortezza della Lega dall'interno. Siamo qui in conseguenza dell'attacco della magistratura. La Lega non ha rubato nulla, i ladri sono altri, i farabutti romani». Umberto Bossi parla all'ultimo giorno del Congresso della Lega al Forum di Assago. È il congresso-svolta del Carroccio, l'appuntamento che segnerà ufficialmente il passaggio dall'era di Umberto Bossi a quella di Roberto Maroni, incoronando Bobo segretario federale del Carroccio. Ma è ancora Umberto Bossi a rubare la scena.

SENATUR - «Fatico a credere che il nostro amministratore sia legato all'ndrangheta - precisa Bossi - se pensavano che la Lega morisse, si sbagliavano, perchè la Lega si basa sulle idee e le idee camminano sulla gambe degli uomini». Momenti di suspence si sono registrati proprio per Umberto Bossi che era atteso al congresso, secondo il programma, intorno alle 10,30. Un semplice ritardo, hanno fatto sapere dall'organizzazione. Poi il discorso dal palco: «Mi dicono che sono stato un simbolo perchè ho combattuto contro uno Stato forte - ha proseguito Bossi - però i simboli servono se vengono utilizzati bene. Il sogno è una cosa sola. E lo dico per gli imbecilli che stanno nella Lega che girano col tricolore. Il sogno è la Padania libera». Il Senatùr che ha detto di credere ancora «alla Padania», ha parlato anche di superamento del centralismo. «Se ci fossero ancora i milioni di ragazzi morti nella prima guerra mondiale - ha detto - oggi sparerebbero verso Roma e verso il centralismo romano».

MARONI - Ad applaudire Bossi anche Roberto Maroni, che al suo arrivo al Forum ha acceso gli spalti: lunghi applausi e cori al grido di «secessione». «Maroni è il candidato unico alla segreteria - ha tenuto a precisare Roberto Cota, governatore del Piemonte, dal palco del congresso - alla faccia di chi ci vuole divisi. Oggi la Lega è unita più che mai». All'avvio dell'ultima giornata del Congresso, i delegati del Carroccio hanno approvato per alzata di mano un nuovo Statuto proposto dal Consiglio federale. C'è stata una larghissima maggioranza sul testo che regola la gestione del movimento e che da oggi tra l'altro affida il ruolo di presidente a vita ad Umberto Bossi e rende la Lega una confederazione (non più una federazione) in modo da garantire maggiore autonomia decisionale delle varie anime territoriali.

Redazione Online 1 luglio 2012 | 12:31 www.corriere.it
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Re: Lega: a caccia di imbecilli ... tranne quelli sul palco

Messaggioda franz il 01/07/2012, 12:41

I "milioni di ragazzi" morti durante la prima guerra mondiale (15-18) erano nati tra la fine del 1800 ed i primi del 1900.
Se fossero vivi avrebbero 112 anni, e sarebbero morti.
Ma se per miracolo fossero ancora vivi, sventolerebbero il tricolore.
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Re: Lega: a caccia di imbecilli ... tranne quelli sul palco

Messaggioda ranvit il 01/07/2012, 12:51

Per non parlare dei meridionali morti in quella guerra:

I dati scaturenti dagli elenchi regionali dell’Albo d’Oro, riportano invece un totale di circa 530.000 caduti e, utilizzando questi dati, rapportando i caduti sul totale mobilitati, suddivisi per regione, emerge che, a fronte della media nazionale del 10,50% di morti sui mobilitati: Basilicata, Sardegna e Calabria sono state le regioni col maggior numero di morti in guerra in termini percentuali ed in rapporto alle truppe mobilitate (rispettivamente col 21,06%, 13,85% e 11,31%). Ma anche a voler spalmare i centoventimila caduti non ricompresi negli Albi d’oro, incrementando proporzionalmente il valore di un 19% nelle singole regioni, il dato finale non cambia di molto.

