Riforme, si infiamma il dibattito su una nuova Costituente.
Roma - (Adnkronos/Ign) - Pera ha proposto di votare, alle prossime politiche, anche un'Assemblea costituente di 75 membri che in un anno prepari un nuovo testo da sottoporre poi a referendum. Cesa: ''Idea ottima anche per riavvicinare i cittadini alla politica''. Baldassarre: ''Rischioso in questo momento, si faccia piuttosto una bella legge elettorale''. Lauro: ''Serve 'Comitato per Assemblea costituente'. Invito parlamentari ad aderire, mio progetto precede quello di Pera''. La Russa: ''Non contraddico mai le idee di Pera, sono sempre intelligenti''. Marini: ''Da Pera cose condivisibili ma l'emergenza è l'economia''
Roma, 23 mag. (Adnkronos/Ign) - "Viviamo tempi che si possono assimilare a quelli di una guerra, sia pure di diversa natura. La Grecia rischia la guerra civile e per l'Europa, Italia compresa, il peggio non è passato, il tunnel non è finito. Cosa si aspetta a prendere atto dell'eccezionalità della situazione e a trovare il coraggio per eleggere un'Assemblea costituente?". Lo dice all'Adnkronos il senatore Marcello Pera.
L'ex presidente del Senato ritorna sul tema dell'Assemblea costituente anche alla luce del dibattito innescatosi con la sua intervista al 'Corriere della sera' e non esita a paragonare il momento attuale a quello che visse la Francia dopo la guerra d'Algeria, da cui scaturì poi la V Repubblica. "Va chiarito - spiega l'ex presidente del Senato - che la mia proposta prevede di eleggere un'Assemblea con 75 componenti non parlamentari, eletti dai cittadini insieme al Parlamento. Un'Assemblea 'a tempo', che dopo un periodo determinato, che può essere di un anno, presenta la propria proposta ai cittadini che si pronunciano con referendum".
Anche alla luce della durata limitata della Costituente, "il Parlamento - prosegue Pera, rispondendo ad alcuni appunti mossi alla proposta - non sarebbe affatto 'delegittimato' e potrebbe occuparsi all'agenda economica". Pera è decisamente critico rispetto al percorso attualmente intrapreso sulle riforme: "E' poca cosa. La riduzione dei parlamentari fatta così, tanto per dare un contentino all'opinione pubblica".
Per l'esponente del Pdl tale riduzione, appena decisa dalla prima commissione, "avviene all'insegna della parola d'ordine del 'risparmio', ma io dico che non si può riformare la Costituzione per semplici esigenze di risparmio quando non si sa l'Italia è federale o no, se il premier è Monti o Napolitano, e se non si sa qual è il ruolo del Parlamento. E così rischiamo di sprecare un'occasione". "La verità - conclude - è che ci vuole un colpo d'ala da parte di tutte le forze politiche, una buona dose di coraggio, per tornare a parlare di cose nobili, la più nobile delle quali sarebbe un nuovo patto tra gli italiani, Grillo e i suoi compresi".
Parole che hanno acceso il dibattito politico. ''Per principio non contraddico mai le idee del presidente Pera, che trovo sempre intelligenti'' commenta all'Adnkronos il coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La Russa.
Anche il senatore pidiellino Raffaele Lauro propone nel 2013 un'Assemblea costituente per realizzare le riforme istituzionali. Con una lettera inviata il 18 maggio a tutti i parlamentari Lauro spiega le ragioni della sua iniziativa: ''Ho maturato da mesi il convincimento che la riforma della Costituzione e dello Stato meriti approfondimenti più adeguati e un confronto politico, che deve essere fondato, come unica fonte di legittimità, sulla volontà e sul mandato, liberamente espresso dal corpo elettorale, per un'Assemblea costituente, da eleggere contestualmente alle elezioni politiche del 2013, la quale, in due anni, approvi il processo riformatore, in una logica non frammentaria''. Lauro invita ad ''esprimere, al di là dell'appartenenza di gruppo o di partito, la condivisione di questa riflessione, con l'eventuale adesione all'istituendo 'Comitato per l'Assemblea costituente', formato da senatori e deputati, per definire collegialmente i contenuti della proposta legislativa''. Il senatore pidiellino precisa che ''il suo progetto precede l'iniziativa del presidente Pera e vuole essere solo uno strumento di dibattito politico''. Lauro assicura che già molti parlamentari hanno aderito alla sua proposta e tra due settimane si riunirà il 'Comitato' per decidere la strada da seguire per la presentazione di una proposta unificata.
