Stefano'62 ha scritto:La premessa è sbagliata e non corrisponde a ciò che ho detto io (quindi ho evitato di quotare il resto,per inutilità)
Nel mio testo non è scritto che il fallimento dell'uno è legato a quello degli altri,ma che il ragionamento che porta a decretare il fallimento del comunismo lo si può applicare anche agli altri ismi,decretando pure i loro fallimenti.
Per lo stesso motivo che se stabilisco che se un albanese ruba allora pure tutti gli altri sono ladri,allora applicando lo stesso ragionamento posso dire che tutti gli italiani sono mafiosi e i tedeschi sono tutti nazisti.
Senti, il fallimento del comunismo è decretato non tanto dal ragionamento (anche se col ragionamento le persone ragionevoli ci arrivano) ma dalla constatazione dei fatti,
della realtà. Il fallimento è reale. Tutti gli ismi autoritari ed imposti (comunismo, fascismo, socialismo, collettivismo imposto dalle sette religiose tipo amish) sono fallimentari, sono falliti, non stanno in piedi economicamente o vivono nel passato di secoli fa. Anche i Kibbutz se la passano male da 30 anni, con pesanti debiti, indice che la loro gestione è fallimentare sul piano economico ma li' è tutto sommato libera scelta (ed infatti c'è crisi di vocazioni ed i kibbutz che non chiudono devono assumere manodopera e pagarla, per tirare avanti, aumentando i debiti). Per salvarsi i kibbutz hanno dovuto ricorrere all'aiuto economico dello stato. Da soli non stanno in piedi senza l'aiuto del capitalismo.
Quindi alla prova dei fatti, se proprio il ragionamento non ci supporta, il fallimento dei falliti è totale, non episodico.
Non è una rondine che non fa primavera, visto che tutte le esperienze di collettivismo sono fallite o sono economicamente fallimentari.
Il mondo libero in cui siamo, invece, chiamalo capitalismo, consumismo, liberismo, chiamalo come ti piace, vede frequenti e ricorrenti crisi ma non è fallito, anzi oggi permette a 7 miliardi di persone di vivere sul pianeta mentre erano 1 miliardo e mezzo alla fine del 1800, quindi poco piu' di un secolo fa. Significa che il modo economico di funzionare dei meccanismo di mercato e di innovazione tecnologica, produce costantemente progresso e nuova vita. E come dice anche l'ONU (la notizia è di pochi mesi fa) malgradola crisi il numero dei poveri e degli affamati è pure dimunuito malgrado la crisi, raggiungendo gli obbiettivi di riduzione della povertà prima del tempo.
Se questo è il fallimento, mille di questi fallimenti, caro il mio bel collettivista

“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)