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Francia: doppio turno, beati loro

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Francia: doppio turno, beati loro

Messaggioda matthelm il 24/04/2012, 11:42

Doppio turno, beati loro

Ogni 5 anni vediamo la Francia al voto e ogni 5 anni la invidiamo. Un paese in crisi va in massa alle urne, partecipa e si divide, invia messaggi urticanti ma sceglie. La politica riprende quota. È (anche) merito del doppio turno? Sì.
Perché il doppio turno moltiplica l’offerta politica, la seleziona democraticamente, garantisce infine il vincitore (qui il presidente, a giugno il governo). E alla fine il risultato è il migliore: nel senso di quello più corrispondente alla volontà del popolo.
In Italia il meccanismo d’altronde è ben noto, vige per l’elezione dei sindaci: un sistema che negli anni si è via via consolidato nell’animo dei cittadini e che ha garantito la selezione di stabili governi. Eppure, nella trattativa sulla nuove legge elettorale – peraltro piuttosto faticosa e, a quel che se ne sa, tutt’altro che conclusa – i partiti discutono di tante ipotesi tranne che di questa.
Si capisce abbastanza perché il doppio turno alla francese non vada bene al Terzo polo: perché teme, comprensibilmente, di non avere nessuna voce in capitolo al ballottaggio che verosimilmente lo vedrebbe escluso, ridimensionandone dunque il peso politico. Senza dire – ma va detto – che l’esperienza di Bayrou, cioè l’idea di una terza forza centrista ago della bilancia, mostra ormai la corda.
Così come si può comprendere che il Pdl abbia una resistenza istintiva verso un meccanismo che al secondo turno provoca inesorabilmente un calo di partecipazione («la desertificazione della politica », la definisce il terzopolista Pisicchio) tale da avvantaggiare, almeno in teoria, i partiti più strutturati e “militanti”. Anche se è più verosimile – e semplice – ritenere che un Pdl orfano della straripante presenza di Berlusconi e tuttora privo di radici di massa preferisca “nascondersi” nella selva proporzionalistica.
Il problema è che, stando così le cose, il Pd non ha neppure posto la questione sul tavolo. Tanto non era d’accordo nessuno. Così che il doppio turno di collegio, che è pur sempre la proposta approvata dall’assemblea nazionale del Pd, è rimasto nel libro delle buone intenzioni: e si è passati ad altro.
Arturo Parisi, che è rimasto fedele a quella posizione, ieri non ha perso l’occasione per tornare a sparare contro quel Violantum che sta prendendo corpo: «Immaginino gli italiani cosa succederebbe con il sistema che ABC ci stanno preparando. Astensionismo, frammentazione e radicalizzazione, e alla fine ingovernabilità»; al contrario del modello di Parigi dove «il panorama frammentato al primo turno è chiamato a ricomporsi al secondo turno intorno a posizioni centrali, tra di loro distinte ma certamente distanti».
Dice però Gianclaudio Bressa, uno degli sherpa del Pd al tavolo: «Anche secondo me il doppio turno di collegio è il sistema migliore: ma non lo vuole nessuno. È inutile far poesia. Peraltro il sistema a cui stiamo lavorando è un proporzionale con forti correttivi maggioritari in grado di garantire la governabilità », capace di evitare «le maggioranze forzose»: quella Unione-style, mega-cartelli elettorali fatti per vincere ma inabili a governare. Il modello francese elimina questo problema alla radice: Hollande dovrà tenere conto dei consensi di Mélenchon ma senza che quest’ultimo possa ricattarlo, o fai così o cadi. In Francia non ci sarà nessun Turigliatto a ricattare Hollande, o per meglio dire il suo primo ministro, quello che uscirà dalle legislative di giugno (che molto probabilmente avranno lo stesso segno del 6 maggio: svolgere presidenziali e legislative a poche settimane di distanza annulla il rischio della cohabitation).
Detto tutto questo, è improbabile che il modello francese varchi le Alpi. Ma che almeno sia chiaro perché, e per colpa di chi.
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Re: Francia: doppio turno, beati loro

Messaggioda flaviomob il 24/04/2012, 13:55

Si capisce abbastanza perché il doppio turno alla francese non vada bene al Terzo polo: perché teme, comprensibilmente, di non avere nessuna voce in capitolo al ballottaggio che verosimilmente lo vedrebbe escluso, ridimensionandone dunque il peso politico.