''Ancora una volta si riaffaccia nel dibattito politico quella che a mio avviso continua ad essere la strada maestra - afferma il senatore del Pdl Mauro Cutrufo - Anche il collega Marcello Pera nel suo intervento sul Corriere della Sera parla della necessità dell'elezione di una Costituente per avviare una riforma costituzionale. Mi compiaccio del fatto che dopo quattro anni autorevoli colleghi convergano sull'idea già contenuta in due miei disegni di legge (l'ultimo presentato in questa legislatura: atto Senato 2173)''. ''Inutile dire che in tutti questi anni abbiamo condotto sull'argomento incontri, assemblee, coinvolgendo i capigruppo di Camera e Senato. Ho scritto anche un opuscolo che ho distribuito lo scorso anno a tutti i miei colleghi, che spiegava la necessità e le motivazioni per percorrere tale strada riformatrice. Ho informato tutti gli organi di stampa, ma confesso senza grande riscontro. Se ora invece si riapre il dibattito lo accolgo con grande soddisfazione e metto a disposizione il mio lavoro'', ha aggiunto il senatore Pdl. "Del resto, tutti invocano giustamente le riforme, è il paese stesso a chiederle e non sono più rinviabili. Per questo sono sempre più convinto che la revisione costituzionale debba essere affidata ad un'Assemblea costituente, eletta direttamente dal popolo con metodo proporzionale, che in un limitato lasso di tempo si occupi della riscrittura della Parte Seconda della Costituzione sul duplice versante della forma di Governo e di Stato e, solo conseguentemente alle novità costituzionali, elabori una nuova legge elettorale", ha concluso.
"Quella di Marcello Pera è una presa di posizione molto autorevole che conferma positivamente la necessità di un percorso costituente" dice all'Adnkronos il presidente del gruppo di Coesione nazionale al Senato, Pasquale Viespoli, autore di una proposta per l'elezione di un'Assemblea costituente. Viespoli sostiene la necessità di una road-map che veda l'elezione contemporanea, nel 2013, delle nuove Camere e di un'Assemblea costituente, tramite una legge elettorale 'di traghettamento', in attesa dell'assetto definitivo risultante dal progetto della Costituente che andrebbe comunque sottoposto a referendum popolare. "Sarebbe una risposta - afferma - in grado di ridare credibilità alla politica e alla vita parlamentare perché aprirebbe le porte ai cittadini, li coinvolgerebbe, inaugurando una stagione costituente dentro e fuori il Palazzo. Significherebbe iscrivere tutti, anche i grillini, nel passaggio fondativo in grado di chiudere il secondo tempo della Prima Repubblica, per aprire davvero la Seconda, grazie alla mobilitazione della politica e dei cittadini".
La proposta di Marcello Pera è "suggestiva, ogni proposta di riforma evoca sempre una suggestione" ma, secondo Beppe Fioroni, per la politica il tempo stringe. E alcune riforme vanno fatte subito, immediatamente, se "la politica vuole recuperare credibilità", dice l'esponente del Pd all'Adnkronos. "Per tornare ad essere credibili verso i cittadini - afferma Fioroni - la politica deve fare subito le riforme possibili in Parlamento ovvero il dimezzamento del finanziamento pubblico, la riduzione dei parlamentari e una diversa legge elettorale. Questa è la premessa concreta e indispensabile per ogni ulteriore suggestione".
Per il vicepresidente di Fli Italo Bocchino "un'Assemblea costituente sarebbe la via maestra per riformare la seconda parte della Costituzione. Pensiamo però a cosa fare prima delle politiche del 2013. Riformare la legge elettorale e varare un pacchetto di riforme istituzionali minimo già in Parlamento" dichiara all'Adnkronos.
