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Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

Messaggioda franz il 18/05/2012, 13:21

il caso
Giallo sull'uscita di Atene dall'euro
l'Ue smentisce che esista un piano

La Commissione rettifica la dichiarazione rilasciata a un giornale fiammingo dal commissario europeo al Commercio circa l'esistenza di misure d'emergenza nell'ipotesi di un ritorno della Grecia alla dracma. Merkel chiama Papoulias

MILANO - "La Bce e la Commissione europea stanno lavorando su uno scenario d'emergenza nel caso che la Grecia non ce la dovesse fare". Lo ha detto il commissario europeo al Commercio, Karel De Gucht, nel corso di un'intervista al quotidiano fiammingo 'De Standaard'. Bruxelles e Francoforte starebbero insomma preparando un piano di "soccorso" per tamponare le conseguenze nell'eventualità di un addio di Atene alla moneta unica. De Gucht ha detto di auspicare che tale addio non ci sia, aggiungendo che, comunque, non significherebbe "la fine dell'Eurozona".

A distanza di pochi minuti è arrivata la smentita della commissione Ue, affidata alla portavoce di turno, Mina Andreeva: "Questo non è lo scenario al quale stiamo lavorando. Tutto quello che abbiamo fatto finora e che stiamo facendo - ha affermato la portavoce - è nella prospettiva di mantenere la Grecia nell'euro. E non commentiamo scenari irrealistici".

Quella della Ue appare però soprattutto come una smentita di circostanza dopo la "gaffe" del commissario. A un mese dal voto della Grecia, sul piano della politica ovviamente nessuno può alimentare previsioni pessimistiche sul futuro del paese e sulla prospettiva - più o meno vicina - di una sua uscita dall'Eurozona. La realtà, secondo logica, è forse più vicina a quanto lasciato intendere due giorni fa dal direttore generale del Fondo monetario internazionale: l'uscita della Grecia dall'euro, aveva detto Christine Lagarde, è un'opzione che va considerata perché le istituzioni anche finanziarie non possono farsi trovare impreparate se tale opzione dovesse concretizzarsi. Difficile, dunque, pensare che Ue e Bce non ragionino allo stesso modo.

Dagli stessi paese membri vengono sollecitazioni: "Il governo della Germania ha il dovere di prepararsi all'eventualità di un'uscita della Grecia dell'euro", ha detto ad esempio la portavoce del ministero delle finanze tedesco, Silke Bruns.

Ufficialmente, tutti i soggetti coinvolti - dall'Ue agli stati membri, dalla Bce al Fmi - ripetono costantemente che la Grecia deve restrare nell'euro, rispettando gli impegni presi con la troika per la concessione dei prestiti internazionali destinati a salvare il paese della bancarotta. Angela Merkel in persona lo ha ripetuto oggi al presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, nel corso di una telefonata: la cancelliera, ha spiegato il portavoce, ha chiarito nuovamente che la Germania e gli altri partner europei si aspettano che dopo le prossime elezioni del 17 giugno venga al più presto formato un nuovo governo in grado di agire.

Anche il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo del governo Pikrammenos di transizione. "Siamo con la Grecia - ha detto un portavoce del ministro a proposito della telefonata - ma è importante che Atene faccia i compiti". Westerwelle ha sottolineato nel suo colloquio che non ci saranno nuove trattative con i greci sulle riforme concordate con la troika di Ue, Bce e Fmi, nè sui programmi di aiuto. "La Grecia si deve attenere ai programmi".

(18 maggio 2012) www.repubblica.it

Vedera anche http://www.corriere.it/economia/12_magg ... ee6c.shtml
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Re: Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

Messaggioda franz il 18/05/2012, 13:33

Il ricatto sembra chiaro. L'uscita della grecia dall'euro sembra costare un mucchi di soldi a tutti.
Soprattutto greci ma anche agli altri paesi europei. Quindi non conviene.
Quindi i greci ci provano ("dovete aiutarci per evitare guai peggiori") ma il problema è che dopo la grecia si farebbe avanti il Portogallo e la Spagna, che sono in condizioni simili e cadrebbero se cadesse la Grecia. Perché si aiuta la grecia e noi no? Ma anche l'Italia vacillerebbe se con un effetto domino dovessero cadere in serie grecia, portogallo e spagna. E se si aiutassero grecia, portogallo e spagna credere che i governi italiani post 2013 non reclamerebbero la loro parte?

