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Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Prima i contrasti, poi l'applauso

Messaggioda franz il 23/04/2012, 22:16

Fornero supera l'esame Alenia
La responsabile del Lavoro ha accolto l'invito della Fiom di spiegare ai lavoratori la nuova legge, compresi i punti più controversi: "Voglio chiudere tutte le polemiche". Interruzioni civili durante l'intervento poi alla fine un applauso. Un operaio della Fim Cisl si presenta con un cappio al collo
di PAOLO GRISERI

E' finita con Michele, ragazzo di 32 anni, che si avvicina al microfono e dice: "Signor ministro, quando l'ho vista piangere in tv ho pensato che lei fosse una persona di cui fidarsi. Non mi faccia ricredere". Elsa Fornero non ha probabilmente convinto gli operai dell'Alenia ma li ha ascoltati. E questo è importante. Alla fine di due ore di assemblea, con gli operai che hanno accusato il governo di non aver agito con equità cominciando a colpire i piú deboli e non i privilegiati. E con il ministro a sostenere che, a suo parere, questa è la migliore riforma possibile con i fondi a disposizioni e le compatibilità di cassa.

Soddisfatti i sindacati che avevano promosso l'incontro: "Da questa mattinata molti sono usciti convinti che la riforma va cambiata e che è necessario lo sciopero generale", dice Giorgio Airaudo della Fiom nazionale che riconosce "a Fornero il merito di aver accettato l'invito e di aver voluto ascoltare i lavoratori". Anche il segretario provinciale della Uilm, Maurizio Peverati, giudica "positiva la mattinata. La democrazia è confronto. Non capisco chi ha boicottato l'assemblea". I contestatori sono i sindacalisti della Fim e del Fismic (questi ultimi peraltro assenti tra le rsu), che in mattinata sono andati ai cancelli a dire con Claudio Chiarle della Fim che " un ministro non può incontrare direttamente i lavoratori saltando i sindacati".

Al termine dell'assemblea Elsa Fornero ha incontrato una delegazione dei lavoratori dell'Eutelia e l'amministratore delegato di Alenia a Torino.


(23 aprile 2012) www.repubblica.it
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda flaviomob il 23/04/2012, 23:32

Anche se esistessero dei liberali "perfetti", qui qualcuno idealizza il liberalismo come un obiettivo da raggiungere quando invece dovrebbe costituire la premessa da cui partire. Se parliamo di liberalismo puro potremmo benissimo fare a meno di sanità pubblica (o privata accessibile a tutti), pensioni sociali, indennità e sussidio di disoccupazione, integrazione dei redditi e più in generale tutto lo stato sociale (ovvero il welfare state) che si è sviluppato in Europa. O di costruire treni veloci che bucano le montagne fregandosene dell'impatto ambientale, per dire ;)


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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda lucameni il 24/04/2012, 0:15

Non proprio.
Il liberalismo è semplicemente una teorizzazione politica sulla quale si sono sviluppate negli anni le nostre democrazie parlamentari (che alla fin fine non ho capito se le vogliamo conservare oppure no), mentre il liberismo (poi bisogna vedere come declinato e dove) è una teoria economica che vuole meno Stato nell'economia.
Quanto "meno"?
La mancanza di welfare semmai è voluta da un liberismo "puro", proprio più dei "libertari". Mentre il "libero mercato" che tanti identificano col "liberismo" tout court contempla anche interventi dello Stato e sopratutto regole di mercato.
Le politiche antimonopolistiche nascono da qui.
Un "libero" che quindi non va preso alla lettera.
La teoria economica contempla un liberismo sociale come un liberismo conservatore.
E un anarco capitalismo che è la forma estrema di liberismo.

Riguardo - ad esempio - agli sprechi per le infrastrutture in Italia, il problema nasce da sistemi contrattuali truffaldini e spartizioni di denaro pubblico.
La "destra" in genere ha sempre avuto attenzione agli equilibri di bilancio. Da noi no ed anzi questo viene spacciato come politica di investimenti.
Di fatto c'è una sorta di politica keynesiana al contrario. Un Robin Hood al contrario.
Liberista?
Avrei i miei dubbi non fosse altro che lo Stato non è assente ma è assolutamente presente nello sprecare e nel dissipare risorse.
Che poi questo venga spacciato, anche da chi si proclama liberale (e liberista) come una politica moderna e appunto liberale e liberista è altro discorso. Siamo nel campo delle balle e dei sofismi, indotti da interessi molto concreti che non conoscono destra, sinistra o liberismi o socialismi di sorta.

