da lucameni il 06/05/2012, 18:19
L'importante è che ci sia chiarezza e che l'elettore sappia cosa vota.
L'unico vero discrimine secondo me è questo.
Andando nello specifico ritengo che parte degli ex AN, almeno su certi temi e - paradossalmente - in merito al rispetto del dettato costituzionale, siano meno inavvicinabili rispetto altri personaggi di area centrista, che si caratterizzano per ambiguità e predisposizione a cambiare casacca ad ogni stormire di vento. Oltre che particolarmente disinvolti nel campo della legalità e dello sprecare denaro pubblico.
Mi verrebbe da dire dei "futuristi"di Filippo Rossi che, pur con esperimenti fallimentari, hanno proposto "alleanze repubblicane" per spazzare via i residui del berlusconismo.
Poi la cosa si è rivelata anche parecchio velleitaria, non fosse altro che il manicheismo di Rossi si è rivelato non da poco e l'entusiasmo per i tecnici di Monti, difesi sempre senza se e senza ma come se con loro ci fosse una prospettiva politica e non mandassero avanti anche politiche sprimentate e fallimentari, ha mostrato notevoli distanze con i possibili alleati (di sinistra).
Certo che esiste un elettorato di destra che si è convintamente allontanato dal berlusconismo, forse non sa dove andare ma vuole contribuire ad un'Italia dove abbia cittadinanza una destra non assimilabile a Berlusconi.
Non so davvero se questa base di elettorato e militanti possa temporaneamente affiancarsi alla sinistra (almeno quella non ideologicamente più caratterizzata dalle nostalgie falce e martello), se ci siano le condizioni o lo stomaco degli altri elettori.
Qualche esempio di "grosse coalition" l'abbiamo avuto anche in Europa, ma qui di "grosse" temo non ci sia nulla.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)