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Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda franz il 12/05/2012, 14:57

Mi pare che ne abbiamo discusso a fondo in altri thread, un anno o due fa.
Non ci interessa sapere quanti siano. Se sono il 20% o il 70%. il concetto non deve essere assoluto ma deve essere relativo.
Metti che in un determinato contesto siano tutti abbastanza meritievoli .... ma sono 10'000 e non possono essere tutti uguali. Hai mai visto 10'000 persone tutte uguali? Quindi qualcuno sarà piu' meritevole di altri.
Questo è il punto. Individuare il 10%, il 25%, il 33% piu' meritevole in ogni contesto.
Come? con vari metodi. Nessuno è perfetto ma per ripute prove ed errori si procede e si migliora.
Sempre meglio dell'errore piu' grande, di non premiare alcun merito.
Il sistema gaussiano (ripetuto ciclicamente per molti anni) è sempre valido, sia che siamo in un contesto in cui pochissimi sono meritevoli, sia in uno in cui lo sono quasi tutti. Il contesto di merito in fatti non è assoluto ma dipende anche dal contesto in cui sei. Essere migliore ad Howard o Berkeley non è come esserlo nell'università in rank 500. Ma in ogni contesto ci sono migliori da premiare.
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda lucameni il 12/05/2012, 15:03

Certo che in ogni contesto ci sono i migliori da premiare o incentivare. Senza pretendere ovviamente la perfezione del sistema di incentivi. Quel minimo di alea e discrezionalità ad minchiam è nelle cose anche delle organizzazioni più efficienti.
Ma appunto un minimo.
Semplicemente occorrono gli strumenti adatti e le persone con una cultura organizzativa, immesse in organizzazioni funzionali, che sappiano gestire indicatori e parametri.
Ad oggi non c'è nulla di tutto questo, salvo qualche eccezione.
Se andiamo a vedere gli effetti anche soltanto delle premiazioni dei dirigenti meritevoli potremmo trovare sorprese. Ovvero la prosecuzione di una politica fatta solo di annunci e volta a favorire alcuni paraculati. Non altro.
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda franz il 12/05/2012, 16:52

lucameni ha scritto:Ad oggi non c'è nulla di tutto questo, salvo qualche eccezione.

Ok, pochi ma buoni e vediamo di premiarli.
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda Robyn il 15/05/2012, 7:34

La riforma della premialità nella PA è il frutto della sintesi tra due concezioni culturali incompatibili.Quella liberista e quella marxista.Quella liberista di Brunetta,la riforma superman, prevede la premialità per pochi.In breve significa che tutti gli altri cercheranno di raggiungere superman ma non ci riusciranno e arrendendosi lavoreranno tanto per lavorare,e quindi ci sarà un calo generale di produttività.Poi c'è la riforma stanislao quella secondo la quale la premialità viene divisa in parti uguali fra tutti.Stanislao lavorerà ma non sarà gratificato più di tanto perche parte del suo premio andrà anche a chi non ha meriti e per la precisione a ludmila.Di conseguenza anche qui ci sarà un calo generale di produttività.Per porre rimedio ai guasti di superman,superman e stanislao si metteranno d'accordo aumentando il numero di quelli che avranno il premio con un secondo scalino al 25% e un terzo scalino dove non c'è nessuna premialità,detta non meritevoli,senza calcolare che tra i non meritevoli ci sono anche quelli che per caratteristiche indipendenti dalla loro volontà non possono contribuire alla produttività.In questo modo però la produttività ha solo un leggero aumento perche stanislao se è quasi pari a superman in fatto di premialità non la avrà e perderà circa il 75% della sua premialità e quindi si impegnerà solo per il 25%.Ludmila lavorerà per avere almeno il 25% ma avendo un premialità del 24% non avrà nessuna premialità e quindi lavorerà tanto per lavorare perche non sarà gratificata al pari di stanislao.Quindi per poter colorare completamente la curva anglosassone,che una parabola che sale per poi discendere, e quindi avere la massima produttività,la premialità deve essere in funzione della qualità e della produttività del singolo dipendente pubblico o privato che sia,con un limite massimo,per evitare di inasprire ed esasperare la competitività fra ludmila,stanislao e superman.Poi ci sono le categorie protette e per queste si può partire da un premio minimo a prescindere dalle loro capacità ciao robyn
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Corte dei conti: produttività in calo.