E il PD vuol tenersi le mani libere per un bel maxi inciucio dopo il voto...

Matthelm, per una volta sono completamente d'accordo. Starò invecchiando? :lol:


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Re: Francia: doppio turno, beati loro

Messaggioda Robyn il 24/04/2012, 14:48

L'astensionismo non c'entra niente.In Francia vince sia la destra che la sinistra.Invece il proporzionale nasconde un'istinto di conservazione.Inoltre il doppio turno permette il formarsi di un partito di cs che si occupa dei problemi sociali,del lavoro,della famiglia cosa che è sempre mancata in Italia e senza freni,conservatorismi e ricatti da parte di nessuno.Inoltre non credo che anche in maggioranza assoluta ci sia un'istinto a fare da soli ma magari si coinvolge nel governo le forze centriste.Inoltre anche le forze minori sarebbero rappresentate dalla quota proporzionale o da una rappresentanza simbolica anche se non ottenuta,almeno per le forze più consistenti ciao robyn
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Re: Francia: doppio turno, beati loro

Messaggioda pianogrande il 24/04/2012, 15:34

Con il doppio turno le alleanze dopo le elezioni (dopo il primo turno) le fa il popolo in vece di farle i partiti.
E' una differenza fondamentale che toglie il potere di interdizione a chi entra in coalizione con il solo voto di sua sorella.
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Re: Francia: doppio turno, beati loro

Messaggioda franz il 24/04/2012, 16:03

la caratteristca principale del sistema francese è, oltre al doppio turno, l'elezione diretta del presidente (che condivide il potere esecutivo con il primo ministro) in modo separato dal parlamento. Il sistema maggioritario filtra i partiti che non raggiungono il 12,5% al primo turno (chi supera questa soglia puo' partecipare all'eventuale secondo turno, che si ha solo se nessuno raggiunge il 50%+1 al primo). http://www.radioradicale.it/il-sistema- ... e-francese
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Re: Francia: doppio turno, beati loro

Messaggioda pianogrande il 25/04/2012, 10:29

E' il concetto di fondo che mi piace.
Poi, può essere realizzato in vari modi.
Una prima selezione dove ognuno si può presentare separatamente e provarci, dopodiché si ricompattano gli schieramenti su parametri più generali e la sentenza diventa definitiva e non richiede ulteriori alchimie e sopratutto mette al riparo dalle fregature del dopo elezioni.
Diventano del tutto inutili le primarie visto che un candidato non popolare non avrebbe nessuna chanche come ampiamente dimostrato dai miseri fallimenti del PD nella elezione dei sindaci di importanti città a partire dalle primarie di coalizione.
Il PD, invece di imparare la lezione, ha fatto orecchie da commerciante e se ne va verso il proporzionale (quello delle fregature).
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Re: Francia: doppio turno, beati loro

Messaggioda Robyn il 25/04/2012, 22:19

Praticamente il sistema che si stà inseguendo ora è quello ispanico-tedesco.Soglia di accesso al 5% e penalizzazioni della rappresentanza se non si raggiunge l'11%,praticamente riforme imposte dalla germania.Però non è mai troppo tardi.In Italia si fanno le prove di pulcinella.Ma se le prove non funzionano il doppio turno è dietro l'angolo.Il proporzionale indebolisce la democrazia dell'alternanza.In Germania L'Spd ha poche possibilità di andare al governo.Il PD è la confluenza della sinistra cattolica e della sinistra del lavoro ex Ds.Se queste due anime si separano è chiaro che non è possibile avere un partito che si occupi di lavoro,di famiglia,di welfare,di reddito minimo.Abbiamo visto che in 40 anni di Dc non c'è sta nessuna politica per la famiglia,redditi bassi,nessuna politica del lavoro.Infatti abbiamo visto al punto in cui è arrivato il mercato del lavoro.Si lascerebbe l'ala sinistra nelle mani di quella radicale senza nessuna possibilità che questa possa essere governativa,in modo da privarla di incisività sui temi del lavoro.L'attacco Merkel-Sarkozy al Psf di Holland và letto in questa chiave,un'attacco al welfare,al sociale,che la Francia ,cuore della democrazia in Europa,può permettersi influenzando il resto dell'Europa ciao robyn
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