Ma questi punto il costo sarebbe troppo grande e non sarebbe sopportabile dall'unico paese che è in grado di aiutare gli altri: la Germania. Si' perché in fondo, come alla fine della prima guerra mondiale, tutto si riduce a capire quanto la germania è disposta a pagare. Ed abbiamo imparato che se si tira troppo la corda la germania dice di no.

Ecco le schermaglie di oggi: il piano di emergenza, che tende a dimostrare che la germania potrebbe dire di no o che la grecia potrebbe rifiutare gli accordi presi. Inutile farsi preprare impreparati. E a testimonianza che i tedeschi non lasciano nulla al caso, girano liberamente (anche perché si vuole che vengano fatte girare) notizie sul fatto che la germania sta da tempo preparandosi ad un ritorno al marco tedesco, facendo stampare i marchi nelle tipografie specializzate.
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Re: Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

Messaggioda pianogrande il 18/05/2012, 16:05

Io sarei scandalizzato se non esistesse un piano di uscita della Grecia.
A Bruxelles o a Strasburgo o a Berlino non credo ci siano i dilettanti allo sbaraglio di casa nostra (noooo, no, non parlo di Monti) e le lauree se le sono prese studiando e facendosi la tesi con la farina del proprio sacco (guai quando succede il contrario).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

Messaggioda trilogy il 18/05/2012, 16:49

pianogrande ha scritto:Io sarei scandalizzato se non esistesse un piano di uscita della Grecia.
A Bruxelles o a Strasburgo o a Berlino non credo ci siano i dilettanti allo sbaraglio di casa nostra (noooo, no, non parlo di Monti) e le lauree se le sono prese studiando e facendosi la tesi con la farina del proprio sacco (guai quando succede il contrario).


E' molto probabile che un vero piano non ci sia. Per ora hanno cercato di valutare le conseguenze dell'uscita e le stime sono molto ampie per costruire un vero piano: si va dai 400 miliardi ai 2 trilioni, è estremamente complesso valutare l'effetto contagio, l'altro problema è che siamo su terreni inesplorati.
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Re: Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

Messaggioda franz il 18/05/2012, 17:48

trilogy ha scritto:E' molto probabile che un vero piano non ci sia. Per ora hanno cercato di valutare le conseguenze dell'uscita e le stime sono molto ampie per costruire un vero piano: si va dai 400 miliardi ai 2 trilioni, è estremamente complesso valutare l'effetto contagio, l'altro problema è che siamo su terreni inesplorati.

Un primo problema è questo.
Se esce la Grecia, i danni causati indeboliscono tutti ma principalmente quelli già in crisi? Protogallo e Spagna? E anche l'Italia? L'uscita della Grecia dall'euro provoca un effetto domino oppure tamponando la ferita, finisce per salvare Portogallo e gli altri? In sintesi il dilemma è se l'uscita della Grecia è un fatto che provoca poi un effetto domino deleterio per tutti oppure se l'amputazione (diciamo cosi' anche se sono i greci a sceglierlo è un'autoamputazione) salva il resto del corpo, anche le parti malate?
Il secondo aspetto è: se qualcuno tira troppo la corda, è verosimile che sia la Germania ad uscire dall'Euro, da sola o con altri paesi, o creando un euro forte ed uno debole per gli altri?

Intanto un nuovo segnale di allarme: l'Iranda.

L'Irlanda andrà di nuovo salvata?
Deutsche Bank: gli istituti soccorsi nel 2010 possono avere bisogno di liquidità

DUBLINO - L'Irlanda può essere costretta a un secondo salvataggio bancario per l'aumento delle sofferenze. Lo prevede Deutsche Bank secondo cui gli istituti già salvati nel 2010 possono aver bisogno di una nuova iniezione di liquidità per coprire fino a 4 miliardi di euro di ulteriori accantonamenti oltre a quelli previsti dagli stress test. Il portavoce del governo ha smentito l'ipotesi, scrive Bloomberg assicurando che Dublino centrerà tutti gli obiettivi per tornare sul mercato nel 2013.


