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Mediazione di Bersani sull'articolo 18

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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda soloo42001 il 03/04/2012, 11:45

rottura del primo livello e a mantenere nella precarietà i giovani


Puoi elaborare?

Perche` dici che il modello tedesco porta alla "precarieta` dei giovani"?
A me non risulta affatto che i giovani tedeschi stiano male come i giovani italiani, quanto a precarieta`.

Ma forse tu hai dati che non abbiamo.
Se li condividi.

Ciao.

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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda franz il 03/04/2012, 12:07

Stefano'62 ha scritto:La differenza tra l'Italia e la Germania mi pare sia nell'atteggiamento delle imprese,non in quello dei sindacati,che la come qua difendono la dignità dei lavoratori.

Si, è sempre colpa dell'altro, vero.
Ma insomma, non se ne può più di questo asilo infantile :lol:
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Articolo 18, ecco l'esame del governo

Messaggioda franz il 03/04/2012, 13:54

Ecco il classico articolo che i giornalisti scrivono quando non sanno nulla di nuovo e bisogna comunque scrivere ...


Articolo 18, ecco l'esame del governo

Ultimi ritocchi al testo, forse in serata già al Colle.
Bersani: un'intesa è possibile


ROMA - Mario Monti è rientrato in Italia più che soddisfatto per l'esito del «roadshow» in Oriente e determinato a mantenere la promessa, fatta agli investitori cinesi e giapponesi, di un mercato del lavoro più flessibile e più appetibile. L'ultima parola sul testo di una riforma per certi versi storica, che era stato approvato «salvo intese» dieci giorni fa, spetta al capo del governo. Già martedì mattina il professore sarà al lavoro a Palazzo Chigi con Elsa Fornero e Corrado Passera per gli ultimi ritocchi all'articolato definitivo del testo, che ha diviso la maggioranza e portato in piazza i lavoratori. Dopodiché, non resta che la firma di Giorgio Napolitano.

Alle 9,30 Monti aprirà il Consiglio dei ministri. Sarà una riunione lampo, incentrata su alcune leggi regionali e il disegno di legge che rivoluziona il mercato del lavoro non è, ufficialmente, all'ordine del giorno. Ma Monti vuole chiudere la partita prima di Pasqua e a Palazzo Chigi c'è fiducia riguardo alla possibilità che il ddl approdi in Parlamento nelle prossime ore.

I leader dei partiti che sostengono il governo spingono per un nuovo vertice con il premier prima che il provvedimento sia depositato. A parte le quotidiane scaramucce polemiche, la tensione si è allentata e l'intesa sembra davvero vicina. Lo conferma l'ottimismo di Giorgio Napolitano, che invita ad accelerare e difende la riforma perché «aiuta la crescita». Adesso anche Pier Luigi Bersani sembra disposto a «crederci». Il leader del Pd dice che basta un pizzico di «equilibrio» per approvare la riforma prima del voto amministrativo di maggio, a patto però che l'articolo 18 sia modificato in salsa tedesca. Pier Ferdinando Casini concorda sulla tempistica, ma sul reintegro nei licenziamenti economici ricorda che «sarà Monti a decidere». E se il premier dovesse «incaponirsi»? Se tenesse duro sul punto cruciale dello Statuto dei lavoratori? Bersani - che al Pdl concede la disponibilità a trattare sulla flessibilità in ingresso - si rifiuta di prendere in considerazione una simile eventualità. Usa toni concilianti, ma al tempo stesso semina avvertimenti: «Non possiamo accendere fuochi inutili in un momento così difficile, il cammino si riprende tutti assieme». Bersani ha già ingoiato il rospo delle pensioni e non vuole ingoiarne altri. Il suo obiettivo, adesso, è un emendamento che abbia il via libera dei partiti e del governo.

Il problema è che il presidente del Consiglio non ha mai dato, nei giorni della missione tra Cina e Giappone, alcun segno di frenata o di ripensamento. «Non ci saranno rinvii e non sono previste modifiche» è il leitmotiv che trapela dal ministero del Welfare. Forti dell'incoraggiamento di Napolitano ad andare avanti, Monti e Fornero non intendono toccare i punti cardine della riforma. Premier e ministro sono rimasti in continuo contatto e di concerto hanno lavorato ai passaggi più delicati, limando le asprezze e trasformando in precetti la promessa di Monti di «evitare ogni tipo di abuso». Ma Bersani è fiducioso, confida nella possibilità che da Palazzo Chigi giungano parole di apertura riguardo a un accordo da ricercarsi in Parlamento. Lo stesso premier, nei contatti transoceanici di questi giorni, non avrebbe escluso alcuni «limitati» cambiamenti in Aula. «Ragionando e approfondendo un'intesa è possibile», stempera il clima Bersani e sprona il governo (e il Pdl) ad ascoltare la Chiesa, l'opinione pubblica e anche i «tanti imprenditori che chiedono di risolvere il problema centrale». All'appello del segretario del Pd risponde il leader del Pdl: «Fare insieme la riforma del lavoro è meglio che farla separati...». Ma il tema, per Angelino Alfano, è «cosa si fa se la Cgil dice no». Pronta la replica di Bersani: «Noi siamo un grande partito, più grande di quello di Alfano. E ragioniamo con la nostra testa».

