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Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda ranvit il 29/05/2012, 11:44

http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -22294054/

I NUMERI
Il Sud verso lo "tsunami demografico"
nei prossimi anni emigrerà un giovane su 4
L'allarme del Rapporto Svimez 2011: nel Mezzogiorno la disoccupazione reale al 25% alimenta le partenze e nel 2050 quasi un abitante su cinque avrà più di 75 anni. La fuga dalle città colpisce soprattutto Napoli, Palermo, Bari e Caserta. Il 45% di chi va via ha laurea o diploma
di FLAVIO BINI


ROMA - Il Mezzogiorno si allontana dall'Italia: riparte l'emigrazione, il tasso di disoccupazione reale è del 25%, meno di un giovane su tre ha un lavoro e tre donne su quattro stanno a casa. E' questo il quadro drammatico che emerge dal rapporto Svimez 2011 sulle regioni del Sud; il ritratto di una fetta d'Italia a rischio "tsunami demografico", come denuncia Svimez (associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno), che nel 2050 vedrà gli over 75 crescere di dieci punti percentuali e i giovani scendere da 7 a meno di 5 milioni e del 25% già entro i prossimi vent'anni.

Il fenomeno, rileva il rapporto, provocherà un'inversione nella composizione della società, con il Centro-Nord che diventa più "giovane" del Mezzogiorno. La scarsa natalità, l'assenza di lavoro che causa bassa attrazione di stranieri e massiccia emigrazione verso il Centro-Nord e l'estero, rischiano insomma di trasformare il Mezzogiorno da qui ai prossimi 40 anni in un'area spopolata, sempre più anziana e dipendente dal resto del Paese.

Economia ferma. Il rapporto analizza l'andamento del Pil, rilevando una crescita dello 0,2% nel 2010 a fronte del tracollo (-4,5%) del 2009. La ripresa c'è stata, dunque, ma un punto e mezzo al di sotto delle regioni del Centro-Nord (+1,7%). Va anche peggio se si guarda al medio periodo: negli ultimi dieci anni (dal 2001 al 2010), il Mezzogiorno ha segnato una media annua negativa dello 0,3%, mentre il Centro-Nord è cresciuto del 3,5%, a riprova del perdurante divario di sviluppo tra le due aree.

Abruzzo la più ricca, Campania la più povera. In termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno è passato dal 58,8% del valore del Centro-Nord nel 2009 al 58,5% del 2010. Tra le più ricche nell'area meridionale si posiziona l'Abruzzo, con un pil pro capite di 21.574 euro, inferiore comunque di circa 2.200 euro rispetto all'Umbria, la regione più "debole" del Centro-Nord. Seguono il Molise (19.804), la Sardegna (19.552), la Basilicata (18.021 euro), la Sicilia (17.488), la Calabria (16.657) e la Puglia (16.932). La regione più povera è la Campania, con 16.372 euro.

Due giovani su tre senza lavoro. I numeri della disoccupazione sono impietosi. Dei 533mila posti di lavoro persi in Italia tra il 2008 e il 2010, ben 281mila sono nel Mezzogiorno. Nel Sud, dunque, pur essendo presenti meno del 30% degli occupati italiani, si concentra il 60% delle perdite di lavoro causate dalla crisi. Incide in questa area, più che altrove, il crollo dell'occupazione industriale (-120mila addetti, che vuol dire quasi il 15% di calo, il 20% in Campania).

Se i padri vengono espulsi dal mondo del lavoro, i figli non riescono neppure ad entrarvi. Il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) è sceso nel 2010 al 31,7% (nel 2009 era del 33,3%): praticamente, meno di un giovane su tre ha un impiego. Condizione drammatica anche per le giovani donne, il cui tasso di occupazione nel 2010 ha toccato quota 23,3%, 25 punti in meno rispetto al Nord del Paese (56,5%): di fatto, tre su quattro non hanno lavoro.

