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27 aprile 1937

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

27 aprile 1937

Messaggioda flaviomob il 27/04/2012, 14:50

27 Aprile. 75 anni fa la violenza fascista uccideva Antonio Gramsci

Il 27 aprile del 1937 a Roma si spegneva Antonio Gramsci, uno degli intellettuali italiani più importanti di sempre. A 75 anni dalla sua tragica scomparsa il suo ricordo è ancora vivo e le opere del grande pensatore comunista sono ancora studiate in tutto il mondo.

-Daniele Cardetta- 27 aprile 2012-

Il 27 aprile di 75 anni fa si spegneva nelle carceri fasciste Antonio Gramsci, forse l'intellettuale più importante della storia recente del nostro Paese. Fu un uomo straordinario Antonio Gramsci, un uomo capace di capire le storture più profonde dell'Italia e capace di analizzarne le dinamiche sociali applicando ecletticamente e in modo geniale il metodo d'analisi marxista. Un uomo che seppe sopportare sulla propria pelle anni di torture e prigionia senza per questo mai perdersi d'animo, consapevole dell'importanza della sua missione storica e intellettuale nella storia del XX secolo.
"Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare": questo dissero di lui nel 1926 gli ufficiali fascisti che decisero di arrestarlo; anche loro si erano accorti di quanto potesse essere pericoloso lasciare a piede libero una personalità come quella di Antonio Gramsci. Ma i fascisti fallirono, anche dopo aver imprigionato quel piccolo intellettuale sardo non riuscirono a impedire al suo cervello di pensare, al punto che il dirigente comunista riuscì proprio in prigionia a produrre una delle sue opere più straordinarie. "Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione" così cominciava la lettera alla madre, scritta proprio da Gramsci il 10 maggio 1928 quando già si trovava nelle patrie galere. E così fece Gramsci, che non accettò mai di rinnegare i suoi ideali, e non cedette mai, accettando il suo triste destino come se fosse inevitabile.
Fondatore nel 1921 del Partito Comunista d'Italia, Gramsci fu un intellettuale, un giornalista e uno scrittore di valore assoluto, al punto da essere, ancora nel XXI secolo, uno degli autori italiani più studiati all'estero nonostante tutti i tentativi operati da una certa parte politica di screditarlo. Gramsci, tra le altre cose, teorizzò il concetto di "egemonia culturale", secondo cui le classi dominanti avrebbero sempre tentato di imporre i propri valori intellettuali, morali e politici a tutta la società con il chiaro obiettivo di gestire il potere intorno a un senso comune condiviso.
Personalità straordinaria e carismatica, Gramsci fu capace di rispondere al giudice che gli aveva chiesto che cosa avrebbero fatto i comunisti se l'Italia fosse entrata in guerra con una frase storica: "Voi fascisti porterete l'Italia alla rovina, e a noi comunisti spetterà salvarla". Quando Gramsci morì nel 1937 a causa dei malanni fisici subiti quando si trovava in carcere, la sua morte ebbe un'eco straordinaria in tutta Europa, soprattutto in Francia. A 75 anni dalla sua morte, per questo, è ancora giusto ricordare chi era e cosa fece Antonio Gramsci, una delle personalità che seppe capire, nel profondo, le criticità ataviche del nostro Paese. Gramsci riuscì a leggere nell'incoscio degli italiani e capì per primo, meglio di chiunque altro, che i problemi dell'Italia andavano ricercati nelle tare strutturali createsi al momento dell'Unità. Oggi, nel 2012, ci sarebbe ancora un disperato bisogno di una persona come lui.

http://www.articolotre.com/2012/04/27-a ... msci/80052


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Re: 27 aprile 1937

Messaggioda Iafran il 27/04/2012, 15:56

flaviomob ha scritto:una frase storica: "Voi fascisti porterete l'Italia alla rovina, e a noi comunisti spetterà salvarla".

Forse la riproporrebbe al giorno d'oggi ... se vivesse.
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Re: 27 aprile 1937

Messaggioda franz il 27/04/2012, 17:31

La storia non si fa con i "se" ma se proprio volessimo provarci, malgrado i 121 anni che avrebbe, io mi chiedo se oggi Gramsci sarebbe ancora comunista. Lo dubito fortemente: troppo intelligente per rimanere ancorato 80 o 90 anni nella stessa ideologia, troppo avverso al dogmatismi. Dopo la Liberazione avrebbe conosciuto, come gli altri, il sapore della libertà ed avrebbe odiato ogni forma di dittatura, anche comunista. Non so se avrebbe aderito a qualche cosa che oggi conosciamo ma purtroppo non possiamo sapere cosa avrebbe generato, cosa avrebbe creato l'unione tra la sua cultura, intelligenza e sensibilità organizzativa. Questo è uno dei tanti crimini del fascismo. Non dobbiamo quindi ricordare Gramsci solo per quello che è stato ma rimpiangere quello che non ha potuto essere.
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