Monica Guerzoni
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda Stefano'62 il 03/04/2012, 15:06

franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:La differenza tra l'Italia e la Germania mi pare sia nell'atteggiamento delle imprese,non in quello dei sindacati,che la come qua difendono la dignità dei lavoratori.

Si, è sempre colpa dell'altro, vero.
Ma insomma, non se ne può più di questo asilo infantile :lol:

Si chiama ragionamento logico.
Si osservano diverse realtà e si trovano le differenze nella situazione di partenza per capire le differenze nei risultati.
Tu chiamalo come ti pare,in realtà è il metodo scientifico utilizzato da secoli con successo dai ricercatori.
Stefano'62
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda franz il 03/04/2012, 15:15

Stefano'62 ha scritto:Si chiama ragionamento logico.
Si osservano diverse realtà e si trovano le differenze nella situazione di partenza per capire le differenze nei risultati.
Tu chiamalo come ti pare,in realtà è il metodo scientifico utilizzato da secoli con successo dai ricercatori.

Te lo lascio credere. Perché toglierti un'illusione?
Non sono cosi' cattivo :o
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda soloo42001 il 03/04/2012, 16:38

Si, è sempre colpa dell'altro, vero.
Ma insomma, non se ne può più di questo asilo infantile.


Non SEMPRE, ma SPESSO.
E non SOLO, ma ANCHE.

TALVOLTA e` ANCHE colpa di questi di qua.

E quindi?
Buttiamo a mare tutto perche` talvolta questi di qua o quelli di la sbroccano?
Ma siamo pazzi?

Qui come centrosinistra ci tagliamo il pisello per fare dispetto alla moglie.
Altro che asilo infantile.

Fare una riforma di questa portata e con gli impatti immaginabili, con l'approccio arrogante ed esplicitamente vendicativo verso la CGIL e` da irresponsabili, da veri e propri macellai sociali.
Altro che luminari, esperti, tecnici e professori; sono degli improvvisatori mediocri.
In questo modo si aizza apertamente allo scontro sociale violento.

Perche` alla fine della fiera, magari la Fornero l'avra` avuta vinta su Camusso, e Sacconi e Marcegaglia potranno festeggiare, cosi` come anche le destre per la botta tremenda al PD.

Ma dopo?

Dopo, in conseguenza di una riforma malpensata, milioni di persone per tutto il resto della loro vita lavorativa saranno esposte a ritorsione da parte dell'azienda in cui lavorano se appena appena tenteranno di far valere i loro diritti.

Qui finisce che per fare dispetto alla CGIL finiranno col fare piu` in grande lo stesso disastro degli esodati.
Poi vedremo i pianti della Fornero e le boiate di Polillo e gli scontri di piazza.

E ci domanderemo perche`, chi sono i "cattivi maestri".
Domani cercheremo l'ideologo colpevole, e lo troveremo nei Travaglio, Camusso, Santoro, Vendola.
Oggi, pero`, rifiutiamo di vedere che le Fornero, i Polillo, le Marcegaglia, stanno giocando coi fiammiferi dentro un deposito di benzina.

Ciao.

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Licenziamenti economici, reintegro possibile se palesemente

Messaggioda franz il 04/04/2012, 11:59

riforma DEL LAVORO
Licenziamenti economici, reintegro possibile
se palesemente illegittimi

L'ipotesi: allentare la stretta sui contratti a termine. Per il premier le richieste delle parti sociali vengono dopo i partiti

ROMA - Per una volta è stata la professoressa Fornero a fare i compiti a casa e a sottoporli al giudizio e alle correzioni. Prima del presidente del Consiglio, Mario Monti, e poi dei leader dei partiti di maggioranza, nel vertice che si è concluso a mezzanotte. Correzioni alla bozza del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro che saranno fatte in questi giorni, prima che il testo venga presentato in Parlamento. Leggere modifiche che da un lato rafforzeranno la possibilità di reintegro nei licenziamenti per motivi economici palesemente illegittimi e dall'altro allenteranno la stretta sui contratti a termine. Il nuovo equilibrio, insomma, prevederebbe un po' meno flessibilità in uscita e un po' di più in entrata. Ma si tratterà solo di «limature», assicura il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Per il resto, il testo tradurrà in norme l'ampio documento di linee guida approvato dal Consiglio dei ministri il 23 marzo.