Messaggioda franz il 15/05/2012, 8:04

Il costo dello Stato
Ogni cittadino spende 2.849 euro per i dipendenti pubblici
Corte dei conti: produttività in calo. E critica l'intesa sugli statali

ROMA - Se si misura il costo degli stipendi pubblici in rapporto ai cittadini, noi italiani spendiamo decisamente più dei tedeschi: 2.849 euro ciascuno, contro 2.830 euro in Germania. Ovvio. Meno ovvio, forse, che la nostra spesa procapite sia superiore anche a quella di Grecia (2.436) e Spagna (2.708). Va detto che ci sono Paesi anche più generosi dell'Italia. Per esempio il Regno Unito (3.118) e l'Olanda (3.557). Per non parlare della Francia (4.001), dove peraltro dovrebbe salire quest'anno ancora di 4 miliardi.

Il vero problema non è però il livello della spesa, peraltro perfettamente allineato alla media europea dell'11,1% del Prodotto interno lordo (anche se di ben 3,2 punti superiore alla Germania dove in dieci anni è calato dello 0,3% mentre da noi è salito dello 0,6%). Piuttosto, la sua efficienza, e qui sta il vero problema della pubblica amministrazione made in Italy. Lo dice senza mezzi termini un rapporto della Corte dei conti: «In un contesto caratterizzato dalla perdita di competitività del sistema Italia preoccupanti segnali riguardano la produttività del settore pubblico».

In quella relazione appena sfornata dalla magistratura presieduta da Luigi Giampaolino c'è un grafico che mostra come proprio la produttività, cresciuta nel 2010 di oltre il 2%, sia tornata lo scorso anno a zero, ricominciando nel 2012 perfino a scendere «in linea con le stime dell'andamento del Pil». Dunque, il costo del lavoro per unità di prodotto riprende a salire. Di chi la colpa? L'assenza della meritocrazia. La relazione spiega che il blocco della contrattazione deciso nel 2010 per tamponare le spese ha «comportato il rinvio delle norme più significative in materia di valutazione del merito individuale e dell'impegno dei dipendenti contenute nel decreto legislativo n. 150 del 2009». Ma ha pure «impedito l'avvio del nuovo modello di relazioni sindacali delineato nell'intesa del 30 aprile 2009 maggiormente orientato a una effettiva correlazione tra l'erogazione di trattamenti accessori e il recupero di efficienza delle amministrazioni».

Musica per le orecchie dell'ex ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, artefice di quella operazione. Mentre il successore Filippo Patroni Griffi, che era stato anche capo di gabinetto dello stesso Brunetta, non ha resistito: «Premiare i migliori e aumentare la produttività sono le nostre priorità. Bisogna metterle in pratica». Anche se i magistrati non ne sembrano proprio convinti, a giudicare dalle «perplessità» sul «contenuto della recente intesa fra Governo, Regioni, Province, Comuni e sindacati» manifestate nel rapporto. La Corte dei conti dice che quell'accordo, «azzerando il percorso» della riforma Brunetta, rischia di lasciare tutto com'è: consentendo cioè che nel pubblico impiego si privilegi la «distribuzione indifferenziata dei trattamenti accessori al di fuori di criteri realmente selettivi e premiali».

Intanto però gli effetti del giro di vite deciso un paio d'anni fa si sono fatti sentire, eccome. Basta dire che per la prima volta, da quando è stata introdotta una specie di «privatizzazione» del rapporto di lavoro, il costo del personale pubblico nel 2010 è diminuito. Esattamente dell'1,5%, per un esborso complessivo di 152,2 miliardi. Niente di eclatante, ma per un Paese come l'Italia è un fatto storico. I dipendenti pubblici a fine 2010 erano 3 milioni 458.857. Ovvero, 67.174 in meno rispetto a un anno prima. Si è sforbiciato dappertutto, con un paio di eccezioni. Come le solite Regioni e Province a statuto speciale, che neppure nel 2010 hanno voluto rinunciare ad accrescere gli organici: anche in un comparto come la scuola. Mentre nel resto d'Italia il personale scolastico diminuiva di circa 32 mila dipendenti, negli istituti di Trento e Bolzano si gonfiava di 441 unità.