(Articolo completo : http://calabriainarmi.altervista.org/st ... ficio.html )
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Lega: a caccia di imbecilli ... tranne quelli sul palco

Messaggioda Iafran il 01/07/2012, 15:14

ranvit ha scritto:Per non parlare dei meridionali morti in quella guerra:

I dati scaturenti dagli elenchi regionali dell’Albo d’Oro, riportano invece un totale di circa 530.000 caduti e, utilizzando questi dati, rapportando i caduti sul totale mobilitati, suddivisi per regione, emerge che, a fronte della media nazionale del 10,50% di morti sui mobilitati: Basilicata, Sardegna e Calabria sono state le regioni col maggior numero di morti in guerra in termini percentuali ed in rapporto alle truppe mobilitate (rispettivamente col 21,06%, 13,85% e 11,31%). Ma anche a voler spalmare i centoventimila caduti non ricompresi negli Albi d’oro, incrementando proporzionalmente il valore di un 19% nelle singole regioni, il dato finale non cambia di molto.


Il "grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi" il primo re sabaudo/italiano lo ha utilizzato a modo suo e lo ha risolto, per tutta la sua vita, facendo ammazzare coloro che continuavano a chiedere libertà e giustizia sociale, e dopo la sua morte, gli altri sabaudi, allontanandolo oltreoceano (con l'emigrazione) o smorzandolo con le sofferenze di nuove guerre o facendolo zittire definitivamente dalle armi degli austriaci.
Penso proprio che le prime linee dell'esercito italiano fossero una prerogativa di quegli "italiani a cui si doveva raddrizzare la schiena" (a suon di baionettate .. dai "gagliardi bersaglieri" di Lamarmora) e che continuavano a rivendicare uguaglianza di diritti e di considerazione, alla stregua delle altre parti d'Italia.

Il "Boss in canottiera e con il sigaro in bocca" fa solo scena (oltre che risultare patetico) per giustificare i suoi "settimanali tredici al totocalcio" ... sulla pelle dei meridionali. D'altra parte, ha il merito di portare allo scoperto quel che i politici hanno fatto da sempre alla popolazione italiana: privilegi per loro e per il loro entourage e danni (con spoliazioni di averi) agli altri ... "sudditi di m...".
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Re: Lega: a caccia di imbecilli ... tranne quelli sul palco

Messaggioda pianogrande il 02/07/2012, 0:54

Che pena questo relitto della sporca politica (morale, non parlo del fatto fisico).
Adesso si appropria anche dei soldati del 15 - 18.
Gli concedo le tribune del "congresso" desolatamente vuote come attenuante.
L'altra balla (ma tanto non li ascoltava nessuno) è quella del candidato unico come certificazione della unità del partito.
L'unità e l'affermazione di un candidato si misurano dal numero e dal valore degli avversari battuti.
Qui di battuto (sconfitto) c'è solo l'intelligenza.
E' l'unica vittoria di questa lega che sta tristemente (ma dipende dai punti di vista) morendo in solitudine.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Lega: a caccia di imbecilli ... tranne quelli sul palco

Messaggioda franz il 02/07/2012, 7:36

pianogrande ha scritto:E' l'unica vittoria di questa lega che sta tristemente (ma dipende dai punti di vista) morendo in solitudine.

Ho sentito parlare di un centinaio di presenti. Cartina al tornasole di una lega in declino.
Mi chiedo dove finiranno quei voti, cosi' eterogenei.
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Il Nord padano si scopre il Sud della Germania

Messaggioda franz il 02/07/2012, 17:32

Ilvo Diamanti.

Ieri la Lega ha celebrato la successione. Da Bossi a Maroni. Si è trattato di un congresso difficile, perché la Lega, in due anni, è passata dal successo alla crisi. Alle Regionali del 2010 aveva ottenuto circa il 12% ed eletto i presidenti di Veneto e Piemonte. Inoltre, aveva allargato il confine padano, penetrando nelle zone rosse. Emilia Romagna, Toscana e Marche, sopra tutte.Due anni dopo, ha subito un pesante ridimensionamento. Alle elezioni amministrative di maggio, fra i 12 sindaci leghisti dei Comuni sopra i 15mila abitanti dove si votava, ne sono stati rieletti solo due. Uniche città dove la Lega abbia vinto, in questa occasione. A Verona e Cittadella. Inoltre, i sondaggi la stimano fra il 4 e il 5%.

