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Deficit, il piano di Monti alla Ue

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda franz il 05/05/2012, 8:40

Deficit, il piano di Monti alla Ue
"Via dal calcolo investimenti e rimborsi"

Il premier vuole portare le misure al Consiglio di giugno. Il bilancio dell'Unione usato tutto per la crescita mentre la spesa produttiva e il soldi da restituire alle imprese non vanno contati nei parametri di Maastricht
di ALBERTO D'ARGENIO e ROBERTO PETRINI

ROMA - Tra contatti riservati e pressioni che rimbalzano tra le due sponde dell'Atlantico, prende forma il piano per la crescita che il 28 giugno Mario Monti porterà al Consiglio europeo di Bruxelles. Il premier prende la rincorsa lunga, insieme al ministro Enzo Moavero inizia a sondare i partner già adesso sperando di arrivare al vertice con il maggior consenso possibile. E un ruolo lo svolgerà anche il presidente Usa Obama. Ma intanto preoccupano i conti pubblici: vanno tenuti a bada perché la recessione morde, rischiando di allontanare quell'azzeramento del deficit nel 2013 vitale per mantenere credibilità in Europa e di fronte ai mercati internazionali.

Il piano italiano per riportare il Continente a crescere - e ad uscire dalla letale recessione - è un mix tra misure liberali e keynesiane. Da un lato Palazzo Chigi pressa Bruxelles perché al summit di giugno porti quei testi - chiesti da Roma e in buona parte abbracciati dai partner europei - che obbligheranno le Capitali a fare le liberalizzazioni e ad aprire i loro mercati per far assomigliare l'Ue agli Usa, dove gli investimenti (e il lavoro) tra uno Stato e l'altro non hanno barriere favorendo la crescita. Dall'altro l'Italia ha portato dalla sua Francia e Germania perché il bilancio Ue 2014-2020 - una torta da 430 miliardi - venga usato tutto per la crescita e non a pioggia, come accade oggi. E poi le due carte vitali, almeno per l'Italia: lo scomputo da deficit e debito della spesa pubblica che produce crescita (Golden
Rule) e il permesso di saldare i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese (per l'Italia 70 miliardi che stanno ammazzando l'economia) anche in questo caso senza conteggiarli nei parametri di Maastricht. Una moratoria sul deficit, quest'ultima, valida almeno fino all'entrata in vigore del Fiscal compact, il patto sul rigore che le Capitali ratificheranno nei prossimi mesi.

Un pacchetto sul quale Monti ha già sondato Barroso, presidente della Commissione Ue, ma soprattutto la Merkel e Cameron. "Quello di alleggerire i bilanci dai debiti verso le imprese è un modo per rilanciare l'economia e rendere più sostenibile il Fiscal compact", è il ragionamento che Monti fa alle altre cancellerie. Dalle quali, Bundesamt compreso, avrebbe fin qui ricevuto aperture. Così come favorevole sarebbe il quasi presidente francese Hollande. Il calcolo di Palazzo Chigi è dunque che misure fino a poco tempo fa "blasfeme" per i rigoristi del Nord ora potrebbero passare. Tutti si sono resi conto che serve crescita e da domenica sera in Francia potrebbe arrivare Hollande, il cui "Memorandum" europeo per ora riservato (lo presenterà alla Merkel già lunedì a Berlino) darà spinta politica al disegno italiano. Monti nel mirino mette anche gli Eurobond, ma non ora: la battaglia si giocherà in autunno quando la Merkel potrebbe essere pronta a mollare anche su questo versante. Intanto un aiuto sta arrivando dai socialisti tedeschi (Spd), che minacciano la Cancelliera di non darle i voti per ratificare il Fiscalpakt (la firma congiunta del patto in Italia e Germania del 25 giugno potrebbe slittare tra luglio e settembre) se non assicurerà l'ok a misure per il rilancio dell'economia.

