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Finanziamento pubblico dei partiti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Un finanziamento pubblico è giusto o sbagliato?

È giusto, ma solo come rimborso spese
4
33%
È giusto, ma solo un tot fisso per ogni voto ricevuto
4
33%
È giusto, con meccanismi tipo 8 per mille
1
8%
È sbagliato, ognuno ottiene solo da aziende e privati i soldi che vuole, senza limiti
0
Nessun voto
È sbagliato, ognuno ottiene da aziende e privati i soldi che vuole ma ci sono dei massimali da rispettare ogni anno
0
Nessun voto
È sbagliato, solo le quote sociali (tessere) con importi fissi uguali per tutti e fissati dalla legge
3
25%
 
Voti totali : 12

Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda flaviomob il 14/04/2012, 10:55

Dovrebbe intervenire la Corte dei Conti, sperando che la politica non riesca ad inquinare anche quella...
Comunque a spanne direi che in proporzione ai voti ricevuti il PD è uno dei partiti che spende di meno (ora non trovo l'immagine che avevo pubblicato in un altro thread).


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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda franz il 15/04/2012, 11:52

flaviomob ha scritto:Dovrebbe intervenire la Corte dei Conti, sperando che la politica non riesca ad inquinare anche quella...
Comunque a spanne direi che in proporzione ai voti ricevuti il PD è uno dei partiti che spende di meno (ora non trovo l'immagine che avevo pubblicato in un altro thread).

Già ma a cosa serve un "rimborso" a chi spende poco?
Ho letto cifre dei varipartiti per cui il rimporso è, per esempio, 100, ed i soldi spesi sono 20.
Nel senso che non riescono nemmeno a spendere tutti i soldi che hanno ottenuto come rimporso spese.

Ora capisco che si possano istutuire riserve in vista degli anni elettorali, ma riserve dell'80% sono impensabili.
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda flaviomob il 15/04/2012, 14:02

Immagino che si dovessero sostenere debiti pregressi (PDS-DS)


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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda franz il 15/04/2012, 18:24

flaviomob ha scritto:Immagino che si dovessero sostenere debiti pregressi (PDS-DS)

Ok, ottimo spunto di indagine, ma risulterebbero come uscite a copertura di passati debiti, se la contabilità è fatta seriamente. Se non si registrano uscite, i soldi da qualche parte, in banca o sotto il materasso, devono esserci tutti.
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Partiti, le casse quasi vuote

Messaggioda franz il 16/04/2012, 8:43

I FINANZIAMENTI
Partiti, le casse quasi vuote
dal '94 bruciati 2,3 miliardi

Le cifre ufficiali sulla spartizione del denaro pubblico: il centrodestra primo con 916 milioni, 759 al centrosinistra, Tra i minori l'Mpa di Lombardo prende 4,7 milioni. Soldi anche ai gruppi fantasma

di ANNALISA CUZZOCREA
ROMA - 120 milioni di euro la Lega, declinata in tutte le sue forme. Oltre 750 la galassia che oggi è incarnata nel Pd, ma che è stata Pds, Ds, Margherita, Ulivo, Unione. 900 milioni e passa il Pdl, sommando le sue quote a quelle di Forza Italia, An e precedenti vari. Sono i soldi che i partiti hanno incassato dallo Stato dal 1994 a oggi. Sapevamo che si trattava in totale di 2,3 miliardi di euro. Adesso - grazie a un lavoro certosino fatto dai Radicali sulle Gazzette Ufficiali fornite dal Parlamento - sappiamo come sono stati divisi quei fondi negli ultimi 18 anni. In base ai voti e al consenso ottenuti. Consentendo l'ingigantirsi di alcune macchine partito che oggi, senza i soldi pubblici, non saprebbero come andare avanti. Dovrebbero dismettere sedi, licenziare persone. Andrebbero in bancarotta, dicono Pd e Udc. Del Pdl, sappiamo che già nel 2010 aveva un passivo di 6 milioni.