18.05.2012 - 17:17
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Re: Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

Messaggioda trilogy il 18/05/2012, 19:32

franz ha scritto:.
Un primo problema è questo.
Se esce la Grecia, i danni causati indeboliscono tutti ma principalmente quelli già in crisi? Protogallo e Spagna? E anche l'Italia? L'uscita della Grecia dall'euro provoca un effetto domino oppure tamponando la ferita, finisce per salvare Portogallo e gli altri? In sintesi il dilemma è se l'uscita della Grecia è un fatto che provoca poi un effetto domino deleterio per tutti oppure se l'amputazione (diciamo cosi' anche se sono i greci a sceglierlo è un'autoamputazione) salva il resto del corpo, anche le parti malate?


Se esce la Grecia viene messo in discussione il dogma che viene ripetuto ai mercati da 2 anni che non si può uscire dall'euro". L'effetto domino ci sarebbe. Dovrebbero intervenire rapidamente consentendo l'accesso diretto della BCE sul mercato primario del debito pubblico. In pratica salti le banche, e la BCE finanzia direttamente gli Stati, monetizzando i prossimi tre mesi delle emissioni. I mercati credo si aspettino una mossa del genere se la situazione precipita.

franz ha scritto:.
Il secondo aspetto è: se qualcuno tira troppo la corda, è verosimile che sia la Germania ad uscire dall'Euro, da sola o con altri paesi, o creando un euro forte ed uno debole per gli altri?


E' improbabile. Il marco si rivaluterebbe fra il 20 e il 40% nei confronti delle varie valute dell'euro. Questo porterebbe a perdite colossali sui titoli in portafoglio alle banche tedesche e sui crediti commerciali dell'industria. Ci sarebbero perdite enormi anche per la BCE che dovrebbero essere in buona parte ripianate dal governo di Berlino.

franz ha scritto:.
Intanto un nuovo segnale di allarme: l'Iranda.

L'Irlanda andrà di nuovo salvata?
Deutsche Bank: gli istituti soccorsi nel 2010 possono avere bisogno di liquidità

DUBLINO - L'Irlanda può essere costretta a un secondo salvataggio bancario per l'aumento delle sofferenze. Lo prevede Deutsche Bank secondo cui gli istituti già salvati nel 2010 possono aver bisogno di una nuova iniezione di liquidità per coprire fino a 4 miliardi di euro di ulteriori accantonamenti oltre a quelli previsti dagli stress test. Il portavoce del governo ha smentito l'ipotesi, scrive Bloomberg assicurando che Dublino centrerà tutti gli obiettivi per tornare sul mercato nel 2013.
18.05.2012 - 17:17
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La situazione Irlandase è simile alla Spagna, anche se più grave. E' una crisi da scoppio di bolla immobiliare, ci vuole molto tempo per riassorbirla, le bolle azionarie sono meno dolorose.
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Re: Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

Messaggioda franz il 19/05/2012, 8:11

trilogy ha scritto:
franz ha scritto:.
Il secondo aspetto è: se qualcuno tira troppo la corda, è verosimile che sia la Germania ad uscire dall'Euro, da sola o con altri paesi, o creando un euro forte ed uno debole per gli altri?

E' improbabile. Il marco si rivaluterebbe fra il 20 e il 40% nei confronti delle varie valute dell'euro. Questo porterebbe a perdite colossali sui titoli in portafoglio alle banche tedesche e sui crediti commerciali dell'industria. Ci sarebbero perdite enormi anche per la BCE che dovrebbero essere in buona parte ripianate dal governo di Berlino.