L'accelerazione è stata decisa martedì sera da Monti che doveva gestire la richiesta perentoria del Pd di modificare la riforma dell'articolo 18 mentre incombe lo sciopero generale della Cgil, la cui data non è stata ancora decisa, ma che potrebbe alla fine convergere in una mobilitazione unitaria come chiesto ieri dalla Uil. Dopo aver esaminato il lungo articolato preparato dal ministro, il premier, con la stessa Fornero, ha voluto incontrare i leader del Pdl, del Pd e dell'Udc. Con i quali sarebbe stata appunto raggiunta un'intesa sui punti controversi. Il Pd avrebbe ottenuto l'impegno a una introduzione chiara del diritto al reintegro sui licenziamenti economici palesemente illegittimi. Il Pdl un ammorbidimento della stretta sui contratti a termine. Il compromesso garantirebbe al premier alcuni risultati: ottenere una rapida approvazione della riforma; evitare che in Parlamento si inneschino dinamiche che portino il Pdl e il Pd a radicalizzare le proprie posizioni in uno scontro di cui farebbe le spese il governo; mantenere inalterata la sostanza della riforma, altrimenti le conseguenze negative sui mercati sarebbero negative.

Resta aperto il fronte con le parti sociali. Il governo non vuole dare l'impressione di un cedimento sull'articolo 18 alla Cgil, perché questo scatenerebbe la protesta della Confindustria, tanto che a favore delle imprese già si ragiona di una riduzione della misura dell'indennizzo per ora fissato tra 15 e 27 mensilità (mentre in una prima bozza il tetto era di 24). In ogni caso, per Monti, le parti sociali vengono dopo i partiti.

Alcuni segnali di disponibilità al Pd erano già stati lanciati nei giorni scorsi. In particolare l'ipotesi, che dovrebbe far parte dell'accordo raggiunto nel vertice notturno, di far cadere l'onere della prova a carico del lavoratore nei licenziamenti per motivi economici che nasconderebbero cause disciplinari o discriminatorie, con ciò ampliando le possibilità del giudice di concedere il reintegro anziché l'indennizzo. E si lavora anche a un rafforzamento della conciliazione preventiva, che sarebbe obbligatoria e finalizzata, tra l'altro, a esaminare, nel contraddittorio con i sindacati, la fondatezza dei motivi del licenziamento. Per la Cgil tutto questo non basta: come minimo bisognerebbe stabilire che ogni licenziamento illegittimo, qualunque ne sia il motivo, sia sanzionato col reintegro, lasciando al limite l'indennizzo nei casi meno gravi. Ma se l'intesa tra Monti e il Pd terrà, la protesta della Cgil ne risulterà depotenziata: non avrebbe più la forza di destabilizzare il Pd e il governo.

Enrico Marro 4 aprile 2012 | 8:39 www.corriere.it
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda flaviomob il 04/04/2012, 12:08

Ma insomma, non se ne può più di questo asilo infantile


Lo stesso stile che porta a dare le colpe di tutto alla CGIL o alla Fiom.

Intanto Angeletti chiede le dimissioni (anzi il "licenziamento per giusta causa") di Fornero. E ha ragione.

Luigi Angeletti: "La vicenda dell'articolo 18, così come la vicenda degli esodati, sono fondati motivi per il licenziamento del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per giusta causa", ha detto ai microfoni di SkyTg24.


http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... -32664692/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda Robyn il 04/04/2012, 12:23

La flessibilità in ingresso non si tocca e non può essere come dice Bersani
Per far che toccare la flessibilià in ingresso?Per fare un piacere agli stabili
che scaricano la loro stabilità creando lavoratori precari in ingresso?I precari
non sono mica schiavi al servizio degli stabili
Se così è via i giovani dall'Italia ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Mediazione di Bersani sull'articolo 18

Messaggioda franz il 04/04/2012, 12:32

flaviomob ha scritto:Intanto Angeletti chiede le dimissioni (anzi il "licenziamento per giusta causa") di Fornero. E ha ragione.

Luigi Angeletti: "La vicenda dell'articolo 18, così come la vicenda degli esodati, sono fondati motivi per il licenziamento del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per giusta causa", ha detto ai microfoni di SkyTg24.


Angeletti che era soostenitore dell'accordo e mostra di fare retromarcia per non rimanere sbilanciato, farà di nuovo retromarcia a tempo debito. ;)
Ora non sa che pesci pigliare ma questa gente è abilissima a capire da che parte tira il vento.
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