Il peso della manovra. Brutte notizie per il Meridione arrivano anche dalla manovra di bilancio. Secondo Svimez, l'effetto cumulato delle manovre 2010 e 2011 dovrebbe pesare in termini di quota sul pil 6,4 punti al Sud (di cui 1,1 punti nel 2011, ben 3,2 punti nel 2012, 2,1 nel 2013) e 4,8 punti sul Pil del Nord (1 nel 2011, 2,4 nel 2102, 1,4 nel 2013). Per quanto riguarda gli incrementi delle entrate, il 76% si realizzerebbe al Centro-Nord e il 24% al Sud, ricalcando così il peso delle diverse aree in termini di produzione della ricchezza.

La fuga dal deserto - Dal 2000 al 2009, segnala il Rapporto, quasi 600mila uomini e donne sono emigrati dal Meridione. Nel 2009 sono partiti in direzione del Centro-Nord circa 109mila abitanti delle regioni del Sud: in testa la Campania (33.800 partenze), seguita da Sicilia (23.700), Puglia (19.600) e Calabria (14.200). I protagonisti di questa fuga dal deserto del lavoro sono soprattutto uomini, il 21% è laureato (la percentuale sale al 54% se si considerano i diplomati) e la meta preferita (un migrante su 4 nel 2009) è stata la Lombardia. Il Lazio è invece ancora il polo d'attrazione principale per abruzzesi, molisani e campani.

Città svuotate, città in crescita. Tornando al dato decennale (2000-2009), delle 583mila persone che hanno abbandonato il Mezzogiorno ben 108 mila sono partite dalla città di Napoli. L'esodo è stato molto rilevante anche da Palermo (-29mila), Bari e Caserta (-15mila), Catania e Foggia (-10mila). Colpiti anche Torre del Greco (-19mila), Nola ed Aversa (-11mila) e Taranto (-13mila). Di riflesso sono cresciute Roma (+66mila), Milano (+50mila), Bologna (+31mila), Reggio Emilia, Parma e Modena (+13mila), Bergamo e Torino (+11mila), Firenze e Verona (+10mila).

La pausa della crisi. Nel biennio 2009-2010, quando la crisi ha colpito il tessuto industriale del Nord e provocato licenziamenti e ricorso massiccio alla cassa integrazione, le partenze di massa dal Sud hanno avuto una pausa. In quei due anni, i "pendolari di lungo raggio" da Sud a Nord si sono ridotti del 22,7%; circa 40mila in meno del 2008. Tra questi emigrati, pur diminuiti in valori assoluti, è cresciuta però la componente laureata (dal 2004 sono stati il 6% in più del totale), a testimonianza dell'incapacità del Mezzogiorno di assorbire personale qualificato. I laureati emigrano soprattutto da Molise (27,8% del totale), Abruzzo (26,6%) e Puglia (24,8%).

Uno su 4 in partenza. Nel dettaglio, secondo Svimez, nei prossimi venti anni il Mezzogiorno perderà quasi un giovane su quattro, mentre nel Centro-Nord oltre un giovane su cinque sarà straniero. Nel 2050 gli under 30 al Sud passeranno dagli attuali 7 milioni a meno di 5, mentre nel Centro-Nord saranno sopra gli 11 milioni. A quella data, inoltre, ci sarà il sorpasso: la quota di over 75 sulla popolazione complessiva passerà al Sud dall'attuale 8,3% al 18,4% nel 2050, superando il Centro-Nord dove raggiungerà il 16,5%.

Le proposte. Dai numeri, lo Svimez passa poi alle proposte. Per rilanciare il Mezzogiorno e il Paese è più che mai urgente - rileva il rapporto - la realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto, per colmare i deficit infrastrutturali dello sviluppo logistico, potenziando i nodi di scambio e intermodali, e le iniziative di sviluppo produttivo collegate, per sfruttare le potenzialità del Mezzogiorno nel Mediterraneo. La Svimez stima un costo di 60,7 miliardi di euro, di cui 18 miliardi già disponibili e 42,3 da reperire, da dedicare al potenziamento dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria e della statale "Jonica"; la realizzazione di nuove tratte interne alla Sicilia; l'estensione dell'alta capacità (se non dell'alta velocità) nel tratto ferroviario Salerno- Reggio Calabria-Palermo-Catania; il nuovo asse ferroviario Napoli- Bari; infine, il ponte sullo Stretto.

