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I suicidi non sono aumentati per la crisi

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I suicidi non sono aumentati per la crisi

Messaggioda gabriele il 16/05/2012, 21:10

I suicidi non sono aumentati per la crisi
Le persone che si tolgono la vita a causa di difficoltà economiche sembrano solamente in aumento. Andiamoci piano: i dati statistici raccontano un’altra verità

09 maggio 2012 di Daniela Cipolloni

Sembra inarrestabile l’ escalation di suicidi legati alle difficoltà economiche. Un bollettino di guerra, quasi all’ordine del giorno. Gli ultimi tre casi, due nel salernitano e uno nel milanese nella giornata di ieri, portano a 38 il bilancio delle cosiddette vittime della crisi dall’inizio del 2012 , quasi un terzo delle quali in Veneto. Tanto da spingere il segretario dell’ Associazione artigiani piccole imprese (Cgia) di Mestre, Giuseppe Bortolussi, a lanciare un appello al presidente Giorgio Napolitano perché intervenga.

La politica cavalca l’onda funesta, con il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che ha usato parole fortissime contro il premier Mario Monti, accusandolo di avere queste morti sulla coscienza. Ma davvero stiamo assistendo a un’ impennata di suicidi? Davvero la crisi sarebbe la causa di questa strage? Il 2012 sarà ricordato come l’anno dei suicidi o forse ce lo stanno dipingendo così? I dati, se si reputano affidabili le 38 morti dichiarate, parlano chiaro: nel 2012, ogni giorno ci sono 0,29 suicidi per motivi economici, contro lo 0,51 del 2010 e lo 0,54 del 2009. Nessuna epidemia suicida in corso, almeno finora. Per valutare davvero la situazione, si dovrà aspettare.


“ Ogni anno in Italia si verificano circa tremila casi di suicidio, con punte di quasi quattromila casi nei primi anni Novanta”, osserva Stefano Marchetti, responsabile dell’ultima, recentissima, indagine dell’ Istituto nazionale di statistica (Istat) su suicidi e tentativi di suicidio in Italia, relativa all’anno 2010: “ Ogni gesto estremo, come quelli che le cronache recenti raccontano, nasconde una tragedia umana e impone il massimo rispetto. Ma è difficile affermare, a oggi, che vi sia un aumento statisticamente significativo dei suicidi dovuto alla crisi economica. Temo che si stiamo facendo affermazioni forti, senza robuste evidenze scientifiche”.

Può sembrare cinico snocciolare numeri e percentuali, ma è l’unico modo per separare i fatti dalle impressioni. Dicevamo: 38 suicidi per motivi economici dal 1 gennaio all'8 maggio 2012. Purtroppo sono la punta dell’iceberg rispetto al fenomeno generale. Nel 2010, per esempio, l’Istat ha contato 3.048 suicidi, di cui 187 per motivi economici, “ in base a quello – specifica Marchetti – che viene indicato dalle forze dell’ordine come il presunto movente”. Se si escludono i suicidi per motivi d’onore (18 in tutto), quello economico è, per assurdo, il movente meno preoccupante di tutti. Quasi una persona su due (1.412) ha deciso di farla finita a causa di una malattia (per 4 su 5 di origine psichica). La seconda causa di suicidio è affettiva: 324 persone si sono tolte la vita per questioni di cuore, quasi il doppio rispetto a chi l’ha fatto per il conto in banca. E quasi in un caso su tre non è stato possibile individuare il movente del gesto. Questo per dire che debiti, tasse, difficoltà economiche possono sì indurre a compiere una follia, ma la piaga sociale dei suicidi è molto più vasta e complessa di come appare dai mezzi d’informazione.

Guardiamo agli anni passati, per vedere se la crisi ha colpito davvero. Nel 2008, i suicidi per ragioni economiche sono stati 150, su un totale di 2.828 casi. Nel 2009, sono stati 198 su 2.986 casi. Se si prende solo il dato numerico questo significa che sono aumentati del 24,6% tra 2008 e 2010, ma anche che sono diminuiti del 6 per cento tra 2009 e 2010. Rispetto al totale, questi atti rappresentano il 5,3% di tutti i suicidi nel 2008, il 6,6% nel 2009 e il 6,1% nel 2010. La variazione percentuale, insomma, appare minima.

Dopo di che, è innegabile che le difficoltà economiche o la mancanza di un lavoro possano gettare nella disperazione. Secondo il recente rapporto dell’ Eures Ricerche Economiche e Sociali, intitolato Il suicidio in Italia al tempo della crisi sarebbero in aumento i suicidi tra i disoccupati (362 nel 2010, contro 357 nel 2009 e una media di 270 nel triennio precedente), con un +40% tra 2008 e 2010. I più a rischio sarebbero proprio loro, quelli che hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo, seguiti da imprenditori e liberi professionisti.

Tuttavia occorre cautela prima di emettere sentenze. In Germania, la cui economia tiene, il numero dei suicidi è quasi doppio rispetto all’Italia e in Finlandia, dove la qualità della vita è molto più alta, i suicidi sono quattro volte superiori ai nostri. Nella Grecia sull’orlo del collasso ci sono poco più della metà dei suicidi rispetto all’Italia e può sembrare paradossale, ma il paese nel quale la situazione economica è più drammatica è anche quello dove si verificano meno suicidi in tutta Europa ( qui si trovano un po’ di tabelle).