Antonio Di Pietro continua dire che vuole abolire il finanziamento pubblico via referendum e devolvere la quota di luglio al ministro Fornero. La sua tesoriera, l'onorevole Silvana Mura, ha però ammesso con Repubblica che i soldi cui intende rinunciare sono 4 milioni sugli 11 in arrivo, quelli che riguardano le elezioni politiche. E che lei pensa che il finanziamento vada abolito, certo, ma andrebbe già bene ridurlo di un quinto: "Perché io nel mio bilancio 2011 ho un milione e duecentomila euro solo di stipendi". E quindi, anche l'Idv si è ben nutrita di soldi pubblici. Non dal '94,
non c'era. Dal 2001 però ha incassato nelle sue diverse forme (è stata anche solo lista Di Pietro) 53,3 milioni di euro. Che dire della Lega? Ieri il governatore del Veneto Luca Zaia invocava l'abolizione dei fondi pubblici, il capogruppo alla Camera - il maroniano Gianpaolo Dozzo - ha annunciato che il Carroccio devolverà al sociale i milioni in arrivo a luglio (sarebbe interessante capire se si riferisce a tutta la quota, 11 milioni, o anche lui solo ai rimborsi delle politiche). Nel frattempo ha preso (con l'apporto regionale di Liga veneta Padania, lega nord Liguria padania e via dicendo) un totale di 120,2 milioni di euro. Per tutti, si parla di soldi già incassati. Altri sono da venire per le rate mancanti delle elezioni di Camera e Senato, delle regionali, delle europee.

E ancora, l'Udc: se guardiamo agli anni passati, e riteniamo suo diretto antenato il Ccd e i cristiano democratici di Pier Ferdinando Casini, il partito ha ottenuto negli anni 121,4 milioni di euro. Se restringiamo il campo al partito attuale, sono 99 milioni. Così come restringendo all'attualità il giovane Pd ne ha presi 194 e il Pdl 230. Il passato però conta. All'interno dei partiti che hanno cambiato nomi e volti ci sono le stesse persone che hanno gestito un fiume incontrollato di denaro pubblico senza sentire l'esigenza di invocare certificazioni e stringere le verifiche prima del caso Lusi. Prima che arrivassero le inchieste a far capire che in un sistema come questo, che consente di prendere soldi - e tanti - anche ai partiti morti, il cancro è dietro l'angolo.

Ha ragione il segretario pd Pier Luigi Bersani quando dice che i fondi sono già stati diminuiti: erano di 289,8 milioni nel 2010, sono stati 189,2 nel 2011, saranno 165 nel 2013 e andranno a regime diventando 143 nel 2015. I radicali credono non basti, e soprattutto, che si debba conoscere come sono stati spesi i soldi che non sono serviti alle campagne elettorali. Non devono dirlo solo Margherita e Lega. Devono dirlo tutti. Anche i partiti scomparsi che sopravvivono in fondazioni. Anche i piccoli: solo per le politiche del 2008 - stando alla Corte dei Conti - La Destra di Storace ha diritto a 6,2 milioni di euro, la Sinistra l'Arcobaleno a 9,3 milioni, Associazioni italiane in Sudamerica a 383mila euro, Autonomie Liberté democratie a 605mila, il Movimento associativo italiani all'estero a 487mila, il Movimento per l'Autonomia Alleanza per il Sud - quello del governatore siciliano Raffaele Lombardo - a 4,7 milioni di euro. Prende i soldi chi ottiene l'1 per cento, anche se non entra in Parlamento. Le cose da cambiare sono molte. Il Parlamento vuole cominciare dai controlli, col ddl targato Alfano, Bersani, Casini. Chissà se basterà.

(16 aprile 2012) www.repubblica.it
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda Iafran il 16/04/2012, 10:10

franz ha scritto:Prende i soldi chi ottiene l'1 per cento, anche se non entra in Parlamento. Le cose da cambiare sono molte.

Un popolo, quello italiano, che si deve difendere dai suoi stessi rappresentanti e governanti, deputati - forse per Costituzione - "a far quadrare i conti dello Stato"! :o
"Vergogna"? No ... ben altro!
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda trilogy il 16/04/2012, 10:51

Secondo me ci sono quattro aspetti che vanno affrontati.

1. L’entità complessiva dei contributi pubblici che rimane eccessiva, in particolare nel momento in cui tutto il paese è con l’acqua alla gola.