Secondo Svimez, ci sono alcune aree che mostrano potenzialità di sviluppo come filiere territoriali logistiche rivolte "all'internazionalizzazione delle produzioni ed alla maggiore apertura ai mercati esteri": area vasta dell'Abruzzo meridionale; area vasta del basso Lazio e dell'alto Casertano; area vasta Torrese-Stabiese; area vasta pugliese Bari-Taranto-Brindisi; area vasta della Piana di Sibari; area vasta Catanese (Sicilia orientale); area vasta della Sardegna settentrionale.


(27 settembre 2011)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda Iafran il 29/05/2012, 12:11

ranvit ha scritto:lo Svimez passa poi alle proposte. Per rilanciare il Mezzogiorno e il Paese è più che mai urgente - rileva il rapporto - la realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto, per colmare i deficit infrastrutturali dello sviluppo logistico, potenziando i nodi di scambio e intermodali, e le iniziative di sviluppo produttivo collegate, per sfruttare le potenzialità del Mezzogiorno nel Mediterraneo. La Svimez stima un costo di 60,7 miliardi di euro, di cui 18 miliardi già disponibili e 42,3 da reperire, da dedicare al potenziamento dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria e della statale "Jonica"; la realizzazione di nuove tratte interne alla Sicilia; l'estensione dell'alta capacità (se non dell'alta velocità) nel tratto ferroviario Salerno- Reggio Calabria-Palermo-Catania; il nuovo asse ferroviario Napoli- Bari; infine, il ponte sullo Stretto.

Secondo Svimez, ci sono alcune aree che mostrano potenzialità di sviluppo come filiere territoriali logistiche rivolte "all'internazionalizzazione delle produzioni ed alla maggiore apertura ai mercati esteri": area vasta dell'Abruzzo meridionale; area vasta del basso Lazio e dell'alto Casertano; area vasta Torrese-Stabiese; area vasta pugliese Bari-Taranto-Brindisi; area vasta della Piana di Sibari; area vasta Catanese (Sicilia orientale); area vasta della Sardegna settentrionale.

Guarda, guarda, guarda ... forse si risolverebbe anche la fantomatica "questione settentrionale" (ma poi "i bossi ed gli adoratori della sacra ampolla padana" che escogiterebbero per tirare a campare ... sui fessi?).

I costi relativi al ponte sullo stretto forse potrebbero essere impiegati per altro (nelle zone non toccate dalle infrastrutture).
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda franz il 29/05/2012, 12:16

ranvit ha scritto:Le proposte. Dai numeri, lo Svimez passa poi alle proposte. Per rilanciare il Mezzogiorno e il Paese è più che mai urgente - rileva il rapporto - la realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto, per colmare i deficit infrastrutturali dello sviluppo logistico, potenziando i nodi di scambio e intermodali, e le iniziative di sviluppo produttivo collegate, per sfruttare le potenzialità del Mezzogiorno nel Mediterraneo. La Svimez stima un costo di 60,7 miliardi di euro, di cui 18 miliardi già disponibili e 42,3 da reperire, da dedicare al potenziamento dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria e della statale "Jonica"; la realizzazione di nuove tratte interne alla Sicilia; l'estensione dell'alta capacità (se non dell'alta velocità) nel tratto ferroviario Salerno- Reggio Calabria-Palermo-Catania; il nuovo asse ferroviario Napoli- Bari; infine, il ponte sullo Stretto.

Prima credo si debbano debellare le Mafie e risolvere i problemi di legalità e sicurezza nei cantieri.
Se la criminalità organizzata si infiltra nei cantieri della TAV in Piemonte, come denunciato, figuriamoci la Salerno Reggio Calabria ed il ponte sullo stretto, che la sinistra non vuole.
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda Iafran il 29/05/2012, 12:41

franz ha scritto:Prima credo si debbano debellare le Mafie e risolvere i problemi di legalità e sicurezza nei cantieri.

Questo è il vero problema. Bisogna considerarlo problema nazionale.
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda franz il 29/05/2012, 14:08

Iafran ha scritto:
franz ha scritto:Prima credo si debbano debellare le Mafie e risolvere i problemi di legalità e sicurezza nei cantieri.