Piuttosto che una rivalutazione del marco credo che ci sarebbe una svalutazione e crollo dell'euro.
Bisognerebbe immaginare il rapporto tra questo nuovo marco ed il dollaro, lo jen, la sterlina ed il franco svizzero.
Immagino che ci sarebbe una massiccia vendita di euro per comprare un po' tutte le altre valute, soprattutto franco e il nuovo marco. Il franco svizzero probabilmente lascerebbe il cambio fisso ad 1.20 con l'euro (insostenibile) e farebbe un'operazione equivalente con il nuovo marco. Se è questo lo scenario penso che anche la Francia aderirebbe a questo nuovo "marco europeo" e cosi' altri paesi che non vogliono essere trascinati nel vortice del crollo dell'euro e si ritengono abbastanza forti da sopportare una moneta forte (con gli svantaggi che una moneta forte comporta). Quindi olanda, lussemburgo e belgio come minimo. Anche all'Italia converrebbe aderire ma non è abbastanza forte.
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Londra Vendonsi case in Grecia

Messaggioda franz il 21/05/2012, 14:06

Londra Vendonsi case in Grecia
Il 39% dei britannici teme l'eurocrisi e rinuncia alla seconda dimora


Il D-Day in Europa si avvicina e la pau­ra tra i sudditi di Sua Maestà aumenta. Specie tra chi aveva investito nel merca­to immobiliare del continente (per ne­cessità o per passione). I britannici che hanno le seconde case in Grecia, Spagna e Portogallo hanno infatti appeso in mas­sa il cartello «vendesi» per paura di per­dere i loro investimenti a causa del crac dell'euro. A rivelarlo è una ricerca con­dotta dall'agenzia di cambi HiFX ripresa oggi dal settimanale britannico Sunday Times.

Secondo lo studio, il 39% dei britannici con casa in Grecia sta cercando di ven­dere. La percentuale scende al 34% in Spagna e al 23% in Portogallo - il turno­ver «fisiologico» sarebbe del 15%. È il fug­gi fuggi, insomma. Un altro studio recen­te ha d'altra parte evidenziato come, ri­spetto al 2008, le richieste di valutazione rivolte alla vendita da parte di proprieta­ri britannici siano aumentate nell'Euro­zona del 191%.

«Se la Grecia dovesse uscire dall'euro - ha commentato Mark Bodega, direttore di HiFX - ci aspettiamo una svalutazio­ne dei prezzi immobiliari del 50%». Co­me se non bastasse, al rischio crollo si è aggiunto il rafforzamento della sterlina nei confronti della moneta unica. Mora­le: non solo è difficile vendere e le valu­tazioni sono più basse rispetto agli anni del boom, ma se pure ci si riesca la pro­spettiva è quella di portare a casa, al net­to del cambio, una somma inferiore al­l'investimento iniziale. La tempesta è dunque perfetta.

Molti annunci, pochi acquirenti
«Chi ha fatto il compresso per la vendi­ta di una villa di lusso in Italia per una somma di 550 mila euro a inizio 2012, quando il cambio era a 1.18, e si aspet­tava di realizzare 466 mila sterline, al ro­gito ne incasserà invece 437 mila», ha spiegato Bodega. Il caso - dove la perdi­ta ammonta a «28 mila sterline» - spie­ga bene «il tipo di rischi ai quali i clien­ti sono esposti in una transazione della durata di tre mesi».
Vediamo allora il caso di Tara Ghale, 44 anni, proprietaria di una villetta situata sulle colline di Marbella, Spagna. La ca­sa è in vendita dall'anno scorso - al prez­zo di 240 mila euro - e sino ad oggi non c'è stato nemmeno un potenziale acqui­rente. Intanto l'incasso ipotetico è pas­sato da 214 mila sterline a 193 mila. «Quello che sta accadendo nell'area eu­ro è davvero preoccupante», ha dichia­rato al domenicale. «Per me sarà un ve­ro dilemma quando riceverò un'offerta per la casa». Certo è sempre una questio­ne di prospettive. Per chi ha i nervi saldi e fiuto per gli affari, nota il Times, questo potrebbe essere un buon momento per investire nell'Eurozona.
«Una tipica casa di vacanza francese da 250 mila euro in 10 settimane è passata da 213 mila sterline a 200mila», osserva Bodega.
www.cdt.ch 21.5.12
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