2. Per quanto riguarda le modalità di finanziamento, trovo che il calcolo di una cifra fissa su ogni avente diritto al voto sia diseducativo. Bisogna restituire ai cittadini la capacità di decidere se, e a chi, dare i soldi. Un elettore può benissimo votare un partito per ragioni di governabilità, e decidere poi di finanziarne un altro, magari più piccolo, perché ne condivide la battaglie ideali. O può decidere di non finanziarne nessuno perché sono soldi buttati. Quindi un meccanismo tipo il 5 x 1000, con tetto massimo di spesa, è preferibile, perché restituisce la responsabilità delle scelte agli individui e costringe i partiti ad una gestione economico-politica più seria.

3. Il capitolo dei controlli. Le proposte che circolano sono tipiche della mentalità formalistico- burocratica che sta distruggendo l’economia e la democrazia italiana. Vedere la spesa dei partiti solo in termini di correttezza procedurale è una emerita cazzata. Per ridare credibilità alla politica e giustificare il suo finanziamento con denaro pubblico bisogna chiedersi: Che benefici ricava la collettività da questa spesa di centinaia di milioni di denaro pubblico ? I partiti sono associazioni senza scopo di lucro tra privati cittadini, il loro ruolo dovrebbe essere di formare e selezionare una classe dirigente, permettendo ai cittadini di partecipare democraticamente alla formazione della politica nazionale. Questi obiettivi non possono essere separati dalla gestione delle risorse finanziarie. Se i partiti politici sono associazioni tra privati cittadini, vanno sottoposti alle normali regole contabili in vigore per soggetti analoghi, con un bilancio consuntivo e preventivo, un collegio sindacale che esprime il suo parere, e oltre certe soglie economiche, i conti vanno certificati da una società di revisione esterna. Per ulteriori controlli c’è l’ Agenzia delle entrate e la guardia di finanza che già svolgono il loro compito nei confronti di tutte le associazioni e società private. Inoltre la corte dei conti può fare controlli su tutte le procedure e su chiunque ottiene denaro pubblico. Non c’è bisogno di leggi speciali.

4. L’aspetto importante su cui occorre innovare è che il bilancio di un partito e le sue decisioni di spesa sono un atto politico e il processo di approvazione del bilancio consuntivo e preventivo deve essere trasparente e soprrattutto partecipato. Noi abbiamo società private ad azionariato diffuso che quando approvano il bilancio sono costrette ad affittare un palasport per riunire i soci. La discussione e approvazione del bilancio di un partito deve essere un momento di discussione politica. La decisione di come e perchè spendere i soldi deve coinvolgere il più possibile gl’iscritti. Io ad esempio sono favorevole al ruolo delle fondazioni accanto ai partiti, e al loro sostegno economico, se queste svolgono un ruolo nella produzione di idee, analisi, programmi e proposte. Se queste fondazioni servono solo a mascherare macchine elettorali personali, per quanto mi riguarda, possono anche morire d’inedia. Quindi le modalità per approvare e discutere un bilancio sono fondamentali per ridare credibilità e trasparenza alla politica. Qui è necessario fissare dei paletti precisi a cui gli statuti dei partiti si devono adeguare pena l’esclusione dal finanziamento pubblico.
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda franz il 16/04/2012, 11:23

trilogy ha scritto:Quindi un meccanismo tipo il 5 x 1000, con tetto massimo di spesa, è preferibile, perché restituisce la responsabilità delle scelte agli individui e costringe i partiti ad una gestione economico-politica più seria. .

D'acccordo su tutto il resto ma sulla parte quotata mi chiedo se basta un meccanismo come il 5%% a costringere i partiti ad una gestione economico-politica più seria. Forse dipende anche da come questo 5%% è regolamentato, perché l'8%% alla Chiesa per esempio non mi pare che abbia indotto gestioni virtuose (visto che quanto non assegnato finisce comunque al pesce piu' grande). Mi chiedo poi se (per come tu la vedi) il meccanismo del 5%% ne possa impedire altri (donazioni spontanee, tesseramento). Di fatto con il 5%% potremmo finanziare un solo partito (nazionale o locale) ogni anno mentre dovrebbe poter essere possibile, per chi vuole, finanziare localmente un partito locale (per esempio Union Valdôtaine) e a livello nazionale un partito nazionale. Il 5%% mi sembra anche lui figlio della mentalità formalistico- burocratica per cui avremo il 5%% ai partiti, quello alla ricerca, poi l'8%%... tra un po' il modulo diventa un papiro. ;)
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda trilogy il 16/04/2012, 11:58