In pratica, meno della metà rispetto alle Regionali. Bisogna fare attenzione, comunque, prima di dare la Lega per finita. L´ho già scritto qualche tempo fa. Non ho cambiato idea. La stima elettorale che le viene attribuita oggi, in fondo, non è diversa dal risultato ottenuto alle elezioni politiche del 2006. Superiore a quello conseguito alle elezioni fra il 1999 e il 2005. Peraltro, è possibile che il dato attuale sia sottostimato dai sondaggi, per il disagio di molti elettori nel dichiararsi a favore della Lega, dopo gli scandali dei mesi scorsi. In fondo, avveniva lo stesso negli anni Novanta, quando puntualmente la Lega, alle elezioni, otteneva risultati molto più elevati rispetto ai pronostici.

D´altronde, la Lega ha sempre seguito un andamento elettorale oscillante. In alcuni momenti e in alcune fasi, ha allargato la sua base “fedele”, intorno al 4%, a settori di elettorato deluso degli altri partiti, soprattutto di centrodestra. Oppure intenzionato a far sentire la propria insoddisfazione, nei confronti dello Stato centrale. Oppure ancora, attratto dalle principali “politiche” annunciate dalla Lega. Il federalismo e il controllo (meglio: la chiusura, nei confronti) dell´immigrazione. La Lega ha, cioè, agito come un imprenditore politico flessibile, in grado di captare i principali motivi di malessere degli elettori del Nord e, sempre più, del Centro Italia. Ora, però, questa impresa le riesce difficile. Per motivi interni ed esterni, piuttosto evidenti.

Sul piano interno, è profondamente divisa. Il Congresso invece di sancire l´alleanza e il passaggio fra i due leader, Bossi e Maroni, ne ha evidenziato la distanza. Anzi, il distacco. Bossi, in particolare, non pare disposto a fare il “padre nobile” (dopo le vicende che hanno coinvolto i suoi familiari sarebbe difficile). Chiede poteri reali, posti sicuri per i “suoi” nelle liste, alle prossime elezioni. Peraltro, i congressi territoriali non hanno determinato la vittoria schiacciante della corrente di Maroni. Hanno, al contrario, confermato come il partito sia spaccato in due. Maroni per primo, d´altronde, è consapevole come non sia possibile una Lega “senza” o peggio “contro” Bossi. Al quale egli stesso è legato, personalmente, per ragioni di biografia personale e politica. Tuttavia, al congresso, ieri, ha sentito il bisogno di sottolineare che governerà la Lega “senza tutele”.

Né vi sono altri leader che possano subentrare, al posto loro. I Presidenti, Zaia e Cota, contano e pesano solo nelle loro Regioni. Tosi, il sindaco di Verona, è certamente visibile e riconosciuto, mediaticamente. Ma non riflette la tradizione leghista. Come la sua città, che ha, semmai, un retroterra di destra e si è avvicinata alla Lega solo negli ultimi anni. Dopo l´avvento di Tosi.
Ma i problemi maggiori, per la Lega, vengono dall´esterno. Dalla difficoltà di recitare il ruolo e il copione che le hanno garantito il successo.

Quanto alla protesta contro i partiti “nazionali”, la Lega, in questa fase, deve fare i conti con un concorrente temibile. Il M5S ispirato da Beppe Grillo. Tra il 20% e il 30% degli elettori leghisti, alle regionali del 2010, alle elezioni amministrative di maggio, nelle principali città del Nord dove si è votato, ha scelto il candidato del M5S (come mostrano i flussi dell´Istituto Cattaneo). Mentre, nel Nordest, patria storica del leghismo, il 25% di coloro che oggi voterebbero per il M5S nel 2008 aveva votato per la Lega (stime dell´Osservatorio Elettorale del LaPolis su dati Demos, giugno 2012). Il M5S, d´altronde, può gestire in modo flessibile le sue strategie. Non è vincolato ad alleanze. Non deve vincere le elezioni e neppure governare. (Se gli capitasse sarebbe un problema…). Mentre la Lega ha il problema contrario. Oggi è “sola contro tutti”. Lega di opposizione. Ma non può permettersi di restare troppo a lungo in questa posizione. Rischierebbe, altrimenti, di risultare “inutile” agli occhi degli elettori “tattici”, che la votano per ottenere risultati concreti. Per “premere su Roma”. Non solo per protestare.