A volte non ho capito su chi e su cosa si voglia polemizzare.
Sulla Marcegaglia (alla quale però il foraggio dello Stato agli imprenditori va benissimo), sui liberisti puri versione libertarianismo ovvero quelli che proprio non vogliono alcuna regola e zero Stato, sul liberalismo in quanto tale (sistema politico), o sul libero mercato?
Perchè vedo che si continua a mettere insieme liberalismo, liberismo e soprattutto senza alcuna distinzione tra chi vuole libero mercato con regole, tra chi vuole libero mercato con meno Stato, chi vuole libero mercato con più Stato, chi vuole libero mercato senza Stato, chi non vuole il libero mercato.
Non mi sembrano dettagli; anche se questi vengono meno mettendo insieme liberismo e liberalismo. E stop.
Ultima modifica di lucameni il 24/04/2012, 0:53, modificato 2 volte in totale.
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda flaviomob il 24/04/2012, 0:35

Polemizzare a quale scopo?
Io preferisco discutere.
Il liberalismo è semplicemente "neutro" rispetto al welfare, ovvero è nato molto prima che la società prendesse in considerazione l'idea pura e semplice di "stato sociale". Di fatto è la base della democrazia rappresentativa, ovvero dell'emancipazione della borghesia attraverso la lotta contro i privilegi del clero e dell'aristocrazia. I poveri non erano ancora presi in considerazione, in più i primordi delle democrazie liberali contemplavano il diritto di voto in base al reddito, ovvero al superamento di una soglia minima, che quindi si limitava ad una minima percentuale della popolazione. Fino a un certo punto, insomma, il liberalismo ha rappresentato una rivoluzione che ricercava l'eguaglianza (nei diritti civili) per una classe sociale esclusa dal potere. Da un certo punto in poi, invece, la stessa eguaglianza è divenuta un obiettivo da declinarsi nei diritti sociali e quindi nella limitazione di alcune libertà "borghesi" orientata all'emancipazione delle classi sociali più denigrate e sfruttate. A quel punto una parte del mondo liberale sì è arroccata in maniera conservatrice o peggio reazionaria in una regressione che ha appoggiato il primo Mussolini, portandolo al potere quando ancora lo si poteva bloccare. Un'altra parte del mondo liberale (in Francia, in GB, Danimarca, Olanda) ha invece aderito alle istanze dei ceti più poveri evitando degenerazioni autoritarie. Dove poi la borghesia era meno radicata e lo sfruttamento più odioso (come nella Russia zarista con la servitù della gleba ancora a fine ottocento o in Cina) esistevano le condizioni per una rivoluzione in cui non fosse più la borghesia protagonista (come in Francia o negli USA), ma i ceti meno abbienti. Solo che ogni dittatura cade nella contraddizione di tentare di declinare i diritti sociali (per mantenere il consenso) senza consentire i diritti civili (per evitare la contestazione al monopartito) e prima o poi la contraddizione esplode.


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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda lucameni il 24/04/2012, 0:48

Ma questa è un'analisi storica del passaggio tra Stato liberale e Stato compiutamente democratico che conosce il welfare.
Salvo ricordare che il fascismo, pur appoggiato da ceti meramente conservatori, non nasce come movimento "liberista".
Semmai come movimento antiborghese; che col potere ha via via rinnegato, almeno da parte di molti suoi esponenti, questa sua connotazione "rivoluzionaria" mantenendo ferma quella autoritaria.
La contraddizione che in fondo ha segnato la storia del MSI.
Più importante semmai è capire cosa vuol dire oggi politica liberale e politica (economica) liberista.
Se per liberale a grandi linee molti hanno le idee più chiare (non in Italia), per liberista è meno facile in quanto sono politiche economiche che, pur volendo meno Stato nell'economia, sono state declinate in maniera molto diversa.
Quel "liberista" che si poteva dire della Germania di Kohl, aveva ben poco a che spartire col "liberismo" di Reagan.

E malgrado qui si continui a fare di Berlusconi l'icona del liberalismo e del liberismo, questo signore non è stato nè liberale e nè liberista.
Il fatto che abbia propugnato alcune politiche "della mano libera", proprio da liberismo selvaggio, non vuol dire che sia stato coerente nel metterle in pratica quando si trattava di toccare interessi propri e delle categorie alle quali si rivolgeva.
I dati sulla spesa pubblica, intesa - anche - come sprechi e non come welfare, sono lì. chiari, lampanti.
Lui voleva e vuole "mano libera" finchè gli fa comodo.
Altrimenti nisba.
Ma questa non è una politica, che pure si può criticare o meno, ma è una dimostrazione di conflitto d'interesse.
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda flaviomob il 24/04/2012, 1:02

No, infatti il fascismo ha introdotto alcune istituzioni dedicate allo stato sociale, cui alcuni nostalgici peraltro attribuiscono la paternità al duce mentre invece esistevano già da decenni in altri paesi europei. Ciò non toglie l'iniziale appoggio dei liberali al dittatore di Predappio. Ne' toglie l'appoggio di tanti liberali (anche i radicali stessi) al primo Berlusconi. Così come la borghesia italiana in gran parte è sempre corsa in soccorso del più forte (cioè di quello che picchiava più forte), sia che si trattasse di Mussolini, sia che fosse il padrino di turno. Sarà per questo che la regione più borghese e a vocazione imprenditoriale d'Italia, la Lombardia, oggi sia infestata da corruzione, malaffare e mafia. OGGI.