Il "piano Monti" potrebbe però dare ai mercati la pericolosa impressione che l'Europa voglia di nuovo indebitarsi. Un autogol - specie per il professore, per il quale il rigore resta necessario - che il premier cerca di evitare rivolgendosi riservatamente a Washington. In questi giorni i rapporti con Obama sembrano essere ancora più forti (in arrivo l'annuncio di una iniziativa diplomatica entro il G20 dei metà mese), con Monti che mira a ottenere dal presidente Usa quella copertura politica al piano capace di rilassare gli investitori globali. Intanto le trame europee del governo si accavallano con la gestione dei conti, sempre più preoccupanti per Monti. A pesare c'è la recessione. La caduta del Pil stimata in dicembre dal Salva-Italia era dello 0,4%. Nei giorni scorsi con il Def si è scesi all'1,2%, ma per il governo il deficit è salito solo dall'1,6 all'1,7%, mentre l'Fmi parla del 2,4%: all'appello mancherebbe almeno mezzo punto di Pil, circa 8 miliardi. Ci sono poi le "spese non rinviabili": missioni internazionali, 5 per mille e autotrasporto. Altri 6-7 miliardi. In più non è detto che il Salva-Italia riesca a raccogliere tutti i 21 miliardi previsti. Se per ora all'orizzonte non c'è nessuna manovra correttiva, quel che esiste è un timore sui conti che può essere valutato tra i 10 e i 20 miliardi. Per questo i tecnici del governo stanno alzando le dighe: ci sono le risorse che arriveranno dalla lotta all'evasione - 12 miliardi nel 2011 e forse di più nel 2012 - per ora non impegnate ma che di certo aiuteranno. Mentre la cartuccia della spesa per interessi, prudentemente posizionata a dicembre su uno spread a 500, potrà essere usata solo in presenza di una forte riduzione del tasso di interesse, ma oggi siamo sempre tra 350 e 400 punti. C'è infine la spending review: 4,2 miliardi da reperire in sette mesi che, con tutta probabilità, serviranno a salvare il Natale - e con esso il Pil - degli italiani. Nei piani di Palazzo Chigi andranno usati per evitare l'aumento dell'Iva previsto per ottobre, rinviandolo almeno fino a gennaio.

(05 maggio 2012) www.repubblica.it
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda franz il 05/05/2012, 8:53

Molti miliardi (una trentina secondo alcune stime) potrebbero venire dall'accordo con la Svizzera, ora che la UE ha dichiarato che gli accordi bilaterali già firmati dalla svizzera con germania e regno unito sono conformi al diritto comunitario (quello austriaco è troppo recente ed è ancora sotto esame). Infatti Monti ha recentemente mandato segnali di apertura alla Svizzera, facendo sapere che se si chiude la vertenza sull'imposizione dei frontalieri è pronto ad un'intesa con Berna. Quella vertenza tuttavia era stata aperta (con il blocco del 50% dei ristorni) come misura per indurre Roma a togliere la svizzera dalla lista nera "privata" che l'Italia aveva creato con il Ministro Tremonti. In gioco per l'Italia pero' ci sono decine di miliardi per cui le rispettive diplomazie troveranno sicuramente una soluzione, anche rapida. Infatti ipotizzando che l'accordo fiscale con Berna consenta un versamento una tantum nelle casse italiane di 20 o 30 miliardi, l'Italia potrebbe usare quella cifra o per ridurre deficit e debito oppure (se trova l'accordo con gli altri partner europei) per pagare alle aziende, senza indebitarsi troppo, i crediti fiscali che attendono da anni.
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda trilogy il 05/05/2012, 13:04

l'economia globale sta di nuovo frenando e viste le condizioni di partenza il problema può essere molto serio

Europa: crolla indice Pmi manifatturiero ad aprile
Bluerating – mer 2 mag 2012

Nuovi segnali preoccupanti per la produzione in Europa: l'indice Pmi (dei direttori acquisti) del settore manifatturiero cala infatti a 45,9 punti in aprile leggermente al di sotto delle attese (consensus: 46 punti), ma il dato nasconde una realtà che resta molto variegata anche se la crisi pare rapidamente estendersi dalla periferia al centro.
La Germania cala da 48,4 a 46,2 punti (consensus: 46,3) e segna il dato peggiore dal luglio 2009, la Francia passa da 47,3 a 46,9 (minimo degli ultimi tre anni), l'Italia crolla da 47,9 a 43,8 (consensus: 47), la Spagna cade dal 44,5 al 43,5, e tocca il minimo dal 2009 a sua volta. Dato peggiore di tutti ancora una volta per la Grecia, che cade da 41,3 a 40,7. (l.s.)