E poi c'è Palazzo Chigi. Nell' annus horribilis del pubblico impiego, mentre scattava quel giro di vite senza precedenti, era l'unico posto dove paghe e dipendenti continuavano ad aumentare a ritmi forsennati. Alla presidenza del Consiglio dei ministri, nel 2010, si spendevano per gli stipendi al personale 198 milioni e 700 mila euro: l'11,2% in più in un solo anno. Depurando la cifra degli arretrati, si arriva addirittura al 15,5%. Semplicemente pazzesco l'aumento dell'esborso per le retribuzioni dirigenziali, cresciuto del 20%. Con punte astronomiche del 35,5% e del 57% rispettivamente per i dirigenti di prima e seconda fascia a tempo determinato. Il tutto mentre anche il numero dei cedolini saliva senza sosta. Alla fine dell'anno raggiungeva le 2.543 unità con un aumento del 7%, che toccava l'8,9% considerando il solo personale non dirigente. Motivo, la stabilizzazione di ben 142 precari.

Com'è possibile che questo sia accaduto nonostante il blocco delle buste paga di tutti i dipendenti pubblici? Elementare: «Incrementando gli addetti della Protezione civile ed estendendo l'applicazione dei contratti collettivi del comparto al personale trasferito alla presidenza del Consiglio», fra cui «gli addetti alla segreteria tecnica del Cipe» e quelli «in servizio presso il dipartimento del Turismo e dello sport», spiega la relazione della Corte dei conti. Nella quale si sottolinea come nel 2010 siano state finalmente considerate in quella voce di spesa anche le retribuzioni dei collaboratori dei politici, estranei alla pubblica amministrazione. Il dato di quanti fossero nel penultimo anno del governo di Silvio Berlusconi non è conosciuto: né il rapporto rivela il numero dei dipendenti presi «in prestito» da altri uffici pubblici. Specificando però che questi, "pur in flessione», continuano «a rappresentare oltre il 40% del personale in servizio». Se questo è vero, nella miriade di uffici della presidenza del Consiglio disseminati per Roma lavorano non meno di 4.500 persone.

Più o meno quante ne mancano nella pubblica amministrazione a causa dei permessi e dei distacchi sindacali. Rielaborando i dati della Funzione pubblica, la Corte dei conti giunge a questa conclusione: «la fruizione di aspettative retribuite, permessi, permessi cumulabili e distacchi relativamente al 2010 può essere stimata come l'equivalente all'assenza dal servizio per un intero anno lavorativo di 4.569 unità, pari a un dipendente ogni 550 in servizio». Con un costo «a carico dell'erario» pari a 151 milioni. E «al netto degli oneri riflessi».

Sergio Rizzo 15 maggio 2012 | 7:27 http://www.corriere.it

Scheda: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Econ ... onto.shtml
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda lucameni il 15/05/2012, 8:56

Mi pare però che in queste inchieste non si specifichi molto bene le categorie del pubblico impiego.
Tra l'altro spesso si mette insieme l'impiegato pubblico col manager milionario delle partecipate, a rigore neppure ente pubblico. Oppure si parla del dirigente capo dipartimento che guadagna magari 30 volte di più dell'impiegato ex concetto.
Là si viaggia su stipendi elevatissimi, almeno in rapporto alla normalità propria dei dipendenti, siano nel pubblico siano nel privato.
La normalità sono gli impiegati di seconda area (quelli quantitavamente più numerosi) dove si supera di poco i 1000 euro mensili (netti ovviamente).
Poi ci sono aree privilegate come i dipendenti degli organi costituzionali.
Altro discorso, sempre diverso rispetto la presunta generosità delle buste paga (quelle "normali") sono le assunzioni clientelari e inutili in enti che non ne hanno bisogno.
Alla fine rimane il principio che, accanto ad alcuni emolumenti generosissimi, che però non sono la regola, nel pubblico, almeno nell'area intermedia si chiede poco e si dà poco. Basta fare qualche confronto con nostri cugini europei.
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Messaggioda Iafran il 15/05/2012, 10:54