È giusto affrontare il problema, ma interpretare la situazione attuale come una drammatica emergenza legata alla crisi è una forzatura. Ed è pericoloso, perché il fenomeno dei suicidi è a forte rischio emulazione. Questo sì, è scientificamente provato. “ Studi epidemiologici internazionali dimostrano con certezza che le notizie dei suicidi da crisi economica, se presentate in modo sensazionalistico, inducono altri suicidi, innescando un pericoloso ‘effetto domino ’”, dice Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano: “ Le persone che compiono questi gesti estremi sono nella grande maggioranza dei casi entrate da tempo nel tunnel della patologia psichica, prevalentemente depressiva, che toglie la possibilità di trovare soluzioni alternative. I gesti estremi possono essere scatenati da fatti contingenti che esasperano una situazione economica già complessa, ma s’innescano in personalità da tempo fragili e vulnerabili che non hanno avuto la possibilità di chiedere aiuto per la loro sofferenza psichica”. L’appello rivolto a chi governa è che potenzino i servizi di salute mentale, in questo periodo di recessione. Perché c’è tanta gente che non sa a chi chiedere aiuto, ma non solo per motivi economici.


http://daily.wired.it/news/scienza/2012 ... ml#content
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Re: I suicidi non sono aumentati per la crisi

Messaggioda franz il 17/05/2012, 9:06

Tutto giusto e qui ne abbiamo parlato spesso. Basta cercare "suicidi" con il motore di ricerca nel forum.
Eppure quanti si sono buttati in modo demagogico? Non solo Di Pietro ma anche Grillo: ricordate la polemica sui suicidi ed equitalia?
Scorrendo i messaggi del forum che contengono il termine ho ritrovato anche il riferimento ad un articolo del prestigioso N.Y. Times e ad un testo di Krugman. Si parlava anche dell'alto numero di suicidi in grecia, cosa che appare smentita dall'articolo qui sopra. I paesi mediterranei sono infatti quelli con il tasso piu' basso di suicidi in europa: http://www.eures.it/upload/doc_1305878239.pdf e la grecia è l'ultimo, con il tasso piu' basso.

Tra le cose discusse qui, che pero' non sono accennate nell'articolo mi pare oppurtuno ricordare che il suicidio è fortemente legato al fenomeno della depressione, che a sua volta è una malattia da curare. Uno che perde la ragazza o il lavoro, non si suicida. In base alle statistiche sappiamo che in Italia circa 400'000 persone all'anno perdono il lavoro semplicemente perché chiude o fallisce l'azienda per cui lavorano. Chissè quante centinaia di migliaia di coppie, giovani e meno giovani, vanno in crisi affettiva e si lasciano, senza per questo arrivare al suicidio. In realtà è a mio avviso sbagliato dire che il suicidio è a causa di una malattia, di un problema affettivo oppure economico. Il suicidio è a causa di un fenomeno di grave depressione. Puo' essere una depressione che dura da anni e conosciuta ai parenti oppure un fenemeno che monta rapidamente ed ignoto a chi vive insieme al suicida. Ma senza depressione è veramente difficile che una persona si ammazzi. Osservando la tabella linkata sopra si nota nel confronto internazionale un fatto abbastanza evidente, pur non perfettamente lineare. Il tasso segue un andamento nord sud che è legato all'insolazione, al ciclo giorno notte ed ai lunghi e freddi inverni nordici ed alpini.

Questo non vuol dire che il problema non sia politico. Anzi nei paesi in cui il tasso è altissimo la collettività ha preso misure per tentare di diminuirlo. Riuscendoci anche in parte, come in Svezia. Li' pero' sicuramente nessuno ha cavalcato il dramma dei suicidi per motivi politici. Se la depressione è una malattia va curata, offrendo anche ambienti luminosi, le opportune medicine e soprattutto un sostegno psicologico (al limite anche il semplice "telefono amico", cioè qualcuno con cui parlare nei momenti piu' difficili). Se pero' la persona che medita il suicidio viene a sapere che qualcuno di autorevole (un politico, un economista) dà la colpa dei suicidi alla crisi o altri fattori esterni, questo potrebbe scatenare alcuni elementi del complesso psicologico della persona depressa, aiutandola a trovare un alibi che serva a dimostrare che la colpa è esterna (la crisi) mentre in realtà è interna (il suo disagio). Paradossalmente questo puo' creare un effetto di emulazione che moltiplica i suicidi legati ad una particolare causa.
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Re: I suicidi non sono aumentati per la crisi

Messaggioda flaviomob il 17/05/2012, 18:24

Intanto i suicidi per motivi economici in Italia sono triplicati dal 1990 all 2009 come si vede dalla tabella contenuta in questo documento.

La tabella è a pagina 3

1990: 69 suicidi per motivi economici
2009: 198 suicidi per motivi economici


http://www.eures.it/upload/doc_1305878239.pdf


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Re: I suicidi non sono aumentati per la crisi

Messaggioda franz il 17/05/2012, 23:04

Oggi sono diminuiti (proporzionalmente) i casi legati a malattie fisiche e psichiche, sono aumentati quelli legati a problemi affettivi ed economici. Ma sono diminuiti (-405 casi) quelli per motivi "non indicati". È possibile che una volta non si volesse far sapere il motivo, in quasi il 40% dei casi.
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