Canada: Pmi in calo più delle attese ad aprile
Il Pmi canadese ad aprile è sceso a 52,7 punti. A marzo l’indice era risultato pari a 63,5 punti e gli analisti avevano pronosticato 62,6 punti. L’indicatore è redatto dalla Purchasing Management Association of Canada e dalla Richard Ivey School of Business.

I dati USA sull'occupazione oltre ad essere sotto le previsioni sono gonfiati dal crollo del tasso di partecipazione al lavoro.

Usa: tasso partecipazione a mercato lavoro ai minimi dal 1981.
Il calo del tasso di disoccupazione negli Usa, attestatosi ad aprile all'8,1% dall'8,2% di marzo, è influenzato in buona parte dal calo della forza lavoro complessiva, diminuita di 342mila unità nell'ultimo mese. Il tasso di partecipazione, ossia della quota di persone in età lavorativa che fanno parte della forza lavoro, èpassato dal 63,8 al 63,6%, toccando il livello più basso dal 1981.
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda franz il 06/05/2012, 9:00

Chi lavora nelle microimprese avava già percepito da 3 mesi questo grosso calo, come minimo da febbraio.
Ma sta arrivando un'altra "tegola", il debito sommerso regionale.

L'allarme del Tesoro sul debito:
bilanci regionali fuori controllo

I pagamenti dovuti alle imprese oscillano tra 30 e 70 miliardi

ROMA - C'era un tempo in cui sembrava convenisse a tutti: «Agli imprenditori, che nel subire i ritardi cronici nei pagamenti riscuotevano alti interessi di mora e per finanziarsi preferivano rivolgersi alle banche, a tassi molto bassi. E allo Stato, che evitava di contabilizzare disavanzo ulteriore».

Nelle stanze del governo, a Palazzo Chigi, chi racconta introduce così il discorso. Che oggi però ha un titolo diverso e insieme amaro, schietto e certamente allarmante: si chiama, senza giri di parole, «poca trasparenza dei conti pubblici». Qualcosa che nell'immaginario evoca scenari economici ben più drammatici di quelli che sta vivendo il Paese e che alla vigilia dell'introduzione del Fiscal compact , e nella prosecuzione dell'opera di «risanamento del sistema della finanza pubblica italiana», per usare le parole del ministro Giarda, non è più possibile tollerare.

Il quadro della situazione finanziaria che nell'esecutivo si fa in queste ore è grave. Si moltiplicano fatti di cronaca frutto della disperazione provocata da stretta creditizia, recessione e ritardi cronici nei pagamenti della pubblica amministrazione, ma non si vede l'uscita dal tunnel: «Il livello di sofferenza del sistema privato è purtroppo destinato a peggiorare», e per di più si hanno poche certezze su cosa attenda il Paese per raggiungere il pareggio di bilancio del prossimo anno.

Sul versante contabile una parte cospicua dell'allarme deriva proprio dal capitolo dei pagamenti arretrati delle pubbliche amministrazioni. Monti ne discute con la Merkel, vorrebbe arrivare a un patto europeo, in modo da far emergere un debito sommerso (statale e periferico) la cui entità, con precisione, persino alla Ragioneria dello Stato, nessuno conosce con esattezza.

Ma il problema non è solo quello di ottenere un favor concordato a Bruxelles, che coinvolga gli altri Paesi e magari con l'emissione di titoli pubblici al posto del pagamenti, «il problema è anche la stima dei debiti degli enti locali e dei debiti sanitari delle Regioni verso le imprese, che varia da 30 a 70 miliardi di euro!». Un vero e proprio buco nero.

Anni di mancata contabilizzazione di questo tipo di spesa pubblica in conto capitale hanno prodotto quello che al Tesoro descrivono come «un doppio sistema perverso», che a sua volta ingloba «una bolla»: per dare una boccata di ossigeno alle imprese, per ottemperare alla nuova direttiva europea sui tempi di pagamenti, per fare chiarezza nei conti una volta per tutte, senza poter produrre ulteriore disavanzo, «siamo di fronte a un debito sommerso di cui conosciamo solo la parte statale», che non dovrebbe essere superiore a 18 miliardi, ma «della parte che riguarda il debito regionale sanitario e quello degli enti locali esiste un serio problema di identificazione». Che riguarda anche l'ammontare degli interessi che lo Stato dovrà corrispondere alle imprese per i ritardi: l'eventuale «bolla».