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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda lucameni il 24/04/2012, 1:18

Vabbè questa è una caratteristica italiana propria di molti tra coloro che si definiscono liberali in Italia; e non solo di loro.
Altro discorso è quando si parla di "liberalismo" e "liberismo" in quanto tali che per fortuna non riguardano solo l'Italia e gli italiani.
Sono i limiti della borghesia italiana, sempre predisposta a piegarsi col vento che spira più forte; ma un piegarsi che storicamente ha voluto dire titillare movimenti anche non di destra.
Gli anni '70 qualcosa avranno pure insegnato.
Salvo ritenedere che tutti i "liberali" e "liberisti" siano come Berlusconi e compagnia.
Su questo ovviamente dissento perchè, pur minoranze, ritengo che esistano persone degne, oneste, non di sinistra, che magari preferiscono un'economia con meno Stato, ma non assente.
Poche?
Probabilmente.
Forse anche molto poche.
Ma non arrivo a generalizzare come ho letto da altri qui nel forum.
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda soloo42001 il 24/04/2012, 8:50

Su questo ovviamente dissento perchè, pur minoranze, ritengo che esistano persone degne, oneste, non di sinistra, che magari preferiscono un'economia con meno Stato, ma non assente.


Qua nessuno generalizza.
Si cerca pero` di portare a sintesi un ragionamento politico.

Il problema e` che questa SINTESI non ti piace.
E allora la butti in caciara lamentando chissa` quali complotti mancini tesi a confondere liberalismo e liberismo.

I fatti li hai ammessi e riconosciuti come tali pressoche` tutti.

Il liberalismo non si e` evoluto.
Non in Italia.
Ne' ieri, ne' oggi.
Portando al disastro.

Il liberismo peggio me sento.
Sta portando al disastro finanziario su scala globale, addirittura.

Il liberali, ammetti tu stesso, in Italia sono forte minoranza.

E allora di cosa stiamo a parlare?

Qua il fatto e` che i POCHI veri liberali dovrebbero prendere atto dei fatti sopra e cercare di costruire coi cugini socialdemocratici.
Come, e riporto per la quarta volta, Tabacci con Pisapia.
Invece si abbandonano alle sirene liberiste cialtrone.
Quelli che "mai coi comunisti" (ma con razzisti e mignottari si, salvo poi ammettere di non averci visto giusto).


Quando i liberali in Italia matureranno?

Boh.

Io aspetto.
Anche perche` di sicuro sono piu` vicino a Tabacci che a Vendola.
A Tabacci, pero`, non a Marcegaglia.

Ciao.

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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda lucameni il 24/04/2012, 9:41

Quale caciara?
Qua l'unica caciara la fa chi confonde volutamente liberalismo e liberismo, quest'ultimo senza alcuna distinzione. E poi fa del fascismo pure qualcosa di "liberista".
No, non ci siamo affatto.
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda soloo42001 il 24/04/2012, 9:53

Qua l'unica caciara la fa chi confonde volutamente liberalismo e liberismo, quest'ultimo senza alcuna distinzione. E poi fa del fascismo pure qualcosa di "liberista".


La ciaciara ce l'hanno nel cervello quelli che si dicono liberali e poi appoggiano i dittatori.
O quelli che si dicono liberali e poi per venti anni giustificano e appoggiano il berlusconismo perche` di la' ci sono "i comunisti".

Io, proprio perche` rispetto i liberali veri, preferisco per pudore definirli liberisti de' noantri.
Franza o Spagna purche` se magna.

Del resto la difesa disperata che porti avanti la capisco. Da cattolico la vivo nella Chiesa.
Ammettere la propria appartenenza a un'ideale, che si e` sviluppato traducendosi in silenzio, o peggio in cooperazione
rispetto alla distruzione di quegli stessi ideali e` dura.
Durissima.

Ti sono quindi vicino.

Ma, dammi retta, prima ammetti e condanni il fallimento dell'IMPLEMENTAZIONE STORICA dell'ideale.
Prima puoi ripartire con l'ideale stesso.

Ciao.


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