Questo è il vero problema. Bisogna considerarlo problema nazionale.

Ok, accertato che è il problema (e non è una novità) rimane da definire il "come".
Abbiamo già discusso altrove che dire cosa non basta piu'.
Per me è con una maggiore presenza locale dello stato, della cosa pubblica.
Una presenza responsabile che coinvolga i cittadini e li renda partecipi del loro futuro, senza chiedere aiuti ai "santi in paradiso" (leggi clientelismo) oppure al boss della zona. Un assetto federale vero potrebbe aiutare ma di sicuro non basta, ci vuole ben altro, soprattutto da parte dei cittadini.
Ultima modifica di franz il 29/05/2012, 17:25, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda pianogrande il 29/05/2012, 15:29

Franz
Il come lo deve sicuramente dire un partito politico che non voglia fare mera propaganda enunciando obiettivi condivisibili senza dire come ci si arriva.
Tutto questo non può impedire ad un cittadino di enunciare un problema pur non conoscendone o comunque non indicandone la soluzione.
Se no, il dibattito politico si restringe ad una elite di specialisti.
In democrazia deve essere ammessa anche la semplice lamentela.
Magari non è utilissima se il problema è già noto ma può essere una pressione in più perché il problema venga risolto.
Lo dico come discorso di principio.
Una discussione (non un programma politico) non è mai completamente sterile anche se non contiene ideone e quello che non viene in mente a me può venire in mente ad altri.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda franz il 29/05/2012, 17:31

pianogrande ha scritto:Se no, il dibattito politico si restringe ad una elite di specialisti.

Hai ragione, ci mancherebbe altro: la mia non era certo una critica o una censura a chi già è bravo a dire "cosa".
Piuttosto considero anche il fatto che in qualche modo siamo un po' tutti specialisti di qualche cosa, sia per il lavoro sia per qualche passione esercitata nel tempo libero. Ed essere specialisti è una cosa che riguarda il "come" si fanno le cose.
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda pianogrande il 29/05/2012, 19:16

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Se no, il dibattito politico si restringe ad una elite di specialisti.

Hai ragione, ci mancherebbe altro: la mia non era certo una critica o una censura a chi già è bravo a dire "cosa".
Piuttosto considero anche il fatto che in qualche modo siamo un po' tutti specialisti di qualche cosa, sia per il lavoro sia per qualche passione esercitata nel tempo libero. Ed essere specialisti è una cosa che riguarda il "come" si fanno le cose.


Su questo perfettamente d'accordo.
Anche perché la competenza aumenta con l'esercizio.
L'importanza della libertà di espressione da questo punto di vista è qualcosa di cui i tiranni non potranno mai usufruire.
Ecco uno dei tanti motivi per cui le dittature portano fatalmente alla povertà.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda Iafran il 29/05/2012, 19:27

pianogrande ha scritto:Il come lo deve sicuramente dire un partito politico che non voglia fare mera propaganda enunciando obiettivi condivisibili senza dire come ci si arriva.

Il problema, infatti, è un problema nazionale, e coloro che vogliono governare lo Stato italiano devono proporne le soluzioni o indicarne le strategie per risolverlo nel tempo (senza affondare la testa nel terreno o alzarla solo per interessi localistici).
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Re: Il Sud verso lo "tsunami demografico"

Messaggioda ranvit il 30/05/2012, 9:50

Prima credo si debbano debellare le Mafie e risolvere i problemi di legalità e sicurezza nei cantieri.
Se la criminalità organizzata si infiltra nei cantieri della TAV in Piemonte, come denunciato, figuriamoci la Salerno Reggio Calabria ed il ponte sullo stretto, che la sinistra non vuole.




Cioè nel 2500....forse! :lol:

Le Mafie sono ormai ampiamente presenti in tutta Italia....si potrebbe non fare piu' grandi opere da nessuna parte! :lol:

Combattere le Mafie? Ci mancherebbe, certo che si! Ma oltre alla repressione è necessario creare sviluppo: se la gente non lavora il richiamo dell'impiego al servizio delle Mafie è molto piu' appetibile!
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