Mentre l'economia italiana si avvita non è chiaro, tanto per fare un esempio, «chi dovrà pagare i debiti sanitari della Campania», che evidentemente tolgono il sonno più delle obbligazioni contratte da altri centri di spesa periferica.

È anche questo profilo ad aver prodotto l'esigenza di una sorta di operazione verità sui conti pubblici italiani. Quella che Monti qualche giorno fa ha chiamato «un'operazione di trasparenza del debito delle pubbliche amministrazioni verso le imprese».

Ma nel governo si ricorda che «solo il 5% dei dipendenti pubblici lavora a Roma nei ministeri», o che la spesa pubblica centrale è stata già tagliata, con i tagli lineari e il congelamento degli stipendi degli oltre tre milioni di pubblici dipendenti: e questo per dire che il dito è puntato su una spesa periferica che continua a essere, persino agli occhi di Palazzo Chigi, fuori controllo.

Quattro giorni fa Monti è stato chiaro: sul debito delle Pa occorre un'operazione composta da «emersione, pagamento e correzione delle statistiche». E pochi hanno prestato attenzione proprio all'ultimo termine. Ha aggiunto lo stesso premier: «E da quel momento rien ne va plus », con il bilancio pubblico italiano accostato a un tavolo verde da gioco, capace per troppi anni di fagocitare risorse senza trasparenza. Anche contabile.

Marco Galluzzo 6 maggio 2012 | 8:12 www.corriere.it
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda Iafran il 06/05/2012, 10:06

franz ha scritto:L'allarme del Tesoro sul debito:
bilanci regionali fuori controllo

I pagamenti dovuti alle imprese oscillano tra 30 e 70 miliardi

Perché, ci si illudeva che "le caste" non agissero a livello regionale (ASL incluse), provinciale, comunale, delle CM, circoscrizionali, etc.?
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda franz il 06/05/2012, 11:44

Iafran ha scritto:Perché, ci si illudeva che "le caste" non agissero a livello regionale (ASL incluse), provinciale, comunale, delle CM, circoscrizionali, etc.?

No, non credo che qualcuno si illuda ma considero che in una grande regione come la Lombardia o in una grande provincia come quelle di Roma, Milano, Torino e Napoli possono prosperare grandi caste mentre in un paesino è già piu' difficile.
Soprattutto sarebbe impossibile se ogni spesa gestionale locale fosse finanziata da tasse locali. Le caste prosperano quando loro possono spendere e spandere ed i soldi arrivano "da fuori", lungo canali clientelari o similari.
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda pianogrande il 06/05/2012, 15:53

Franz non ci credo proprio che le caste non prosperino in piccole realtà.
Se non funzionano i controlli e non si fanno rispettare le regole le caste crescono anche nei condomini.
Il fatto che il debito pubblico non assomma a quelli dello stato centrale i debiti delle autonomie locali è già una forma di federalismo piuttosto pericolosa.
Un comune o una regione (i loro cittadini) possono accumulare debiti senza che lo stato centrale (gli stessi cittadini) ne tenga conto nei suoi bilanci.
Penso che di federalismo ce ne sia già più che abbastanza.
Se no riproponiamo il piccolo è bello che ha mandato in rovina l'economia.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda franz il 06/05/2012, 17:50

pianogrande ha scritto:Franz non ci credo proprio che le caste non prosperino in piccole realtà.
Se non funzionano i controlli e non si fanno rispettare le regole le caste crescono anche nei condomini.