Su Fareitaliamag, webmagazine dell'associazione Fareitalia, si legge: "La strada è segnata, dunque, e l'idea di Pera di votare, il prossimo anno, un'Assemblea costituente di 75 membri che in anno prepari la nuova Costituzione da sottoporre a referendum, ha il merito di allargare il fronte dei favorevoli e di spingere sull'acceleratore di riforme condivise e sempre più urgenti''.
Trova ''ottima'' l'idea di Pera il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa. ''Qualcosa, del resto, occorre fare. O si porta avanti la riforma istituzionale che attualmente è in Senato oppure si opta per un'altra via. I tempi comunque stringono, bisogna fare qualcosa" osserva all'Adnkronos. Quella di Pera, dunque, è per Cesa "un'idea da non sottovalutare ma da prendere assolutamente in considerazione. Anche per riavvicinare i cittadini alla politica".
Di avviso diverso Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale. ''In questo momento - afferma all'Adnkronos - non sono favorevole a questa proposta. L'esercizio del potere costituente deve avvenire solo quando c'è una conciliazione nazionale tra le parti, perché c'è stata una guerra civile o uno scontro di visioni sula società, come è avvenuto nel '46. Ma in un momento in cui c'è la massima instabilità e opposizione di idee, si rischierebbe un fallimento. E se fallisse la Costituente sarebbe un flop totale che rischierebbe di far cadere lo Stato''. ''Si faccia piuttosto una bella legge elettorale - sottolinea il costituzionalista - che rinneghi quell'obbrobrio cui siamo costretti oggi. E poi ci sarà tempo per la Costituente...''.
Si dice scettico il vice presidente vicario dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello: "Sullo strumento dell'Assemblea costituente sono un po' scettico". "E' diverso tempo, ormai - spiega all'Adnkronos - che nei diversi sistemi non si ricorre più all'Assemblea costituente perché sono state individuate le modalità per intervenire senza 'sacralizzare' la Costituzione. Senza contare - conclude - che si correrebbe il noto rischio di 'delegittimare' di fatto il Parlamento in carica".
Per Franco Marini (Pd), "Marcello Pera dice delle cose condivisibili. Il problema, tuttavia - osserva all'Adnkronos - è che l'emergenza vera è quella dell'economia, del lavoro. Solo se si risolleva questo settore strategico, allora si creano le condizioni per affrontare tutto il resto. Ma è il lavoro e la situazione economica che vengono prima di tutto".
''In questo momento mi sento più un pensionato che un senatore...'' sottolinea il sette volte presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, interpellato dall'Adnkronos. Il senatore a vita, tra gli eletti all'Assemblea costituente del 1946, sta osservando un periodo di convalescenza, a casa, dopo il ricovero delle scorse settimane al Policlinico Gemelli.
''Potrebbe essere una proposta interessante - commenta all'Adnkronos Augusto Barbera, giurista e ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Bologna - purché riguardi solo la seconda parte della Costituzione, relativa alla forma di governo e di Stato e non tocchi quindi i principi costituzionali che danno identità alla Costituzione repubblicana. Anche perché il dibattito non è maturo per affrontare temi così delicati, relativi ai valori della Repubblica''. Quella lanciata da Pera è perciò ''un'idea interessante - aggiunge il costituzionalista - più volte evocata nel dibattito sulle riforme costituzionali. Proposte simili sono arrivate da Mario Segni, ma in altre occasioni ne abbiamo discusso in un seminario organizzato da Enrico Cisnetto per 'Società aperta' il 18 giugno 2005, con il contributo di Giuliano Amato, Andrea Manzella ed altri costituzionalisti. Ma non se ne fece niente''. Perciò, rimarca Barbera, ''se riferita alla seconda parte della Costituzione, la proposta potrebbe essere utile. Ma non vorrei raffreddasse l'intenzione di portare avanti in questo scorcio di legislatura e con le opportune correzioni, il testo 'ABC' concordato tra Alfano, Bersani e Casini 'sulle riforme costituzionali''. ''In particolare - conclude il giurista - per quanto riguarda la riduzione del numero dei parlamentari, il cui mancato obiettivo, dopo tante promesse, scaverebbe una distanza ancora maggiore tra partiti e cittadini''.
"E' un'ipotesi che il presidente Pera ha sempre privilegiato" dice all'Adnkronos Donato Bruno, deputato pidiellino e presidente della Commissione Affari costituzionali.