lucameni ha scritto:Altro discorso, sempre diverso rispetto la presunta generosità delle buste paga (quelle "normali") sono le assunzioni clientelari e inutili in enti che non ne hanno bisogno.

I governi del berlusca (che si sono mantenuti a forza di sostegni esterni ... non senza contropartite) hanno fatto quel che hanno voluto ... sforbiciando fra le categorie periferiche (più lontane e numerose) e nominando quelli più vicini nei posti dirigenziali (forse, creati "ad hoc").
È evidente che "il dato di quanti fossero nel penultimo anno del governo di Silvio Berlusconi non è conosciuto: né il rapporto rivela il numero dei dipendenti presi «in prestito» da altri uffici pubblici" (Sergio Rizzo), come il costo di tutte le "trovate" della "Banda Bassotti" sarà molto difficile da appurare (ci sono sempre i suoi avvocati-parlamentari che dall'interno penseranno a ricusare o ad stravolgere qualsiasi verifica).
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda lucameni il 15/05/2012, 12:33

ma va anche detto che ci sono amministrazioni in grave difficoltà, dove mancano funzionari, dirigenti e personale qualificato.
O funziona la mobilità o delle assunzioni devono essere fatte, salvo poi riorganizzare le piante organiche.
Quindi per far funzionare la P.A. non si può pensare solo di tagliare. Si deve anche assumere secondo crismi di merito.
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda Robyn il 15/05/2012, 15:05

Intorno ai pubblici impiegati si fà molta propaganda.In questi anni sono state fatte molte riforme nella PA.E stato introdotto il merito"fatto male"il tesserino per verificare l'entrata e l'uscita dei dipendenti,è stata riformato il criterio di nomina dei dirigenti.Questi vengono reclutati all'interno della PA con un corso e relativo concorso che dovrebbe essere molto selettivo così come devono essere selettivi i corcorsi per i pubblici impiegati che non dovrebbero essere reclutati senza concorso,che poi sono assunzioni clientelari.Inoltre c'è stata l'informatizzazione dell'apparato statale.Poi c'è la nomina diretta dei dirigenti da parte del governo per evitare che questi possano porsi in contrasto con le linee di indirizzo e contro la PA stessa.I partiti non dovrebbero entrare nel merito delle nomine.Inoltre le disfunzioni della PA non sono mai colpa dei pubblici dipendenti ma di chi la amministra.Le ferie i permessi le prendono anche i dipendenti privati al pari di quelli pubblici.La PA comunque rimane un'apparato complesso e con caratteristiche sempre diverse dal settore privato,in cui bisogna eliminare la piaga della precarietà eliminando le relative cause ed introdurre la legge antimobbing ciao robyn
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Messaggioda franz il 15/05/2012, 17:12

lucameni ha scritto:ma va anche detto che ci sono amministrazioni in grave difficoltà, dove mancano funzionari, dirigenti e personale qualificato.
O funziona la mobilità o delle assunzioni devono essere fatte, salvo poi riorganizzare le piante organiche.
Quindi per far funzionare la P.A. non si può pensare solo di tagliare. Si deve anche assumere secondo crismi di merito.

A proposito di carenze, è noto che molti amici del sud vengono assunti, su concorso, nelle sedi del nord in cui c'è carenza di personale (con punteggi piu' alti ... non si sa come ...) e dopo pochi anni chiedono il traferimento d'ufficio al sud, dove carenze non ce ne sono (anzi) e naturalmente con tutte le protezioni sindacali e clientelari del caso (ricongiugimento e via dicendo). Inutile dire che in un assetto realmente federale questi giochetti non sarebbero possibili.
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