Per prosperare una casta ha bisogno di essere "pochi che succhiano soldi a tanti". Tanti stupidi, aggiungerei.
Ma se i tanti che pagano si rendono conto che i soldi vanno ad una piccola fetta di loro (e sono in un sistema democratico) possono tagliar fuori i furbetti e trovare un sistema per evitare di finaziare parassiti. Naturalmente è pur sempre possibile che la casta sia anche maggioranza ma qui si crea un problema economico mica da poco perché "tanti" (una maggioranza) devono succhare soldi a "pochi" (la minoranza) cosa che funziona molto peggio. L'ideale è quando su 100, uno succhia il sangue a tutti gli altri 99. Se sono in 60 a succhiare il sangue agli altri 40, quei 60 fanno la fame ed i 40 muoiono subito. Concetto magistralmente espresso da Beppe Grillo con la battuta che gli costo' la carriera in RAI:
« La cena in Cina... c'erano tutti i socialisti, con la delegazione, mangiavano... A un certo momento Martelli ha fatto una delle figure più terribili... Ha chiamato Craxi e ha detto: "Ma senti un po', qua ce n'è un miliardo e son tutti socialisti?". E Craxi ha detto: "Sì, perché?". "Ma allora se son tutti socialisti, a chi rubano?" »

La migliore regole, il miglior controllo è che ogni spesa gestionale di una comunità è pagata dalla comunità stessa (con le sue tasse). Sugli investimenti si possono fare ragionamenti a parte ma per la gestione ordinaria cosi' si fa e si evitano le caste.
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda Iafran il 07/05/2012, 9:22

franz ha scritto:
Iafran ha scritto:Perché, ci si illudeva che "le caste" non agissero a livello regionale (ASL incluse), provinciale, comunale, delle CM, circoscrizionali, etc.?

No, non credo che qualcuno si illuda ma considero che in una grande regione come la Lombardia o in una grande provincia come quelle di Roma, Milano, Torino e Napoli possono prosperare grandi caste mentre in un paesino è già piu' difficile.

Franz, ci sono realtà piccole che smentirebbero qualsiasi ipotesi o fiducia per garantirsi una corretta amministrazione: Casal di Principe (CE) è un paese di 21 mila abitanti, Corleone (PA) 11 mila, San Luca (RC) di 4 mila eppure le loro presenze arrivano ad influenzare (in modo negativo) il funzionamento dello Stato centrale (tutta l'Italia!).
Il piccolo non è "bello", però per tanti è redditizio: fa "fare la cresta" a qualsiasi finanziamento, anche sui lavori condominiali, nonchè dà la possibilità di esercitare tanto "potere" (e "discrezionalità") nell'esercizio del proprio ruolo ovunque ci si trovi (ospedali, Catasto, Genio Civile, Agenzia delle Entrate, ex Provveditorati, scuole, vigili urbani, uffici comunali, uffici postali, etc. etc. fino alle sagrestie).
Per 9 impiegati normali che fanno il loro dovere (ad essere ottimisti), basta uno che non lo fa e ... si rimane con la bocca amara (e se poi la situazione è invertita, 1 buono e 9 tangentari, le realtà periferiche ... sono quasi invivibili).
I finanziamenti in Calabria, Sicilia, Campania arrivano e seguono le vie più inimmaginabili, ma i cittadini, oltre a pagare le tasse (per servizi assenti o scadenti), hanno ... altri balzelli da "soddisfare"!
Qui, il piccolo non è bello per la maggioranza dei cittadini.
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Re: Deficit, il piano di Monti alla Ue

Messaggioda franz il 07/05/2012, 9:57

Iafran ha scritto:Franz, ci sono realtà piccole che smentirebbero qualsiasi ipotesi o fiducia per garantirsi una corretta amministrazione: Casal di Principe (CE) è un paese di 21 mila abitanti, Corleone (PA) 11 mila, San Luca (RC) di 4 mila eppure le loro presenze arrivano ad influenzare (in modo negativo) il funzionamento dello Stato centrale (tutta l'Italia!).

Iafran, secondo me non hai riflettuto abbastanza sulla seconda parte del mio testo di prima:
La migliore regola, il miglior controllo è che ogni spesa gestionale di una comunità è pagata dalla comunità stessa (con le sue tasse). Sugli investimenti si possono fare ragionamenti a parte ma per la gestione ordinaria cosi' si fa e si evitano le caste.

Il parassitismo della mafia verso lo stato è possibile perché ci sono grandi fondi che vengono da lontano, non dal posto.
Se ogni comunità dovesse essere autonoma sul piano della gestione ordinaria, dovrebbe per forza essere virtuosa.
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