Mentre il presidente della commissione Trasporti della Camera Mario Valducci si augura che "non sia necessaria un'Assemblea costituente per le riforme nel 2013. Mi auguro che si facciano le riforme già in Parlamento durante questa legislatura". "Abbiamo dieci mesi. E nelle prossime 4-6 settimane capiremo quali sono gli spazi di manovra. Se non riuscissimo a fare nulla la proposta di Pera potrebbe essere presa in considerazione", conclude l'esponente del Pdl.
Si dice "perfettamente d'accordo" con Pera Margherita Boniver, deputata del Pdl e presidente del Comitato Schengen. Lo è "quando sostiene la necessità, non solo della riduzione dei parlamentari, ma dell'urgenza, di una nuova Costituente. Esattamente come successe dopo la guerra, il terremoto elettorale, la nostra evidente sconfitta, la quotidiana delegittimazione dei partiti politici tradizionali dovrebbero farci riflettere seriamente". "La crisi economica finanziaria - aggiunge - mescolata alla paralisi di molte istituzioni, a cominciare dal Parlamento, impongono una vera e propria ricostruzione di molte parti del nostro sistema istituzionale''.
''Se non cambiamo questa legge elettorale, la proposta del presidente Pera è certamente un'idea seria. Va cambiato subito il Porcellum'' è l'opinione all'Adnkronos di Mario Baccini, leader dei Cristiano popolari del Pdl.
"E' una proposta fatta più volte anche dal senatore Antonio D'Alì - rileva all'Adnkronos il presidente della commissione per l'Attuazione del Federalismo Fiscale, Enrico La Loggia, deputato del Pdl - E' una soluzione possibile, ma non la vedo di facile realizzazione".
Mentre ''è una proposta per non fare nulla...'' secondo Gianpaolo Dozzo, capogruppo alla Camera della Lega. ''Se questa proposta serve a non fare nulla in questa legislatura, non va bene'', dice all'Adnkronos l'esponente leghista.
Interviene all'Adnkronos anche il presidente delle Acli, Andrea Olivero, che esprime un parere complessivamente favorevole. ''L'idea è buona e noi la guardiamo con interesse; ma va ulteriormente precisato come ci si arriva e per fare cosa". "Nella proposta avanzata da Pera ci sono sicuramente due aspetti positivi - sottolinea Olivero - Il primo è la chiarezza sul fatto che le riforme istituzionali vanno fatte e che bisogna farle in maniera completa e organica, guardando il disegno d'insieme. Il secondo è la necessità di entrare nella logica che le riforme si fanno insieme".
Sotto questi due profili, "la prospettiva indicata da Pera mi sembra corretta, andando nella direzione di togliere alla responsabilità della politica, intesa solo come contrapposizione di schieramenti partitici, il compito di fare le riforme. Detto questo, però, è chiaro che il 'come' non è indifferente, tutt'altro. Eleggere un'Assemblea o farla indicare dal Parlamento eletto? Ma eletto con questa legge elettorale? E in ogni caso delegare la questione a una Costituente che abbia solo una rappresentanza della politica o non anche della società civile?", si chiede Olivero.
La proposta di Pera piace all'ex ministro ed economista pidiellino Antonio Martino che all'Adnkronos spiega: "E' un'idea giusta quella di Pera, me l'aveva già comunicata. Ma dubito che questo Parlamento sia in grado di accettare una proposta così importante in questo scorcio di legislatura. Se, però, l'accettasse sarebbe indubbiamente un fattore nuovo".
"I Riformisti italiani sottolineano da tempo la necessità che si dia vita a un'Assemblea costituente chiamata a lavorare a un'organica revisione del testo costituzionale da sottoporre a referendum popolare - afferma Stefania Craxi, presidente dei Riformisti Italiani e parlamentare del gruppo Misto - Sono felice che una voce autorevole, quale quella del presidente Marcello Pera, riconosca la giustezza di una battaglia simile. Ho presentato in Parlamento una proposta di legge in tal senso, assegnata alla commissione Affari Costituzionali della Camera, nella convinzione che si tratti di una tappa obbligata per gettare le basi di una democrazia rinnovata negli uomini e nello spirito".
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