Ma la Lega, oggi, incontra grandi difficoltà nel perseguire, in modo convincente, i progetti che ne hanno caratterizzato l´azione e l´identità nel passato (non solo) prossimo.
Gli scandali recenti ne hanno eroso l´immagine della “diversità”. Il partito puro e duro, senza compromessi. Oggi appare assai meno puro e più compromesso di ieri. Così resta sospesa, come in Lombardia. Dove continua a sostenere la giunta Formigoni. E minacciare di uscire. Una Lega di governo e di opposizione. A disagio in entrambi i ruoli.
La “paura dell´altro”, la protesta contro l´immigrazione e l´integrazione (un tema, peraltro, accarezzato anche da Grillo), in questa fase, appare oscurata da altre paure. Dettate dalla crisi economica, dalla disoccupazione, dalla condizione di vita delle persone. Oggi incombono anche nelle aree dove la Lega è più forte.

Il federalismo: dieci anni al governo, insieme al centrodestra, non sono serviti ad affermarlo. Ne hanno, semmai, mostrato la faccia meno attraente. Costringendo gli amministratori locali a chiedere ai cittadini più tributi senza produrre più servizi. Semmai, il contrario.
Ma, soprattutto, si sta assistendo all´eclissi, se non al declino, della “questione territoriale”. Per prima: la “questione settentrionale”, a cui la Lega ha dato visibilità e voce, fino ad oggi. Perché, forse, è vero che “Non c´è Nord senza Sud”, come titola un bel saggio di Carlo Trigilia (appena pubblicato dal Mulino). Ma oggi entrambi, il Nord e il Sud, sembrano svanire, risucchiati nella crisi europea. Insieme all´Italia, tutta insieme, senza distinzioni. In tempi nei quali la politica è affidata ai tecnici. Per tutti: Mario Monti. Unico garante di fronte ai mercati e ai grandi del mondo.

Così diventa difficile fare la Lega padana, il sindacato del Nord. Quando il Nord non è solo a Nord del Sud. Ma (come ha suggerito Lucio Caracciolo) è, a sua volta, a Sud dell´euro – una moneta senza Stato. Il Nord padano: a Sud della Germania. Una periferia americana. All´estremo occidente della Cina e dell´India.

“Il Nord padano si scopre il Sud della Germania” di ILVO DIAMANTI da La Repubblica del 2 luglio 2012
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Re: Lega: a caccia di imbecilli ... tranne quelli sul palco

Messaggioda Iafran il 02/07/2012, 21:32

franz ha scritto:La Lega ha, cioè, agito come un imprenditore politico flessibile, in grado di captare i principali motivi di malessere degli elettori del Nord e, sempre più, del Centro Italia. Ora, però, questa impresa le riesce difficile. Per motivi interni ed esterni, piuttosto evidenti.

Fino a quando c'è il Sud, tutti i "quaquaraquà padani" si sentiranno (con prosopopea, naturalmente) di essere dei "giganti" in Italia ... Uno, poi, dovrebbe essere niente poco di meno che il "padre nobile"!
"Padre nobile" di ché e per quali meriti oggettivi?
C'è uno strano concetto di nobiltà in certi ambienti "politici" ... i rappresentanti "padani" ed "azzurri" sarebbero credibili e (forse) stimabili se confessassero al rispettivo "padre nobile" (al "boss" e al "napoleoncino") "ci sei stato utile per farci avere uno scranno parlamentare e per godere dei suoi privilegi, ci siamo accorti, però, che sei impresentabile fuori dai nostri collegi elettorali e non vogliamo essere più associati ad una "sanguisuga" della tua specie".
Un'utopia?
Forse ... ma Fini ha lasciato traccia.
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