franz ha scritto:D'acccordo su tutto il resto ma sulla parte quotata mi chiedo se basta un meccanismo come il 5%% a costringere i partiti ad una gestione economico-politica più seria. Forse dipende anche da come questo 5%% è regolamentato, perché l'8%% alla Chiesa per esempio non mi pare che abbia indotto gestioni virtuose (visto che quanto non assegnato finisce comunque al pesce piu' grande).


Certamente da sola questa scelta non basta a costringere i partiti ad una gestione ecnomico-politica più seria, ma vincolando il finanziamento a statuti che prevedano un coinvolgimento degli iscritti nella discussione e approvazione del bilancio è un passo avanti nella partecipazione e nella trasparenza. Sarei curioso di vedere l'assemblea leghista che approva gli acquisti di lingotti d'oro e diamanti.... Per quanto riguarda il riparto previsto nella gestione dell'8 X 1000 è un classico esempio di come la politica italiana spoglia i cittadini della libertà di scelta.

franz ha scritto:Mi chiedo poi se (per come tu la vedi) il meccanismo del 5%% ne possa impedire altri (donazioni spontanee, tesseramento). Di fatto con il 5%% potremmo finanziare un solo partito (nazionale o locale) ogni anno mentre dovrebbe poter essere possibile, per chi vuole, finanziare localmente un partito locale (per esempio Union Valdôtaine) e a livello nazionale un partito nazionale. Il 5%% mi sembra anche lui figlio della mentalità formalistico- burocratica per cui avremo il 5%% ai partiti, quello alla ricerca, poi l'8%%... tra un po' il modulo diventa un papiro. ;)


Non vedo perchè dovremmo escludere altre forme di finanziamento, purchè siano trasparenti e tracciabili. Le uniche forme che vieterei sono i contributi da società a capitale pubblico e concessionarie di servizi pubblici. Il 5X1000 è un adempimento formale burocratico, però ha degli aspetti positivi. Consente "liberamente", se non è inquinato dal riparto, ai cittadini di indirizzare una quota del bilancio pubblico verso alcune attività. Svolge anche la funzione di segnalare ed evidenziare delle attività collettive importanti. Per me Il sostegno alla pluralità delle organizzazioni politiche è un dovere e un bene collettivo. Che i partiti facciano un pessimo uso di queste risorse è un altro discorso.
Ridare ai cittadini la libertà di scegliere quale partito sostenere economicamente, rafforzata dalla possiblità di controllare e partecipare direttamente alle decisioni "politiche" di spesa è democrazia.
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda franz il 16/04/2012, 12:35

@trilogy
Ok per bilanci trasparenti ed approvati dall'assemblea generale, come in ogni associazione che si rispetti.
Ed i partiti devono esserlo.
Permangono i miedi dubbi sul meccanismo del 5%%.
Negli anni scorsi mi è capitato di tenere conferenze pubbliche in Italia, sui temi politici, e dietro compenso, inteso come rimborso spese visto che vengo dall'estero. Ho sempre deciso di divolvere l'intero importo in beneficenza in Italia anche per evitare complicazioni burcratiche a me e a chi mi versava i soldi, che non sapeva assolutamente come fare per i pagamenti all'estero (IVA si o no, trattenuta d'acconto? Boh!). Dove voglio arrivare? A chiarire che una cosa è stabilire cosa fare con i soldi che ho guadagnato io (donazioni e contributi liberali) ed altro è il 5%% dove dispongo non di soldi miei ma di parte del gettito fiscale (di cui io sono alcuni milionesimi).
Comodo disporre dei soldi degli altri (che sono degli altri al 99.999999%)
Molto meglio secondo me disporre del mio (quindi piena responsabilità) e poter detrarre l'importo dall'imponibile (con un massimale che impedisa abusi) se l'ente ricevente è inserito in una lista di enti di pubblica utitità.
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